Montichiari, 18 aprile 2015 Il supporto dietistico per le pazienti con carcinoma mammario in trattamento adiuvante Dott.ssa Dietista Alessandra Zanini Alimentazione e tumori Il ruolo della dieta nel mantenimento di un buono stato di salute e nella prevenzione delle malattie è noto fin dall’inizio della storia dell’uomo. A testimoniare la sua importanza, la WHO (World Health Organization) e la FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations) hanno dichiarato che l’alimentazione è sicuramente considerata uno fra i principali fattori ambientali in grado di influenzare l’induzione di malattie croniche non trasmissibili, tra cui in particolare il cancro, le malattie cardiovascolari e gli ictus. La comprensione del ruolo che la dieta riveste nello sviluppo di queste malattie appartiene ai giorni nostri dove, grazie a numerosi studi effettuati, è stata confermata l’esistenza di una relazione di causa-effetto. La causa principale è stata individuata nella variazione delle abitudini alimentari degli ultimi decenni. Nell’ultimo secolo, infatti, nei Paesi occidentali ricchi lo “stile alimentare” si è discostato dalla tradizionale alimentazione dell’uomo, andando a privilegiare cibi che in passato erano mangiati solo occasionalmente (come molti cibi di origine animale ad esempio le carni e latticini), o che non erano nemmeno conosciuti (come lo zucchero, le farine e gli oli molto raffinati), o che direttamente non esistono in natura (come determinati grassi che compongono le margarine). Questo “nuovo modo” di alimentarsi sempre più ricco di calorie, zuccheri, grassi e proteine animali, ed altrettanto povero di alimenti naturalmente completi come legumi, cerali, frutta e verdura, ha contribuito in maniera considerevole allo sviluppo delle malattie tipiche dei Paesi ricchi. Negli anni numerosi studi sono stati effettuati per capire la relazione tra alimentazione e tumori, e già all'inizio degli anni Ottanta era stato stimato dagli studiosi della United States Academy of Sciences che l'alimentazione poteva essere responsabile di circa il 30% delle morti per tumore nei Paesi occidentali. Le stime attuali non sono sostanzialmente cambiate (con un intervallo che varia dal 20 al 50%), e il cibo e i fattori nutrizionali sono tuttora molto rilevanti nell’eziologia della malattia, facendo della dieta la seconda causa di cancro dopo il fumo(1). Ovviamente l’influenza della dieta varia a seconda del tipo e della sede del tumore: per esempio i tumori del sistema ematopoietico (come le leucemia) non sono riconducibili all’alimentazione, mentre altri tumori più frequenti, come quelli del seno o del colon-retto, si ipotizza possano essere provocati anche dal cibo e dalle sostanze nutritive ingerite. Questo ha fatto si che l’attenzione nei confronti dell’eziologia del cancro, e del ruolo del regime dietetico, abbia portato a numerosissimi studi i cui esiti hanno fatto sorgere molteplici domande in merito all’effetto dell’alimentazione nei differenti stadi della malattia e agli effetti dei differenti componenti della dieta, facendo capire come da semplici cambiamenti della dieta si possa prevenire, ritardare o influenzare la crescita del cancro(2). In considerazione del fatto che il mantenimento di un adeguato stato nutrizionale può ridurre anche le complicanze legate alla terapia oncologica, contribuendo al benessere del paziente, risulta quindi fondamentale aiutare queste persone a ricercare un’alimentazione corretta e adeguata alle loro particolari necessità (1) e (2) “Alimentazione e tumori” – M. Giammanco, M. La Guardia, S. Giammarco, M. Giungi – Palermo – ARACNE editrice, 2008 Dal momento che i fattori nutrizionali sono in grado di svolgere un ruolo positivo o negativo nei confronti dello sviluppo di una neoplasia, i ricercatori hanno sottolineato che è proprio la composizione della dieta, piuttosto che l'azione delle singole "sostanze" ad essere una causa rilevante di malattie e rappresentare una potenziale condizione di rischio per molti tumori. Essendo la nostra alimentazione ricca e varia, è difficile comunque valutare il possibile ruolo dei singoli componenti della dieta; inoltre, proprio grazie alla varietà, l’alimentazione contiene sia fattori cancro-promotori che altrettanti fattori cancro-protettori, per cui l’effetto finale deve tenere conto di come, e quanto, queste due diverse classi di composti si compensino e bilancino in ciascun individuo. FATTORI CANCRO-PROMMOTORI FATTORI CANCRO-PROTETTORI MICOTOSSINE: legumi e cerali secchi IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI che si trovano nella carne grigliata AMINE ETEROCICLICHE derivate dalla cottura di carne e pesce NITRATI E NITRITI (additivi, conservanti e coloranti soprattutto usati nelle carni) CALORIE TOTALI DELLA DIETA GRASSI ANIMALI E ALCUNI GRASSI VEGETALI SALE CARNI ROSSE E INSACCATI LATTE E LATTICINI ALCOOL ZUCCHERO Fattori cancro-promotori RALLENTA LA CRESCITA DELLE CELLULE DEL TUMORE AL SENO, ALLA PROSTATA, AL TE’ VERDE CAVO ORALE E AI RENI! SOIA CURCUMA (associata al pepe nero che ne aumenta di 2000 volte all’assimilazione o nel CURRY dove sono già combinati insieme) FUNGHI LAMPONI FRAGOLE NOCI NOCCIOLE In coltura, abbatte la CIGLIEGIA resistenza alla chemioterapia MIRTILLO delle cellule del tumore al CANNELLA seno CIOCCOLATO FONDENTE MENTA, TIMO, MAGGIORANA, ORIGANO, ROSMARINO, PREZZEMOLO, BASILICO SEDANO ZENZERO CRUCIFERE: CAVOLO, VERZA, RAPA, RAPANELLO, BROCCOLO, CAVOLFIORE, RUCOLA AGLIO CONTENGOO MOLECOLE CHE CAROTENE: CAROTE, PATATE DOLCI, ZUCCHE, POMODORI, RALLENTANO LA CRESCITA CACHI, ALBICOCCHE, BARBABIETOLE E TUTTA LA FRUTTA E DEL CANCRO AL SENO, ALLA VERDURA DI COLORE ARANCIONE, ROSSO O GIALLO O VERDE PROSTATA, ALLA PELLE E AL ALGHE (IN PARTICOLARE KOMBU, NORI E WAKAME) COLON! Fattori cancro-protettori FLAVONOIDI: ARANCE, MANDARINI, LIMONI E POMPELMI MELAGRANA FOLATI: LEGUMI, SPINACI, BROCCOLI, LATTUGA ROMANA, CICORIA, VERDURE A FOGLIA VERDE, UVA VITAMINA C IN FRUTTA E VERDURA OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA VINO ROSSO VITAMINA D: SALMONE, SGOMBRO, SARDINE, ANGUILLE, ESPOSIZIONE DELLA PELLE AI RAGGI SOLARI OMEGA 3 SEMI DI LINO PROBIOTICI E PREBIOTICI: CIPOLLA, ASPARAGI, BANANA E FRUMENTO SELENIO: VERDURE E CEREALI BIOLOGICI, PESCE E FRUTTI DI MARE BETA-CAROTENE FIBRE CALCIO Fattori cancro-protettori Numerosi studi condotti sull’uomo mostrano che il rischio di sviluppare diversi tumori (colon, seno, prostata, ovaie) risulta considerevolmente inferiore in chi consuma pesce almeno due volte alla settimane La fibra alimentare sembra svolgere un ruolo protettivo nei confronti delle neoplasie del colon e della mammella; elevati consumi di frutta e verdura sono associati con un rischio nettamente ridotto per la gran maggioranza delle neoplasie LO STUDIO CHANGE VALUTAZIONE DEI CAMBIAMENTI DELLE ABITUDINI ALIMENTARI E DELLA DISGEUSIA DURANTE IL TRATTAMENTO CHEMIOTERAPICO: STUDIO PROSPETTICO DI COORTE DI PAZIENTI SOTTOPOSTE AL TRATTAMENTO CHEMIOTERAPICO PER NEOPLASIA MAMMARIA Obbiettivi: L’obbiettivo primario dello studio è quello di andare ad indagare i cambiamenti delle abitudini alimentari delle pazienti affette da neoplasia mammaria durante il trattamento chemioterapico. Gli obbiettivi secondari sono quelli di: - stimare l’incidenza dell’alterazione del gusto (disgeusia) nei pazienti sottoposti a chemitoerapia con taxani, l’eventuale andamento nel tempo e i tempi di risoluzione; - stimare la correlazione tra le modificazioni delle abitudini alimentari e delle disgeusia con le variazioni del peso corporeo; - valutare l’impatto del cambiamento delle abitudini alimentari e della disgeusia sulla qualità di vita, ansia, depressione, insonnia; - valutare l’influenza delle modificazioni delle abitudini alimentari e del peso sull’ “outcome” delle pazienti; - esplorare se insonnia, ansia, depressione possono avere un impatto sull’ “outcome”. Da cosa parte l’esigenza dello studio? Uno dei problemi più comuni correlati al moderno stile di vita e alle abitudini alimentari di oggi giorno è il sovrappeso e l'obesità, che sono uno dei maggiori fattori di rischio per lo sviluppo di molte patologie croniche come le malattie cardiache, respiratorie, il diabete mellito di tipo 2, l'ipertensione arteriosa e alcune forme di cancro. La correlazione tra obesità e cancro non è ancora stata chiarita definitivamente, ma molto studi hanno dimostrato un'associazione tra sovrappeso e incidenza di alcune forme di tumori, in particolare quei tumori ormone-dipendenti tra cui il tumore alla mammella, all'endometrio, alle ovaie e all'utero e gastrointestinali. Il sovrappeso e l’obesità rappresentano un fattore di rischio di tumore della mammella nelle donne in post-menopausa. Oltre ad un fattore di rischio, l’obesità alla diagnosi rappresenta, nella donna con tumore al seno in post-menopausa, un fattore prognostico sfavorevole, correlato cioè ad un rischio di recidiva precoce e di morte. Perche’ aumenta il peso? I fattori alla base di questo incremento sono diversi: • l’iperfagia legata in parte all’aumento dell’appetito indotto dalle terapie; • alcuni farmaci che favoriscono un accumulo di acido cloridrico nello stomaco, il quale crea sensazioni sgradevoli che possono essere scambiate per fame; • la chemioterapia induce la menopausa precoce, imputabile spesso ad un aumento di peso per modificazioni dell’assetto ormonale; • vi è una maggiore ritenzione idrica, che può causare edemi e gonfiore; • la sintomatologia depressiva associata e le conseguenti anomale attitudini alimentari; • il metabolismo più rallentato; • la fatigue e la conseguente riduzione dell’attività fisica. Selezione delle pazienti CRITERI DI INCLUSIONE Donne con diagnosi istologica di carcinoma infiltrante della mammella operato sia in pre che in post-menopausa CRITERI DI ESCLUSIONE • Malattia localmente avanzata o metastatica • Trattamenti pregressi di chirurgia o radioterapia (limitatamente all’anno precedente) in regione nasale o orale • Altre condizioni mediche gravi che possano limitare la capacità della pazienti di partecipare allo studio Tempistiche dello studio I cambiamenti sui cambiamenti delle abitudini alimentari e sulla disgeusia vengono somministrati con precise tempistiche: • in condizioni basali, prima dell’inizio delle terapie • dopo metà ciclo • al termine della chemioterapia • dopo 3, 6, 9, 12 mesi dalla fine del trattamento chemioterapico Le stesse tempistiche vengono rispettate anche per i questionari sulla qualità di vita. Cosa indaga questo studio? Peso, altezza, BMI (indice di massa corporea), variazione del peso, rischio di malnutrizione (MUST) Dieta attuale, diete pregresse, attività fisica, frequenza di consumo e porzioni consumate delle principali categorie di alimenti, variazione nel tempo delle abitudini alimentari Presenza dei principali sintomi dovuti al trattamento chemioterapico: stipsi, diarrea, meteorismo, nausea, vomito, astenia, aumento o diminuzione dell’appetito, alterazione del gusto La potenziale relazione con ansia, depressione, insonnia e qualità di vita, attraverso la somministrazione di un questionario specifico Esami biochimici Stato pre o post-menopausa, altre patologie concomitanti, i farmaci assunti e il tipo i chemioterapia/ormonoterpia da effettuare Presenza di cancro regresso, tipo di intervento, isotopo, ecc. Schede usate per lo studio CHANGE presso la Breast Unit degli Spedali Civili di Brescia Schede usate per lo studio CHANGE presso la Breast Unit degli Spedali Civili di Brescia Schede usate per lo studio CHANGE presso la Breast Unit degli Spedali Civili di Brescia Schede usate per lo studio CHANGE presso la Breast Unit degli Spedali Civili di Brescia Schede usate per lo studio CHANGE presso la Breast Unit degli Spedali Civili di Brescia Gli effetti collaterali delle terapie oncologiche Gli effetti collaterali della chemioterapia costituiscono un aspetto molto importante e non trascurabile di questo tipo di trattamento che, se pur temporaneo, altera la qualità di vita della persona in cura. Purtroppo sappiamo bene come la tossicità dei farmaci antitumorali non vada a colpire solo le cellule “incriminate” ma colpisca anche le cellule sane, e in particolare quelle con una proliferazione attiva come il midollo osseo, la cute, i bulbi piliferi e le mucose che rivestono la bocca e il tubo digerente. Bisogna sottolineare però che gli effetti collaterali non colpiscono tutti i soggetti sottoposti a questo tipo di terapie, e che le reazioni possono essere diverse a seconda dell’età, delle condizioni generali, delle malattie concomitanti e dello stato emotivo del paziente. Inoltre gli effetti collaterali possono variare notevolmente da un ciclo chemioterapico all’altro e in base alla tipologia di terapia scelta. D’altro canto l’assenza di effetti collaterali non deve essere interpretata come un segno di mancanza di validità della terapia. L’alterazione del gusto Molto spazio all’interno di questo studio viene dedicato all’alterazione del gusto, dal momento che in letteratura esiste ad oggi ancora poco materiale a tal proposito. La disgeusia consiste in un’anormale o alterata percezione del gusto, che viene riconosciuta andando a indagare la percezione del sapore salato, dolce, amaro, acido e umami. La disgeusia comporta avversione per il cibo, selezione di particolare alimenti spesso ipercalorici o scarsa introduzione di cibo, fino alla malnutrizione. All’interno dello studio CHANGE viene indagata la presenza di questo sintomo grazie alla somministrazione di un questionario specifico, chiamato CITAS che è una scala di valutazione dell’alterazione del gusto indotta da chemioterapia. Schede usate per lo studio CHANGE presso la Breast Unit degli Spedali Civili di Brescia L’educazione alimentare Lo studio WINS (Women’s intervention nutrition study) che ha coinvolto 2437 pazienti con neoplasia mammaria operata in post-menopausa, ha evidenziato come le pazienti che seguivano una dieta a basso contenuto di grassi hanno riportato una significativa riduzione del rischio di recidiva pari al 24%. È per questo motivo che al termine delle terapie le pazienti inserite in questo studio vengono inserite in un percorso di educazione alimentare personalizzato, con obbiettivo primario quello di tenere sotto controllo il peso corporeo, riducendolo per chi già parte da una condizione di sovrappeso o obesità, e tenendolo sotto controllo soprattutto in quelle donne che dovranno proseguire con una terapia ormonale nei 5 anni successivi alla fine del trattamento. L’educazione alimentare che viene fatta prende le sue direttive a partire dalle raccomandazioni che il Fondo Mondiale per la ricerca sul Cancro ha stilato negli ultimi anni. Le raccomandazioni WCRF Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF), la cui missione è di promuovere la prevenzione primaria dei tumori attraverso la ricerca e la divulgazione della conoscenza sulle loro cause, ha concluso un’opera ciclopica di revisione di tutti gli studi scientifici sul rapporto fra alimentazione e tumori. Ecco riassunti i risultati della ricerca in 10 raccomandazioni. Nonostante il limite dei pochi studi sulla prevenzione delle recidive, le raccomandazioni alimentari per la prevenzione del cancro valgono anche per chi si è già ammalato e vuole prevenire l’insorgenza di possibili recidive future. Raccomandazione 1: Mantenersi snelli per tutta la vita Per conoscere se il proprio peso è in un intervallo accettabile è utile calcolare l’Indice di massa corporea (bmi). BMI = peso in Kg / altezza in metri elevata al quadrato Ad esempio una persona che pesa 70 kg ed è alta 1,74 BMI = 70 / (1,74 x 1,74) = 23,1 Il valore che risulta dovrebbe rimanere nell'intervallo del normopeso che si colloca tra fra 18,5 e 24,9 secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità Raccomandazione 2: Mantenersi fisicamente attivi tutti i giorni E’ sufficiente un impegno fisico pari a una camminata veloce per almeno mezz’ora al giorno; man mano che ci si sentirà più in forma, però, sarà utile prolungare l’esercizio fisico fino ad un’ora o praticare uno sport o un lavoro più impegnativo. L’uso dell’auto per gli spostamenti e il tempo passato a guardare la televisione sono i principali fattori che favoriscono la sedentarietà nelle popolazioni urbane. Raccomandazione 3: Limitare il consumo di alimenti ad alta densità calorica ed evitare il consumo di bevande zuccherate Sono generalmente ad alta densità calorica i cibi industrialmente raffinati, precotti e preconfezionati, che contengono elevate quantità di zucchero e grassi, quali i cibi comunemente serviti nei fast food o le “merendine” sia dolci che salate. Si noti la differenza fra “limitare” ed “evitare” di questa raccomandazione. Se occasionalmente può essere mangiato un cibo molto grasso o zuccherato, ma mai quotidianamente, l’uso di bevande gassate e zuccherate è invece da evitare, anche perché forniscono abbondanti calorie senza aumentare il senso di sazietà. Lo sapevi che..? Sai quanto zucchero è contenuto in una lattina o in una bottiglia di una bevanda dolcificata? 1 lattina da 250 ml 27 grammi di zucchero 3 cucchiai colmi da cucina 1 bottiglia da 1,5 litri 162 grammi di zucchero 18 cucchiai colmi da cucina Raccomandazione 4: Basare la propria alimentazione prevalentemente su cibi di provenienza vegetale, associati a cereali non industrialmente raffinati e legumi in ogni pasto e un’ampia varietà di verdure non amidacee e di frutta Raccomandazione 5: Limitare il consumo di carni rosse ed evitare il consumo di carni conservate Le carni rosse comprendono le carni ovine, suine e bovine, compreso il vitello. Non sono raccomandate, ma per chi è abituato a mangiarne si raccomanda di ridurne il consumo drasticamente. Si noti la differenza fra il termine di “limitare” (per le carni rosse) e di “evitare” (per le carni conservate, comprendenti ogni forma di carni in scatola, salumi, prosciutti, wurstel), per queste ultime non si può dire che vi sia un limite al di sotto del quale probabilmente non vi sia rischio. Raccomandazione 6: Limitare il consumo di bevande alcoliche Non sono raccomandate, ma per chi ne consuma si raccomanda di limitarne l'utilizzo, solamente durante i pasti ad una quantità pari a: un bicchiere di vino (da 120 ml) al giorno per le donne due bicchieri di vino (da 120 ml) per gli uomini La quantità di alcol contenuta in un bicchiere di vino è circa pari a quella contenuta in una lattina di birra e quella di un bicchierino di un distillato o di un liquore. Raccomandazione 7: Limitare il consumo di sale (non più di 5 g al giorno) e di cibi conservati sotto sale Evitare cibi contaminati da muffe (in particolare cerali e legumi) Assicurarsi quindi del buon stato di conservazione dei cereali e dei legumi che si acquistano, ed evitare di conservarli in ambienti caldi ed umidi. Raccomandazione 8: Assicurarsi un apporto sufficiente di tutti i nutrienti essenziali attraverso il cibo Di qui l’importanza della varietà. L’assunzione di supplementi alimentari (vitamine o minerali) per la prevenzione del cancro è invece sconsigliata. Raccomandazione 9: Allattare i bambini al seno per almeno 6 mesi Anche allattare i figli aiuta a combattere il tumore del seno, perché l'allattamento consente alla cellula del seno di completare la sua maturazione e quindi di essere più resistente a eventuali trasformazioni neoplastiche. Raccomandazione 10: Non Fumare! A partire da queste raccomandazioni viene quindi impostato un lavoro di educazione alimentare e di miglioramento delle abitudini di ogni paziente, secondo i bisogni personali di ogni persona, la correlazione con altre patologie o esigenze individuali. Molti sono i progetti futuri e tanto il lavoro ancora da fare per poter continuare la ricerca in questo campo. Tra i progetti futuri che vorremmo proporre prossimamente c’è sicuramente il provare a fare dei brevi incontri di educazione alimentare anche con i famigliari dei pazienti, da un lato per cercare di nutrire la paziente nel miglior modo possibile, dall’altro per cercare di correggere le abitudini alimentari dell’intera famiglia e quindi anche per cercare di prevenire le recidive attraverso anche una buona alimentazione, oltre ovviamente aumentare la compliance della paziente stessa. Un aspetto fondamentale che viene ribadito anche alle pazienti durante tutta la fase del trattamento è che in ogni caso non bisogna rischiare di far diventare l’alimentazione un’ossessione, causandosi un forte stress psichico e ansia carrellata a eventuali “sgarri” o imprecisioni. CAMBIARE ABITUDINI ALIMENTARI DEV’ESSERE UN PPROCESSO GRADUALE! Il ruolo della dietista in oncologia Considerando la stretta correlazione tra alimentazione e cancro, in tutte le sue fasi, risulta quindi di fondamentale importanza un supporto dietistico per questo tipo di pazienti. Supporto che assume molta importanza nelle diverse fasi della malattia: • • • • prevenzione; assistenza durante il periodo delle terapie; prevenzione delle recidive; accompagnamento del paziente nelle fasi terminali, nei casi peggiori. La figura della dietista si deve inserire in un’equipe multidisciplinare formata da medici e infermieri, psicologi e tutte le figure di supporto utili nella cura di queste patologie. Fondamentale risulta personalizzare il piano alimentare e accompagnare le pazienti verso il cambiamento della propria alimentazione, mantenendo e valorizzando le abitudini sane, e andando a modificare quelle errate per raggiungere un equilibrio che sia adatto ad ogni persona e al suo stile di vita. Conclusioni Il campo del rapporto tra alimentazione e cancro è ancora da esplorare, e risulta di fondamentale importanza per avere un approccio multidisciplinare che prenda in considerazione la persona nel suo insieme, non solo concentrandosi sulla malattia in sé, ma considerando nell’insieme il “sistema” in cui questa malattia viene a formarsi. Sarebbe quindi importante riuscire a fornire al paziente, e alla sua famiglia, la disponibilità di integrare le cure convenzionali insieme a quelle che oggi non lo sono, come l’alimentazione, la gestione dello stress e degli aspetti emotivi, l’attività fisica, ecc. in modo da portare la persona a raggiungere una migliore qualità della vita, contenendo contemporaneamente anche gli effetti collaterali delle terapie convenzionali. È questo il futuro dell’oncologia per avere delle risposte migliori alle terapie e per poter dare maggior benessere possibile alle persone che si trovano a dover affrontare queste patologie. Grazie dell’attenzione! Dott.ssa Dietista Alessandra Zanini