NONA LEZIONE – GALLERIA DI ISOMETRIE Ci sono quattro tipi di isometrie elementari: • • • • traslazioni riflessioni rotazioni glisso-riflessioni Le definizioni di traslazione, riflessione e rotazione sono elementari: • Nella traslazione ogni punto subisce lo stesso spostamento AI=A+ • • Nella riflessione ogni punto è mandato nel suo simmetrico rispetto ad un asse l Nella rotazione ogni punto descrive un arco di circonferenza centrato in un punto fisso O, detto centro della rotazione ; l’angolo al centro sotteso dall’arco è uguale per tutti i punti: esso è detto angolo della rotazione Traslazioni Riflessioni Rotazioni La definizione di glisso-riflessione è leggermente più complessa perché la glisso-riflessione nasce dalla composizione di due isometrie elementari: una traslazione ed una riflessione. • Si chiama glisso-riflessione lo spostamento composto da una riflessione e da una traslazione definita da un vettore parallelo all'asse della riflessione. Glisso-riflessione significa riflessione con scivolamento lungo l'asse. Non è importante l’ordine con cui si compongono la traslazione e la riflessione: il risultato finale è sempre lo stesso. Mettiamo in evidenza alcune caratteristiche importanti delle isometrie elementari. • Isometrie e punti fissi: Possiamo notare che le rotazioni e le riflessioni posseggono punti fissi, cioè punti che non subiscono alcun spostamento. Le rotazioni hanno un solo punto fisso, il centro della rotazione; le riflessioni ne hanno infiniti: tutti i punti dell’ asse della riflessione rimangono fissi. Si dice che l’ asse della riflessione è un asse fisso. Le traslazioni e le glisso-riflessioni non lasciano invece alcun punto fisso. L’asse della glisso-riflessione gode della proprietà che i suoi punti scorrono lungo l’asse stesso, cosicchè l’asse non si sposta. Si dice che l’asse della glisso-riflessione è un asse unito. Nelle traslazioni non c’è alcun asse che rimane fisso. Rimane invariata però la direzione delle rette: una qualsiasi retta è mandata in una retta parallela. • Isometrie e orientazione dei triangoli: Ad ogni triangolo si può assegnare una orientazione semplicemente decidendo un verso di percorrenza del suo perimetro. Scegliamo un ordine dei vertici, ad esempio l’ordine (A, B, C ) e conveniamo di percorrere il perimetro del triangolo nel verso che va da A a B e quindi a C. Questo verso può essere orario o antiorario. In questo modo distinguiamo i triangoli del piano in due categorie: quelli che sono orientati in senso orario e quelli che sono orientati in senso antiorario. La proprietà che vogliamo ora mettere in evidenza è che le traslazioni e le rotazioni preservano l’ orientazione dei triangoli, mentre le riflessioni e le glisso-riflessioni la cambiano. Ciò significa che ruotando o traslando un triangolo con orientazione oraria si ottiene ancora un triangolo con orientazione oraria ( e lo stesso vale per i triangoli con orientazione antiorario); in una riflessione il triangolo riflesso ha invece orientazione opposta all’orientazione del triangolo originale. Quindi operando una riflessione o una glisso-riflessione si trasforma un triangolo con orientazione oraria in un triangolo con orientazione antioraria (e viceversa). Si dice che le rotazioni e le traslazioni sono isometrie dirette e che le riflessioni e le glisso-riflessioni sono isometrie inverse. Queste proprietà sono rese evidenti dalle figure che seguono: La traslazione mantiene l’orientazione. La riflessione inverte l’orientazione La rotazione mantiene l’orientazione. La glisso-riflessione (in quanto contiene una riflessione) inverte l’orientazione Abbiamo così la seguente tavola di classificazione delle isometrie elementari: Ha punti fissi Mantiene l'orientamento dei triangoli traslazione NO SI rotazione SI SI riflessione Asse fisso NO glisso-riflessione Asse unito NO ISOMETRIE DIRETTE ISOMETRIE INVERSE Punto 4: composizione di isometrie elementari Comporre due isometrie significa eseguire le due isometrie l'una dopo l'altra nell'ordine prestabilito (l'ordine è importante in quanto influenza il risultato finale). Poiché ogni spostamento componente non altera le distanze, anche la trasformazione composta non altera le distanze e quindi il risultato della composizione di isometrie è ancora un'isometria. Si dice per questo che le isometrie formano un gruppo (chiusura rispetto alla composizione). Proviamo a comporre due isometrie elementari. Il risultato è sorprendente: componendo, in un qualsiasi modo, un numero arbitrario di traslazioni, rotazioni, riflessioni e glisso-riflessioni si ottiene sempre alla fine, o una traslazione o una riflessione o una rotazione o una glisso-riflessione. Non è cioè possibile costruire nuove isometrie componendo due isometrie elementari. Cominciamo a verificare questa proprietà in alcuni casi particolari. Partiamo dalla composizione di due riflessioni di assi l e m. Bisogna distinguere il caso in cui gli assi sono paralleli dal caso in cui gli assi si intersecano in un punto O. Caso 1: assi paralleli Consideriamo per semplicità il caso di due assi orizzontali posti ad una distanza di quattro quadretti. La figura mostra che, eseguendo la riflessione prima rispetto ad l e poi ad m, i punti P, Q ed R si spostano tutti verticalmente, verso l'alto, di otto quadretti. Risultato: la composizione di due riflessioni rispetto ad assi paralleli l e m (nell'ordine prima l e poi m) è una traslazione nella direzione perpendicolare agli assi, nel verso da l a m, di un segmento pari al doppio della distanza tra gli assi. Caso 2: assi concorrenti in O In ciascuna riflessione il punto P si mantiene equidistante da O. Quindi descrive un arco di circonferenza centrato in O. La figura mostra che l'angolo al centro nella doppia riflessione è due volte l'angolo formato dagli assi l ed m. Risultato: la composizione di due riflessioni rispetto ad assi l e m concorrenti in O, formanti fra loro un angolo , è una rotazione attorno ad O, nel verso da l ad m, dell'angolo 2 .