Enzimologia cardiaca Enzimologia cardiaca

Un esame di laboratorio
A cura di Aurelio Larocca *
Enzimologia
cardiaca
n dolore retrosternale, nel centro del petto, con
la tipica irradiazione al collo ed al braccio
sinistro, ad insorgenza dopo sforzo, oppressivo,
accompagnato da sensazione di grave pericolo,
con stato di ansia, con cute umida di sudore, malessere che
persiste per qualche tempo, fa subito pensare ad una
sofferenza cardiaca grave: angina o infarto del miocardio.
Tuttavia altre condizioni dolorose possono simulare il
danno cardiaco: dolore a carico dei muscoli e dei nervi
intercostali; la nevrite erpetica prima della comparsa delle
caratteristiche vescicole; dolori esofagei da spasmo o da
ernia iatale; dolori di origine pleuro polmonare.
A volte anche un accurato esame obiettivo da parte del
medico non giunge ad una diagnosi certa.
L’esame obbiettivo sarà, allora, completato da
accertamenti strumentali:
• Elettrocardiogramma
• Ecocardiogramma
Da esami di laboratorio:
• Il dosaggio nel sangue di alcuni enzimi.
Gli enzimi sono delle sostanze biologiche che iniziano
o accelerano determinate reazioni biochimiche.
Gli enzimi possono trovarsi ed agire all’interno delle
cellule; possono agire nel plasma sanguigno; possono
riversarsi all’esterno del luogo di produzione come accade
per gli enzimi digestivi.
Elettrocardiogramma:
attraverso l’uso di uno strumento
chiamato elettrocardiografo è
possibile registrare, utilizzando
appositi elettrodi, gli stimoli
elettrici che si formano nel cuore
e trasformarli in un segnale
grafico che prende il nome di
elettrocardiogramma.
Ecocardiogramma: questo esame è basato sul principio che un fascio di onde ultrasonore
viene riflesso quando incontra l’interfaccia tra due mezzi a densità diversa (miocardio
e sangue contenuto nelle cavità ventricolari). Questo fascio ultrasonico riflesso viene
captato da una sonda (la stessa che emette il fascio ultrasonico) e trasformato in un
segnale di tipo elettrico il quale, a sua volta, viene convertito in forma grafica, ricostruendosi
così immagini che corrispondono alle varie strutture del cuore in movimento.
pugliasalute
Gli enzimi studiati in occasione di lesioni
necrotiche (infarto) del miocardio sono:
• Aldolasi: è un enzima che partecipa all’utilizzo degli
zuccheri nel tessuto muscolare, nel fegato, nel cervello.
I suoi valori nel sangue degli infartuati si innalzano perché
l’enzima viene liberato dalle cellule cardiache morte
(necrotiche) per effetto dell’infarto.
• Creatinin fosfato o CPK. È presente nei muscoli
striati (il miocardio è un muscolo striato involontario) in
quanto favorisce le reazioni biochimiche che portano alla
contrazione muscolare. Una particolare varietà di questo
enzima, chiamato CPK-MB, si innalza improvvisamente
entro 4 – 6 ore dall’infarto.
• Transaminasi glutammico – ossalacetica o
GOT, presente anch’essa nelle fibre muscolari ed i cui
valori si innalzano perché immesse in circolo in gran
quantità dalle fibre del miocardio lesionate dalla necrosi.
• Lattico deidrogenasi o LDH è un enzima impegnato
nella demolizione dell’acido lattico, sostanza che si forma
durante l’attività muscolare e cellulare in genere e da cui
l’organismo deve liberarsi da evitare danni tossici da
accumulo. I valori della LDH, nel corso di infarto, subiscono
un aumento consistente.
• Troponina ultimo e più specifico enzima, quale spia
di sofferenza del muscolo cardiaco, in quanto partecipe
dell’attività muscolare. Sono i valori di una particolare
varietà (isoenzima) la troponina I, ad elevarsi nel sangue
dei soggetti infartuati entro 4 – 6 ore dall’episodio per
rimanere elevati per 5 – 10 giorni.
I valori della troponina si elevano, sebbene in misura più
ridotta, anche in sofferenza cardiaca diversa dall’infarto:
angina instabile; by pass coronario; insufficienza cardiaca
congestizia.
• Un enzima i cui valori, al contrario dei precedenti si
abbassano, è la Colinesterasi, composto da diverse
frazioni (isoenzimi) che si trova nel sangue e partecipa
alla sintesi dell’albumina.
- quarantuno -
maggio 2005