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TEORIE DELL'APPRENDIMENTO
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La conoscenza della psicologia dello sviluppo aiuta il docente a comprendere i
turbamenti dell'allievo, le sue azioni ed il suo comportamento. Gli psicologi, nel
tratteggiare le fasi evolutive del bambino si avvalgono del principio della crescita
fisica, della maturazione e dell'apprendimento. Per crescita fisica si intendono tutti
quei mutamenti che interessano il corpo, sia nella forma che nella dimensione, mentre
per maturazione si suole definire lo sviluppo degli istinti e di qualsiasi altro
comportamento non appreso. Questi due aspetti biologici sono influenzati
dall'ereditarietà e dall'ambiente.. Per quanto concerne il periodo dell'apprendimento,
esso risulta connesso non solo al condizionamento, che in tal caso non è altro che una
modifica del comportamento, ma anche dagli effetti dell'istruzione scolastica e
dall'influsso della realtà circostante.
La psicologia dello sviluppo si è orientata nelle seguenti scuole di pensiero :
1) Comportamentismo.
2) Psicodinamico.
3) Cognitivimo.
4) Umanistico.
Il comportamentismo definisce l'apprendimento una modifica del comportamento che
deriva dall'esperienza. Esse si basano sul condizionamento classico o rispondente di
cui il massimo rappresentante è Pavlov, e sul condizionamento operativo o
strumentale, definito anche skinneriano. L'assunto centrale del condizionamento
rispondente o classico è che l'associazione appresa tra un segnale di debole intensità
ed uno di forte intensità sia sufficiente allo stimolo più debole che può così evocare le
stesse risposte in origine controllate dallo stimolo più forte. Ne deriva, pertanto, che
uno stimolo che genera una risposta riflessa viene definito incondizionato prima di
essere appreso. Uno stimolo ripetuto, immediatamente successivo allo stimolo
appreso, che ha la capacità di evocare una risposta, diviene uno stimolo condizionato.
Nel condizionamento operativo o strumentale, di cui il maggiore esponente è Skinner,
l'apprendimento è descritto solo "in relazione al comportamento osservabile". Il
comportamento, quindi, può essere modificato organizzando forme di
condizionamento progressivo. In campo didattico Skinner ha esplicitato la sua teoria
del condizionamento strumentale elaborando un modello di istruzione programmata,
secondo il quale, occorre suddividere le discipline in brevi unità didattiche che
rendono più immediata la risposta dell'allievo. Tali sequenze rappresentano per
l'allievo degli stimoli positivi e gli consentono di "autovalutare" il proprio iter di
apprendimento nel momento in cui il docente interviene per correggere a caldo
l'errore. Ne consegue, quindi, che l'insegnante deve essere un erogatore di stimoli
positivi che aiutano il discente a regolare il proprio processo di apprendimento. Tale
teoria didattica, in realtà, è un procedimento individualizzato attraverso il quale
l'allievo acquisisce le conoscenze e matura la sua personalità secondo un ritmo di
apprendimento adeguato alle sue possibilità.
Il cognitivismo fonda i suoi studi sui processi mentali contrapponendo agli stimoli
ambientali dei comportamentisti l'attività umana. Lo psicologo cognitivista considera
la persona un generatore di informazioni, un sistema dinamico di potenzialità perché
ogni essere umano è unico e di conseguenza lo stimolo della sua personalità non è
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sottoposta a leggi comuni. La teoria sullo sviluppo cognitivo di Piaget, che può essere
considerato il precursore della psicologia cognitiva di cui Bruner e Vygotsky
rappresentano i maggiori esponenti, si articola in una successione rigida di quattro
stadi ognuno dei quali, però, presenta una certa discontinuità. Questi stadi sono
presenti in ogni bambino anche se non si susseguono con lo stesso ritmo.
Secondo Piaget l'intelligenza è frutto dei processi di assimilazione e accomodamento
attraverso i quali il bambino comprende ed interpreta le esperienze rapportandole a
ciò che conosce (assimilazione) e, nel contempo, le esperienze modificano le sue
conoscenze (accomodamento). Per assimilazione, si definisce l'uso che il bambino fa
dell'ambiente in relazione alle proprie strutture cognitive, mentre per accomodamento
si intende la modifica delle strutture mentali del soggetto che conosce l'ambiente.
Piaget definisce lo sviluppo cognitivo “una successione di modifiche nelle operazioni
mentali e di perfezionamenti nelle strutture figurative, oltre che nella
riorganizzazione periodica di tutto il sistema di strutture."
Nell'ambito del processo evolutivo, come è stato accennato, lo psicologo ginevrino
individua 4 stadi:
1) Stadio dell'intelligenza senso-motoria, da 0 a 2 anni che si divide in:
a) fase delle reazioni circolari primarie in cui il bambino prova piacere nel
ripetere le azioni che attirano la sua attenzione;
b) fase delle reazioni circolari secondarie dove ha inizio la causalità nel senso
che il bambino determina delle azioni che causano altre azioni;
c) fase della coordinazione di schemi secondari in cui si sviluppa la
consapevolezza della permanenza dell'oggetto;
d) fase delle reazioni circolari terziarie nella quale il bambino osserva ed
esplora gli oggetti secondo varie angolazioni e si nota un comportamento per tentativi
ed errori, simile al ragionamento.
2) Stadio dell'intelligenza pre-operatoria da 2 a 7 anni in cui si individua una fase
preconcettuale (2-4 anni) e una fase del pensiero intuitivo. In questo periodo il
bambino raggiunge una notevole padronanza del linguaggio, che usa, però, in modo
opportuno, conta solo l'aspetto delle cose ed esprime le proprie idee in modo
simbolico.
3) Stadio delle operazioni concrete dai 7 agli 11 anni circa in cui il bambino matura i
processi del pensiero, spiega ed analizza gli eventi.
4) Stadio delle operazioni formali corrispondente all'adolescenza in cui si raggiunge il
massimo livello di cognizione.
Bruner sostiene, a differenza di Piaget, che l'esperienza e l'educazione sono cause di
sviluppo. Egli, infatti, afferma che l'educazione e, quindi, il contesto culturale nel
quale il bambino vive, ha una notevole influenza. Infatti, lo sviluppo cognitivo si
esplica mediante tre diversi modelli di rappresentazione: esecutivo, iconico e
simbolico. Nel primo periodo il bambino acquisisce il controllo degli eventi
attraverso l'azione e lo sviluppo delle capacità motorie. Nel corso del secondo
periodo, definito iconico, nel bambino si crea l’intuizione mentale degli oggetti,
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mentre durante il terzo periodo si ha lo sviluppo del linguaggio. Bruner affida alla
scuola un ruolo essenziale perché essa, quale luogo deputato all'educazione istruzione intenzionale e sistematica, deve consentire, attraverso l'elaborazione dei
linguaggi, la produzione culturale e umana dell'allievo.
La teoria dell'istruzione elaborata dallo psicologo americano indica le esperienze e le
modalità che generano nell'allievo "la predisposizione ad apprendere". Essa secondo
Bruner, consiste nell'approccio del soggetto a diversi contenuti attraverso un
atteggiamento problematico e di "dubbio metodologico" che determinano un'attiva
partecipazione dell'allievo e costituiscono il presupposto di ogni azione volta
all'apprendimento . Infatti, il ragazzo che indaga sulle possibili soluzioni ad un
problema attiva, conserva e dirige il suo apprendimento. "In altri termini
l'esplorazione di possibili alternative richiede uno stimolo che la metta in moto, un
interesse che l'alimenti ed, infine, un criterio che le impedisca di procedere alla
cieca".1
L.Vygotsky, rifacendosi a Bruner, pone la centralità di fattori culturali nel processo
dello sviluppo cognitivo. Egli afferma che nel bambino sono presenti due momenti di
sviluppo: effettivo e potenziale. L'effettivo è "quel livello di sviluppo delle funzioni
psico intelletive del bambino che è stato raggiunto come risultato di uno specifico
processo di sviluppo già compiuto, mentre il potenziale è connesso al rapporto tra
pensiero e linguaggio. Pertanto, i bambini devono essere sostenuti nel loro processo
di evoluzione della personalità perché possano realizzarsi in modo autonomo.2
Gardner, discepolo di Bruner, sostiene che “tutti gli esseri umani sono capaci almeno
di sette modi diversi di conoscere il mondo, ovvero sono dotati di sette intelligenze”.
La teoria delle sette intelligenze multiple può trovare riscontro nella considerazione
che nel nostro sistema scolastico, nell’istruzione obbligatoria, tutte le discipline,
intese come forme di linguaggio interagiscono tra loro ai fini della formazione della
personalità del discente.
Gli studi di Piaget, Bruner e Vygotskji sono contributi fondamentali alle tesi dei
cognitivisti.
Nell' attuale elaborazione cognitivista si impongono due scuole:
 il modularismo, secondo cui la mente è organizzata per moduli specifici, a cui
corrispondono intelligenze specifiche (per Garder sono sette: linguistica,
musicale, spaziale, logico-matematica, corporeo-cinestetica, intrapersonale,
interpersonale);
 il connessionismo, che postula la mente come un tutt'uno che funziona in
parallelo.
Viene rielaborato il concetto di schema (di origine piagetiana), intendendolo come
organizzazione della conoscenza in relazione all'esperienza, cioè ricostruzione
astratta della realtà. L'azione è legata anche a dimensioni sociali, serve per realizzare
un collegamento esterno attivo, articolando tra loro processi mentali e processi
sociali, attività cognitiva ed emozionale. Gli stati emotivi positivi favoriscono
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BRUNER Verso una teoria dell'istruzione.
Vygotsky: Pensiero e linguaggio, Bari, La Terza.
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elaborazioni mentali più rapide. A livello di processo mentale è più funzionale la
rapidità rispetto all'accuratezza.
Il modello psicodinamico, di cui l’esponente più rappresentativo è S. Freud, si basa
sul fatto che le azioni umane sono causate da pulsioni biologiche e sociali per cui il
comportamento esteriore deve essere compreso solo in relazione a delle forze
interiori. Freud individua nello sviluppo della personalità delle fasi psicosessuali che
sono dominate da istinti non appresi e rivolti alla ricerca del piacere. L’individuo,
quindi, giunge alla gratificazione, stimolando il proprio corpo.
Le fasi evolutive sono così distinte :
1) fase orale (1 anno) in cui la bocca è per il bambino la fonte del piacere perché
egli soddisfa il bisogno della fame e stabilisce i primi contatti con l’ambiente ;
2) fase anale (2° e 3° anno) nella quale il bambino prova piacere nel controllo degli
sfinteri ;
3) fase fallica (3° e 4°anno) che è caratterizzata dall’esplorazione delle zone
genitali in seguito alla scoperta della diversità sessuali ;
4) fase della latenza (6-11 anni) in cui gli impulsi sessuali sono mitigati dal
crescere degli interessi sociali ;
5) fase genitale ove ha luogo la differenziazione sessuale.
Attraverso questi stage i bambini si identificano nel proprio ruolo sessuale,
superano la fase dell’amore per il genitore di sesso opposto ed intraprendono
un’attività eterosessuale.
Le teorie umanistiche si caratterizzano per la visione olistica della personalità che
tende alla propria autorealizzazione. I maggiori esponenti sono A. Maslow e C.
Rogers che hanno evidenziato come
l’impulso fondamentale verso
l’autorealizzazione sia ”un elemento organizzativo di tutte le varie forze, la cui
continua interazione crea ciò che una persona è”.
Maslow, che può essere considerato l’iniziatore di tale scuola, nel considerare che
l’innata tendenza dell’uomo all’autorealizzazione è fragile, individua una
motivazione da mancanza legata a bisogni fisico-logici e una motivazione da
crescita connessa ai bisogni della sicurezza, della stima, della conoscenza ecc.
Rogers, la cui teoria della personalità è centrata sulla persona, sul suo mondo
personale e sul campo fenomenologico, ritiene che lo sforzo costante
dell’individuo sia quello di realizzare il proprio potenziale innato. Dal punto di
vista didattico egli delinea una teoria fondata sulla centralità dell’alunno, secondo
la quale il docente deve aiutare l’allievo instaurando un clima di fiducia,
proponendo contenuti finalizzati alla soluzione di problemi e adottando strumenti e
metodi adeguati al fine di perseguire la maturazione globale della personalità del
discente.
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