Friedrich Wilhelm Josepb Schelling
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Friedrich Wilhelm Josepb Schelling. Nato nel 1775 a Leonberg. nei pressi di Stoccarda da un a
famiglia molto colta.Il primo periodo della speculazione di Schelling è caratterizzato dalla ripresa e
dallo sviluppo della Filosofia di Fichte. Di questo ultimo egli condivide pienamente l’impianto
idealistico: il riferimento kantiano alla «cosa in sé» viene sostituito con la ricerca di un principio
assoluto da cui derivino sia la forma sia il contenuto della conoscenza.
Sin da questa prima fase fichtiana, Schelling manifesta tuttavia due esigenze che condurranno a
un'aperta critica del suo maestro. a) In primo luogo , emerge l'istanza di ricercare il fondamento
primo della conoscenza non già - fichtianamente - nell'Io puro, bensì in un principio originario che
comprenda in sé sia il momento soggettivo della conoscenza (cioè l'Io trascendentale ) sia la sua
componente oggettiva (il Non- io fìchtiano). b) In secondo luogo, la derivazione fichtiana del Nonio dall'Io, appare insoddisfacente a Schelling poiché essa risolve la natura (il mondo oggettivo) in
un momento interno al soggetto, in un semplice limite che l'Io pone alla propria attività, Schelling
invece intende affermare che - pur essendo strettamente connessa con lo sviluppo del soggetto – la
natura non ha una realtà propria, irriducibile a una semplice posizione dell’Io.
Negli scritti di filosofia della natura Schelling si proponeva di ritrovare il soggetto nell'oggetto, lo
spirito nella natura. Nel Sistema dell'idealismo trascendentale (1800) egli compie invece
l'operazione opposta. consistente nel cercare l'oggetto nel soggetto, la natura nello spirito.
Il primo livello della vita dello spirito: l'io. Il primo livello della vita spirituale - descritto nel
Sistema dell'idealismo trascendentale - è quello dell' autocoscienza o dell'Io. A differenza di Fichte,
l'autocoscienza non è qui intesa come soggettività pura, alla quale si contrappone un Non-io che
esiste soltanto come posizione e momento interno dell' Io assoluto. Per Schelling, l'autocoscienza è
sintesi di due attività dialetticamente opposte. 1 ) Da un lato, essa contiene un'attività limitata che
produce l'oggetto, ponendolo Fichtianamente come limite, come qualcosa di opposto al soggetto.
Infatti. tale attività opera inconsciamente, in modo che l'oggetto appaia al soggetto come qualcosa
di <<dato>> esternamente. 2 )D'altro lato, nell'autocoscienza è contenuta anche un'attività illimitata
e limitante, la quale consapevolmente va oltre il limite dell'oggetto, riconoscendo in quest'ultimo un
prodotto inconsapevole dell'Io. Queste due attività fondamentali sono anche dette da Schelling
rispettivamente attività reale, in quanto produce la realtà dell'oggetto, e attività ideale, poiché
oltrepassa il limite rappresentato dall'oggetto ricomprendendolo in sé come produzione dell' Io.
L'attività ideale e quella reale, tuttavia , non sono separate. bensì costituiscono i due aspetti diversi
di un' unica attività dell'autocoscienza, che è sintesi assoluta di entrambe. Tale s intesi non è
statica,ma dinamica: continuamente l'attività reale produce l'oggetto e continuamente l'attività
ideale lo oltrepassa riconducendolo a sé.In questa sintesi delle due attività consiste l’intuizione
intellettuale che l’Io ha di se stesso come attività ideale e reale a un tempo.
L'Io è, quindi, unità indissolubile di soggetto e oggetto , di spirito e di natura, di attività consapevole
e di attività inconscia . In questo modo l’idealismo trascendentale Fichtiano viene piegato alla
dimostrazione della tesi (sostanzialmente anti-fichtiana ) che nell' autocoscienza l'oggetto entra allo
stesso titolo del soggetto e che, quindi, il vero idealismo non può che essere contemporaneamente
autentico realismo.
La sin tesi assoluta è ulteriormente illustrata da Schelling attraverso la descrizione dei tre gradi detti
epoche - dell'evoluzione dell'Io.
l ) La prima epoca riguarda il passaggio dalla sensazione all'intuizione produttiva. Nella sensazione
sembra che il soggetto trovi di fronte a sé un oggetto esterno , rispetto al quale esso appare
completamente passivo. Nell'intuizione produttiva , viceversa, l'Io determina l'oggetto come un
proprio prodotto. La sensazione appare dunque costituita da un momento passivo e da un momento
attivo
2) La seconda epoca va dall'intuizione alla riflessione, mediante la quale l'intelligenza diventa
consapevole della corrispondenza tra la propria costituzione e quella del proprio prodotto. In questa
fase, l'Io si riconosce quindi come organismo umano, come vertice estremo dell'organizzazione
naturale.
3) La terza epoca va dalla riflessione alla volontà. Per mezzo di un atto di, l'intelligenza giunge alla
consapevolezza che la propria attività è pura forma , distinta da ogni materia. Quando si libera da
ogni oggetto materiale l’intelligenza si riconosce come pura volontà di autodeterminazione .
Il secondo livello della vita dello spirito: la volontà . Con la volontà si passa dal primo livello della
vita dello spirito - l' attività teoretica - al secondo grado, rappresentato dalla filosofia pratica. Come
abbiamo visto. la volontà risulta dall'astrazione del soggetto da qualsiasi condizione materiale. In tal
senso, essa è espressione di libertà . Ma il singolo soggetto libero trova di fronte a sé altre volontà
individuali altrettanto libere. Si pone quindi il problema dell'armonizzazione di queste volontà in un
sistema che garantisca tuttavia la compatibilità tra le diverse libertà. Questo sistema è il diritto. Ma
il diritto non può nascere dalla semplice libertà, poiché esso comporta la limitazione forzosa della
libertà dell'uno per garantire quella di tutti gli altri. Il diritto implica,quindi, un'unione di libertà e
necessità.
Il terzo livello d ella vita dello spirito: l'arte. Se l'unione di libertà e necessità trova nella storia la
propria concreta realizzazione. essa può tuttavia essere colta soltanto dalla terza e più elevata
attività dello spirito, che è l'arte. L'arte è il solo <<organo>> che consenta all'uomo di penetrare
l'Assoluto: soltanto attraverso l'intuizione artistica, infatti, l'uomo può cogliere l'unità di spirito e
natura, soggetto e oggetto, conscio e inconscio. L'arte che si esprime nel genio rappresenta la vera
conoscenza e la vera filosofia.
Aderendo pienamente ai canoni romantici, Schelling identifica completamente i1 fi1osofo con
l'artista .