[Numero 29 - Articolo 1. Settembre 2008] Terapia razionale combinata nell'emicrania refrattaria Titolo originale: "Refractory Migraine. Rational Combination Therapy in Refractory Migraine" Rivista e Riferimenti di pubblicazione: Headache 2008;48:805-819 Recensione a cura di: Sara Storace Indirizzo dell'articolo: Visita Parole chiave: emicrania refrattaria, comorbilità dell’ emicrania, terapia dell’emicrania Introduzione L'emicrania refrattaria alla terapia costituisce un grave problema per chi ne soffre e per il medico che cerca di curarla. D'altra parte non sono mai stati fatti studi randomizzati sulle terapie per l'emicrania. L'esperienza suggerisce che dove la monoterapia fallisce possono funzionare trattamenti combinati. In questo articolo: si identifica la popolazione dei pazienti per i quali è indicata una terapia preventiva più aggressiva. Quindi si discutono i fattori di rischio e le comorbilità e, infine, si discute il razionale delle terapie combinate. In futuro sono necessarie nuove ricerche per individuare una combinazione razionale di terapie per la prevenzione della cefalea. Si stima che negli Stati Uniti 30 milioni di persone siano affette da cefalea, di questi dal 3 al 14% di coloro che soffrono di cefalea episodica vedono la loro patologia cronicizzarsi con attacchi che possono essere quotidiani fino ad un attacco a settimana. In questo articolo si vuole discutere l'uso razionale di una terapia combinata per la prevenzione dell'emicrania pur sapendo di correre il rischio che nessuna di queste combinazioni venga approvata dalla Food and Drug Administration. Infine si discuterà brevemente la durata appropriata della terapia preventiva. La terapia combinata dell'emicrania Anche se la monoterapia è da considerarsi preferibile per la prevenzione dell'emicrania, clinicamente non sempre ciò è attuabile. La terapia combinata va considerata quando esistono multipli fattori di rischio. Molti disordini psichiatrici (inclusi depressione, ansia e disturbo bipolare) e problemi clinici (inclusi stroke, epilessia, asma, e malattie cardiovascolari) sono comorbilità dell'emicrania. Altri fattori sono associati alla cronicizzazione dell'emicrania. Mentre questi fattori di rischio, inclusa l'età, non sono modificabili altri, come l'obesità e l'uso di farmaci, lo sono. I farmaci che prevengono l'emicrania sono appartengono principalmente a tre classi : antiepilettici, antidepressivi, e antiipertensivi. Tuttavia altre classi farmacologiche hanno un effetto preventivo dimostrato sull'emicrania, inclusi gli antistaminici, agenti ormonali, dopamino antagonisti, antinfiammatori non steroidei e molti supplementi vitaminici. La scelta dei farmaci preventivi può essere basata su presenza o assenza di comorbilità. Comunque in assenza di studi prospettici protratti nel tempo la terapia combinata per l'emicrania è largamente aneddotica e basata sull'esperienza clinica. L'American Headache Society propone di considerare la terapia combinata sulla base di disabilità e storia di ripetuti insuccessi di terapie preventive. Tra gli studi considerati dagli Autori uno sulle emicranie refrattarie era teso a valutare l'effettiva risposta al beta bloccante e all'acido valproico, da soli e poi in combinazione tra loro. Il 75% dei partecipanti aveva già partecipato senza successo ad un trial di 2 mesi con flunarizina e amitriptilina. Ai partecipanti vennero somministrati betabloccanti per due mesi, i pazienti che non avevano risposta col betabloccante venivano trattati con acido valproico e quelli che non avevano risposta dai singoli farmaci venivano trattati con la combinazione dei due .Più della metà dei pazienti(56%) mostravano una riduzione degli attacchi di emicrania superiore al 50%, mentre il 29% risultava essere refrattario. (Il 15% dei pazienti interrompeva la terapia per effetti avversi ai farmaci). I risultati erano notevoli perché più dei tre quarti dei partecipanti avevano avuto risultati negativi con la monoterapia , ma con tre diverse classi di farmaci avevano un'efficiente prevenzione degli attacchi cefalalgici. Più recentemente Pascual e altri hanno valutato l'uso del topiramato associato a betabloccanti: anche qui i partecipanti avevano provato entrambe le monoterapie senza successo. Dei 58 pazienti valutati il 60% ha mostrato una riduzione delle crisi superiore al 50% mentre il 17% non ha tollerato la combinazione; tra coloro che hanno risposto positivamente ai farmaci, la risposta nel 44% dei casi è stata eccellente. Non esistono linee guida per la terapia combinata dell'emicrania, tuttavia la logica suggerisce che certe combinazioni possano essere più utili di altre. Una revisione delle possibili combinazioni può essere appropriata, pertanto in questo lavoro vengono considerate le opzioni possibili. Le combinazioni considerate sono basate sui risultati delle monoterapie in quanto in quest'area gli studi disponibili sono molto pochi e, alla fine, sono basati su studi controllo in monoterapia e su evidenze aneddotiche in base all'esperienza degli Autori. Farmaci Beta bloccanti Il meccanismo con cui funzionano nella profilassi dell'emicrania non è del tutto noto e gli effetti conosciuti variano a seconda dei differenti betabloccanti. Alcuni, come il propanololo, avrebbero un effetto di stabilizzazione di membrana e di inibizione delle citochine. La proprietà comune a tutti i betabloccanti è l'attività di parziali agonisti del sistema simpaticomimetico. Quando il paziente non risponde adeguatamente alla monoterapia va considerata l'associazione con altri farmaci come gli antiepilettici (ac.valproico, topiramato). Questa categoria di farmaci va considerata nella cefalea ipertensiva, nell'ansia da performance o nei comportamenti aggressivi. Effetti avversi: i più comuni sono stanchezza, ridotta tolleranza alla fatica, estremità fredde, diarrea, stipsi, vertigini. I beta bloccanti possono peggiorare o indurre depressione, insonnia impotenza, disturbi della memoria. Controindicazioni: asma, BPCO, diabete, insufficienza cardiaca congestizia, difetti di conduzione atrio - ventricolare e difetti di vascolarizzazione periferica. Particolare attenzione richiede la combinazione del propanololo con duloxetina, farmaco che può potenziare l'effetto del betabloccante facilitando la comparsa di ipotensione e blocco A - V. Farmaci Calcioantagonisti. Molti farmaci di questa classe sono efficaci nella profilassi dell'emicrania. Inizialmente si pensava che l'efficacia fosse legata all'effetto vasodilatatore sui vasi cerebrali e sull'inibizione del vasospasmo, tuttavia la nimodipina ha notevole effetto vasodilatatore cerebrale ma è poco usata nella terapia dell'emicrania e uno dei calcioantagonisti più efficaci nella prevenzione dell'emicrania, la flunarizina, alle dosi terapeutiche ha un effetto minimo sui vasi cerebrali. La flunarizina inibisce la sintesi e il rilascio di NO2 sostanza implicata nel dolore emicranico. Questi farmaci possono essere usati in associazione con antiepilettici come il topiramato o antidepressivi come l' amitriptilina. I calcioantagonisti possono avere grande importanza nei pazienti con cefalea ed emiplegia, associati ad ASA che sembra efficace nel ridurre l'aura. Un supplemento di magnesio associato ai calcioantagonisti non si è dimostrato efficace nella cefalea premestruale. Controindicazioni: bradicardia – blocco AV di 2° e 3°, uso di betabloccanti, sick sinus sindrome. Farmaci Antidepressivi Sono utili nell'emicrania solo i triciclici e gli inibitori del reuptake della serotonina e norepinefrina.(SNRIs),mentre gli SSRI possono essere efficaci nella cefalea associata a sindrome premestruale o disordini disforici premestruali. Depressione, ansia, attacchi di panico sono sovente in comorbilità con l'emicrania, in particolare sono utili i triciclici (come l'amitriptilina) quando in una cefalea refrattaria si vuole evitare il calo ponderale e si associano questi farmaci all'ac. Valproico o alla gabapentina. Al contrario nella persona obesa e depressa sono indicate associazioni come protriptilina e topiramato o zonisamide. Le dosi di triciclici necessarie a gestire una depressione sono molto maggiori di quelle necessarie a prevenire l'emicrania . I triciclici, inoltre, sono molto utili quando il paziente sofferente di emicrania è affetto anche da fibromialgia: in questo setting di cure la combinazione di gabapentin o pregabalin e triciclici cura bene entrambi i disturbi. Quando si sommano sindrome depressiva premestruale o sindrome disforica premestruale ed emicrania il farmaco che cura entrambe le patologie è la venlafaxina che può essere usata da sola o associata a terapie ormonali, antiepilettici e calcioantagonisti. Farmaci Antiepilettici Topiramato e acido valproico sono i soli antiepilettici approvati dall'FDA per la cura dell'emicrania, sebbene anche altri abbiano dimostrato efficacia. Il meccanismo di azione principale passa attraverso il blocco dei canali del sodio (topiramato, ac.valproico, fenitoina, lomotrigina, carbamazepina e ossicarbazepina). Come abbiamo già visto con gli antidepressivi triciclici anche questi farmaci si associano con gli SNRIs o con i SSRI se vi sono turbe dell'umore, ricordando che il topiramato è utile nella cefalea associata a disturbo bipolare e disordini della personalità e in questi disturbi psichiatrici costituisce terapia aggiuntiva. Terapie ormonali Gli ormoni sessuali possono avere notevole importanza nella cefalea della donna. Vi sono multiple indicazioni potenziali per l'uso terapeutico di ormoni in associazione con altri agenti farmacologici; in particolare per le donne che necessitano di contraccezione o di terapia ormonale sostitutiva che hanno acne, sindrome premestruale, PMS/PMDD (disordini disforici premestruali) o certe patologie ginecologiche come endometriosi o dismenorrea, va considerato l'uso di agenti ormonali associato ad altre forme di profilassi della cefalea. Contraccettivi ormonali: Quando considerare gli ormoni per la terapia combinata di prevenzione della cefalea? Nelle donne con cefalea correlata al ciclo, assieme agli altri farmaci per la prevenzione della cefalea si utilizzano i comuni prodotti a base di etinil estradiolo combinato con levonorgestrel. Questi farmaci costituiscono una politerapia logica nella cefalea refrattaria complicata con endometriosi, sanguinamento uterino disfunzionale, sindrome dell'ovaio policistico e acne. Quando i contraccettivi orali sono usati con gli antiepilettici per terapie combinate bisogna ricordare che l'antiepilettico (in particolare il topiramato ) determina un'accelerazione del metabolismo degli estrogeni con un potenziale effetto avverso sulla cefalea. In modo analogo l'uso di estrogeni nel contraccettivo orale abbassa notevolmente le concentrazioni di lomotrigina nel plasma cosa che sovente richiede dosi incrementate di questo farmaco. Controindicazioni a questa terapia sono: la trombofilia ereditaria (come fattore V di Leyden), il tromboembolismo venoso, il fumo specie sopra i 35 anni, l'ipertensione, la presenza di aura (alte concentrazioni di estrogeni sono associate ad aumentata incidenza di aura, in questi casi l'opzione ragionevole sono anelli contraccettivi a dosaggio ultraleggero). L'ormonoterapia è indicata nella cefalea refrattaria delle donne in età perimenopausale o menopausale che hanno significativi disturbi vasomotori. Le controindicazioni principali sono costituite da tromboembolismo venoso e presenza di neoplasie maligne estrogenodipendenti. Terapia comportamentale cognitiva. è particolarmente indicata nei pazienti con cefalea refrattaria e storia di depressione, abusi di farmaci o di alcool e stupefacenti, disordini da stress postraumatico, o altri disordini psichiatrici. La terapia comportamentale può essere utile da sola o associata a farmaci. © 2006-2008 Progettoasco.it