Anteprima Estratta dall` Appunto di Psicopatologia

Anteprima Estratta dall' Appunto di
Psicopatologia
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Facoltà : Sc.Politiche
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PSICOPATOLOGIA DELLO SVILUPPO (prof. Benvenuti)
Riassunto del libro “Introduzione alla psicopatologia descrittiva” di Andrew Sims
Capitolo1 “I concetti fondamentali della psicopatologia descrittiva”
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La psicopatologia è lo studio sistematico delle esperienze, delle cognizioni e dei comportamenti
abnormi; è lo studio dei prodotti di una mente alterata. La psicopatologia descrittiva consiste nella
descrizione precisa e nella categorizzazione delle esperienze abnormi così come esse sono riferite
dal paziente e osservate nel suo comportamento. Esistono due parti distinte della psicopatologia
descrittiva:
1. L’osservazione del comportamento che è estremamente importante; l’oggettività è cruciale,
ma è anche necessario andare oltre l’osservazione del solo comportamento.
2. La valutazione empatica dell’esperienza soggettiva che consiste nella valutazione delle
esperienze soggettive. Empatia, letteralmente, significa “ sentirsi nei panni di un altro”.
Nella psicopatologia descrittiva, il concetto di empatia è uno strumento clinico che deve essere
usato per misurare lo stato soggettivo interno di un’altra persona, impiegando come criterio le
capacità dell’osservatore di avere esperienze emotive e cognitive. Si opera attraverso domande
precise finché il medico è in grado di dare al paziente un resoconto della sua stessa esperienza,
verificando se quest’ultimo la riconosce come sua.
Comprendere le esperienze soggettive di una persona che soffre può di per sé essere di aiuto al
paziente perché aumenterà la sua fiducia nella terapia. I sintomi si aggregano tra di loro in
configurazioni particolari e per questo motivo possiamo parlare di differenti malattie mentali. La
psicopatologia descrittiva evita spiegazioni teoriche per questi eventi psichici: classifica e descrive
le esperienze abnormi quali esse vengono riferite dal paziente e sono osservabili dal suo
comportamento. Quindi possiamo dire che la psicopatologia descrittiva implica aspetti soggettivi
(fenomenologia) e aspetti oggettivi (descrizione dei comportamenti). Lo studio della
fenomenologia aumenta le capacità diagnostiche, ignorarla può avere serie ripercussioni sulla cura
del paziente. Attraverso il metodo empatico il medico cerca di chiarificare la natura dell’esperienza
di chi soffre, cioè di comprenderla abbastanza bene e sentirla in modo così pregnante che il
resoconto dei suoi riscontri ne evochi il riconoscimento da parte del paziente. Il metodo della
fenomenologia in psichiatria è interamente finalizzato ad un unico scopo, cioè quello di rendere
comprensibile l’esperienza del paziente, cosicché si possa procedere alla classificazione ed a un
trattamento razionale. Non esiste una vera definizione del termine “malattia” perché non ci può
essere una reale e netta distinzione tra salute e malattia.
- La definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che “la salute è uno stato di
completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia o di
infermità”.
- In termini fisici possiamo dire, in base alla definizione di Griesinger, che le malattie mentali sono
le malattie del cervello.
- Analogamente per Taylor le malattie sono ciò che i medici curano.
- La malattia può essere considerata come una variazione statistica della norma che comporta uno
svantaggio biologico che implica una ridotta fecondità e un accorciamento della vita.
- Può avere implicazioni legali quando, per esempio, le circostanze che determinano una malattia
possono meritare un risarcimento o il comportamento che deriva da una malattia può facilitare
una riduzione della pena.
In inglese la parola “normale” è usata con almeno quattro significati diversi: la norma di valore, la
norma statistica, la norma individuale e la norma tipologica. L’anormalità tipologica è un termine
necessario per descrivere quelle situazioni in cui una condizione è vista come normale in tutte e
tre le accezioni precedenti e tuttavia rappresenta un’anormalità Il comportamento di un individuo
e la sua visione del mondo hanno radici non solo nella psicopatologia individuale, ma anche
nell’ambiente sociale che costituisce il suo contesto usuale. Per condurre uno studio statistico
dobbiamo poter sapere che i pazienti che abbiamo visto (la nostra popolazione campione) è
rappresentativa della popolazione bersaglio (gli affetti dalla malattia). Con ciò possiamo dire che
differenti popolazioni hanno caratteristiche differenti. La psicopatologia descrittiva corre il pericolo
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di indulgere in un interesse eccessivo per le sindromi rare; per essere di utilità pratica, essa deve
concentrarsi sull’universale e cioè:
Sull’osservazione dei fenomeni senza teorie preconcette;
Sulla richiesta di precise definizioni che rappresentano una base solida per la
ricerca.
La comprensione dei sintomi del paziente avviene se il medico ha una conoscenza dettagliata del
retroterra culturale del paziente, nonché informazioni specifiche sulla famiglia e sull’ambiente
circostante. La fenomenologia non può concentrarsi soltanto sull’individuo isolato in un
determinato momento della vita. Il metodo della fenomenologia facilita la comunicazione,
rendendo più facile al medico comprendere il suo paziente. La descrizione precisa e la valutazione
dei sintomi facilitano inoltre la comunicazione tra medici. La medicina clinica fa una distinzione
chiara tra segni e sintomi. Il paziente si lamenta dei sintomi, i segni fisici sono evidenziati con
l’esame obiettivo. Questa distinzione non viene di solito fatta nel caso dei fenomeni relativi allo
stato mentale. La descrizione del paziente di un fenomeno mentale anormale è chiamato di solito
un sintomo sia che egli si lamenti di qualcosa che gli procura disagio, sia che stia descrivendo la
sua esperienza mentale che appare patologica ad un osservatore. Quando questi sintomi sono
aggregati, potrebbero essere considerati segni. Il sentimento di infelicità potrebbe essere un
segno di malattia depressiva, le allucinazioni uditive potrebbero essere un segno di schizofrenia.
Perché un sintomo sia usato in senso diagnostico, il suo verificarsi deve essere tipico di quella
condizione e la sua presenza deve essere relativamente frequente. Il metodo per raccogliere
informazioni è Ascoltare - Osservare - Empatia - porre Domande pertinenti, appropriate e
consapevoli. Lo scopo del metodo fenomenologico è quindi:
1. Descrivere le esperienze interiori;
2. Ordinarle e classificarle;
3. Creare una terminologia riproducibile.
E’ importante cercare e trovare il significato soggettivo per il paziente e non solo contentarsi del
fatto che si tratti di una risposta anormale; il significato psicopatologico è spesso rivelato dal tipo
di risposta. Jasper ha differenziato il comprendere dallo spiegare e ha mostrato come questi due
termini possano essere usati sia in senso statico che in senso genetico.
Jasper fa un’importante distinzione tra ciò che ha un significato, e consente l’instaurarsi
dell’empatia, e ciò che è incomprensibile, l’essenza dell’esperienza psicotica. Connessioni
comprensibili dimostrano il nesso tra eventi psicologici differenti, mostrando attraverso un
processo di empatia in che modo questi eventi scaturiscano gli uni dagli altri. Jasper discute il
diverso significato che può essere attribuito ai termini primario e secondario quando essi vengono
applicati ai sintomi. Si può dire che ciò che è primario non può essere ulteriormente ridotto dalla
comprensione; mentre ciò che è secondario è ciò che emerge dal primario in un modo che può
essere compreso. In termini di casualità, invece, si può dire che ciò che è primario è la causa,
mentre ciò che è secondario è l’effetto. Alcune caratteristiche dell’esperienza del paziente sono di
considerevole importanza nella valutazione clinica fatta dal medico, ma egli non le manifesta
volontariamente, per cui è vitale la distinzione tra forma e contenuto e bisogna inoltre
discriminare tra aspetti soggettivi e oggettivi della valutazione dei sintomi. La forma di una
esperienza psichica è la descrizione della sua struttura in termini fenomenologico. Il contenuto è
ciò che dà colore all’esperienza. La forma dipende dal tipo di malattia mentale di cui il paziente
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soffre, per questo è di significato diagnostico. Il contenuto può essere compreso nei termini della
situazione di vita del paziente rispetto alla sua cultura, appartenenza di gruppo, stato, grado di
sofisticazione, età, sesso, eventi di vita e collocazione geografica. Le misurazioni oggettive sono
necessariamente sottoposte all’attribuzione di valore fornita soggettivamente. Il processo di
formulazione di una valutazione scientifica consiste di varie tappe: ricevere uno STIMOLO
sensoriale – PERCEPIRE – OSSERVARE – ANNOTARE – CODIFICARE – formulare IPOTESI. Non può
esistere un’osservazione senza pregiudizi. Il rapporto è la modalità di interazione che il paziente
stabilisce durante il colloquio clinico; il medico deve essere capace di stabilire il rapporto da solo e
avere la capacità di comprensione umana. Il metodo della fenomenologia cerca di aumentare la
nostra conoscenza degli eventi soggettivi, cosicché essi possano essere classificati e quantificati.
Il processo o lo sviluppo dipendono dal fatto che la persona senta un certo evento come parte
della propria vita quotidiana oppure come un fatto esterno ad essa. Lo sviluppo implica che
un’esperienza sia comprensibile nei termini della costituzione e della storia della persona; il
processo è visto come l’imposizione di un evento dall’esterno. La psicopatologia descrittiva si
occupa di descrivere le esperienze soggettive, quindi i comportamenti risultanti nel corso della
malattia mentale. Essa non fa nessun tentativo di dire perché è presente un delirio: essa soltanto
osserva, descrive e classifica. La fenomenologia non può occuparsi dell’inconscio, perché il
paziente non è in grado di descriverlo e quindi il medico non può esercitare l’empatia su questo;
sono solo gli elementi sintomatici della malattia che la psicopatologia può esplorare: la natura dei
sintomi e ciò con cui sono associati.
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Capitolo 2 “La coscienza e i disturbi della coscienza”
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Il punto di partenza logico per lo studio dei sintomi dal punto di vista soggettivo è ciò che
permette alla soggettività di esistere: la coscienza. Per essere in grado di avere delle esperienze,
si deve essere coscienti. Coscienza è uno stato di consapevolezza ci sé e dell’ambiente; il termine
si riferisce innanzitutto alla consapevolezza interiore dell’esperienza e, in secondo luogo, esso fa
riferimento al soggetto che reagisce intenzionalmente agli oggetti.
Inconscio: secondo Jasper significa qualcosa che non è un’entità interna e non si manifesta come
esperienza. Nella pratica clinica, questo termine viene usato in tre modi differenti che hanno in
comune soltanto l’elemento fenomenologico dell’assenza di esperienza soggettiva, e sono:
malattia cerebrale, una persona che dorme, una persona vigile e sana è cosciente solo di certe
parti dell’ambiente circostante sia internamente che all’esterno. Quest’ultimo significato di
inconscio implica che certi processi mentali non possono essere osservati con l’introspezione, tra
questi processi ce ne sono alcuni che sono diventati coscienti come quello che Freud chiama
preconscio. I processi preconsci sono automatici, mentre quelli coscienti sono flessibili e strategici.
La coscienza ha tre dimensioni e sono:
1. Vigilanza_ si considera tale la facoltà di rimanere deliberatamente svegli quando altrimenti si
potrebbe essere assonnati o addormentati. I fattori interni all’individuo che favoriscono la
vigilanza sono l’interesse, l’ansia, la paura estrema o la gioia.
2. Lucidità_ può essere dimostrata soltanto nella chiarezza di pensiero su un argomento
particolare.
3. Coscienza di sé_ si verifica quando nello stato di veglia completa e di lucidità di coscienza si
individua come facoltà immediata e complessa la capacità di avere esperienza di sé e
consapevolezza di sé.
Aggernaes provò a dare una definizione di stato di coscienza patologico (DSC): è lo stato in cui si
trova una persona che non ha alcuna esperienza, oppure nello stato in cui tutte le sue esperienze
sono alterate rispetto al normale stato di veglia. Si tratta di un DSC soltanto se la persona non
può tornare intenzionalmente e stabilmente nella sua condizione usuale, e se gli altri dall’esterno
non possono ricondurlo alla condizione normale con semplici procedure interattive.
Può verificarsi un abbassamento quantitativo dello stato di coscienza, quest’ultima può essere
considerata in un continuum dalla veglia e consapevolezza piena fino al coma.
LIVELLI O STADI DI COSCIENZA RIDOTTA
Coscienza normale, all’erta, vigile e lucida – Obnubilamento – Sonnolenza – Sopore – Coma –
Morte.
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Altre modificazioni
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Si possono riconoscere diversi altri disturbi organici delle funzioni cerebrali che vengono detti
modificazioni qualitative della coscienza
Capitolo 3 “Attenzione, concentrazione, orientamento e sonno”
L’attenzione è la focalizzazione attiva o passiva della coscienza di un’esperienza e si distingue in:
- Attenzione volontaria che si verifica quando è il soggetto a focalizzare la propria attenzione
su un evento interno o esterno. E’ questo tipo di attenzione che permette che l’oggetto sia
al centro dell’attenzione e sia mantenuto focalizzato.
- Attenzione involontaria che si verifica quando un oggetto attrae l’attenzione del soggetto
senza un suo sforzo consapevole.
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La concentrazione è il mantenimento della focalizzazione della coscienza su un’esperienza o un
compito in corso. L’orientamento consiste nella consapevolezza della situazione rispetto al tempo
e allo spazio. L’attenzione e la concentrazione non sono esattamente distinguibili, ma possiamo
dire che l’attenzione fa riferimento alla descrizione oggettiva di un’altra persona, oggetto o
evento, mentre la consapevolezza è la descrizione soggettiva dello stato in cui si possono
percepire gli stimoli.
Taylor ha messo a confronto l’essere vigili con l’essere assorti: L’attenzione di una persona vigile
si muove liberamente da un oggetto all’altro; quando una persona è assorta l’attenzione è così
ridotta da apparire quasi assente. Questi stati abnormi della consapevolezza e attenzione sono di
due tipi:
1. La meditazione trascendentale che si verifica quando la persona è assorta in un’esperienza
che risulta in un quadro fisiologico di sonnolenza.
2. La trance può essere indotta da suggestioni individuali o di gruppo, da autosuggestione o da
esperienze di massa caratterizzate da elevate quote di emotività.
Un restringimento dell’attenzione indica la capacità del soggetto di focalizzarsi su una piccola
parte del campo di coscienza, e si verifica in condizioni in cui l’attenzione involontaria è diretta
altrove da allucinazioni, deliri o da forti emozioni.
STADIO 1
Basso voltaggio, frequenze miste senza movimenti oculari rapidi
STADIO 2
12/14 cicli al secondo con fusi e complessi K su un fondo di basso voltaggio e
frequenze miste
STADIO 3
Moderata quota di attività con onde di elevata ampiezza
STADIO 4
Quota rilevante di attività con onde di elevata ampiezza
STADIO
Sonno di relativamente basso voltaggio, frequenze miste con movimenti oculari rapidi
REM
episodici e un elettromiogramma di bassa ampiezza
Il sonno ortodosso (stadi 1-4) e quello paradosso (stadio REM) sono stati diversificati l’uno
dall’altro: nel primo si verifica una normale attività riflessa, nel secondo sono riscontrabili
movimenti rapidi degli occhi che sono in qualche modo associati al sogno.
Per convenzione, un sonno profondo, soddisfacente e indisturbato si associa al benessere ed alla
salute; al contrario, la sua mancanza o una sua cattiva qualità stanno ad indicare un disturbo
dell’umore o una condizione di malessere. L’insonnia implica uno stato di insoddisfazione per la
durata e la qualità del sonno. Di solito, le lamentele del paziente si riferiscono alla durata troppo
corta, o al fatto che il sonno è frammentato, meno ristoratore e troppo leggero.Questo stato di
disturbo del sonno si distingue in:
- Insonnia precoce, ovvero la difficoltà di addormentarsi, si verifica in persone sane il cui stato
di allerta è aumentato o dall’ansia o da una condizione di eccitamento.
Insonnia tardiva, è particolarmente caratteristica della fase depressiva della malattia affettiva.
Il paziente si sveglia spesso di notte dopo essersi addormentato in modo soddisfacente e si
riaddormenta ad intervalli e leggermente. Alternativamente, si sveglia presto ed è incapace di
riaddormentarsi.
L’ipersonnia può verificarsi sia come significativo aumento del periodo di sonno notturno, sia
come episodi di sonnolenza durante il giorno.
Il sonnambulismo si verifica nei bambini, l’attività di solito resta confinata ad un vagare senza
meta ed a un comportamento senza senso ripetitivo per pochi minuti. Di solito c’è un’amnesia
completa per l’episodio del camminare. Gli attacchini narcolessia si verificano di solito nella prima
adolescenza e persistono per tutta la vita: si tratta di brevi periodi di sonno che compaiono in
modo irresistibile durante il giorno. La narcolessia è spesso associata con la cataplessia, durante
la quale il paziente cade a terra a causa di un improvvisa perdita del tono muscolare provocata da
forti emozioni. I sogni vengono ricordati e descritti come un evento psichico, spesso nel sonno è
presente una perdita della consapevolezza del sé e dei confini del proprio corpo, il limite tra sé e
non sé diventa indefinito. Il senso del tempo viene perso e spesso c’è una perdita del senso di
controllo sulle circostanze, ci sono anche vuoti di spazio, di tempo e del principio di causalità.
Viene persa anche l’associazione psicologica tra gli eventi. Perché il sogno divenga sintomo,
piuttosto che semplicemente un’esperienza ricordata, deve venire investito da un effetto
spiacevole. L’orientamento è la capacità di una persona di sapere cosa è reale nell’attualità della
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propria situazione, rispetto al tempo, allo spazio e alle persone. Il disorientamento è di solito
associato ad altre caratteristiche organiche, come l’abbassamento del livello di coscienza o un
disturbo della memoria. Un disorientamento chiaro ed inequivocabile è indicativo di una sindrome
cerebrale acuta o di un deterioramento cronico organico. Ad un estremo, l’ipnosi viene considerata
come uno stato di coscienza veramente differente da quello della normale veglia; all’altro,
Merskey considera che i fenomeni dell’ipnosi sono identici a quelli dell’isteria. In modo superficiale
l’ipnosi assomiglia al sonno, La trance è ottenuta in uno stato di veglia da una persona su di
un’altra mediante l’uso concordato della suggestione. Per indurre l’ipnosi il soggetto deve volerlo e
cooperare, Marcuse considera che le caratteristiche dell’ipnosi siano:
- Il soggetto cessa di fare i propri programmi;
- L’attenzione è diretta selettivamente sulla voce dell’ipnotista;
- L’esame di realtà è ridotto e vengono accettate delle distorsioni;
- Aumenta la suggestionabilità;
- Il soggetto ipnotizzato mette in atto con disinvoltura regole insolite;
- È spesso presente l’amnesia postipnotica.
E’ necessaria una notevole capacità di fantasia perché l’ipnosi possa aver luogo. Il soggetto entra
in uno stato drammaticamente alterato, nel corso del quale temporaneamente lascia all’ipnotista
la responsabilità delle proprie azioni. L’ipnotista, a sua volta, mantiene la fiducia del soggetto solo
finchè si mantiene entro i limiti di comportamento che il soggetto trova accettabili; al di fuori di
questo, il soggetto abbandonerà la propria relazione di dipendenza e uscirà dalla stato ipnotico.
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Capitolo 4 “Disturbi della memoria” .
L’immagazzinamento delle informazioni viene organizzato in tre modi:
1. Memoria immediata (immagazzinamento sensoriale). L’informazione viene trattenuta per
meno di un secondo nella forma in cui è stata percepita e non viene elaborata in forma
semantica. Questo livello è strettamente correlato con l’attenzione.
2. Memoria a breve termine (memoria primaria). Questa si limita a 15-20 secondi, a meno
che il materiale non venga richiamato; quando nuovi elementi vengono depositati quelli
precedenti vengono persi. Il computo delle cifre è stato usato per esaminare questa
funzione da Milner, e la prestazione della prova di rievocazione peggiorava dopo circa 30
secondi.
3. Memoria a lungo termine (memoria secondaria). La sua durata copre la maggior parte della
vita e la capacità è molto ampia. L’informazione viene immagazzinata in forma codificata
sia in senso semantico (memoria semantica, rappresentata dall’accumulo di informazione
in forma pura senza specifiche di tempo e spazio), che per associazioni (memoria episodica
che fa riferimento ad eventi della propria esperienza personale). La dimenticanza può
consistere in una perdita delle informazioni oppure nella capacità di richiamarle.
L’informazione viene depositata secondo modalità riorganizzate e talvolta distorte.
CATEGORIA
Registrazione
Ritenzione
Rievocazione
Richiamo
Riconoscimento
Capacità di aggiungere nuovo materiale; si verifica attraverso un processo di
apprendimento durante il quale il materiale viene presentato ripetutamente.
Capacità di immagazzinare conoscenze che successivamente possono essere
riportate alla coscienza.
Capacità di richiamare dalla memoria materiale immagazzinato.
Ritorno alla coscienza in un determinato momento di informazioni
immagazzinate e ricordate.
Sentimento di familiarità che accompagna il ritorno alla coscienza di materiale
immagazzinato.
Anomalie della memoria possono verificarsi in ciascuna di queste aree. Il disturbo della memoria
altera: l’affidabilità del materiale richiamato, la durata della memoria, l’accessibilità della
memoria.
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