DISTURBI NEUROPSICHIATRICI E SENSORIALI NEL CONTESTO SCOLASTICO TECNOLOGIE E METODOLOGIE INCLUSIVE Dott.sa Francesca Franciosi Psicologa – Psicoterapeuta Consulente Clinico ABA MIPIA - IESCUM Supervisore ABA – progetto NOAH (New Organization for Autism Helthcare) presso «La Nostra Famiglia» sede di Castiglione Olona 2 Gli argomenti trattati sono generali, per cui l’applicazione sul caso specifico potrebbe subire modifiche La sola partecipazione a queste lezioni non garantisce la corretta applicazione delle procedure Si prega di non usare e/o divulgare informazioni e materiali forniti. Se non autorizzati, si prega di non audio e/o video registrare per la tutela dei dati sensibili DISTURBO MENTALE Un disturbo mentale è una sindrome caratterizzata da un’alterazione significativa della sfera cognitiva, delle regolazioni delle emozioni o del comportamento di un individuo, che riflette una disfunzione nei processi psicologici, biologici e evolutivi che sottendono il funzionamento mentale. DISTURBO MENTALE Difficoltà lavorative Difficoltà di apprendimento Difficoltà di relazione Difficoltà di integrazione Svantaggio sociale Emarginazione DISABILITA’ INTELLETTIVA Deficit delle funzioni intellettive, come ragionamento, problem solving, pianificazione, pensiero astratto, capacità di giudizio, apprendimento scolastico e apprendimento dall’esperienza Deficit del funzionamento adattivo che porta al mancato raggiungimento degli standard di sviluppo e socioculturali di autonomia e di responsabilità sociale. Deficit accompagnato da significative limitazioni nel funzionamento in una o più attività di vita quotidiana, come la comunicazione, la cura e la salute della persona, la vita in famiglia, le capacità sociali/interpersonali, l’uso delle risorse della comunità, il funzionamento scolastico e lavorativo, l’organizzazione del tempo libero, la sicurezza. DISABILITA’ INTELLETTIVA ► ► ► ► Lieve Moderato Grave Estrema Sono definiti sulla base del funzionamento adattivo e non dai punteggi del Quoziente Intellettivo (QI), perché è il funzionamento adattivo che determina il livello di assistenza richiesto. I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO Disagio socio-ambientale (degrado sociale, ipostimolazione, iperconflittualità familiare, inadeguatezza nell’offerta risorse materiali, affettive ed educative…) Ritardo intellettivo (sindromi genetiche, sofferenza preperinatale, danni neurologici…) Aspetti emotivi – relazionali (disagio emotivo, disturbi mentali…) Disturbi Specifici dell’Apprendimento (dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia) Disturbo della Lettura (Disturbo specifico della lettura). Disturbo specifico della scrittura Disturbo dell’Espressione Scritta (Disturbo specifico della compitazione). “dislessia” “disortografia” “disgrafia” Disturbi dell’Apprendimento Disturbo del Calcolo (Disturbo specifico delle abilità aritmetiche). “discalculia” Disturbi misti delle capacità scolastiche. Disturbo dell’Apprendiment o N.A.S. (Altri disturbi evolutivi delle abilità scolastiche). 9 DISLESSIA (DISTURBO SPECIFICO DI LETTURA) Difficoltà nella lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità nella scrittura Comprensione della lettura Ridotta pratica della lettura Ridotto vocabolario Ridotta conoscenza generale. 10 DISORTOGRAFIA/DISGRAFIA (DISTURBO SPECIFICO DI SCRITTURA) Disortografia: Disordine di una codifica del testo scritto dovuto a un deficit nel processo di transcodifica dal linguaggio orale a quello scritto. Disgrafia: Difficoltà nella realizzazione manuale dei grafemi dovuta alla comprensione delle abilità esecutive della scrittura. 11 DISCALCULIA (DISTURBO SPECIFICO DI CALCOLO) Difficoltà in ambito numerico e aritmetico caratterizzata da: Difficoltà di lettura e scrittura dei numeri Difficoltà ad acquisire in maniera stabile le tabelline e i più semplici calcoli a mente Difficoltà ad attribuire al segno algebrico le relative procedure di calcolo (es. sommare se appare +) 12 CARATTERISTICHE DEL BAMBINO CON DSA Ritardo nello sviluppo del linguaggio Difficoltà a ricordare filastrocche Confusione di suoni simili (dopo – topo) Inadeguata padronanza fonologica (sostituzione di lettere S/Z - R/L - P/B, omissione di lettere o parti di lettere) Deficit sensoriali Disturbi della memoria Difficoltà attentive DIFFICOLTÀ MOTORIE Impaccio motorio generale Schema corporeo Goffaggine Difficoltà a impugnare correttamente la matita/penna Difficoltà motricità fine Autonomie (vestirsi - allacciarsi le scarpe) DIFFICOLTÀ SPAZIO TEMPORALI Colorare rimanendo nei margini del foglio. Rispettare le proporzioni. Riconoscere destra sinistra. Ripetere sequenze ritmiche. Eseguire compiti in sequenza. IL TEMPO… Difficoltà a organizzare il tempo Difficoltà a sapere che ore sono Difficoltà a leggere l’orologio Difficoltà a memorizzare i giorni della settimana, i mesi, l’ordine alfabetico Difficoltà a ricordarsi date importanti (Natale, giorno di nascita, i compleanni) Orientarsi tra ieri – oggi – domani. Orientarsi nei mesi e nelle stagioni. Leggere l’orologio. DIFFICOLTÀ DI SIMBOLIZZAZIONE Riconoscere simboli convenzionali. Scrivere il proprio nome. Riconoscere lettere e numeri. Memorizzare e automatizzare. Riconoscere le quantità. Riconoscere i numeri. Usare termini chiave (tutti, nessuno, alcuni). Contare. UNA LEGGE PER LORO Articolo 1: riconoscimento di dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia come Disturbi Specifici di Apprendimento. Articolo 2: riconoscimento del diritto all’istruzione, a veder favorito il successo scolastico attraverso specifiche misure didattiche e di valutazione, a ogni possibile strategia per la riduzione dei disagi relazionali ed emozionali, alla collaborazione tra famiglia, insegnanti e servizi sanitari, a uguali opportunità in ambito sociale e professionale. Articolo 5: Diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi (compreso l’esonero parziale o totale dalle lingue straniere, i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche); di flessibilità didattica nel corso dei cicli di istruzione e formazione e negli studi universitari; di adeguate forme di verifica e di valutazione, anche per quanto concerne gli esami di Stato e di ammissione all'università nonché gli esami universitari. Articolo 6: riconoscimento del diritto per i familiari fino al primo grado di orari di lavoro flessibili. I RAGAZZI CON DSA: DI CHE COSA HANNO BISOGNO? ► Riconoscimento. ► Ufficializzazione. ► Collaborazione aperta scuola – famiglia. ► [Ri]abilitazione. ► Strumenti compensativi. ► Misure dispensative. ► Valutazioni coerenti e altre accortezze tecnico relazionali. METODI DI INTERVENTO I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO: Rinforzamento (feedback). Training centrato sul deficit. Apprendimento senza errori. Analisi del compito. Programmi metacognitivi. Programmi di autoistruzione. Lavoro su autostima, stile di attribuzione e altri aspetti emozionali. Riduzione e semplificazione dei testi. Uso di software didattici e riabilitativi. Il primo strumento compensativo per un alunno con dislessia è un EFFICIENTE METODO DI STUDIO (Cornoldi, Tressoldi, Tretti e Vio, gennaio 2010) Lo strumento compensativo migliore è il metodo di studio (Cesare Cornoldi) FASI DEL METODO DI STUDIO In classe, durante la spiegazione: Interagire con il professore, chiarire dubbi sui contenuti da apprendere Prendere nota dei contenuti importanti (parole chiave, simboli visivi, brevi frasi) Chiedere spiegazioni A casa: Strategie per favorire il recupero delle informazioni a distanza di tempo Massimo 2 ore di studio Prima della lezione successiva, autoverifica della preparazione Prima delle verifiche: Cercare nelle parti sottolineate Guardare schemi o mappe Durante le verifiche: Insegnare ad avere pronte delle strategie (parlare con l’insegnante, utilizzo di una scaletta o di una mappa) Insegnare a valutare tempi necessari per lo svolgimento della prova Dopo la verifica: Domande di autovalutazione Compito degli insegnanti: Spiegare bene cosa prevede il compito; Chiarire e riscrivere problemi che possono incorrere Spiegare bene cosa ci si attende nel lavoro di casa QUANDO LA PUNIZIONE (INUTILE) PRENDE IL POSTO DEL RINFORZATORE SE PROPRIO NON RIUSCITE A SEMPLIFICARE, PER LO MENO NON COMPLICATE LA SITUAZIONE! MA QUANTE VOLTE LA PUNIZIONE PRENDE IL POSTO DEL RINFORZATORE! RINFORZAMENTO INFORMATIVO (FEEDBACK) IL RINFORZATORE È UNA MEDICINA STRUMENTI COMPENSATIVI Strumenti che permettono di compensare difficoltà di esecuzione di compiti automatici derivanti da una disabilità specifica. Lo strumento compensativo è una sorta di «protesi» che aiuta a superare queste difficoltà mettendo l’individuo con disabilità in condizioni di operare più agevolmente «ZAINETTO ATTREZZATO» O «CASSETTA DEGLI ATTREZZI» PERSONALE Strisce alfabeti nei vari caratteri, dei numeri, del tempo Tavola pitagorica Giorni della settimana, dei mesi, delle stagioni Orologio digitale Regole grammaticali, tavole dei verbi, tabelle della memoria (formule, misure, operazioni) Cartine storiche, geografiche Calcolatrice, registratore, computer, tablet, dizionari, traduttori Audioregistratori o lettore MP3 STRUMENTI COMPENSATIVI MAPPE CONCETTUALI E NUOVE TECNOLOGIE MAPPE CONCETTUALI E MODALITÀ DI APPRENDIMENTO SCHEDE COMPENSATIVE SCHEDE COMPENSATIVE SCHEDE COMPENSATIVE SCHEDE COMPENSATIVE SCHEDE COMPENSATIVE SCHEDE COMPENSATIVE Limite degli strumenti compensativi: Non modificano le caratteristiche tipiche di un bambino con DSA come ad esempio la lentezza MISURE DISPENSATIVE Prove orali Riduzione della lunghezza della prova Dare più tempo Modificare le richieste sul lavoro a casa METACOGNIZIONE E LETTURA DISTURBI DI APPRENDIMENTO: I DOLOROSI RISVOLTI EMOTIVI DISTURBI DI APPRENDIMENTO: I DOLOROSI RISVOLTI EMOTIVI Vengono proposte attività troppo veloci e complesse. Le difficoltà vengono scambiate dagli insegnanti per scarso impegno e disattenzione: “stai più attento!” “impegnati di più!”. L’allievo prova ansia. L’ansia altera la prestazione. Compaiono meccanismi di difesa (disimpegno, aggressività, inibizione, chiusura). L‘allievo vive un senso di fallimento (impotenza appresa, “non valgo niente”, depressione). Strategie didattiche per Piano Didattico Specializzato Verificare sempre che la comprensione di ciò che viene letto in autonomia sia corretta. Non forzare la lettura ad alta voce se genera disagio, ma non escludere a priori la partecipazione ad attività di lettura. Nella produzione scritta privilegiare la valutazione del contenuto sulla forma Non penalizzare la valutazione per gli errori ortografici Permettere di compensare con un’interrogazione orale una prova scritta con esito negativo Utilizzare nelle verifiche prove strutturate a scelta multipla, evitando dove possibile troppe risposte aperte – se marcata disgrafia, o difficoltà di pianificare lo scritto, o se numerosi errori ortografici Ridurre il numero degli esercizi che implicano lettura e/o scrittura prolungata Evitare la scrittura veloce sotto dettatura Lasciare la libertà della scelta del carattere con cui scrivere Ridurre per quanto possibile l’attività di copiatura dalla lavagna, preferire invece la copiatura dal piano orizzontale – se difficoltà visuospaziali e di copiatura Fare attenzione alla leggibilità della pagina (interlinea ampia, pochi elementi chiari…) – se difficoltà visuospaziali e/o percettive Consentire l’uso della calcolatrice (o della tavola pitagorica e della linea dei numeri) Nel problem-solving matematico evitare le domande nascoste, esplicitare il più possibile i dati e se necessario suddividere la procedura in step successivi per facilitare la pianificazione. (rappresentazione grafica del problema). Fornire schemi, mappe e altro materiale riassuntivo (es. cartine geografiche e storiche) sfruttando al massimo il canale visivo, per fissare i contenuti principali e facilitare lo studio – se difficoltà verbali o di memoria verbale o difficoltà marcate di lettura Nelle lingue favorire l’apprendimento graduale del lessico, evitare in generale lo studio mnemonico e ridurre il numero di vocaboli richiesto. Fornire tabelle specifiche e formulari per le varie materie come supporto alla memoria (es. tabelle delle formule geometriche, tabelle dell’analisi grammaticale o con tempi verbali…) - se difficoltà di memoria verbale specifiche x ambito matematico nella discalculia, o relative alle regole grammaticali, o verbi irregolari nelle lingue Permettere di tenere le mappe, le tabelle e gli altri strumenti compensativi (calcolatrice, tavola pitagorica, linea dei numeri…) sia durante le lezioni, sia durante le interrogazioni e le verifiche Nelle lingue straniere consolidare l’apprendimento a livello orale e dare minor peso alle prove scritte, laddove la prova non dovesse risultare soddisfacente Programmare in anticipo le interrogazioni precisando i contenuti, in modo da favorire l’organizzazione dello studio a casa Consentire l’utilizzo del PC come strumento compensativo e di supporto didattico (utilizzo di programmi di videoscrittura, libri digitali con sintesi vocale…) -dalla prima media in poiIncentivare a casa l’utilizzo del PC secondo le esigenze (compiti, ricerche, temi…) per l’avviamento all’utilizzo di programmi di videoscrittura e dei libri digitali con sintesi vocale Predisporre qualsiasi altra strategia che possa rivelarsi utile per lo specifico alunno, per individualizzare il più possibile la didattica e massimizzare le opportunità di apprendimento. Promuovere un senso di autoefficacia e di autonomia. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI DISTURBO DELLA CONDOTTA Sistematica e persistente violazione dei diritti dell’altro e delle norme sociali, con conseguenze molto gravi sul piano del funzionamento scolastico e sociale. Presenza di aggressività a diversi livelli: comportamento prepotente, minaccioso o intimidatorio, colluttazioni, furti, abusi sessuali. DISTURBO DELLA CONDOTTA Sintomi del disturbo: ► ► ► ► ► ► ► Aggressioni a persone o animali Distruzione della proprietà Frode o furto Incendi Marcati accessi d’ira Gravi violazioni di regole Comportamenti provocatori DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO (DOP) Presenza di livelli di rabbia persistente ed evolutivamente inappropriata, irritabilità, comportamenti provocatori e oppositività, che causano menomazioni nell’adattamento e nella funzionalità sociale. Il DOP emerge solitamente di solito intorno ai 6 anni. Ad ogni modo, molti bambini vengono diagnosticati come DOP in età preadolescenziale. DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO (DOP) ► incoraggiare spesso il bambino quando manifesta comportamenti socialmente accettabili; ► mantenere la massima coerenza nel modo di reagire ai comportamenti dell’alunno; ► dare agli alunni l’opportunità di guadagnarsi meriti e riconoscimenti; ► mantenere il più possibile una certa calma e pazienza; ► assicurarsi che l’alunno comprenda ciò che ci si aspetta da lui; ► porre i limiti in modo fermo; ► in caso di inaccettabili eccessi verbali da parte degli alunni, è bene cercare di reagire alle loro emozioni, non alle parole pronunciate; ► favorire negli alunni l’interesse per il ragionamento e il problemsolving; ► stimolare l’apprendimento cooperativo; DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO (DOP) ► sviluppare accorgimenti per ridurre la tensione che può crearsi in certe situazioni; ► favorire relazioni strette e di collaborazione tra genitori ed insegnanti; ► coinvolgere gli alunni nella determinazione delle norme di comportamento da osservare; ► aiutare gli alunni a scegliere meglio il comportamento che soddisfa le loro esigenze; ► usare in modo strategico tutto ciò che può funzionare come rinforzo; ► evitare di lasciarsi manipolare attraverso adulazioni e lacrime; ► evitare rimproveri prolungati e “prediche”; ► concedere la possibilità di dare qualche contributo utilizzando le proprie doti personali e i propri talenti; DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO (DOP) ► modificare il curriculum e abbassare gli obiettivi didattici; ► portare avanti il lavoro in altre aree; ► ripetere spesso le istruzioni; ► dare più tempo per eseguire le istruzioni ► dare la possibilità di fare pratica ripetutamente; ► fare in modo di controllare il lavoro; ► dare più aiuto individuale possibile; ► permettere agli alunni di dare e ricevere aiuto reciproco. DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO (DOP) ► rendere gli alunni consapevoli di quali azioni possono causare loro la perdita di amici; ► procedere con gradualità per perseguire cambiamenti comportamentali; ► concedere agli alunni più turbolenti la possibilità di dare qualche contributo utilizzando le proprie doti personali e i propri talenti; ► quando i genitori sono abbastanza collaborativi è utile comunicare giornalmente l’andamento del comportamento dell’alunno, in modo che questi riceva un feedback in famiglia I DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITA’ INATTENZIONE Deficit di attenzione focale e sostenuta Facile distraibilità (stimoli banali) Ridotte capacità esecutive (compiti scolastici, attività quotidiane, gioco) Difficoltà nel seguire un discorso Interruzione di attività iniziate Evitamento di attività che richiedono sforzo cognitivo IPERATTIVITA’ Incapacità di stare fermi Attività motoria incongrua e afinalistica Gioco rumoroso e disorganizzato Eccessive verbalizzazioni Ridotte possibilità di inibizione motoria IMPULSIVITA’ Difficoltà di controllo comportamentale Incapacità di inibire le risposte automatiche Scarsa capacità di riflessione Difficoltà a rispettare il proprio turno Tendenza ad interrompere gli altri Incapacità di prevedere le conseguenze di una azione Mancato evitamento di situazioni pericolose ADOLESCENTI ADHD Non sono capaci di portare a termine i loro obiettivi accademici. Possono avere bisogno di un insegnante di sostegno, Non tengono il passo dei loro compagni di classe Maggiori probabilità di abbandonare la scuola Tendono ad essere distruttivi o aggressivi Possono avere difficoltà a legare con i coetanei: sono spesso rifiutati dai compagni di gioco e dai coetanei Vengono così isolati e/o emarginati Ripercussioni su tutta la famiglia L’autostima dei bambini/adolescenti con ADHD è compromessa dal giudizio negativo degli insegnanti, della famiglia e dei coetanei ADOLESCENTI (13-17 anni) Difficoltà nella pianificazione e organizzazione Inattenzione persistente Riduzione dell'irrequietezza motoria Problemi comportamentali e di apprendimento scolastico Comportamento aggressivo, fino a condotte antisociali e delinquenziale Ricerca di sensazioni forti, abuso di alcool e droghe, condotte pericolose Relazioni sessuali più precoci e promiscue IL RAGAZZINO CON ADHD non programma l’attività non è rivolto verso degli obiettivi non è proteso verso un risultato non lavora con determinazione non riesce a differenziare ciò che è importante da ciò che non lo è non riconosce il livello di difficoltà del compito è caotico e frettoloso non tollera le frustrazioni, gli sbagli, lo sforzo mentale costante, l’attesa del risultato SCOPO DELL’INTERVENTO TERAPEUTICO ► migliorare relazioni interpersonali con genitori, fratelli, insegnanti e coetanei; ► diminuire i comportamenti dirompenti e inadeguati; ► migliorare le capacità di apprendimento scolastico; ► aumentare le autonomie e l’autostima; ► migliorare l’accettabilità sociale del disturbo e la qualità della vita dei bambini OBIETTIVI ► Conoscere il disturbo, informare sulle caratteristiche dell’ADHD e sul trattamento che viene proposto ► Comprendere i processi cognitivi che sottendono i comportamenti ► Modificare gli atteggiamenti didattici tradizionali ► Potenziare le proprie risorse emotive e migliorare la relazione con l’alunno ► Rispettare le caratteristiche di apprendimento del bambino ► Utilizzare procedure di modificazione del comportamento all’interno della classe ► Strutturare l’ambiente classe in base ai bisogni e alle caratteristiche del ragazzo ► Suggerire particolari strategie didattiche, per facilitare l’apprendimento dell’alunno con ADHD LE MISURE DISCIPLINARI CONTROPRODUCENTI minacce di punizione oppositività - chiusura note e rimproveri punizioni compiti scolastici sospensione disistima di sé rifiuto-disinvestimento utilità secondaria PRINCIPALI STRATEGIE ► fornire un alto grado di attenzione positiva conseguente alla compliance e ad altri comportamenti desiderabili; ► sviluppare delle comportamento; aspettative chiare e coerenti per il ► utilizzare delle conseguenze negative, non fisiche, per i comportamenti problematici in modo non punitivo; ► concordare e far rispettare un numero minimo di regole comportamentali COSA PUO’ FARE L’INSEGNANTE? Instaurare delle routine sarà il comportamento. più routine si realizzano meno instabile Esempio: • ingresso in classe ad un’ora fissa • routine di inizio lezione (prendere visione di tutto il materiale utile per la lezione) • presentazione delle attività della giornata • scansione dei tempi di lavoro • pause concordate • dettatura compiti per casa e controllo • routine di saluto - uscita a fine lezione COSA PUO’ FARE L’INSEGNANTE? Stabilire delle regole avere regole chiare e conosciute da tutti aiuta ad organizzare i propri spazi e i tempi, a sapere in anticipo quali azioni sono errate e a prevedere con anticipo esiti e conseguenze ► le regole devono essere proposizioni positive e non divieti ► devono essere semplici ed espresse chiaramente ► devono descrivere azioni in modo operativo ► dovrebbero ► devono utilizzare simboli pittorici colorati essere poche (8-10) COSA PUO’ FARE L’INSEGNANTE? Offrire informazioni di ritorno (feedback) ► spiegare perché si è verificata una determinata conseguenza ► dare chiare indicazioni sul grado di correttezza del suo comportamento ► riflettere sulle alternative LEZIONE EFFICACE seguire l’ordine degli argomenti dato all’inizio dell’ora usare tempi di lavoro corretti (non troppo lunghi) presentare l’argomento in modo audiovisivi, ponendo interrogativi) stimolante (con figure, strutturare il più possibile i compiti rendendo esplicite le procedure per il loro svolgimento usare un tono di voce variato, vivace alternare compiti attivi, che richiedono ai ragazzi di interagire, e compiti passivi (l’ascolto di una spiegazione) accorciare i tempi di lavoro spezzettando un lavoro lungo con delle pause ricorrere spesso al canale visivo far ripetere al ragazzo le informazioni rilevanti LEZIONE EFFICACE rinforzare gli altri alunni quando includono il bambino con ADHD nelle loro attività programmare attività in cui il ragazzo con ADHD possa dare il suo contributo programmare attività nelle quali la riuscita dipende dalla cooperazione tra gli alunni quando è possibile, assegnare al ragazzo con ADHD incarichi di responsabilità rompere i raggruppamenti fissi tra i ragazzi accorciare i tempi di lavoro spezzettando un lavoro lungo con delle pause ricorrere spesso al canale visivo far ripetere al ragazzo le informazioni rilevanti UTILIZZARE IL RINFORZO Un rinforzatore positivo è un evento che quando compare immediatamente dopo un comportamento, induce l’aumento della frequenza di quel comportamento, rendendolo più frequente e probabile in futuro. Utilizzo del rinforzo: Scegliere il comportamento da incrementare Scegliere il rinforzatore Applicare la procedura di rinforzo Prevedere la riduzione progressiva del rinforzo COSTO DELLA RISPOSTA Al comportamento inadeguato segue la perdita di un privilegio o di un’attività gradevole Stabilire una relazione equa tra punizione e gravità dell’azione Il ragazzo deve avere ben chiari i motivi per cui ha perso il privilegio e si devono fornire indicazioni su quale potrebbe essere il comportamento positivo da seguire in futuro TOKEN ECONOMY Sistema in cui l’alunno ottiene un generalized conditioned reinforcer (token, chips, punti) come immediata conseguenza di uno specifico comportamento; gli alunni accumulano token e li scambiano con giochi e attività. TUTORING Strategie di tutoring o di apprendimento cooperativo. ►Un compagno può rivestire il ruolo di tutor: ►due ragazzi lavorano insieme, uno fa da supporto all’altro ►Rapporto di lavoro 1:1 feedback continuo e la possibilità di rivedere le parti non capite ►Suddivisione del lavoro in coppie e fare a turno da tutor su compiti definiti, ►Controllo degli insegnanti e somministrazione punti/premi ►Un coetaneo può mediare con altri ragazzi o con degli adulti. ►Maggior autocontrollo attraverso l’auto-istruzione, automonitoraggio e l’auto-rinforzo MODELING ►un modello competente presenta l’esempio di un dato comportamento ►l’alunno osserva il modello mentre svolge l’azione ►l’alunno cerca di eseguire l’azione in modo analogo ►dare anche un aiuto fisico o visivo se necessario ►RINFORZARE subito i tentativi di imitazione sufficientemente conformi al modello L’INSEGNANTE FUNGE DA MODELLO AUTOREGOLAZIONE COGNITIVA ►Insegnare a mantenere nel tempo le capacità che l’alunno ha acquisito ►Insegnare all’alunno a generalizzare le proprie competenze a situazioni diverse da quelle iniziali ►L’autoregolazione è mediata dal linguaggio che ha una funzione di regolatore del comportamento e del pensiero ►Questa capacità di regolazione può essere aumentata attraverso l’autoistruzione verbale AUTOISTRUZIONI: 1. cosa devo fare 2. considero tutte le possibilità 3. fisso l’attenzione 4. scelgo la risposta 5. controllo la risposta insegnata o RIASSUMENDO… Le regole base: ►Regole chiare, concise, poco numerose ed espresse in modo positivo, enfatizzando l’attesa in termini di comportamento. Meglio se visibili. ►Suddividere i compiti più lunghi in step più piccoli. Questo permette maggiori opportunità per un feedback immediato (elogiare dopo ogni successo). ►Le conseguenze del comportamento, sia positive che negative, devono aver luogo il prima possibile a comportamento avvenuto e con maggior frequenza rispetto ai coetanei. ►Le strategie positive dovrebbero avvenire sempre prima di utilizzare tecniche di punizione. ►Le conseguenze verbali, sia positive (lode) che negative (rimprovero), dovrebbero includere i riferimenti al comportamento in questione. Ad esempio, “Francesca, ben fatto! Mi piace veramente quando provi a prendere appunti da sola”. Lo stesso vale per i rimproveri. Ricondurre al compito da svolgere strutturare coinvolgere MOTIVAZIONE Individuare i punti di forza Contatto oculare incoraggiare Crescere la motivazione Miglioramento competenza relazionale Migliore focalizzazione Ulteriori miglioramenti delle prestazioni Miglioramento prestazioni Maggiore autostima Migliore percezione di sé DISTURBI DELLA COORDINAZIONE MOTORIA Bambini con una intelligenza normale, ma in cui l’acquisizione e l’esecuzione delle abilità motorie coordinate risultano notevolmente inferiori a quanto atteso rispetto l’età cronologico. Manifestazioni nello svilpuoo: Goffaggine Posture inadeguate, dipendenti da scarsa consapevolezza del proprio corpo, Scarso equilibrio; Confusione della lateralità con difficoltà ad orientarsi nello spazio; Problemi di consapevolezza del tempo con difficoltà nel rispettare gli orari e nel ricordare i compiti nella giornata; Ipersensibilità al contatto fisico e problemi a portare vestiti in modo confortevole; Problemi nell’eseguire attività fisiche; Ridotto sviluppo delle capacità di organizzazione; Facile stancabilità Scarsissima consapevolezza dei pericoli Comportamenti fobici ed immaturi DISTURBI DELLA COORDINAZIONE MOTORIA Difficoltà ad apprendere i movimenti necessari all’ utilizzo corretto delle posate Difficoltà nel vestirsi e svestirsi e usare bottoni, cerniere, stringhe ecc.. Autonomie nella vita pratica (es organizzare gli oggetti per l’igiene personale, organizzazione/memorizzazione di sequenzeadattive) Riordinare la propria stanza Gestire la cartella e gli oggetti sul banco Disgrafia - Disortografia Difficoltà nell’organizzare lo spazio del foglio (p.es. incolonnare, tabelle) Difficoltà nell’area logico-matematica Difficoltà nell’organizzare lo studio e l’esposizione DISTURBI DELLA COORDINAZIONE MOTORIA Difficoltà nel copiare (lavagna) Difficoltà nell’uso di strumenti tecnici quali righello, temperino, forbici, squadrette, compasso… Difficoltà nell’affrontare proposte che richiedono una continua analisi visuo-spaziale come schemini e collegamenti con frecce Difficoltà a rispettare i tempi di esecuzione Difficoltà di attenzione simultanea Scarsa autostima e vissuti di inadeguatezza Reazioni di opposizione o evitamento verso l’impegno motorio e fisico Scarsa accettazione degli strumenti di supporto Difficoltà ad adattarsi a cambiamenti e situazioni nuove Reazioni oppositive e provocatorie, talvolta panico e fobie DISTURBI DELLA COORDINAZIONE MOTORIA INTERVENTO Assicurarsi che il bambino assuma una postura corretta quando è seduto al banco. Fissare obiettivi realistici a breve termine. Lasciare al bambino più tempo per completare attività finomotorie quali matematica, scrivere in stampatello, scrivere una storia, svolgere esperimenti di scienze e attività artistiche. Se è richiesto consegnare in tempi rapidi, essere disposti ad accettare un lavoro meno preciso. Se ricopiare non è uno degli obiettivi, fornire al bambino fogli di esercizi già predisposti, che gli consentiranno di concentrarsi sul compito. Iniziare a far usare il computer il prima possibile per ridurre la quantità di lavoro scritto a mano DISTURBI DELLA COORDINAZIONE MOTORIA INTERVENTO Insegnare specifiche strategie di scrittura. Usare pennarelli sottili o impugnature per matite. Usare carta adatta alle specifiche difficoltà di scrittura del bambino. Ad esempio: righe molto ampie per un bambino che scrive le lettere molto grandi; carta a righe in evidenza per un bambino che ha problemi a scrivere all'interno delle righe; carta millimetrata per un bambino la cui grafia è troppo larga o con spaziature improprie; carta millimetrata a quadretti grandi per un bambino che ha problemi a scrivere i numeri allineati in matematica. Se l'obiettivo è scrivere una storia di fantasia, accettare una grafia disordinata, spaziature irregolari e varie cancellature. Se l'obiettivo è insegnare al bambino a impostare in modo corretto un problema di matematica, lasciare tempo per farlo anche se il problema non viene risolto. DISTURBI DELLA COORDINAZIONE MOTORIA INTERVENTO Valutare di usare una serie di metodi di presentazione quando viene chiesto al bambino di dimostrare di aver capito un argomento. Ad esempio, incoraggiare i bambini a presentare una relazione a voce, usare disegni per illustrare i loro pensieri, scrivere una storia o una relazione al computer, o registrare una storia o un esame su un registratore a cassetta. Valutare di consentire al bambino di usare il computer per scrivere brutte copie e versioni finali di relazioni, storie e altri compiti. Concedere tempo supplementare e/o consentire l’uso del computer per le prove e gli esami che richiedono una notevole quantità di produzione scritta. DISTURBI DELLA COORDINAZIONE MOTORIA INTERVENTO Suddividere l'attività fisica in piccole fasi, mantenendo ogni fase significativa e realizzabile. Scegliere attività che assicurano il successo da parte del bambino in almeno il 50% dei tentativi e premiare l'impegno, non le abilità. Mantenere l'ambiente il più prevedibile possibile quando si insegna una nuova abilità. L'obiettivo principale deve essere la partecipazione, non la competizione. Con le attività di fitness e di acquisizione di abilità, esortare i bambini a competere con sé stessi, non con gli altri. Consentire al bambino di assumere un ruolo di leadership nelle attività di educazione fisica per stimolarlo a sviluppare capacità organizzative o gestionali. Modificare le attrezzature per ridurre il rischio di lesioni qualora i bambini stiano imparando una nuova abilità. DISTURBI DEL MOVIMENTO Disturbo dello sviluppo della coordinazione Disturbo da movimenti sterotipati Disturbo da Tic (disturbo persistente da tic – disturbo transitorio da tic – sindrome di Tourette) SINDROME DI TOURETTE: Sindrome neurocomportamentale cronica, che comporta la messa in atto più tic motori e almeno un tic vocale a partire da prima dei 18 anni d’età, se questi non sono dovuti ad abuso di sostanze o a particolari condizioni mediche e se non trascorre una pausa delle manifestazioni superiore ai tre mesi. I tic costituiscono i più classici sintomi: sono vocalizzazioni o movimenti motori stereotipati, improvvisi, veloci, non ritmici che appaiono frequentemente. I tic motori possono coinvolgere la testa, il busto e gli arti, invece quelli vocali possono variare dalla ripetizione di una parola, pronunciare suoni come borbottii, grida o schiarimenti della voce fino all’incoercibile pulsione a proferire espressioni o parole imbarazzanti e/o volgari: si parla in tal caso di coprolalia. I tic compaiono più volte al giorno, quasi ogni giorno, in modalità più o meno frequente e grave a seconda del periodo e causano un disadattamento familiare, lavorativo e sociale interferendo con queste ed altre aree di funzionamento dell’essere umano, creando imbarazzo e riducendo la percezione di autostima e soddisfazione personale. SINDROME DI TOURETTE: I ragazzi presentano spesso un’elevata difficoltà nell’instaurare rapporti profondi con i pari in quanto appaiono introversi e aggressivi. Il picco del disturbo si può rilevare nel periodo adolescenziale che, essendo un momento in cui viene attribuita grande enfasi alla corporeità e all’attrazione fisica, implica ulteriori problematiche sociali. derisioni e discriminazioni sentimento d’inadeguatezza e diversità. Acutizzazione dei sintomi rabbia, aggressività e depressione. TRATTAMENTO SINDROME DI TOURETTE: Incentivare l’alunno secondo le sue inclinazioni ed il suo talento, anche se questo sicuramente può essere più faticoso rispetto un coetaneo Tic motori spesso non disturbano la lezione, quindi la soluzione migliore è semplicemente ignorarli. Non commentateli a voce alta. Sottolineare il tic o semplicemente accennare ad esso provoca inevitabilmente un aumento della frequenza dei tic stessi Se il bambino riferisce di essere oggetto di derisione o scherzi, provvedete ad una maggiore sorveglianza negli spazi comuni (mensa, spogliatoi, cortile...) prima di intervenire GRAZIE A TUTTI VOI Francesca Franciosi [email protected]