Cena di Domenica 30 Ottobre 2005 Delizioso il ricordo di questa cena, che ha incontrato in tutto e per tutto quelle che sono le mie esigenze e preferenze. Iniziamo dall'ambiente: semplice, caldo, accogliente. Ci si ritrova tra colori e luci tenui, stampe dalle tinte delicate alle pareti, soffitto basso, pavimento in cotto rustico. Tutto trasmette un senso di familiarità, si ha la sensazione di essere nella casa di campagna della vecchia zia, un po' fuori dal tempo e di certo lontani dai pensieri quotidiani. Veniamo fatti accomodare dall'oste, Tiziano Valentini, al tavolo: quest'ultimo di legno molto scuro e dall'aspetto solido. La tavola è apparecchiata alla francese, cosa che gradisco molto, e la mise en place è semplice ma raffinata. Pochi minuti, e il Valentini si avvicina al nostro tavolo, quasi sfuggente, poggiando sulla tavola i due menù: in realtà non c'è nessun menù a la carte, bensì su di un piccolo foglietto di cartoncino sono impressi i piatti del giorno, che variano di continuo. Rivelandosi da subito come personaggio divertente ed interessante, Tiziano Valentini quasi si "giustifica" per la mancanza di un tradizionale menù, e ci spiega le sue ragioni: i piatti variano a seconda dei giorni della settimana e comunque mutano del tutto dopo qualche settimana. Al ristorante, a suo parere, ci si reca per gustare sapori che a casa non si riesconoabitualmente a produrre, per scoprire qualcosa di particolare in un piatto magari semplice o tradizionale. Questo è il suo scopo, e tale scopo è raggiunto pienamente. Dalla cameriera, unica presente in sala insieme all'oste, ci viene portato al tavolo l'antipasto: "Sfilacci di cavallo e soncino" Sapore semplice e delicato, carne tenera e saporita; soncino fresco. Un piatto nel complesso leggero e ottimo per preparare la bocca al seguito del pasto. Voto 8. Ecco il primo piatto: "Schiaffettoni di lago" Tipica pasta calabrese, ma dal ripieno interessante: tre tipi differenti di pesce di lago arricchiti ed insaporiti da spezie che nel menù non sono specificate, per cui non le menziono qui, ma che donano al ripieno di pesce quel qualcosa in più, forse proprio quel tocco dello chef che "a casa non riesci a gustare". Giustissimo incontro tra il sapore fresco e puro del pesce e le spezie leggermente aggressive, ma quanto basta per non coprire il resto del ripieno. Ottimo. Voto 9. Tra una visita e l'altra del simpaticissimo Valentini, giunge al nostro tavolo il secondo piatto: "Stinco di maialino alle prugne" La dimensione dello stinco è davvero imponente, forse un tantino eccessiva, ma il gusto di quella carne, tenera ed aromatizzata perfettamente fino all'osso, ci spinge a terminare laporzione del tutto. Le prugne conferiscono alla carne un sottofondo che culla mentre si assapora, uno strano agrodolce che più si gusta e più interessa; un matrimonio davvero felice. Voto: 8 e mezzo. Ormai giunti al limite delle nostre umane possibilità, ancora non abbiamo tregua e finalmente è in tavola il dessert: "Torta di mele e cannella" Anche questo un piatto molto semplice, servito in una porzione giusta, ma, ahimè, davvero non ce la faccio più e così sia io sia il mio commensale non riusciamo a terminare il piatto. Comunque l'abbinamento tra mela e cannella conferma il successo di tutta la cena. Voto: 8. Il vino che ci accompagna per tutto il pasto è uno Sfursat di Prevostini di cui però, perdonatemi, non ho un preciso ricordo, per cui non lascio specifici commenti. Ultima nota: delizioso il pane, servito sia semplicemente bianco che con le noci (particolarmente buona l'ultima variante). Un locale gestito davvero egregiamente, giusto e dosato in tutto, dall'ambiente alla cucina, dal servizio ai prezzi. Un calore dolce, un'atmosfera semplice e vera. Piccoli tocchi di classe. La cucina è una cosa vera, una cosa che ci entra dentro; e dentro di noi dovrebbero sempre rimanere i luoghi e gli ambienti dove trascorriamo qualche piacevole ora, in compagnia di grandi e rinomati chef, o di piccoli maghi meno rinomati, ma ugualmente di gran valore. Prezzo a persona: 45,00