L`emicrania è una patologia molto comune e invalidante con una

L'emicrania è una patologia molto comune e invalidante con una prevalenza nella popolazione generale di
circa il 18% nelle donne e del 6% negli uomini.
Numerosi studi hanno dimostrato come, lungi dall’essere solo una malattia invalidante, l'emicrania
rappresenti anche un fattore di rischio per malattie cardiovascolari: ictus cerebri ed infarto miocardico.
I meccanismi e le cause per cui l’emicrania si associa alle malattie cardiovascolari rimangono ancora da
chiarire. La maggior parte dei dati disponibili a tal proposito, tuttavia, convergono nell’indicare in una
alterazione della funzione vascolare un ruolo fondamentale. La disfunzione vascolare, infatti, può essere
presente non solo nei vasi arteriosi cerebrali, ma anche in quelli al di fuori del cervello. In particolare, alcuni
studi hanno mostrato come i pazienti con emicrania, rispetto ai non emicranici, presentino una riduzione
della normale risposta vasodilatatoria, valutata mediante studio della vasodilatazione flusso-mediata e
della rigidità arteriosa.
Al fine di chiarire questi punti fondamentali per la prevenzione cardiovascolare del paziente emicranico, i
nostri due gruppi di ricerca – segnatamente la Dr.ssa Sacco ed il Dr Gassi – hanno recentemente proposto
un progetto alla CARISPAQ. A questa proposta ha fatto seguito comunicazione da parte del Dr. Roberto
Marotta di avvenuta delibera in seno al consiglio di amministrazione della Fondazione per la concessione di
un contributo di 20.000 euro per la realizzazione di un progetto di ricerca dal titolo: “Valutazione
dell’efficacia e degli effetti cardiovascolari della terapia con farmaci attivi sul sistema renina-angiotensina
nel paziente con emicrania”.
Con profonda gratitudine verso la Fondazione CARISPAQ per il sostegno economico attuato nei riguardi
della ricerca scientifica, sempre più in difficoltà nel nostro paese, scopo del nostro gruppo sarà quello di
onorare tale fiducia ponendo in atto immediatamente il progetto finanziato, con l’auspicio che ciò si risolva
in un consistente incremento dell’aspettativa di vita per il paziente emicranico.
Prof. Antonio Carolei
Prof. Claudio Ferri