Facoltà di Psicologia Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche Psicopatologia generale e dell’età evolutiva Dott. Antonio Prunas [email protected] Anno accademico 2012-2013 1 Bibliografia Testo obbligatorio: Hansell J., Damour L. Psicologia clinica. Zanichelli, Bologna, 2007. 2 Uno a scelta dei seguenti: Othmer E. e Othmer S., L’intervista clinica con il DSM IV-TR. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2004. Porcelli P., Sonino N., Fattori psicologici che influenzano le malattie. Una nuova classificazione per il DSM-V. Giovanni Fioriti Editore, 2008. Tatarelli R., Pompili, M., Il suicidio e la sua prevenzione. Giovanni Fioriti Editore, 2008. Scharfetter C., Psicopatologia generale; Un’introduzione. Giovanni Fioriti Editore, 2004. Zennaro A., Lo sviluppo della psicopatologia. Il Mulino, 2011. Oyebode F., Introduzione alla psicopatologia generale. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2009. Ammaniti M. (a cura di), Psicopatologia dello sviluppo. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2010. AA.VV. Trattamento dei disturbi d’ansia. Centro Scientifico Editore, Torino, 2003. AA.VV. Disturbi mentali. Competenze di base, strumenti e tecniche per tutti gli operatori. Centro Scientifico Editore, Torino, 2004. Goldberg D., Goodyear I., Origine e sviluppo dei disturbi mentali. Centro Scientifico Editore, Torino, 2009. Gunderson J.G., Hoffman, P.D., Disturbo di personalità borderline. Una guida per professionisti e familiari. Springer-Verlag, 2010. Pruneti C., Disturbi alimentari. Espress edizioni, Torino 2011. For foreign students: Hansell, J., Damour, L. (2008). Abnormal Psychology. New York: John Wiley & Son. Taylor, M.A., Vaidya, N.A. (2009). Descriptive Psychopathology. Cambridge University Press. 3 Orario delle lezioni (I semestre) Turno B Turno B Turno A Turno A Turno A Turno B Ricevimento: Lunedì 12,30-14,30; Stanza 4061 4 Importante registrarsi sulla pagina del corso! 5 www.psicologia.unimib.it/orientamento 6 Argomenti del corso Concetto di malattia mentale, sistemi di classificazione nosografica Psicopatologia generale: radici storiche Psicopatologia del pensiero Psicopatologia della percezione Disturbi dell’Umore Disturbi d’Ansia Disturbi Psicotici Disturbi da uso di sostanze/alimentari Disturbi somatoformi Disturbi della sfera sessuale Disturbi di personalità (cenni) Disturbi dell’età evolutiva Conclusioni: limiti del DSM. 7 Lezione I La malattia mentale e i sistemi di classificazione nosografica 8 9 Normalità e patologia La distinzione tra normalità e patologia è, nel dominio dello psichico, particolarmente complessa. Ognuno di noi dispone di un’idea intuitiva su dove collocare l’ipotetica linea di demarcazione tra normalità e anormalità di un comportamento ma restano aperti molti interrogativi. 10 Quali elementi vengono considerati, dalla gente comune, indici di malattia mentale? 11 Ricerca di aiuto 12 Irrazionalità/pericolosità 13 Trasgressione 14 Sofferenza 15 Compromissione significativa 16 Ognuno di questi criteri, quando preso singolarmente, non sembra sufficiente a cogliere la complessità del fenomeno. Si possono facilmente trovare eccezioni: Ricerca di aiuto – Molte persone che soffrono di disturbi psichici non chiedono aiuto e molte che chiedono aiuto non soffrono di un vero disturbo…. Irrazionalità/pericolosità Trasgressione Distress emozionale Compromissione significativa 17 Se tracciare una linea di demarcazione può essere relativamente facile in casi estremi (in cui l’alterazione è assolutamente palese e innegabile)… 18 … essa è più difficile in situazioni più sfumate o intermedie o nelle quali osservatori diversi potrebbero esprimere giudizi diametralmente opposti su uno stesso fenomeno … 19 Alcuni esempi … 1) Un paziente è convinto che familiari e vicini spiino i suoi movimenti. Una tale convinzione può essere totalmente falsa, parzialmente falsa o anche del tutto vera … 20 2) La personalità umana si presenta in innumerevoli varianti (ad esempio, persone introverse ed estroverse). Talvolta persone chiuse e rigide nelle interazioni con gli altri presentano un disturbo di personalità. 21 3) E’ impossibile distinguere i pensieri di una persona “normale” da quelli di una persona malata perché spesso sono gli stessi! Un pensiero bizzarro e inconsueto può essere a volte interpretato come segno di creatività e genialità, tal altra come indice di psicopatologia. Lo stesso discorso vale per gli affetti. – E’ normale provare un sentimento di depressione dopo una perdita, simbolica o reale, ma ciò può essere a volte difficilmente distinguibile da un episodio depressivo. 22 Abbiamo esplorato quanto sia difficile definire la patologia mentale. Proviamo quindi, specularmente, a cercare di definire cosa sia normale… 23 Il concetto di norma La norma non è concepibile come una categoria unica, contrapposta alla normalità/patologia, ma ha piuttosto una natura multidimensionale: – – – – – – – – – Norma Norma Norma Norma Norma Norma Norma Norma Norma statistica biologica delle alterazioni di forma e contenuto del pensiero della devianza della condotta sociale antropologica-culturale di funzionalità psicosociale e lavorativa di sviluppo psichico e affettivo soggettiva e del vissuto individuale etologica. Nessuno di questi criteri, preso singolarmente permette di definire la norma in maniera esaustiva. 24 25 Criteri di morbilità proposti nella storia del pensiero medico: - Sofferenza soggettiva; Deviazione dalla media (norma statistica); Disfunzione; Devianza della condotta sociale. 26 Norma statistica E’ il criterio più semplice e intuitivo. E’ normale ciò che è più frequente nella popolazione. Necessità di riferirsi a un campione rappresentativo di una popolazione in cui quella specifica variabile sia stata misurata e per la quale esistano “dati normativi”. 27 Esempio di un profilo clinico MMPI-2 MMPI-2 Profilo per le scale di Base - con correzione Scale di controllo Scale cliniche 120 120 115 115 110 110 105 105 100 100 99 95 95 90 90 85 85 82 80 80 76 T 75 70 76 75 70 69 65 65 65 65 60 59 55 58 50 60 55 55 50 49 45 47 45 45 40 40 35 35 30 30 L F K Hs +.5K D Hy Pd +.4K Mf Pa Pt +1K Sc +1K Ma +.2K Si 28 Esempio di un profilo WAIS III 29 Questo approccio si è rivelato utile in medicina perché per il corpo la curva statistica ha una deviazione standard ridotta, che induce quindi ad indagare le deviazioni più marcate e che si discostano dal range di variazione normale. 30 31 Esso è tuttavia decisamente meno applicabile alla psiche e al suo funzionamento, ad es.: - delimitare il confine tra un tratto di personalità normale e patologico; - stabilire se la tristezza di cui un individuo fa esperienza sia clinicamente rilevante; - stabilire se una condotta sessuale poco diffusa sia da ritenersi normale o deviante. 32 Limiti di questo approccio: Una condizione statisticamente rara può configurarsi come un vantaggio piuttosto che come uno stato patologico (es. QI>150); Difficoltà nella misura di alcune variabili e impossibilità di misurarne altre; Relatività transculturale e storica; Alcune patologie possono essere talmente frequenti da rappresentare la norma statistica (il narcisismo nella società contemporanea?). 33 Sofferenza soggettiva L’elemento cruciale della malattia è la sofferenza; identificazione della malattia con il dolore nelle sue varie forme. “Malattia”/“Maladie”: cattive condizioni”); “Pathos”: Sofferenza “Disease”: Dis-ease Male habitum (“in 34 Elemento sottolineato da autori classici della psicopatologia – Esistenza mancata (Binswanger) – Colpi del destino che infieriscono senza pietà (Minkowski) – Personalità che soffrono e fanno soffrire (Schneider) – La felicità e la soddisfazione così colpite nella malattia psichica (Jaspers) 35 Limiti: Alcuni disturbi mentali non fanno soffrire (ad esempio, DP Schizotipico) o, all’opposto, sono contraddistinti dall’esperienza soggettiva di estremo benessere fisico e psichico (Ipomania). Inoltre, molte condizioni psicologiche pur caratterizzate da intensa sofferenza soggettiva non possono essere identificate come malattie mentali ma, al contrario, vengono considerate esperienze normali (es. Lutto). 36 Devianza sociale Ha molti aspetti in comune con la norma statistica ma il suo oggetto è la devianza della persona come soggetto sociale. Valuta quanto il comportamento manifesto, lo stato o tratto del soggetto si allontani dalle consuetudine e abitudini dell’ambiente in cui vive. 37 Limiti Una persona portatrice di sofferenza mentale può non essere affatto socialmente deviante e una persona socialmente deviante può benissimo non soffrire di un disturbo mentale. Comportamenti stravaganti, bizzarri, eccentrici o originali non sono necessariamente folli… 38 Disfunzione Lo stesso Freud sosteneva che “La normalità è la capacità di lavorare e di amare”. K. Jaspers: “La capacità lavorativa e la volontà di lavorare vengono spesso gravemente colpite dalle malattie psichiche. La terapia del lavoro è una via per rendere più benigno il decorso delle manifestazioni psichiche morbose”. 39 Una condizione è patologica quando comporta una diminuzione della funzionalità in uno o più ambiti della vita del paziente (carriera scolastica, lavoro, integrazione sociale, relazioni affettive e sessuali ecc.). 40 Coerenza con il concetto biologico di efficienza funzionale (un sistema biologico è affetto da patologia quando non è in grado di assolvere la funzione che, in termini evolutivi, lo contraddistingue). Il DSM pone molta enfasi su questo criterio: circa il 50% dei disturbi elencati richiede, per poter emettere una diagnosi formale, la presenza di una “menomazione o un disagio clinicamente significativi”. 41 Il concetto di disturbo mentale La definizione di malattia è un problema irrisolto in psicopatologia; - Nonostante ciò, disponiamo attualmente di due manuali che classificano le varie forme di disagio psichico: - - Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM) - International Classification of Disease (ICD) 42 - Il DSM-IV-TR riconosce questo limite: “Sebbene in questo manuale venga fornita una classificazione dei disturbi mentali, si deve ammettere che nessuna definizione specifica adeguatamente i confini precisi del concetto di ‘disturbo mentale’” (p.9). 43 Nel DSM-IV ogni disturbo mentale è concettualizzato come: “Una sindrome o un modello comportamentale o psicologico clinicamente significativo, che si presenta in un individuo, ed è associato a disagio, a disabilità, a un aumento significativo del rischio di morte, di dolore o di disabilità, o a un’importante limitazione della libertà. In più, questa sindrome o quadro non deve rappresentare semplicemente una risposta attesa o culturalmente sancita a un particolare evento, ad esempio la morte di una persona amata. Qualunque sia la causa, esso deve essere considerato la manifestazione di una disfunzione comportamentale, psicologica, o biologica dell’individuo. Non rappresentano disturbi mentali un comportamento deviante (es. politico, religioso o sessuale), né conflitti sorti principalmente tra l’individuo e la società, a meno che la devianza o il conflitto siano il sintomo di una disfunzione dell’individuo, come sopra descritto”. (p.9) 44 Nell’ICD-10 “un disturbo mentale” “non è un termine esatto ma viene usato per significare l’esistenza di un insieme di sintomi o di comportamenti clinicamente riconoscibili che nella maggioranza dei casi sono associati con distress e interferenza con le funzioni personali. La devianza sociale o conflitti da soli, senza una malfunzione personale, non dovrebbero essere inclusi nei disturbi mentali come qui definiti” 45 Entrambi i manuali sembrano quindi basarsi principalmente su due criteri: – Alterazione del funzionamento psicosociale – Sofferenza soggettiva. 46 Livello Esempio Superiore: funzionamento di ottimo livello nelle relazioni sociali a livello lavorativo e nel tempo libero. Non sono presenti elementi di disagio. Un genitore che funziona a un ottimo livello nella propria professione, nell’accudimento dei figli, ha molti amici e riesce a coltivare la sua passione per la musica. Molto buono: Funzionamento superiore alla media nelle relazioni sociali, nel funzionamento professionale e nella gestione del tempo libero. Un genitore che funziona più o meno al livello precedente. Ma che spesso si lamenta di fare una vita troppo stressante. Buono: Poco più che un leggero disagio sia nel funzionamento sociale che in quello professionale Un genitore che funziona bene a livello professionale e nell’accudimento dei figli, ha degli amici, ma non riesce a coltivare altri interessi o a divertirsi nel tempo libero. Medio: Moderato disagio nel funzionamento sociale o in quello professionale, oppure segni di disagio in entrambe le aree. Un genitore con qualche difficoltà nel portare avanti il proprio lavoro, qualche conoscente ma nessun amico intimo. Scarso: Notevole disagio nelle relazioni sociali o nel funzionamento professionale, oppure moderato disagio in entrambe le aree. Un genitore con difficoltà a mantenere un lavoro per più di qualche settimana. Molto scarso: Notevole disagio sia nelle relazioni sociali che nel funzionamento professionale. Un genitore senza lavoro, senza amici né conoscenti, frequenti litigi con esplosioni di rabbia con i vicini e la famiglia. Grave: disadattamento in tutte le aree. Un genitore incapace di occuparsi della casa e dell’accudimento dei figli, incapace di provvedere alla propria igiene personale e che ha messo in atto seri tentativi di suicidio. Tratta da Smeraldi (a cura di), 1998. 47 Un po’ di definizioni Sintomo: le manifestazioni soggettivamente percepite e riferite dal paziente; espressione o segno di alterazione o disfunzione sul piano psichico, fisico o comportamentale; Sindrome: un insieme di sintomi e segni che si presentano in modo associato, ma dei quali non è, o non lo è completamente, nota l’origine eziologica. Disturbo: assimilabile al concetto di sindrome. Malattia: un quadro patologico caratterizzato da sintomi o sindromi specifiche, eziopatogenesi nota (ovvero agente causale e meccanismo di sviluppo della patologia), prognosi e decorso caratteristici. 48 In ambito psicopatologico per lo più si ha a che fare con sindromi/disturbi piuttosto che con malattie. 49 Il problema delle cause In psicopatologia l’approccio multifattoriale è la regola e la prospettiva mono-causale risulta totalmente insostenibile; Diffidare sempre da chi dice che la causa di un disagio psichico è la tale circostanza o il tale fattore! Approccio bio-psico-sociale. 50 Il comportamento patologico è sempre un fenomeno complesso per il quale non è possibile identificare un’unica causa. Si parla piuttosto di: – Fattori predisponenti – Fattori precipitanti 51 Il modello diatesi-stress 52 Un ulteriore “problema” è che nella psicologia clinica e nella psicopatologia coesistono diverse prospettive teoriche che offrono, per i vari disturbi mentali, ipotesi esplicative diverse e, di conseguenza, approcci terapeutici differenti. 53