ARISTOFANESCA
Storia teatrale ispirata a
“ LE DONNE IN PARLAMENTO” DI ARISTOFANE
Cosa succederebbe (si chiedeva Aristofane nel V secolo a.C.) se le donne prendessero il
potere? Purtroppo non cambierebbe nulla, è la risposta: Atene ( o un’altra città)
precipiterebbe ugualmente nell’anarchia e nell’ingovernabilità, per colpa di una comunità
che pensa soltanto a soddisfare i bisogni primari e ha perso interesse verso qualsiasi
aspetto del vivere sociale e civile…
Le donne al parlamento è una commedia di Aristofane andata in scena per la prima volta
ad Atene, alle Lenee del 391 a.C. La commedia narra di un gruppo di donne, con a capo
Prassagora , che decidono di tentare di convincere gli uomini a dar loro il controllo di
Atene, perché in grado di governare meglio di loro, che stanno invece portando la città alla
rovina. Le donne, camuffate da uomini, si insinuano nell’assemblea e votano il
provvedimento, convincendo alcuni uomini a votare a favore, poiché era l’unica cosa che
non fosse ancora stata provata. Una volta al potere, deliberano che tutti i possedimenti e il
denaro vengano messi in comune per essere amministrati saggiamente dalle donne. La
commedia mette in ridicolo gli uomini e si chiude infine con un grande banchetto cui
partecipa tutta la cittadinanza. Nella mia storia ho voluto ironizzare un po’ sul genere
maschile e sulle lagne dei maschi. Se l'organizzazione sociale facesse godere dei benefici
del potere in maniera "distributiva" la questione di genere non soltanto non esisterebbe, ma
non avrebbe bisogno di essere giocata, rappresentata, giustificata come questione di merito,
uguaglianza, giustizia, parità. E’ una questione di Democrazia. Aristofane non sapeva nulla
di "femminismo" ma era un grande drammaturgo e pensava che, nella vita, come in teatro,
bastasse cambiarsi d'abito per cambiare identità. Perché a volte, provare ad essere, può
significare essere veramente. Uno spettacolo carico di energia e passione, fisico, caldo ed
eseguito in scena dai bravi interpreti in una dimensione senza tempo: ieri come oggi.
Una scenografia sognante sempre con quella “luna” che accompagna la nostra filosofia e
che ci restituisce la naturalezza delle cose. Lo spettacolo propone riflessioni di
sconvolgente attualità, che non possono non colpire gli spettatori in questo momento di
grave crisi: fino a che punto bisogna arrivare perché una comunità prenda coscienza che per
sopravvivere è necessario un cambiamento profondo e radicale? Come liberarsi dei
governanti corrotti, incapaci e disonesti? Che cosa succede quando sono gli esclusi dalla
politica a prendere il potere? Possiamo solo sperare che una Prassagora moderna arrivi
anche per noi a risolvere la situazione …
Interpreti
Alessandra Restuccia, Anna Scialoja, Emanuela Anzani, Franca Finazzo
Marco Wenk, Roberto Poncetta.
Scenografia di Pietro Introzzi
Testo, regia e ricerca musicale di Miriana Ronchetti
Sono aperte le prenotazioni ai Corsi 2015-2016…inizio il 15 settembre
IL GRANDE VOLO
Storia ispirato a “Gli uccelli” di Aristòfane
Non erano tempi sereni quelli in cui visse Aristofane che, ateniese, era destinato ad
assistere alla sconfitta della propria città. Proviamo a pensare alla nostra attuale società…
In quelle drammatiche circostanze Aristofane non scelse, come avrebbe potuto, di distrarre
il pubblico mettendo in scena opere che non avessero alcuna attinenza con la situazione
storica; al contrario, in piena sintonia con l’impegno politico che aveva sempre
contraddistinto la commedia archaia , parlò della guerra e prese decisamente posizione
contro perché in tutte le sue opere un concetto viene più volte trattato, tramite le riflessioni
dei personaggi. La convinzione che la guerra, la disonestà nell’amministrazione di una città,
l’inconcludenza degli uomini fossero un male per l’umanità , non solo per la propria città
ma per il mondo intero, è qualcosa che anche noi , gente del 2000 proviamo e sentiamo
sempre più intimamente. E’ una realtà sociale che ancora oggi opprime l’umanità e noi ,
tramite l’arte della poesia e della fantasia teatrale, vorremmo portare come uno stendardo
alto e gridare al cielo che soltanto la pace potrà garantire al popolo, cioè alla gente comune,
all’attore e allo spettatore, benessere e serenità. Una messinscena breve, con un piccolo
spunto al testo del grande autore greco; un testo che ho appositamente redatto per i miei
allievi che hanno saputo tenere fede, se pur fra infinite difficoltà, con la loro costanza e
tenacia, a una scommessa fatta con se stessi; un gioco difficile, quello del teatro, che non è
accessibile a tutti. E’ un percorso che richiede umiltà, comprensione dell’altro e della
situazione, l’accettazione del proprio errore senza cercare capri espiatori al di fuori delle
personali pareti, per poi migliorare e riscattarsi.
” Solo l’arte, la passione ,la bellezza, l’amore verso un ideale salveranno il mondo”
Soggetto:
Un piccolo gruppo di umani folli e incapaci di trovare una ragione al proprio vivere,
abitanti nella stessa città divenuta oramai inabitabile, si incontrano insoddisfatti senza più
meta né obiettivi. Decidono così di andare a vivere nel cielo, chiedendo prima il permesso
al popolo degli uccelli. Questi, prima di acconsentire, vogliono assicurarsi che gli umani si
comporteranno bene e non trasgrediranno a nessuna regola. La commedia è ispirata al testo
bellissimo di Aristofane che è eternamente attuale come sempre imperituri sono i sogni, le
speranze e i desideri degli uomini. Purtroppo, la loro abitudine a non mantenere la parola
data, li farà sloggiare anche da quel regno ma un imprevisto svelerà loro la giusta via per
trovare la città dove potranno vivere felici per sempre…senza andare tanto lontano.
Interpreti
Anna Lucati, Mariateresa Carminati, Nino Famulari, Salvo Scarlata, Stefania Pastore.
Danzatrici : Gigliola Foglia, Barbara Sallusti
Scenografia di Pietro Introzzi – Fotografia di Alessandro Auletta
Si ringrazia Alessandro Quasimodo per la partecipazione, con la sua voce.
Testo- regia e ricerca musicale di Miriana Ronchetti
Associazione artistica orizzonti inclinati
www.teatroarte.it