INTERVENTO PER STENOSI CAROTIDEA
Ident. Doc. RECL 06.09
Rev. 00
Data 01.06.16
Sig ___________________________________________________________________________
COS’E’ IL CONSENSO INFORMATO?
Il presente modulo viene consegnato al Paziente in previsione dell’intervento chirurgico, a
completamento di quanto già espresso verbalmente, per informarLo dei rischi e dei benefici
connessi all’operazione prevista, ed ottenere il Suo consenso informato. Tale atto, indispensabile e
previsto dalla legge, viene richiesto a tutela del malato, e non al fine di sollevare il medico dalle
responsabilità professionali. Si prega di leggere per esteso il documento prima di firmarlo,
rivolgendosi al medico dell’Unità Operativa per ogni eventuale chiarimento.
SONO STATO INFORMATO DAL Dr ______________________________________________
DI ESSERE PORTATORE DI UNA STENOSI (RESTRINGIMENTO) A CARICO DELLA
CAROTIDE _____________________________________________________________________
COS’E’ UNA STENOSI CAROTIDEA?
Le carotidi sono i principali vasi afferenti al cervello. La stenosi è dovuta alla malattia
arteriosclerotica della parete arteriosa, che in seguito al deposito di sostanze grasse, calcio ed altro
materiale sotto forma di una placca all’interno della carotide, ne determina una progressiva
chiusura.
QUAL E’ L’EVOLUZIONE DELLA MALATTIA IN ASSENZA DI TRATTAMENTO?
Questa stenosi può causare episodi di distacco di frammenti della placca o di coaguli, che vengono
trasportati dal sangue fino al cervello (embolizzazione); la placca può inoltre essere responsabile di
chiusura completa ed improvvisa della carotide (trombosi). Entrambe queste eventualità possono
determinare attacchi ischemici od ictus, con conseguente danno permanente al cervello,
caratterizzato da possibile paralisi o morte. Quando questo possa accadere non può essere stabilito
con esattezza, ma può avvenire in qualunque momento nei prossimi mesi-anni, come dimostrato da
studi epidemiologici.
QUALI SONO I POSSIBILI TRATTAMENTI E I LORO POSSIBILI INCONVIENIENTI?
L’intervento chirurgico di tromboendoarteriectomia (TEA) carotidea ha lo scopo di rimuovere
la placca della carotide, prevenendo l’insorgenza delle complicazioni descritte. L’operazione può
essere eseguita in anestesia locale o generale, e prevede una incisione laterale al collo dal lato
interessato dalla lesione, la temporanea chiusura (clampaggio) del segmento di carotide ristretto e
l’asportazione della placca stenosante. L’arteria viene quindi ricostruita con o senza l’impiego di
una pezza di allargamento, e riaperta al flusso.
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Nel 10% dei casi viene utilizzato un dispositivo di by-pass temporaneo (shunt) per consentire il
passaggio di sangue al cervello anche durante il periodo di tempo necessario per la rimozione della
placca. Questa procedura supplementare è adottata qualora compaiano segni di sofferenza
dell’encefalo al momento del clampaggio (o, se l’intervento è eseguito in anestesia locale, qualora si
osservi una riduzione della motilità del braccio opposto al lato della carotide operata). Questa
operazione è attualmente eseguita di routine, ma rimane una procedura delicata e non priva di
rischi, anche gravi. Per questo l’intervento viene proposto nei casi in cui la stenosi, per entità e
morfologia, risulti ad elevato rischio di accidenti cerebrali vascolari. Sono stato informato riguardo
le complicazioni che possono associarsi all’intervento, quali emorragia, ictus, perdita della parola,
danni cerebrali con possibile coma o danni permanenti alla motilità di un braccio o di una gamba.
Ciò può avvenire nell’1% dei casi. La morte può avvenire nell’1% dei casi. Possono inoltre
verificarsi danni anche irreversibili ad alcuni nervi cranici, con paralisi di una corda vocale ed
abbassamento della voce, deviazione della bocca, difficoltà alla deglutizione.
Abitualmente non sono richieste trasfusioni di sangue da donatore, poiché viene utilizzato il sangue
del paziente recuperato dal campo operatorio. In alcuni casi la quantità delle perdite di sangue è
tale da richiedere trasfusioni di sangue compatibile proveniente dall’emoteca (banca del sangue) e
possono subentrare reazioni a trasfusione o infezioni virali da cytomegalovirus, virus dell’epatite,
HIV.
Normalmente il decorso post-operatorio prevede, salvo complicazioni, tre giorni di degenza.
La procedura di angioplastica e stenting carotideo consiste nella dilatazione della stenosi
mediante pallone e nel successivo posizionamento di una reticella metallica (stent). La procedura
viene effettuata in corso di angiografia, eseguite normalmente per via transfemorale.
Questa procedura, anche se meno invasiva rispetto all’intervento chirurgico di
tromboendoarteriectomia carotidea, è comunque un intervento di rivascolarizzazione del cervello e
comporta dei rischi. Il successo della dilatazione dei restringimenti si ottiene nella grande
maggioranza dei casi; tuttavia se si verifica una chiusura acuta, una dissezione della carotide o la
rottura della placca durante la procedura, si possono avere delle complicanze anche mortali (1% dei
casi) o ictus cerebrale (2-7% dei casi).
E’ una procedura introdotta nella pratica clinica da pochi anni rispetto alla terapia chirurgica;
l’esperienza complessiva è ancora limitata. L’angioplastica con stenting è particolarmente indicata
nei casi di recidiva dopo endoarteriectomia carotidea, nei casi con anatomia “difficile” del collo
come dopo irradiazione di questa regione, o quando la stenosi è all’origine della carotide sull’arco
aortico, regione difficilmente raggiungibile chirurgicamente. Questo tipo di procedura trova
indicazione anche nei casi per i quali il rischio chirurgico è da considerare particolarmente elevato
per patologie concomitanti (presenza di altre malattie importanti). In questi casi, infatti, il rischio
chirurgico è sovrapponibile e talvolta superiore a quello dell’angioplastica.
Normalmente il decorso post-operatorio prevede, salvo complicazioni, due giorni di degenza.
QUALE TRATTAMENTO MI E’ STATO CONSIGLIATO?
TEA CAROTIDEA
ANGIOPLASTICA E STENTING CAROTIDEO
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L’indicazione all’una o all’altra scelta terapeutica viene posta di volta in volta in relazione alle
condizioni generali del Paziente, ai rischi cardiologici ed anestesiologici, ed alle particolarità
anatomiche del Paziente e della lesione da trattare. Anche nel mio caso sono state valutate le due
possibilità di trattamento e mi sono state spiegate le ragioni della scelta.
Rischi particolari legati al caso specifico del paziente:
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Affermo di avere chiaramente capito quale è la mia malattia ed il tipo di trattamento cui verrò
sottoposto/a ed a quali complicazioni posso andare incontro, e ho dato il mio assenso alla
programmazione dell’intervento chirurgico.
Consegnato il____________________
Firma del paziente1
________________________________
Firma del medico
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Firma di eventuale interprete
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Sottoscritto in data
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1
O della persona autorizzata ad acconsentire per il paziente se questi è minore o incapace di intendere e volere.
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