REAZIONI STEREOSELETTIVE DEGLI ALCHENI LA REAZIONE DI DIELS-ALDER L’enorme valore della reazione di Diels-Alder è dovuto alla sua elevata regio- e stereo-selettività. Oltre a formare due nuovi legami C-C, la reazione genera fino a quattro nuovi stereocentri. Il fatto che la reazione proceda attraverso uno stato di transizione ciclico molto ordinato esercita un preciso controllo sulla configurazione dei nuovi centri stereogenici. REGIOSELETTIVITA’ La reazione di un diene sostituito in modo non simmetrico con un dienofilo sostituito in modo non simmetrico può, in linea di principio, portare a due isomeri, ma in pratica di solito ne prevale uno. Butadiene 1-sostituito prevale l’isomero 1,2- disostituito Butadiene 2-sostituito prevale l’isomero 1,4-disostituito Orientamento governato dai coefficienti degli orbitali alle estremità dei due sistemi coniugati: gli atomi con i coefficienti più grandi si legano in modo preferenziale nello stato di transizione. 1 CO2Me CO2Me + + CO2Me minore prevalente + CHO CHO + CHO toluene, 120°C, senza catalizzatore 59 : 41 benzene, 25°C, SnCl4 96 : 4 In presenza di acidi di Lewis la polarizzazione del dienofilo è aumentata per coordinazione all’acido di Lewis e questo porta ad un aumento della regioselettività. In queste condizioni si possono spesso ottenere elevate rese di un singolo isomero. STEREOSELETTIVITA’ Per quanto riguarda la stereoselettività, ci sono due aspetti che vanno considerati: 1. selettività endo rispetto ad eso 2. controllo della stereochimica assoluta. 2 1 Poiché la reazione genera fino a 4 nuovi centri stereogenici, sono possibili, in linea di principio, 16 stereoisomeri. Il numero degli stereoisomeri è ridotto dal fatto che entrambi i componenti danno addizione soprafacciale. A A A C C + B D C D B D endo A A B A C C + D B C B D D B eso Lo stato di transizione eso e l’addotto eso di solito comportano minori interazioni steriche rispetto ai corrispondenti endo, ma in molti casi è l’addotto endo quello che prevale. L’addotto endo, meno stabile, è il prodotto principale in condizioni di controllo cinetico, quando la reazione è effettivamente irreversibile. Questo perché lo stato di transizione endo è stabilizzato da interazioni secondarie degli orbitali. 3 Quando si usa catalisi da acidi di Lewis, la stereoselettività della reazione aumenta. Il catalizzatore funziona coordinandosi al dienofilo, abbassando l’energia del LUMO e quindi riducendo la differenza di energia tra l’HOMO del diene e il LUMO del dienofilo. L’aumento del coefficiente dell’orbitale sul C del carbonile aumenta anche l’interazione secondaria degli orbitali e questo porta ad un aumento del rapporto endo/eso. La stereoselettività assoluta della reazione di Diels-Alder su può controllare usando: un diene chirale, un dienofilo chirale un acido di Lewis chirale. DIENOFILI CHIRALI Molte reazioni di Diels-Alder chirali dipendono dall’uso di un dienofilo che contiene un ausiliario chirale. esempi O R Et O N O Et2AlCl -100°C O O N O R=H 86% d.e. R = Me 90% d.e. > 98% endo Al O R Et O N O 4 2 O R O N R Et2AlCl O O -100°C N O R=H R = Me 90% d.e. 96% d.e. O Gli ausiliari chirali degli esempi derivano dalla valina e dalla norerfedrina. Negli ultimi due casi si pensa che l’acido di Lewis tenga il dienofilo in una conformazione relativamente rigida, coordinando entrambi i carbonili. DIENI CHIRALI E’ stato preparato un certo numero di dieni chirali, che danno reazioni di Diels-Alder molto stereoselettive. O esempio OH O OMe H O OH O OH O B(OAc)3, 0°C H H OMe O O >95% d.e. 5 endo Winterfeldt ha usato un diene omochirale come gruppo protettore chirale per avere addizione coniugata stereoselettiva al cicloesan-2,5-dione. Come risultato della regioselettività e della stereoselettività della cicloaddizione solo una faccia di uno dei doppi legami del dienone è esposto all’attacco da parte del nucleofilo che si avvicina. Ar O Ar H H + MeO Nu- OMe MeO OMe Ar O O H H O OMe MeO H Nu Δ Nu MeO OMe Un secondo esempio comporta la sintesi asimmetrica di un butanolattone dall’anidride maleica. Ar O Ar H H O + O 1. RMgBr H H 2. Et3SiH O O Δ Ar R H O O R O O H O 6 3 ACIDI DI LEWIS CHIRALI Molti catalizzatori a base di B e Al contenenti leganti chirali impartiscono selettività notevoli alle reazioni di Diels-Alder. Corey ha dimostrato che una diazaalluminolidina è un catalizzatore efficace per la cicloaddizione di derivati del ciclopentadiene a dienofili attivati. BnO O O N H BnO O + 10% mol cat. H prostaglandine -78°C O 96% e.e. cat. = N O O CF3SO2 N Al N SO2CF3 Me Il legante è un derivato dell’1,2-diammino-1,2-difeniletano, che si forma in situ, facendo reagire la bis-solfonammide con AlMe3. 7 Esempi di reazioni catalizzate da acidi di Lewis contenenti B chirale: OH OH O O H + OMe OH O BH3/AcOH -78°C da -78° a -20°C Cl2B O Me R OH O H OMe H R HCO2Me R=H R = Me >98% e.e. 97% e.e. 93% e.e. O Nel caso degli esempi qui riportati, un’analisi ai raggi X del complesso dienofilo-acido di Lewis ha confermato la rappresentazione dello stato di transizione. 8 4 Corey ha anche mostrato che un’ossaborolidina derivata dal triptofano impartisce un’elevatissima enantioselettività alla cicloaddizione della 3-bromoacroleina al ciclopentadiene. Br O 5% mol cat. H -78°C, 1 h + CHO 96% eso (CHO) > 99% e.e. Br O H N Ts cat. = O B H N Bu Br O N H H H O O B Bu N Ts L’elevata selettività viene attribuita ad un’interazione attrattiva tra il dienofilo e l’unità indolica che porta ad esposizione preferenziale di una faccia del dienofilo al diene. A supporto di questa ipotesi è stato dimostrato che i derivati ossaborilidinici derivati da altri amminoacidi danno selettività minori. 9 ACIDI DI LEWIS VOLUMINOSI Sono stati usati acidi di Lewis voluminosi per aumentare la stereoselettività della reazione di Diels-Alder. La reazione del metil terz-butil fumarato con metil alluminio bis(2,6-di-terz-butil-4-metilfenossido) (MAD) dà un complesso organoalluminio-fumarato, la cui struttura è stata provata mediante NMR a bassa temperatura. O O tBu Me O OMe + O Al tBu O OMe O O Al O MAD La reazione di Diels-Alder di questo complesso con ciclopentadiene dà quasi esclusivamente la formazione dell’addotto che ha il gruppo metossicarbonile endo. O tBu O OMe O + Δ, 80°C Et2AlCl/ -78°C MAD, -78°C H H CO2Me + CO2But 48 : 52 46 : 54 99 : 1 H H CO2But CO2Me Invece l’uso di dietil alluminio cloruro come acido di Lewis non dà nessuna selettività. 10 5 Anche gli esteri metilici ed etilici si possono differenziare efficacemente con MAD. La reazione di Diels-Alder del (-)-mentil fumarato di metile con ciclopentadiene in diclorometano sotto l’influenza di MAD procede con d.e. 86% con rapporto endo/ eso-(CO2Me) 98.4:1.6. Invece la reazione catalizzata da dietilalluminio cloruro dà d.e. 80% ed un rapporto endo/eso solo 57:43 O R*O OMe + O H Δ, 80°C Et2AlCl/ -78°C MAD, -78°C 22.8 52.5 91.4 H CO2R* + CO2Me : : : CO2R* H + H CO2Me 26.4 4.6 7.0 : : : CO2Me H + CO2Me H CO2R* 24.0 5.2 0.2 H : : : H 26.8 37.7 1.4 11 AUSILIARI CHIRALI Gli acrilati di D-glucosio e L-ramnosio (pseudoenantiomeri) reagiscono con ciclopentadiene dando gli addotti enantiomerici con eccellente diastereoselettività O O O O O O O O O H3C OO O O TlCl2(OiPr)2 O O O - 30°C O O O O O O H3C OO O O O R : S = 98 : 2 C OH O R : S = 6 : 94 C OH 12 6 IDROBORAZIONE STEREOSELETTIVA L'idroborazione si può eseguire con una varietà di reagenti, tra cui il diborano, il borano.THF, il borano dimetil solfuro, il 9-borabiciclo[3.3.1]borano ed il catecolborano. H H H B H B B H H H3B.SMe2 H O O H3B B H O L'idroborazione non catalizzata di un alchene sostituito in modo non simmetrico è regioselettiva e stereoselettiva (sin). R2BH La selettività è largamente dominata da fattori sterici. R BH3 R R B THF B R CH3 R H R R R' BH3 R THF H B BH3 B THF R' Ci sono tre modi con cui la steroselettività (e in un caso la regioselettività) di questo processo si può controllare: 1. controllo del substrato 2. controllo del reagente 3. controllo del catalizzatore. 13 CONTROLLO DEL SUBSTRATO L'idroborazione di un substrato chirale procede in modo diastereoselettivo come illustrato dai seguenti esempi. BH3 HO THF H2O2 -OH HO HO B H H OH 90% d.e. 1. BH3/THF CH2OH 2. H2O2, -OH H CONTROLLO DEL REAGENTE Gli agenti di idroborazione chirale più noti sono il mono- ed il diisopinocanfenilborano. Il diisopinocanfenilborano si può preparare direttamente per idroborazione dell'α- pinene. Sono disponibili entrambi gli enantiomeri, (+) e (-). E' molto efficace per l'idroborazione asimmetrica di alcheni cis, ma meno efficace nel caso di alcheni trans-disostituiti e trisostituiti. 14 7 )2BH BH3 2 Ipc2 B H H2O2 H -OH THF α-pinene HO (R)-2-butanolo 98% e.e. (-)-Ipc2BH )2BH 1. TMEDA BH2 2. BF3.Et2O α-pinene (-)-IpcBH2 (-)-Ipc2BH H H B BH2 + H2O2 -OH H HO (S)-2-butanolo 73% e.e. H B BH2 H2O2 -OH HO 66% e.e. Si possono ottenere eccessi enantiomerici maggiori per ricristallizzazione dei di- o trialchilborani diastereomerici prima dell'ossidazione. 15 CONTROLLO DEL CATALIZZATORE L'idroborazione da parte del catecolborano può essere catalizzata da complessi rodio-difosfina ed in alcuni casi anche la regioselettività della reazione cambia. OH H B OH OH 1. 9-BBN 83% 9-BBN = 2. H2O2, -OH 1. CB/RhL2+BF42. H2O2, -OH OH L2 = Ph2P(CH2)4PPh2 72% OH B H O OTBS OTBS OTBS Pr i O CB = catecolborano Pr i HO + 9-BBN CB, Rh(PPh3)2Cl Pr i HO Me Me 5 : 95 97 : 3 Usando leganti difosfinici chirali si possono ottenere enantioselettività ragionevolmente elevate. 16 8 1. CB/RhL2+BF4- OH 2. H2O2, -OH H O PPh2 PPh2 L2 = PPh2PPh2 O 80% e.e. 65% e.e. H PAr2 H PAr2 Ar = 2-metossifenile 17 RISOLUZIONE CINETICA Si ha risoluzione cinetica quando un enantiomero in una miscela racemica reagisce più rapidamente dell’altro. H2O CO2Me + OH CO2Me OH G. roseum CO2H + OH CO2Me OH La resa massima è 100%, ma l’eccesso enantiomerico del prodotto diminuisce man mano che la reazione procede. Invece l’eccesso enantiomerico del materiale di partenza aumenta con il procedere della reazione. Se si lascia completare la reazione, il prodotto è racemico. Si ha risoluzione cinetica se kR ≠ kS e la reazione viene interrotta ad un certo punto tra 0% e 100% di conversione. La situazione ideale è una in cui solo un enantiomero reagisca, così che al 50% di conversione si possa ottenere 50% del materiale di partenza e 50% di prodotto, entrambi con 100% e.e. Esempi di risoluzione cinetica: CH3 (CO)3Cr CH2OH CH3 OAc lipasi (CO)3Cr CH3 + CH2OAc (CO) Cr 3 CH2OH 18 9 OH OH N t-BuOOH OH N + (-)-DIPT Ti(O-iPr)4 37% 95% e.e. 59% 63% e.e. OSiMe3 O O N+ O- ammide di Li chirale + HMPA, TMSCl, -105°C 45% 90% e.e. 51% 94% e.e. veloce R + S R' lento S' racemico 19 dipendenza dell’e.e. del materiale di partenza e del prodotto dalla % di conversione per l’idrolisi catalizzata da enzima di un estere racemico. Oltre alla risoluzione cinetica diretta ci sono situazioni in cui la risoluzione cinetica si ha in combinazione con altri processi asimmetrici. RISOLUZIONE CINETICA ACCOMPAGNATA DA INDUZIONE ASIMMETRICA veloce Questa situazione è molto simile alla precedente, con la differenza che durante la risoluzione cinetica si creano centri stereogenici (uno o più). R + S RS lento SR racemico La massima resa di prodotto è 100%, ma il suo eccesso enantiomerico diminuisce man mano che la reazione procede. 20 10 Esempio: ossaciclopropanazione di Sharpless di un alcool allilico secondario racemico. OH OH OH t-BuOOH + O (+)-DIPT 0.6 equiv. O anti 49% 94% d.e., > 96% e.e. sin ca. 1% In figura: dipendenza della resa (---------) e dell’e.e. (_______) dell’epossi alcool diastereomerico dal % di conversione. 21 con (+)-DIPT Poiché (+)-DIPT richiede l’enantiomero R per dare l’ossaciclopropanazione dal lato schermato dal cicloesile, questo reagisce più lentamente dell’enantiomero S (kS/kR = 104) e dà scarsa stereoselettività. H OH OH H non ostacolato ostacolato esempi: O O Ar Ar H H O + H ArS O O + O ArSH MeO O O 1% mol chinidina -33°C MeO OH [Rh(dipamp)] O + CO2R (-)-Ipc2BCl O O 25% resa, 57% e.e. MeO2C OH + MeO2C OH O OH O MeO CH3 H2 MeO2C O CO2R CO2R + 22 11 SINTESI ASIMMETRICA SEGUITA DA RISOLUZIONE CINETICA In questa situazione un substrato achirale viene convertito in due prodotti enantiomerici, che danno risoluzione cinetica. veloce lento S'R SR S'R' achirale lento SR' veloce achirale La risoluzione cinetica aumenta l’eccesso enantiomerico del primo prodotto formato. La resa di questo prodotto aumenta fino ad un massimo e poi diminuisce, ma il suo eccesso enantiomerico continua ad aumentare, per la risoluzione cinetica. Esempio: idrolisi catalizzata da enzima del diacetato meso. veloce HO OAc meso OH HO OAc AcO lento lento AcO OH veloce meso 23 % di monoacetato e % di diacetato in funzione del % di diolo, per l’idrolisi catalizzata da enzima di un diacetato meso. 24 12 RISOLUZIONE CINETICA SEQUENZIALE La risoluzione cinetica sequenziale può in alcuni casi portare ad eccessi enantiomerici elevatissimi, se la selettività dei due passaggi si somma. X X A B A Y X A B A veloce B X B A Y B A B A B Y X B A B lento A Y Y B A B lento A A R'R' R'R RR B S'S' S'S SS X Y veloce I due gruppi X in ciascun enantiomero sono in intorni identici e perciò, se uno dei gruppi X dell’enantiomero SS reagisce più rapidamente nel primo passaggio, reagirà più rapidamente anche nel secondo passaggio. 25 esempio: usando Absidia glauca OAc OAc 205 OH OAc 12.5 S OH OH S S 1 OAc OAc 1.3 OH OAc OH OH R R R esempi: O OH O O S,S OH OH O OH R,R t-BuOOH, L-(+)DIPT Ti(O-iPr)4 O O OH O S,S O O OH O OH OH R,R 26 13 OH OH OH OH S,S R,R PCL OAc OH OAc OH OAc S,S PCL = Pseudomonas cepacid lipasi R,R 27 PROCEDIMENTI DI RISOLUZIONE DINAMICA La risoluzione cinetica è stata da tempo riconosciuta come uno strumento efficiente per la preparazione di composti enantiomericamente arricchiti. Però, come con i processi convenzionali di risoluzione, la resa massima di uno stereoisomero del materiale di partenza o del prodotto che si può ottenere è 50%. Qualsiasi procedimento che permetta l'epimerizzazione del substrato prima della reazione ha il vantaggio che può, in linea di principio, portare a conversione quantitativa di un materiale di partenza racemico in un singolo stereoisomero del prodotto. RISOLUZIONE CINETICA DINAMICA (DKR, Dynamic Kinetic Resolution) catalizzatore chirale Il processo più semplice di questo tipo che comporta l'equilibrazione dei due enantiomeri, è mostrato nello Schema. (S)-A (S)-B veloce catalizzatore chirale (R)-A (R)-B lento Perché il processo sia efficace, la velocità di racemizzazione (krac) deve essere almeno uguale (o più veloce) alla velocità di reazione dell’enantiomero che reagisce più velocemente (kS). 28 14 Confronto tra risoluzione cinetica (KR) e risoluzione cinetica dinamica (DKR) kF OH R' R Resa massima 50% R' R trasformazione chimica o enzimatica + X OH R X veloce kS R lento R' kF OH R X veloce R' R' R Resa teorica > 99% trasformazione chimica o enzimatica krac X OH R R' kS R lento R' R' 29 Una DKR efficace si ottiene se: krac > kR >> kS La racemizzazione si può ottenere in diversi modi: - racemizzazione termica - base-catalizzata - acido-catalizzata - catalizzata da metalli di transizione OH (S) Ar H + HCN HO CN Ar H CN Ar CN Ar O OAc lipasi da Pseudomonas capacia (S) OAc -OH OH Ar OAc lipasi da Pseudomonas capacia Ar CN (R) OAc CN (R)30 15 Quando la reazione è eseguita in presenza di una resina a scambio anionico, si ha interconversione con rese elevate in un enantiomero dell’acetato della cianidrina. La benzaldeide dà resa 86% dell’enantiomero S dell’acetato della cianidrina, con 84% e.e. esempi: N CO2R Streptomices griseus N pH 9.7 O CO2H O resa 92%, 85% e.e. lipasi da Pseudomonas capacia CO2H pH 7.0 COSEt resa 100%, 76% e.e. 31 OH OH CN Alcaligenes faecalis CO2H pH 8.0 OH AcO resa 91%, ca. 100% e.e. lipasi da Pseudomonas capacia + SR OAc R = butile R = ottile SR resa 87%, 87% e.e. resa 88%, >95 % e.e. OH O H OAc AcO CO2R lievito di birra CO2R resa 78%, 90% e.e. 32 16 Particolarmente interessante è la combinazione biocatalisi/catalisi da metalli di transizione, possibile dopo che è stata dimostrata la compatibilità degli enzimi con i catalizzatori di palladio Risoluzione cinetica dinamica chemioenzimatica O O Pd(0)/L Me O Me R Me O (1997) Me R iPrOH Me R OH lipasi Successivamente, ottimi risultati sono stati ottenuti con catalizzatori di rutenio e lipasi. O O O Ru-cat OH R' R O CALB + R 70°C R' resa fino a 92% >99% ee Cl Ph O O H Ph Ph Ru-cat = Ph Ph Ru Ph Ru H OC CO Ph CALB = lipasi B Candida antartica Ph CO (Novozym-435) (2001) CO 33 Le reazioni chemioenzimatiche sono state applicate alla sintesi di diversi derivati degli alcooli O resa fino a 87% ee fino a >99% O O N3 R O O O Cl R resa fino a 91% ee fino a 95% O X R R resa fino a 93% ee fino a 99% OH O O CN R O O P n R OR' OR' resa fino a 86% ee fino >95% R n OR' n = 0,1 O n = 0,1 O O resa fino a 93% ee fino a 99% O n OR' n = 2,3 resa fino a 91% ee fino a 98% (2001) 34 Però servono temperature elevate (70°C) e tempi di reazione lunghi (24-48 h) 17 In seguito è stato trovato un catalizzatore di rutenio che racemizza gli alcooli in meno di 10 min a temperatura ambiente O O OH O CALB O + Ph Ph Ru-cat Ru-cat = resa 95% >99% ee toluene, temp. amb. 3h O O O O O 2N Cl MeO O O O resa 97% >99% ee 14 h resa 92% >99% ee 17 h resa 93% >99% ee 6h resa 94% >99% ee 6h resa 95% >99% ee 3h O N O O S O resa 98% >99% ee 6h O O O O O Ph Ph Ru Cl OC CO CALB = lipasi B Candida antartica (2004-2005) O Ph Ph Na2CO3 Ph resa 99% 99% ee 5h resa 93% 96% ee 6h O O resa 98% >99% ee 17 h 35 altri esempi CO2 O O N O Li N CO2H O N O O N resa 75%, >99%e.e. (-)-sparteina MeI O N O O O N O Li O N N N CH3 N (-)-sparteina resa 72%, >95%e.e. 36 18 (R,S)-A Un secondo tipo di risoluzione cinetica dinamica si incontra nella reazione di una miscela di diastereomeri, che si equilibrano, con un reagente achirale. C (R,R)-B veloce C (R,R)-A (R,S)-B lento Un esempio di questo tipo è dato dalla reazione di una miscela di α-bromoammidi epimeriche con un nucleofilo. Riscaldando l’α-bromoammide in MeCN o DMSO si ha epimerizzazione. Questo processo è più rapido aggiungendo KBr. La reazione con un nucleofilo soft ingombrato, come la dibenzilammina, permette che avvenga l’equilibrazione, dando un singolo diastereomero del prodotto, in resa quantitativa. 37 O R N Br S (S) O N H O O R N veloce N S O O (R) O N (R) Br S O R N H O O R N lento N S O O (S) La reazione con un nucleofilo hard non ingombrato, come l’azide di sodio, avviene senza epimerizzazione, dando l’azide R dal bromuro S e viceversa. Risultati simili sono stati ottenuti con Nu all’O e allo S. 38 19 E’ stata studiata anche la reazione di α-bromoammidi diastereomeriche con nucleofili. In DCM si ha risoluzione cinetica senza epimerizzazione. Invece in DMF, DMSO o HMPA, si forma con resa quasi quantitativa uno dei diastereomeri del prodotto. N O CH3 Br O N O O N O NH2 veloce O CH3 N CH3 NH2 Br O N O O N O lento N O O CH3 (R) (R) resa 96%, 88% e.e. Et3N o K2CO3 O O H N N O CH3 (S) CH3 CH3 O H N CH3 (S) 39 CH3 N E’ stato fatto un tentativo di razionalizzare la stereoselettività osservata in termini di un modello conformazionale. H H .. NH2 OO N BrO O CH3 Però il prodotto principale ottenuto aveva la configurazione opposta a quella prevista su basi puramente steriche. CH3 N H OO N H Br O O. . . CH3 . H .. N H Perciò è stato suggerito che il gruppo estereo in effetti assista l’avvicinamento del nucleofilo. 40 20 Una reazione simile studiata è la seguente: O H3 C N O O N NH2 H3 C N CH3 Br H3 C O N CH3 HN H3 C resa 100%, 74% e.e. La risoluzione cinetica dinamica è stata ottenuta usando esteri dell’acido chirale pantolattone. O NH2 O R Br R O O H O NH O O H O R = Ph R = Et resa 77%, 82% e.e. resa 70%, 75% e.e. 41 Quando la risoluzione cinetica dinamica avviene con creazione di un nuovo centro stereogenico, si ottiene la sintesi stereoselettiva di un composto che contiene due centri stereogenici. C* (R)-A (R,R)-B + (R,S)-B kR C* (S)-A (S,R)-B + (S,S)-B kS Scegliendo le opportune condizioni di reazione è quindi possibile convertire un composto racemico in uno qualsiasi di quattro possibili stereoisomeri. O O OLi N O O B O O NaI, 18-corona-6 Br OO B O N resa 100%, >97 % d.e. >94% e.e. racemico 42 21 Alcuni dei primi esempi di risoluzione cinetica dinamica hanno riguardato l’idrogenazione stereoselettiva di β-chetoesteri, usando catalizzatori di Ni o di Ru. OH O O O H2 OMe NH (S) OMe (S,R) PPh3 (R)-BINAP = PPh3 OH O O H2 OMe NH (R) O O O 98% d.e. 98% e.e. NH (R)-BINAP - Ru(II) veloce OMe NH (R)-BINAP - Ru(II) lento (R,R) O O La riduzione di β-chetoesteri si può ottenere usando lievito di birra e altri microorganismi O O lievito di birra O O CO2Et resa 74% 98% e.e. CO2Et 43 OH O Scegliendo accuratamente le condizioni di reazione opportune, è possibile ottenere da un dato βchetoestere uno solo dei quattro diastereomeri possibili. OH OH MeO MeO CO2Et resa 100% 97% d.e. H2 96% e.e. (R)-BINAP - Ru(II) CO2Et resa 98% 98% d.e. 99% e.e. Rhizopus arrhizus O MeO H2 CO2Et lievito di birra (S)-BINAP - Ru(II) OH MeO OH MeO resa 93% 93% d.e. 86% e.e. CO2Et CO2Et resa 70% 98% d.e. 95% e.e. Si possono ottenere diastereoselettività migliorate usando enzimi isolati invece di organismi intatti, dato che, per esempio, nel lievito di birra possono operare in competizione parecchi enzimi. 44 22 RISOLUZIONE CINETICA DINAMICA INDOTTA PER CRISTALLIZZAZIONE (CIDR, Crystallization Induced Dynamic Resolution) Un’altra situazione in cui una miscela di isomeri in equilibrio si può convertire in rese elevate in un singolo isomero si ha quando un isomero del materiale di partenza o del prodotto cristallizza dalla soluzione. Per esempio, il narwedine racemico isomerizza in condizioni basiche, mediante una reazione retro-Michael. (-)-nawerdine essenzialmente puro si può cristallizzare con resa dell’84% quando una soluzione in EtOH/Et3N è inseminata con alcuni cristalli dell’enantiomero (-). O O CH3 N CH 3 O EtOH/Et3N CH3 N CH 3 O 80°C MeO MeO In un secondo esempio il derivato della benzodiazepina epimerizza in presenza di una quantità catalitica di un’aldeide aromatica attraverso l’immina intermedia, più acida. L’addizione dell’acido (+)canfor-10-solfonico dà un sale cristallino dell’ammina S, con eccellente eccesso diastereomerico. H3C N H3C N O O 1. ArCHO N NH2 N + NH3 (+)-CSA- 2. (+)-CSA resa 91% > 98% d.e. 45 Infine, la cristallizzazione di una miscela di α-bromoammidi epimeriche in presenza di bromuro di tetrametilammonio dà il diastereomero R con resa del 91%. O H3C N H3C O O N CH3 Br Bu4NBr cristallizzazione da THF H3C N H3C O N CH3 Br resa 91% 98% d.e. 46 23 BIOCATALISI Spesso ci sono dei pregiudizi riguardo all’uso di enzimi per la trasformazione di substrati organici. “gli enzimi sono sensibili” questo è certamente vero per la maggior parte degli enzimi: non si può bollirli in acqua. Però è vero anche per molti reagenti organici (per esempio, il butillitio). Se si usano certe precauzioni, gli enzimi possono essere notevolmente stabili. Alcuni tollerano anche temperature >100°C e pressioni superiori a parecchie centinaia di bar. “gli enzimi sono costosi” Alcuni lo sono, ma altri no. Spesso, considerando l’efficienza e la possibilità di riutilizzo (enzimi immobilizzati) talora sono convenienti anche gli enzimi costosi. “gli enzimi sono attivi solo sui loro substrati naturali” questo è vero per alcuni, ma non per tutti. All’inizio degli studi un dogma tacitamente accettato era che “gli enzimi sono i catalizzatori della Natura, sviluppati durante l’evoluzione per la regolazione dei percorsi metabolici”. Questa definizione ristretta implicava che i composti organici di sintesi non potessero essere considerati substrati. Molti enzimi presentano un’elevata specificità di reazione, ma accettano un’ampia varietà di substrato. “gli enzimi funzionano solo nel loro ambiente naturale” E’ generalmente vero che gli enzimi esplicano la capacità catalitica maggiore in acqua, che non è il solvente preferito in chimica organica. Però i biocatalizzatori possono funzionare 47 nei solventi organici, anche se con attività minore. VANTAGGI E SVANTAGGI DEI BIOCATALIZZATORI 1. Vantaggi dei biocatalizzatori ☺ gli enzimi sono catalizzatori molto efficienti I catalizzatori chimici si possono usare in concentrazione 0.1-1% moli, mentre la maggior parte delle reazioni catalizzate da enzimi si possono eseguire con 10-3-10-4 % moli. ☺ gli enzimi sono accettabili per l’ambiente A differenza dei metalli pesanti, i biocatalizzatori sono “environmentally benign”, perché completamente biodegradabili. ☺ gli enzimi funzionano in condizioni blande Gli enzimi funzionano in un intervallo di pH 5-8 (di solito attorno a 7) ed in un intervallo di temperatura 20-40°C, preferibilmente attorno ai 30°C. Questo minimizza I problemi di reazioni secondarie indesiderate (decomposizione, isomerizzazione, racemizzazione, trasposizione) che spesso affliggono I metodi tradizionali. ☺ gli enzimi sono compatibili tra loro Gli enzimi funzionano in condizioni di reazione uguali o molto simili. Perciò si possono usare in una sequanza di reazioni nello stesso recipiente. L’uso di un sistema multienzimatico semplifica il processo, perché non è necessario isolare I prodotti intermedi. 48 24 ☺ gli enzimi non sono legati al loro ruolo naturale Presentano un’elevata tolleranza di substrato e spesso possono lavorare anche in solvente organico. ☺ gli enzimi possono catalizzare un ampio spettro di reazioni Come tutti I catalizzatori, gli enzimi accelerano una reazione, ma non spestano l’equilibrio termodinamico. In linea di principio, alcune reazioni catalizzate da enzimi si possono effettuare in entrambe le direzioni. C’è un processo catalizzato da enzimi per quasi ogni tipo di reazioni organiche: Idrolisi-sintesi di esteri, ammidi, lattoni, lattami, eteri, anidridi, ossaciclopropani, nitrili. Ossidazione-riduzione di alcani, alcheni, aromatici, alcooli, aldeidi e chetoni, solfuri e solfossidi. Addizione-eliminazione di acqua, ammoniaca, HCN. Alogenazione-dealogenazione, alchilazione e dealchilazione, carbossilazione e decarbossilazione, isomerizzazione, condensazione aciloinica ed aldolica. Tra le reazioni più importanti che non si possono catalizzare con enzimi c’è la reazione di Diels-Alder. D’altra parte ci sono reazioni enzimatiche che non avvengono in chimica organica, come 49 l’ossidrilazione di alcani. Gli enzimi presentano tre tipi principali di selettività Chemioselettività Lo scopo dell’enzima è di funzionare su un solo gruppo funzionale: altre funzionalità, che con catalizzatori chimici reagirebbero, sopravvivono. Esempio: l’idrolisi enzimatica degli esteri non tocca gli acetali. Regioselettività e diastereoselettività Data la loro complessa struttura tridimensionale, gli enzimi possono distinguere tra gruppi funzionali che sono situate in regioni differenti della stessa molecola. Enantioselettività Quasi tutti gli enzimi sono fatti con L-amminoacidi e perciò sono catalizzatori chirali. Di conseguenza, un substrato prochirale può essere trasformato in un prodotto otticamente attivo attraverso un processo di asimmetrizzazione. Opure gli enantiomeri di un substrato racemico possono reagire con velocità diverse, dando risoluzione cinetica. 50 25 1. Svantaggi dei biocatalizzatori gli enzimi sono forniti dalla Natura in una sola forma enantiomerica Non c’è un modo generale per creare enzimi speculari da D-amminoacidi: è perciò impossibile invertire l’induzione chirale di una data reazione enzimatica (a meno che non ci sia un enzima con esattamente la selettività stereochimica opposta). gli enzimi richiedono parametri operativi ristretti Il vantaggio di lavorare in condizioni di reazione blande ha delle controindicazioni: se ad un dato pH e ad una data temperatura la reazione procede lentamente, c’è poca possibilità di variarli. Temperature elevate e pH estremi portano a disattivazione delle proteine e altrettanto fa l’elevata concentrazione di sali. La tecnica comune di abbassare la temperatura per aumentare la selettività è di uso limitato con le reazioni enzimatiche. gli enzimi presentano la massima attività catalitica in acqua L’acqua (elevato punto di ebollizione ed elevato calore di vaporizzazione) è spesso il solvente meno adatto per la maggior parte delle reazioni organiche. La maggior parte dei composti organici non è solubile in acqua. gli enzimi sono vincolati ai loro coenzimi naturali Gli enzimi sono quasi esclusivamente vincolati ai loro cofattori naturali che servono da carriers di equivalenti redox (NADH) o di energia chimica (ATP). La maggior parte di questi “reagenti biologici” è costituita da molecole instabili e troppo costose per essere usate in quantità stechiometrica. 51 Il riciclo dei cofattori è ancora lontano dall’essere realizzato. gli enzimi sono inclini a fenomeni di inibizione Molte reazioni enzimatiche sono soggette ad inibizione da substrato o da prodotto, che provoca la cessazione dell’attività dell’enzima a concentrazioni elevate di substrato e/o prodotto. All’inibizione da substrato si può ovviare tenendo bassa la sua concentrazione ed aggiungendolo in continuo. Per l’inibizione da prodotto è più difficile la rimozione del prodotto. gli enzimi possono causare allergie Questo inconveniente può essere minimizzato maneggiando gli enzimi con le stesse cautele con cui si maneggiano i composti chimici. ENZIMI ISOLATI O SISTEMI A CELLULA INTERA ? Lo stati fisico dei biocatalizzatori che si usano nelle biotrasformazioni può essere molto diverso. La decisione se usare enzimi isolati, più o meno purificati, o microorganismi interi, liberi o immobilizzati, dipende da molti fattori: - il tipo di reazione - se ci sono cofattori da riciclare - la scala in cui si deve effettuare la biotrasformazione. 52 26 Biocatalizzatore Forma enzimi isolati qualsiasi sciolto in acqua cellule intere Pro apparecchiatura semplice, lavorazione semplice, migliore produttività dovuta a maggiore tolleranza della concentrazione elevata attività dell’enzima sospesi in solventi organici immobilizzati facile da eseguire, facile lavorazione, facile recupero dell’enzima facile recupero dell’enzima qualsiasi non è necessario riciclare il cofattore colture in crescita cellule non in crescita cellule immobilizzate attività più elevate Contro necessario riciclare il cofattore possibilità di reazioni laterali, substrati lipofili insolubili, la lavorazione richiede estrazione attività ridotta perdita di attività durante l’immobilizzazione attrezzatura costosa, laboriosa lavorazione a causa dei grandi volumi, bassa produttività dovuta a minore tolleranza della concentrazione, bassa tolleranza dei solventi organici, probabili reazioni laterali, dovute a metabolismo non controllato grandi biomasse, più sottoprodotti, difficile controllo del processo attività inferiori lavorazione più facile, meno sottoprodotti possibilità di riusare le cellule attività inferiori 53 L’insieme di tecniche biochimiche, microbiologiche e di ingegneria biochimica (biotecnologia) ha portato allo sviluppo di metodi per preparare molti composti chimici (dagli amminoacidi alle penicilline) partendo da fonti di carbonio poco costose (carboidrati) e cocktails di sali usando cellule intere. Queste sintesi richiedono molti passaggi biochimici e si indicano come “fermentazione”. Biotrasformazioni microbiche che utilizzano un solo passaggio biochimico (o pochi) usando il potenziale enzimatico del microbo per convertire composti organici di sintesi nel prodotto desiderato si chiamano “enzimazioni”. Caratteristiche di fermentazione ed enzimazione Enzimazione microorganismo cellule non in crescita tipo di reazione breve, catalitico numero di passaggi pochi numero di enzimi attivi pochi materiale di partenza substrato prodotto naturale o non naturale tolleranza della concentrazione elevata isolamento del prodotto facile sottoprodotti pochi Fermentazione cellule in crescita lungo, processo vitale molti molti fonte di C e N solo naturale bassa laborioso molti 54 27 CLASSIFICAZIONE E NOMENCLATURA Attualmente circa 3000 enzimi sono stati riconosciuti dalla International Union of Biochemistry. Se è vera la previsione che in Natura esistono 25 000 enzimi, circa il 90% di questi biocatalizzatori deve ancora essere scoperto. Solo una piccola parte degli enzimi già studiati (circa 300, ∼10%) è disponibile commercialmente. Per potertlo identificare, ciascun enzima ha un numero di 4 cifre EC A.B.C.D EC = Enzyme Commission A indica il tipo principale di reazione B sta per il sottotipo, indicando il tipo di substrato o il tipo di molecola trasferita C indica la natura del co-substrato D è il numero individuale dell’enzima Classe dell’enzima 1 Ossidoreduttasi 2 Transferasi 3 Idrolasi 4 Liasi 5 Isomerasi 6 Ligasi Numero tipo di reazione classificato disponibile 650 90 Ossidazione-riduzione: ossigenazione di legami C-H, C-C, C=C, rimozione complessiva o addizione di H 720 90 Trasferimento di gruppi: aldeidico, chetonico, acile, fosforile o metile 636 150 Idrolisi-formazione di esteri, ammidi, lattoni, lattami, ossaciclopropani, nitrili, anidridi, glicosidi, alogenuri organici 255 35 Addizione-eliminazione di molecole piccole a legami C=C, C=N, C=O 120 6 Isomerizzazioni come racemizzazione, epimerizzazione, trasposizione 80 5 Formazione-rottura di legami C-O, C-S, C-N, C-C con concomitate scissione di trifosfato 55 utilità +++ + +++ ++ ± ± 56 28 E’ necessario dare fare attenzione per quanto riguarda le attività catalitiche, che vengono misurate in diversi sistemi. Il sistema di unità standard è l’International Unit 1 I.U. = 1 μmole di substrato trasformata per minuto si usano anche nmoli/min o nmoli/ora 1 katal = 1 mole s-1 Un’altra scala si basa sul sistema SI e definisce l’attività con il katal E’ una grandezza troppo grande per un uso pratico è perciò ancora non è stata molto accettata. Un confronto dell’attività di enzimi diversi è possibile solo se il procedimento di saggio si effettua esattamente nello stesso modo. Spesso I dati di letteratura non sono sufficienti ed i dati di attività devono essere determinati indipendentemente. Il potere catalitico di un biocatalizzatore può essere descritto con il cosiddetto numero di turnover (TON, TurnOver Number) Indica il numero di molecole di substrato che vengono convertite da una molecola di catalizzatore. Invece il numero di molecole di substrato che vengono convertite da una molecola di catalizzatore nell’unità di tempo si definisce frequenza di turnover (TOF) Per reazioni biochimiche l’unità di tempo è il secondo. Per reazioni più lente, si usa il minuto. 57 Per la maggior parte degli enzimi TOF = 10-1000 s-1. L’efficienza delle trasformazioni microbiche (dove non si può misurare l’attività catalitica degli enzimi coinvolti) è caratterizzata dal cosiddetto numero di produttività (PN Productivity Number), definito come: PN = nprod/mdry x t Dove: nprod è la quantità di prodotto mdry è la quantità di massa secca di cellule e t è il tempo della trasformazione. Questo numero ricorda l’attività specifica definita per gli enzimi puri, ma include anche altri fattori importanti, come l’inibizione, I fenomeni di trasporto e la concentrazione. 58 29 TECNICHE SPECIALI La maggior parte dei biocatalizzatori si può usare in maniera diretta, considerandoli come catalizzatori chirali ed applicando metodologie standard. In più, sono sono state sviluppate tecniche speciali, che hanno ampliato il campo di applicazione. 1. ENZIMI IN SOLVENTI ORGANICI L’acqua ha un ruolo contraddittorio nel funzionamento dei sistemi enzimatici: da una parte, l’enzima dipende dall’acqua per la maggior parte delle interazioni non covalenti che aiutano a tenerlo nella sua conformazione attiva. D’altra parte, l’acqua prende parte alla maggior parte delle reazioni che portano a denaturazione. Di conseguenza la sostituzione di parte dell’acqua (non tutta!) con un solvente organico mantiene l’attività enzimatica. Non si possono usare solventi completamente anidri: un po’ d’acqua è sempre necessaria per la catalisi. Quanta acqua serva per mantenere l’attività catalitica dipende dall’enzima. chimotripsina polifenolo ossidasi 50 molecole di H2O per molecola di enzima 3.5 x 107 molecole di H2O per molecola di enzima Quella che deve rimanere è la piccola frazione di acqua strettamente legata alla superficie 59 dell’enzima (“bound water”), detta anche “acqua strutturale” (“structural water”). Le trasformazioni biocatalitiche in solventi organici offrono I seguenti vantaggi: La resa complessiva di processi in solventi organici è di solito migliore, perché non si deve estrarre il prodotto. Si evitano così le perdite per emulsione ed il recupero del prodotto è facilitato dal basso p.e. del solvente. I substrati non polari si trasformano più velocemente, perché più solubili. Poiché il mezzo organico è un ambiente ostile per i microorganismi, la contaminazione microbica è trascurabile. Questo è particolarmente importante per reazioni su scala industriale, dove mantenere la sterilità è un problema serio. La disattivazione e/o l’inibizione dell’enzima causata da prodotti o substrati lipofili è minimizzata: essndo solubili nei solventi organici, restano sulla superficie dell’enzima con una bassa concentrazione locale. Molte reazioni collaterali dipendono dall’acqua e perciò sono soppresse in solvente organico. Spesso non serve immobilizzare l’enzima: basta filtrarlo alla fine della reazione. Poiché molte reazioni responsabili della denaturazione dell’enzima sono idrolitiche, l’enzima è più stabile in un ambiente a basso contenuto d’acqua. Ad esempio, la lipasi pancreatica suina è attiva per molte ore in solvente organico al 99% a 100°C, ma si denatura rapidamente a temperatura ambiente in acqua. Il vantaggio più importante è la possibilità di spostare gli equilibri in favore della sintesi a scapito dell’idrolisi. 60 30 I sistemi-solvente utilizzati per reazioni catalizzate da enzimi in solvente organico sono di tre tipi Enzima sciolto in soluzione monofasica acqua-solvente organico Enzima sciolto in soluzione biofasica acqua-solvente organico Enzima sospeso in soluzione organica monofasica EFFETTO del pH In soluzione organica non si può misurare facilmente. D’altra parte lo stato di ionizzazione dell’enzima (che dipende dal pH) determina la sua conformazione e quindi le sue proprietà di attività e selettività. Lo stato di ionizzazione dei gruppi carichi della proteina non cambia quando viene messa in un solvente organico (“memoria del pH” dell’enzima): è importante usare enzimi solidi ottenuti per precipitazione o liofilizzazione da un tampone al loro pH ottimale. Esempi di applicazioni di enzimi in mezzo non acquoso ESTERIFICAZIONE Da un acido carbossilico ed un alcool: si forma acqua che non è solubile nel solvente organico e perciò circonda l’enzima, separandolo dal substrato. 61 Per evitare l’arresto della reazione si può: 1. rimuovere l’acqua man mano che si forma (evaporazione, distillazione azeotropica, aggiunta di setacci molecolari o di sali che catturano l’acqua 2. evitare la formazione di acqua usando un passaggio di trasferimento di acile Reazione su scala industriale: 6-O-acil derivati di alchil glucopiranosidi, utili tensioattivi non ionici biodegradabili, sono stati sintetizzati da acidi grassi con 6-O-acil glucopiranosidi, con una reazione catalizzata dalla lipasi da Candida antarctica, termostabile, in assenza di solvente. Per completare la reazione, l’acqua che si forma viene allontanata per evaporazione a pressione ridotta. HO HO HO C11H23CO2H O lipasi da Candida Antarctica O OH OR' O HO HO H2O, 70°C, 0.01 bar R' C11H23 H Me Et OR' i-Pr OH Pr Bu O resa di monoestere diesteri <5% 53% 93% 93% 96% 94% 0% 4% 5% 4% 17% 22% 62 31 SEPARAZIONE DI STEREOISOMERI E/Z Miscele stereoisomeriche degli alcooli terpeni allilici geraniolo e nerolo, che vengono usati come additivi nella preparazione di aromi e fragranze, sono stati separati mediante acilazione con anidride acetica usando lipasi pancreatica suina (PPL, Porcine Pancreatic Lipase) come catalizzatore. O OH OH R O (RCO)2O, Et2O + lipasi pancreatica suina E geraniolo Z nerolo R % estere geranile % nerolo C3H7 C5H11 C7H15 85 66 72 16 7 7 selettività kE/kZ 11 13 15 A seconda del donatore di acile usato, il geraniolo, leggermente meno ingombrato, è stato acilato più rapidamente, dando acetato di geranile e lasciando inalterato il nerolo. L’anidride acetica non è adatta, perché dà bassa resa e scarsa selettività, mentre 63 hanno maggior successo anidridi più lunghe. ASIMMETRIZZAZIONE DI DIOLI PROCHIRALI E meso Derivati chirali dell’1,3-propandiolo sono utili “mattoni” (building blocks) per la preparazione di composti biotattivi enantiomericamente puri (fosfolipidi, fattore attivante le piastrine, PAF “platelet activating factor”, antagonisti del PAF, ecc.) Un modo semplice per ottenere questi sintoni è partire da 1,3-propandioli 2-sostituiti, che a loro volta si ottengono da derivati dell’acido malonico. A seconda del sostituente R in 2, sono stati ottenuti monoesteri R o S con eccellenti purezze ottiche, usando lipasi da Pseudomonas sp. (PSL). Un aumento della stereoselettività si ottiene abbassando la temperatura. OH R OH OCOR' lipasi da Pseudomonas sp. donatore di acile solvente organico R S R + R OH OH R OCOR' donatore di acile R' solvente config. % e.e. Me acetato di vinile Me CHCl3 acetato di vinile Me CH2Ph CH2-1-naftil acetato di vinile Me stearato di vinile C17H35 i-Pr2O OCH2Ph acetato di isopropenile Me CHCl3 OCH2Ph S R R S S OCH2Ph OCH2Ph OCH2Ph S S S acetato di vinile acetato di vinile acetato di vinile Me Me Me - >98 >94 86 92 96 90 (25°C) 92 (17°C) 94 (8°C) 64 32 2. IMMOBILIZZAZIONE Nelle reazioni catalizzate enzimi sono stati incontrati tre inconvenienti significativi Molti enzimi non sono sufficientemente stabili nelle condizioni operative e possono perdere l’attività catalitica (autoossidazione, autodigestione, denaturazione ad opera del solvente o dei soluti) Poiché alcuni enzimi sono molecole solubili in acqua, il loro uso ripetuto (importante per l’economicità) è problematico, perché sono difficili da recuperare dal solvente e separare da substrati e prodotti La produttività dei processi industriali, misurata come resa nel tempo, è spesso bassa a causa della limitata tolleranza dell’enzima alle concentrazioni elevate di substrato o di prodotto. Questi problemi si possono superare mediante l’immobilizzazione dell’enzima. Questa tecnica comporta o l’aggancio di un enzima ad un supporto solido (accoppiamento su un carrier) o il legame delle molecole di enzima tra loro (cross-linking). In alternativa, il biocatalizzatore può essere confinato in un’area ristretta, da cui non può uscire, ma dove rimane cataliticamente attivo (intrappolamento in una matrice solida o in uno scomparto ristretto di una membrana). Come conseguenza, la catalisi (omogenea con l’enzima nativo) diventa eterogenea quando l’enzima è immobilizzato. A seconda della tecnica di immobilizzazione, le proprietà del biocatalizzatore (stabilità, selettività, caratteristiche di pH e temperatura) cambiano, qualche volta in meglio, altre volte in peggio. Al 65 momento non è possibile fare previsioni sulle conseguenze dell’immobilizzazione. Accoppiamento cross-linking al carrier B B Enz C Enz C B C B Enz Enz B Adsorbimento Ionico B Covalente B = biocatalizzatore (enzima o cellula intera) Enz Enz Cross-linking C = carrier Enz C co-Cross-linking = enzima 66 33 Intrappolamento in Matrice con Membrane Enz Enz Enz Enz Enz Enz Enz Enz Enz Enz Micella inversa Fibra cava Reattore a membrana Gel o Polimero C = carrier Enz = enzima = tensioattivo 67 ADSORBIMENTO E’ il metodo di immobilizzazione più facile e più vecchio. Si può usare con enzimi isolati o con cellule intere. Adsorbimento di cellule intere di Acetobacter su legno per la fermentazione dell’aceto da etanolo 1815. Forze di adsorbimento: forze di van der Waals, interazioni ioniche, legame idrogeno Carriers (organici ed inorganici): carbone, allumina, celite, cellulosa, vetro poroso, resine sintetiche. L’adsorbimento è il metodo scelto per lavorare in solventi organici lipofili, dove non può essereci desorbimento LEGAME IONICO Le resine a scambio ionico, con le loro superfici polari, adsorbono facilmente le proteine. Si usano sia resine a scambio cationico (carbossimetilcellulosa o Amberlite IRA) che a scambio anionico (N,N-dietilamminoetilcellulosa o cellulosa-DEAE). Il legame ionico è più forte dell’adsorbimento, ma è sensibile alla presenza di altri ioni. Di conseguenza è necessario mantenere in modo opportuno la concentrazione di ioni ed il pH per evitare desorbimento dell’enzima. 68 34 ATTACCO COVALENTE L’attacco covalente di un enzima ad un carrier macroscopico porta a legami stabili e impedisce la perdita dell’enzima. Uno svantaggio è si ha perdita di attività dovuta a variazioni conformazionali dell’enzima (grosso modo ogni legame attaccato ad un enzima ne diminuisce l’attività di circa 1/5). L’attività residua non va oltre il 60-80% dell’attività dell’enzima nativo. I gruppi funzionali dell’enzima che sono coinvolti nella formazione di legami covalenti sono nucleofili (gruppi N-terminali, gruppi amminici in catena laterale della lisina, carbossili, SH, OH). L’immobilizzazione covalente in generale comporta due passaggi: attivazione del carrier con un gruppo “spaziatore” reattivo attacco dell’enzima Questo tipo di immobilizzazione è raccomandato solo per enzimi isolati, perché le cellule intere non sopravvivono alle condizioni drastiche. Carrier inorganico: vetro poroso L’attivazione si ottiene per sililazione degli ossidrili usando amminoalchiletossio amminoalchil-clorosilani 69 C OH + EtO EtO Si OEt O Si EtO OEt C NH2 EtOH NH2 Enz Cl2C=S O Si EtO OEt NH2 glutaraldeide C Enz O Si EtO OEt C N C S N Enz NH2 O Si EtO OEt S C N H N H Enz C = carrier Enz = enzima 70 35 Carriers organici: polisaccaridi (cellulosa, destrano, amido, chitina, agarosio). L’attivazione si ottiene per reazione di due OH adiacenti con bromuro di cianogeno, formando immidocarbonati reattivi. L’accoppiamento con l’enzima interessa i gruppi NH2. Enz pH 9-11 OH C OH + Br O C C N O NH2 O NH C O Enz NH3 HBr N immidocarbonato C = carrier Enz = enzima CROSS-LINKING Legando gli enzimi tra loro con legami covalenti si ottengono aggregati insolubili ad elevato peso molecolare. Si può anche avere co-cross-linking con altre proteine inattive che fanno da “riempimento” (es.: albumina). 71 ll reagente bifunzionale più usato per questo tipo di immobilizzazione è la glutaraldeide. N N N Enz N Enz N N NH2 glutaraldeide Enz NH2 NH2 N N Enz N Enz = enzima glutaraldeide = O O Vantaggio: semplicità Svantaggi: gli aggregati sono spesso gelatinosi e non si possono usare in reattori ad impaccamento. Le attività sono spesso limitate da problemi di diffusione 72 36 INTRAPPOLAMENTO IN GEL I biocatalizzatori si possono “ingabbiare” fisicamente in una matrice macroscopica. Per assicurare l’attività catalitica è necessario che le molecole di substrato e di prodotto possano entrare ed uscire dalla struttura macroscopica. L’intrappolamento in una matrice biologica (agar, alginato, carragenano) si fa di solito con cellule. La formazione di gel viene iniziata variando la temperatura o la forza ionica del sistema. Svantaggi: le matrici biologiche sono instabili alle variazioni di temperatura o del mezzo ed hanno scarsa stabilità meccanica. 73 Per enzimi isolati (più piccoli delle cellule intere) si possono ottenere maglie più strette polimerizzando monomeri di sintesi in presenza dell’enzima. O CONH2 CONH2 + Enz O polimerizzazione O N H HN Enz O N H O NH NH O HN O CONH2 O Enz = enzima INTRAPPOLAMENTO IN COMPARTIMENTI DI MEMBRANA Gli enzimi possono essere racchiusi in uno scomparto ristretto circondato da una membrana. Questo non porta ad una vera e propria immobilizzazione, ma tiene l’enzima separato dal resto dei reagenti, analogamente a quanto succede all’interno delle cellule. Le molecole piccole (substrato, prodotti) attraversano liberamente la membrana, il biocatalizzatore no. 74 37 Per intrappolare gli enzimi esistono due metodi A. Micelle e vescicole Miscele contenenti acqua, un solvente organico ed un “sapone” danno una soluzione trasparente, in cui l’acqua è circondata dal tensioattivo (surfactant), formando particelle di diametro 6-40 nm (micelle inverse). si possono considerare come microcellule e permettono che venga mantenuta l’attività dell’enzima. Se l’acqua costituisce il grosso del solvente, si possono formare micelle con un doppio strato di tensioattivo (vescicole o liposomi). 75 tensioattivo (surfactant) testa polare coda non polare O O O O O O O O OH O Triton X-100 (non ionico) Na+ SO3 O solfonato di sodio del butandioato di bis(2-etilesile) O O AOT (anionico) O bromuro di cetiltrimetilammonio (CTABr, cationico) Br- + N L’acqua all’interno ha molte proprietà diverse da quelle dell’acqua “normale”: movimento molecolare ristretto, meno legami idrogeno, maggiore viscosità, minore punto di fusione. Gli enzimi si possono sistemare all’interno, e rimanere cataliticamente attivi. Lo scambio di materiale tra una micella e l’altra avviene mediante collisioni ed è un processo molto veloce. 76 38 B. Membrane sintetiche Un’alternativa pratica è l’uso di membrane sintetiche, basate su poliammide o polisolfone. Hanno pori di dimensioni definite, sono disponibili commercialmente e di costo contenuto. Il biocatalizzatore è trattenuto in uno scomparto del reattore dalla membrana, mentre le molecole piccole (substrato, prodotti) diffondono liberamente. Il reattore permette un processo in continuo. Una forma semplificata di un reattore a membrana che non richiede un’attrezzatura speciale si può ottenere usando una soluzione dell’enzima contenuta in un tubo da dialisi, montato su un agitatore magnetico a bassa velocità. La tecnica, detta “Catalisi enzimatica inclusa in membrana” (MEEC, “Membrane-EnclosedEnzymatic-Catalysis), è applicabile alla maggior parte degli enzimi, tranne le lipasi. 77 Service Center Biocatalysis alla Degussa 78 39 Produzione di enzimi su larga scala alla Dow Chemical 79 Impianto BASF a Ludwigshafen: produce più di 1000 tonnellate/anno di ammine chirali usando biocatalizzatori 80 40 esempio Sintesi asimmetrica usando desossiribosio-5-fosfato aldolasi (DERA) Appartiene ad una classe di aldolasi che usano un intermedio covalente (base di Schiff) per catalizzare una reazione aldolica tra il donatore (etanale) e l’accettore (D-gliceraldeide-3-fosfato) con formazione di 2-desossiribosio-5-fosfato. Lys201 Lys201 meccanismo: + NH H O H 3 H O H NH2 O Asp102 OO Asp102 OH CH3 H2N N O Lys167 CH3 Lys167 Lys201 OH OH OPO3 O OPO3 N OH OH + NH Asp102 OO H O H 3 HN CH2 O OPO3- Lys167 OH Lys167 81 DERA da E. coli è in grado di tollerare un’ampia gamma di substrati. I requisiti del donatore sono molto ristretti, mentre per l’accettore le variazioni strutturali sono più ampie. La fosforilazione non è necessaria. esempi donatore accettore prodotto O O H3C O OH HO S OH Br Br OH O O HO HS H3C OH O N3 O HO HO H3C OH HO H3C CH3 O CH3 OH H3C OH O O OH HO O O H3C OH N3 H O O OH CH3 HO N3 Wong, 1995-2002 N3 OH 82 41 DERA catalizza l’addizione successiva di più equivalenti di aldeide ad un substrato in una reazione one-pot. Il prodotto della prima reazione aldolica fa da substrato per la seconda addizione. La ciclizzazione ad emiacetale stabile interrompe la reazione dopo due addizioni. esempi donatore accettore prodotto H3 C O O OH O H3C H3C O OH Cl O O OH Cl H3C H3C O O H3C H3C O OH O OH O OH O N3 O OH O N3 H3C OH O O O O HO OH HO H3C OH O 83 Wong, 1995-2002 Esempi di applicazioni di DERA O HO O + H3C CH3 O DERA OH BaCO3 H3C O I O O Br2 H3C H3C OH O OH OH O O O S HO OtBu H 3C N O O O epothilone (antitumorale) OH O O O + OH O OSiMe2t-Bu + DERA H 3C O S I OH N H3C OAc HO Wong, 2002 84 42 O 2 O + H3C Cl DERA OH O Cl NaOCl O O Cl AcOH, H2O OH OH a) NaCN, DMF, H2O b) (CH3)2C(OCH3)2 O O OH OH N N H c) trimetilsilildiazometano DMF O O NC O O + OH O O O F OtBu H2 N Atorvastatina (abbassamento colesterolo) 2 O O DERA mutante N3 O + Cl OH N3 O O BaCO3, Br2 H3C OH H2O OH Wong, 2004 85 LA SINTESI ASIMMETRICA NELL’INDUSTRIA Importanza economica dei composti chirali Farmaci Aromi, profumi Additivi alimentari Composti agrochimici Metodi utilizzati dall’industria chimica per la loro sintesi: Sintesi chimica chirale e sintesi enzimatica Building blocks chirali (dal “serbatoio chirale” o sintetizzati) Separazione delle miscele racemiche Processi enzimatici su larga scala > 1000 tonnellate/anno acido aspartico, aspartame, riboflavina, niacinammide, D- e L- amminoacidi Problemi: sono necessari molti anni per lo sviluppo del processo, l’ingegneria e la costruzione degli impianti Processi chimii chirali industriali Pochi, nonostante le centinaia di reazioni con elevata enantioselettività 86 43 Statistica dei tipi di processi industriali con sintesi chirale (2001) Produzione Trasformazione Impianto pilota Scala di bancone >5 t/anno <5 t/anno >50 kg >50 kg Idrogenazione di enammidi 1 1 2 6 4 Idrogenazione di C=C-CO2R e C=C-C-OH 2 - 3 4 6 Idrogenazione di altri C=C 1 - 1 1 2 Idrogenazione di chetoni (funz. α e β) 2 3 3 2 4 Idrogenazione/riduzione di altri gruppi CO - - 2 2 4 Idrogenazione di C=N 1 - 1 - - Diossidrilazione di C=C - 1 - - 4 Epossidazione di C=C (ossidaz. solfuri) 2 2 1 - 2 Isomerizzazione, apertura di ossaciclopropani, addizioni 2 4 2 - 1 11 11 15 15 27 Totale La relativa scarsità di processi chirali industriali è legata ai problemi della catalisi enantioselettiva 87 su larga scala Perché un processo possa diventare industriale Costi (cfr. con altri processi) Tempo (e costo) dello sviluppo La fattibilità tecnica di un processo enantioselettivo è determinata dai seguenti fattori: Performance del catalizzatore Disponibilità e costo del catalizzatore Tempo di sviluppo Performance del catalizzatore - enantioselettività: ee > 90% (se purificabile), > 99% (se non purificabile) - produttività: TON (moli prodotto/moli cat.) > 1000 (per composti preziosi), > 50 000 (per composti su larga scala e/o meno preziosi). Il riutilizzo del catalizzatore aumenta la produttività - attività: TOF (TON/tempo) > 500 h-1 (per prodotti su piccola scala), > 10 000 h-1 (per composti su larga scala) Per reazioni in cui il catalizzatore costa meno ed il prodotto ha un maggiore valore aggiunto (ossidazioni, formazione di legame C-C), TON e TOF possono essere minori. 88 44 Disponibilità e costo del catalizzatore I leganti chirali e molti precursori di metalli di transizione costano molto e/o non sono facilmente disponibili. Fosfine chirali: 100-500$ per quantità di laboratorio 2 000 - 100 000 $ per scala maggiore Al momento sono disponibili commercialmente solo alcune fosfine chirali Tempo di sviluppo Il tempo è un fattore determinante quando si sviluppa un processo per una nuova entità chimica (NCE) nell’industria farmaceutica o agrochimica. 89 “Pietre miliari” nell’applicazione industriale Intermedio per L-dopa (morbo di Parkinson). Primo processo commerciale (MONSANTO) ad usare un catalizzatore chimico enantioselettivo. O O OH NHAc MeO OH Rh/dipamp 25°C, 10 bar OAc NHAc MeO P MeO P MeO OAc ee 95% TON 20 000, TOF 1000 h-1 scala: ca. 1 tonnellata/anno dipamp Intermedio per (S)-metolachlor (erbicida). Processo commerciale su più larga scala (CIBA-GEIGY ora SYNGENTA/SOLVIAS) in produzione dal 1996. OMe OMe N N Ir / Josiphos Xyl2P H H3 C PPh2 Fe 50°C,810 bar ee 80% TON 2 000 000, TOF > 400 000 h-1 scala: 10 000 tonnellate/anno Josiphos 90 45 Intermedio per carbapenem (antibiotico). Primo processo (TAKASAGO) ad usare risoluzione cinetica dinamica O O OH H N RuI2cumene / tolbinap O OMe H N PAr2 PAr2 O OMe O ee >97%, de >94% TON 1 000, TOF 200 h-1 scala: 50-120 tonnellate/anno binap Ar = Ph tolbinap Ar = p-Tol Intermedio per L-mentolo, idrossidiidrocitronellale, D- e L-citronellolo, methoprene (ormone giovanile). Secondo processo enantioselettivo come scala (TAKASAGO) e primo ad usare l’isomerizzazione asimmetrica Rh / binap NEt2 NEt2 ee 97% TON 400 000 (riciclato), TOF 440 h-1 scala: >1000 (L-mentolo), 40 (idrossidiidrocitronellale), 20 (D- e Lcitronellolo), 20 (methoprene) tonnellate/anno 91 “Building block” chirale per varie applicazioni. Applicazione in più larga scala dell’epossidazione di Sharpless (sviluppata da ARCO e messa in opera da PPG-SIPSY). O OH O Ti / dipt OH < 0°C HO O O HO O ee 88-90% TON > 40, TOF < 1 h-1 scala: molte tonnellate/anno dipt “Building block” chirale per varie applicazioni. Prima applicazione del catalizzatore di Jacobsen per l’apertura di ossaciclopropani (CHIREX). O Co / salen O OH + 5-25°C OH N N OH HO krel ca. 400, ee 98+99% TON > 1 000, TOF 3-4 h-1 scala: molte tonnellate/anno salen 92 46 Intermedio per l’Esomeprazolo (farmaco antiulcera). Prima ossidazione su larga scala dei solfuri (ASTRA ZANECA). OMe OMe O O Ti / det H O S N O ca.3 0°C N S N O N N OMe HO H N OMe O H det ee 92-93% TON 3-4, TOF 3-4 h-1 scala: molte tonnellate/anno Intermedio per vari inibitori di ACE. Prima applicazione di un catalizzatore eterogeneo chirale (CIBA-GEIGY). OH O O OEt O Pt-Al2O3 / HCd 25°C, , 60 bar N OEt HO ee 94% TON 4 000, TOF 1000 h-1 scala: molte tonnellate/anno HCd 93 Many ways are leading to Rome…. Le statine, che influenzano la sintesi del colesterolo e quindi ne regolano il livello nel sangue (aumentando i livelli di colesterolo LDL ed abbassando quelli di colesterolo HDL) attualmente sono la classe di farmaci in testa alle vendite mondiali. O HO O O HO O O O O O Lovastatina (Mevinacor®, MERCK) Simvastatina (Zocor®) F HO OH OH O OH N O S N N O Rosuvastatina (Crestor®) O CO2H OH O Pravastatina (Mevalotin®) 94 47 F OH OH O O OH OH O N H OH O N Ca2+ N F Fluvastatina (Cranoc®) 2 Atorvastatina (Sortis®, PFITZER) Dall’introduzione della Lovastatina (1987) il mercato delle statine è cresciuto enormemente nel 2004, $ 30 000 000 000 attualmente leader del mercato è la Pfitzer, la cui Atorvastatina ha venduto per $ 10 000 000 000 nel 2004 E’ l’ingrediente attivo del farmaco Lipitor (Pfitzer), che abbassa il colesterolo, 95 le cui vendite hanno superato i 12 miliardi di $ all’anno nel 2007. Un farmacoforo comune in tutte le statine è la cosiddetta “catena laterale della statina” derivato dell’acido 3,5-diidrossiesanoico legato ad un anello eteroaromatico o ad un sistema biciclico deve essere enantiomericamente e diastereomericamente puro e si deve poter produrre in tonnellate La catena laterale dell’ Atorvastatina, (3R,5S)-diidrossiesanoato costituisce il 25% del peso molecolare del composto e rappresenta il problema sintetico più difficile, per via dei due centri chirali. Serve e.e. > 99.5% e d.e. 99%. X O O S R O OH Per risolvere il problema, ci si è serviti di diversi approcci. APPROCCIO BIOCATALITICO Sono state seguite due vie principali, una che cerca di ottenere intermedi più corti, in cui si forma un solo centro chirale, l’altra che punta a catene più lunghe, in cui si formano entrambi i centri chirali. 96 48 Le principali differenze stanno nel costo e nella complessità dei materiali di partenza, nel numero di passaggi enzimatici, nella quantità di chimica successiva che serve per produrre la catena laterale completa. Tutti i metodi hanno dato enantioselettività > 96% Sistemi di bioriduzione per fare l’(S)-4-cloro-3-idrossibutanoato di etile sono stati sviluppati da Daicel Chemical Industries (con alcool deidrogenasi, ADH) e Kaneka (con carbonile reduttasi, CR) da 4-cloroacetato di etile. Un secondo enzima (glucosio deidrogenasi, GDH, o formiato deidrogenasi, FDH) è stato usato per riciclare i cofattori dell’enzima. Daicel/Kaneka O OH O O ADH o CR Cl O Cl e GDH o FDH 95% (S)-4-cloro-3-idrossibutanoato di etile CR NADPH O NADP+ D-glucosio D-gluconato 97 GDH OH O Cl t-BuOAc base O S O OH O Cl O S 78% riduzione enzimatica OH OH O Cl Cl H+ O R S (CH3O)2C(CH3)2 O O S R Cl S O AcOK O O O S R O Bu4NCl, DMF O R O O O O S O R O 99% 71% O O O K2CO3 O MeOH O O 81% O O S R HO O O 100% L’attività e la stabilità di ADH sono state migliorate da Codexis, dove hanno aggiunto un enzima aloidrina dealogenasi, che sostituisce Cl con CN, dando un intermedio più 98 avanzato, l’ (R)-4-ciano-3-idrossibutanoato di etile. 49 Codexis OH O O O 1. ADH e GDH Cl O NC O 2. aloidrina dealogenasi (R)-4-ciano-3-idrossibutanoato di etile Questo metodo, usato per la produzione su scala industriale, ha vinto un “Green Chemistry Award” nel 2006 Usando un enzima nitrilasi, alla Dowpharma hanno effettuato l’idrolisi asimmetrica del 3-idrossiglutaronitrile (3-idrossipentanodinitrile), ottenendo l’acido 4-ciano-3idrossibutanoico Dowpharma OH CN- O NC OH O nitrilasi NC CN NC OH 96% Vantaggi: - il dinitrile di partenza si ottiene da un substrato poco costoso, l’epicloridrina (clorometilciclopropano) - Dowpharma è in grado di esprimere l’enzima in grandi quantità e quindi di 99 rendere industriale il processo OH O NC OH O O NC OH O La DSM ha sviluppato una condensazione aldolica catalizzata da un enzima, 2-desossiribosio-5-fosfato aldolasi, DERA). DSM HO O O Cl H + 2 OH DERA O H 70% Cl HO OH O O NC O O O Cl Processo molto efficiente, relativamente poco costoso, si può fare su larga scala, 100 enantioselettivo; e.e. 99.9%, d.e. 96.6% 50 Alla Bristol hanno effettuato una doppia riduzione del 6-benzilossi-3,5-diossoesanoato di etile usando una cheto reduttasi. Produce il diolo (3R,5S) con entrambi i centri chirali Brystol-Myers Squibb O O O O OH OH O cheto reduttasi O O O APPROCCIO DELL’IDROGENAZIONE CATALITICA Diverse Compagnie hanno riportato sintesi della catena laterale della statina mediante idrogenazione asimmetrica Hoechst O tBuOAc O base RuCl2[(R)-BINAP] O O O 100°C, 4 bar OH O O OH O O O S 96% BEt3, NaBH4 OH OH O O O S S O 101 R 71% (CH3O)2CMe2 H+ O O S O R H2 O O Pd/C HO O O S R O O Saltigo (2004) ha esteso questa metodologia ad un processo su scala di molte tonnellate, per la produzione di un idrossiestere, usando il legante di sua proprietà, Cl-MeOBOPHEP nell’idrogenazione a pressione elevata. APPROCCIO DELLA RISERVA CHIRALE Sono descritte diverse sintesi della catena laterale delle statine che passano attraverso l’(S)-3-idrossibutanolattone HO OH CO2H (S) O O Per la sintesi dell’idrossilattone si è fatto ricorso alla chiral pool di sostanze otticamente pure, disponibili in Natura 102 51 Samsung OH O OH OH O OH OH OH OH OH (2000) HO amilopectina (S) O O O O OH O OH OH O OH O n O resa complessiva 50%, ee > 99.0% SK Energy (2004) OH HO2C (S) CO2H esterificazione idrogenazione ciclizzazione HO (S) O O acido L-malico 103 ORGANOCATALISI Per “organocatalisi” si intende l’accelerazione di reazioni chimiche ad opera di quantità sub-stechiometriche di un composto organico che non contiene atomi di metallo. Vantaggi degli organocatalizzatori: composti resistenti facilmente ottenibili non tossici relativamente inerti all’umidità ed all’ossigeno La mancanza di metalli di transizione li rende particolarmente adatti alla preparazione di farmaci La maggior parte degli organocatalizzatori rientra in una delle seguenti categorie: Base di Lewis Base di Brønsted Acido di Lewis Acido di Brønsted 104 52 + S B S- B + B P- + S S A- P Organocatalisi da base di Lewis A + P A P Organocatalisi da acido di Lewis 105 + SH B H S- + B B H P+ S S H A- PH Organocatalisi da base di Brønsted A H + P H A- P Organocatalisi da acido di Brønsted 106 53 Esempi di catalisi da base di Lewis catalisi da enammina O N H + R N - H2 O E R R' R' La catalisi da enammina comporta un’enammina intermedia generata cataliticamente, per deprotonazione di uno ione imminio e che reagisce con vari elettrofili O O + H B* = N H B* 10% mol H O DMF, 4°C OH H dr = 24 : 1 ee >99% CO2H 82% 107 O O H O B* 10% mol H OH H CH2Cl2, t.a. B* = 95% dr = 10 : 1 ee 99% CO2H N H Esempio di catalisi da acido di Lewis Cl Cl O Cl cat* + CH3I O base, 20°C, 18h acqua-toluene HO O Cl O resa 96% ee 92% N+ Br- cat* = N CF3 Gli organocatalizzatori acidi di Lewis di solito funzionano da catalizzatori di trasferimento di fase. 108 54 Esempi di catalisi da base di Brønsted OH O cat* H CN + HCN toluene, -20°C O resa 97% ee 97% NH HN cat*= HN N O L’HCN con la base di Brønsted dà legame idrogeno e lo ione cianuro, che si addiziona al carbonile (o all’immina derivata dal catalizzatore). cat* N HN + HCN MeOH, -20°C H CN resa 97% ee >99% O NH NH cat*= HN O N H NH2 109 Esempi di catalisi da acido di Brønsted L’organocatalizzatore acido di Brønsted agisce formando legame idrogeno. Si cat* O Si 20% mol + H O O toluene, -40°C N O N 70% AcCl O er 99 : 1 cat* = O OH O OH O 110 55 O O Et3P, 200% mol 80% ee 90% THF, 10°C CF3 In questo caso l’acido di Brønsted promuove l’addizione coniugata e poi rimane legato (con legame idrogeno) all’enolato risultante nella successiva condensazione aldolica. CF3 OH OH cat* = OH 10% mol H + O cat* CF3 O- O O - + Et3P CF3 PEt3 PEt3 + + O H O O OH H O- PEt3 + 111 APPLICAZIONE DELL’ORGANOCATALISI ALLA SINTESI ENANTIOSELETTIVA DI ANELLI A 6 TERMINI E’ stato sviluppato un gran numero di catalizzatori basati su ammine secondarie, per l’α-funzionalizzazione selettiva di aldeidi e chetoni. Il meccanismo si basa sulla formazione di un’enammina chirale intermedia: R* O H R R* N + N H R' H R H2O R' Il sostituente chirale dell’organocatalizzatore determina l’avvicinamento stereoselettivo dell’elettrofilo al C nucleofilo nell’enammina intermedia R* O H R R' + N R* + N H HO- H R R' Gli organocatalizzatori basati su ammine secondarie possono attivare anche composti α,βinsaturi, attraverso uno ione imminio intermedio, che porta ad addizioni coniugate enantioselettive, perché il sostituente chirale nel catalizzatore scherma una faccia del doppio legame 112 C=C. 56 Si è pensato che questo tipo di intermedi potessero essere utili anche in altre reazioni, come per esempio la etero-Diels-Alder a richiesta elettronica inversa. alchene ricco di elettroni H2O N O R''' CO2R'' O etero-diene povero di elettroni R' R R R''' N N H O R''' CO2R'' R R' CO2R'' O HO H2O R R' 113 Un secondo approccio per formare anelli a 6 termini è la combinazione addizione di Michaelcondensazione aldolica di β-chetoesteri con chetoni insaturi, in presenza di organocatalizzatori asimmetrici. O primo legame C-C CO2R Ar' R* R* + Ar R' secondo legame C-C aldolica intramolecolare O OH N Ar' CO2R O H Ar' RO2C Ar CO2R N R' Ar' intermolecolare R' HO Ar' Ar Michael CO2R H R' Ar OH H O 114 57 esempi CO2R'' O O HO cat* CO2R'' O 10% mol + R O R' R' R' R = alchile R' = arile, alchile R'' = alchile CO2R'' R R silice O PCC resa: fino a 93% ee : 94% Me Me cat* = N H Me Me Ar La stereochimica osservata si può spiegare con il seguente stato di transizione: Ar N R O MeO2C Le proprietà elettroniche dell’enammina governano la regioselettività, mentre il sostituente 2-diarilmetile sull’anello pirrolidinico scherma ls faccia si, controllando perciò l’addizione dell’enone in modo selettivo endo alla faccia re 115 Un’altra applicazione alla formazione di cicloesanoni otticamente attivi usa come organocatalizzatore il derivato imidazolinico derivato dalla fenilalanina O O O R Ar R + Ar' cat* CO2R' 10% mol HO Ar' Ar CO2R' ee: fino a 99% Me N cat* = N H CO2H I cicloesanoni così ottenuti permettono di preparare in modo semplice γ- e ε-lattoni O O HO UPH-TFFA O O O HO LiOH O HO H O O O O O UPH = addotto urea-H2O2 TFFA = ac. trifluoroacetico 90% ee 90% ee 116 58 ESEMPI RECENTI DI ORGANOCATALISI ASIMMETRICA (2002-2008) O N z N N HN N N H OH O N z N N H OH N HN N A. Addizione di Michael di enammine a nitroalcheni O O O cat* O O NH 5% mol N N HN N N H solvente, temp.amb. O O solvente catalizzatore tempo, h CH2Cl2 MeCN (umido) THF(umido) 2 3 2 CH2Cl2 2 O N H O N + resa dr ee 65% 49% 37% > 19:1 > 19:1 > 19:1 >99% >99% >99% NESSUNA REAZIONE 117 OH NO2 O NO2 base achirale N N HN N N H + O NO2 oppure S O NO2 N H S OH NO2 NO2 O N N HN N N H + S NO2 base achirale N N H resa N HN N O NO2 S O N N H N HN N N H OH 62% 67% 70% dr > 10:1 > 10:1 > 10:1 ee 70% 73% 40% 118 59 B. Addizione di tipo Mannich O O O cat* O O NH 5% mol O N + CH2Cl2, temp.amb. O O catalizzatore ee resa dr 24 82% >19:1 96 24 75% >19:1 >99 tempo, h O N H HN S O O CH3 O N H HN S O O 119 C. Addizione di Michael asimmetrica di chetoni a nitroalcheni NO2 O O base NO2 + O N H resa OH N N N N H N HN N N H N N H 52% 80% 88% dr > 19:1 > 19:1 > 19:1 ee 51% 62% 91% 120 60 D. Ciclopropanazione asimmetrica O O O Cl + O N DABCO = O DABCO O base MeCN, 80°C 79% 69% 1.5 eq. NaOH, 1 eq. DABCO 1.2 eq.Na2CO3, 0.2 eq. DABCO N O R R O N O N Cl R O- O O N R R N + N + R N Na2CO3 O - R O Cl- N NaCl + R 121 N O O O 10-20% mol cat* O Br N + 1.3 eq. Cs2CO3 Br MeCN, 80°C, 24h Br O Et N O O H Me N N Et cat* = O O N H O N resa 60%, 96% ee (+) Me N N Et N N Et Me O O H O N N resa 60%, 97% ee (-) H O N Me N Il fascicolo di Dicembre 2007 di Chem. Rev. è interamente dedicato all’Organocatalisi 122 61