PROPOSTA PROVA ESPERTA A.S. 2015/16 CLASSI SECONDE GRAFICHE prof. Troilo L'ALIMENTAZIONE NEL MEDIOEVO IL CIBO HA AVUTO UN RUOLO CENTRALE NELLA STORIA DELL’ UMANITA’: NUTRIRSI È SEMPRE STATO IL PRIMO BISOGNO DELL’ UOMO. PARLARE DELL’ ALIMENTAZIONE DI UN’ EPOCA CI FA SUBITO CAPIRE COME VIVEVANO E QUALE ERA LA LORO CONDIZIONE. IN TUTTA L’ EUROPA NEL MEDIOEVO, I PRODOTTI PER L’ ALIMENTAZIONE PROVENIVANO DAGLI ORTI E DAI CAMPI COLTIVATI ATTORNO AI VILLAGGI. ALTRI ALIMENTI VENIVANO RACCOLTI DAI BOSCHI E NELLE FORESTE , AD ESEMPIO GHIANDE, RADICI, FUNGHI, FRUTTI SPONTANEI. RICORDIAMO INOLTRE CHE, DOPO IL 1.000, LA RICERCA DEL CIBO DIVIENE PIÙ DIFFICILE A CAUSA DELL’ AUMENTO DELLA POPOLAZIONE, DELLA DIMINUZIONE DEI TERRENI DA COLTIVARE PER LA PRESENZA SUL TERRITORIO DI ZONE DI PASCOLO, DI CACCIA E DI PESCA RISERVATE AI SIGNORI. LA CARNE SCARSEGGIAVA E DIVENNE SINONIMO DI ABBONDANZA E DI PROSPERITA’, I POCHI ANIMALI DOMESTICI SONO ESSENZIALI PER SVOLGERE IL DURO LAVORO DEI CAMPI. UNA DELLE IMMAGINI TIPICHE DEL MEDIEVO È IL MOMENTO DEL BANCHETTO: A TAVOLA LA SEDIA DEL SIGNORE ERA LA PIU' ELEVATA. I CIBI PREFERITI DAI NOBILI ERANO LE CARNI ARROSTITE, LO STESSO CARLO MAGNO ERA MANGIATORE DI ARROSTI ED È’ PER QUESTO CHE SOFFRIVA DI GOTTA. MANGIAVANO CARNI BIANCHE (CAPPONI, OCHE, GALLINE, POLLI) E ROSSE (MANZO E MAIALE), MA SOPRATTUTTO SELVAGGINA COME CERVI E CINGHIALI. LA CACCIA ERA INFATTI UNA DELLE ATTIVITÀ PREFERITE DAI NOBILI CHE ANDAVANO A CACCIA PER DUE MOTIVI: ALLENARSI ALL’ USO DEI CAVALLI E DELLE ARMI POICHÉ’ LA GUERRA ERA IL LORO MESTIERE E PER PROCURARSI LE CARNI PER I BANCHETTI. GUAI SE QUALCHE POPOLANO UCCIDEVA UN CAPO DI GROSSA SELVAGGINA, POTEVA ESSERE PUNITO CON IL TAGLIO DELLA MANO O L’ ACCECAMENTO. SI MANGIAVANO POCHE VERDURE, FRUTTA E LEGUMI, SCONSIGLIATE DAI MEDICI PERCHÉ POCO DIGERIBILI. IL MIELE ERA PRATICAMENTE L'UNICO DOLCIFICANTE CONOSCIUTO PERCHÉ LO ZUCCHERO, PRODOTTO INIZIALMENTE SOLO DALLA CANNA DIFFUSA DAGLI ARABI, NON ERA ANCORA MOLTO COMUNE. PER CUOCERE I CIBI SI USAVA SOPRATTUTTO LA BOLLITURA CHE UTILIZZAVA MOLTE SPEZIE COME AD ESEMPIO IL PEPE, USATO ANCHE COME MERCE DI SCAMBIO, IL CORIANDOLO, LA NOCE MOSCATA ECC., CHE OLTRE AD INSAPORIRE I CIBI NE RITARDAVANO LA DECOMPOSIZIONE; GLI STESSI ARROSTI ERANO PRIMA BOLLITI E POI INFILATI NELLO SPIEDO. IL PRANZO DEL SIGNORE INIZIAVA DI SOLITO CON I VINI BIANCHI O ROSSI E CONFETTURE DI ZUCCHERO, SEGUIVANO LE CARNI SERVITE CON INTINGOLI VARI FATTI CON MANDORLE, ZUCCHERO E ALTRE SPEZIE. SI AGGIUNGEVANO FORMAGGI E TORTE CON STRATI DI POLLO, SALSICCE, CIPOLLE, DATTERI, MANDORLE, ZUCCHERO E DESSERT AL MIDOLLO DI BUE ALLE MANDORLE E AL MIELE. C’ERA POI LA FRUTTA: LIMONI, ARANCE, ALBICOCCHE PORTATE IN EUROPA DAGLI ARABI. I PASTI ERANO RALLEGRATI DA SUONATORI, GIULLARI E MENESTRELLI. L'ALIMENTAZIONE DEI CONTADINI ERA PIÙ' POVERA E COMPRENDEVA ALIMENTI CHE POTEVANO SOSTITUIRE LA CARNE, COME I LEGUMI. CON I MIGLIORAMENTI DELL'AGRICOLTURA I CONTADINI SI NUTRIRONO PREVALENTEMENTE DI CEREALI; MA LE PASTE ALIMENTARI FURONO PRODOTTE SOLO A PARTIRE DAL XIII SEC. LE GENTI DEL MEDIOEVO NON FURONO GRANDI CONSUMATRICI DI PESCE. IN GENERE, A QUELLO DI MARE, PREFERIVANO QUELLO D'ACQUA DOLCE. LE MOTIVAZIONI ERANO SEMPLICI: ERA PIÙ FACILE DA CATTURARE, PIÙ ACCESSIBILE, RICHIEDEVA MEZZI MENO COSTOSI PER ESSERE PESCATO E IL SUO PREZZO AL CONSUMO ERA PIÙ BASSO. I NUMEROSI GIORNI DI DIGIUNO IMPOSTI DALLA CHIESA IMPONEVANO LA RINUNCIA ALLA CARNE, MA NON ACCENNAVANO ALL'OBBLIGO DI MANGIARE PESCE. DALLE FREDDE ACQUE DELL'EUROPA SETTENTRIONALE PERÒ SI COMMERCIAVA IN TUTTA EUROPA L'ARINGA, FINO A COSTITUIRE PER I PAESI COSTIERI UN VERO E PROPRIO BUSINESS. DIETA MEDITERRANEA E SOSTENIBILITA'ECONOMICA ED AMBIENTALE Secondo la definizione della FAO, sono sostenibili i modelli alimentari che hanno un basso impatto ambientale e contribuiscono alla sicurezza alimentare e ad uno stile di vita sano per le generazioni attuali e future. Un’alimentazione sostenibile rispetta la biodiversità e gli ecosistemi, è culturalmente accettabile e accessibile, economicamente sostenibile, adeguata dal punto di vista nutrizionale e contribuisce ad ottimizzare le risorse naturali e umane. In altre parole, una dieta sostenibile non deve generare effetti negativi a lungo termine sulla salute, sull'ambiente, sulla società e sull'economia. La Dieta Mediterranea (DM) è sostenibile a 360°, anzi è uno dei modelli alimentari più sostenibili per l’ambiente e la salute, come confermano numerose evidenze scientifiche. Purtroppo, però, nel nostro paese l’aderenza alla Dieta Mediterranea sta diminuendo. A questo mutamento non è estraneo il favore di cui godono sui Media e nel web le diete iperproteiche. È stato quindi condotto uno studio con l’obiettivo di confrontare l’impatto ambientale e il costo (settimanale e giornaliero a persona) della DM rispetto ad una dieta iperproteica e agli attuali consumi alimentari della popolazione italiana . L’impatto ambientale settimanale, per il solo ciclo produttivo degli alimenti, è stato calcolato secondo gli indicatori: Carbon Footprint (kg CO2 eq/Kg di prodotto), Water Footprint (litri/Kg di prodotto), Ecological Footprint (m2/Kg di prodotto) (BCFN, 2011). Dal punto di vista ambientale, la DM ha un impatto significativamente minore rispetto a una dieta iperproteica, ma anche ai consumi reali della popolazione. Dal punto di vista dei costi, seguire un’alimentazione di tipo mediterraneo comporta una spesa settimanale e giornaliera a persona significativamente minori rispetto a una dieta iperproteica. La Dieta Mediterranea è dunque più sostenibile in termini ambientali, ma regge anche il confronto in termini economici. Sulla base di dati ISTAT 2013 si è evidenziata una diversa ripartizione della spesa per i vari gruppi alimentari: si consumano più carni e meno frutta, verdura, latte e derivati e uova rispetto a quanto previsto dalla DM. Il tendenziale abbandono del modello alimentare basato sulla Piramide Alimentare non sembra, cioè, dovuto al maggior prezzo. Piuttosto, vi sarebbe una differenza tra prezzo sostenuto e costo percepito, che è determinato da numerosi fattori non economici. È anche per questa ragione che l’informazione e l’educazione delle persone sono così importanti: basta poco per ritornare a un’alimentazione più sana e sostenibile per la salute e per l’ambiente, come quella mediterranea, senza eccessivi costi. E ne vale la pena.