TEATRO.ORG, IL PORTALE DEL TEATRO ITALIANO Eventi e notizie in Emilia Romagna Rassegna stampa, articoli e comunicati su eventi del mondo del teatro e dello spettacolo MODENA: LE NOZZE DI FIGARO L'allestimento vede la collaborazione con l'Accademia Cubec (Centro Universale del Bel Canto) di Mirella Freni di Modena, motivo di grande interesse per la partecipazione dei cantanti perfezionatisi preparati dal grande soprano modenese. L’opera, su libretto di Da Ponte, è basata sulla commedia di Beaumarchais e venne scritta da Mozart in gran segreto (la commedia era stata vietata dall'Imperatore Giuseppe II, poiché attizzava l'odio tra le varie classi sociali). Egli impiegò sei settimane per completarla (famoso è il finale del secondo atto, scritto in un giorno, una notte e un successivo giorno di lavoro continuato). Eppure fu solo dopo aver convinto l'Imperatore della rimozione delle scene politicamente più discusse che questi diede il permesso di rappresentare l'opera. Così Le nozze di Figaro, finita di comporre il 29 aprile del 1786, fu messa in scena al Burgtheater di Vienna il 1 maggio dello stesso anno. L'opera ottenne un successo strepitoso, al punto che l'imperatore dovette emanare un decreto per limitare le richieste di bis, in modo che le repliche non durassero troppo. Spiega la regista Rosetta Cucchi: L’opera rappresenta uno dei capitoli più eccitanti della storia della cultura europea: esempio perfetto di creatività musicale, di tensione e consapevolezza drammaturgica, di senso scenico e inventiva teatrale; allo stesso tempo insuperata incarnazione dello spirito del tempo, ma anche esempio illuminato di universalità … Un’universalità che non diviene mai vana astrazione ma fonda le sue radici profonde nell’uomo. In particolare ne Le Nozze di Figaro viene dipinta una società con vizi e virtù riconoscibili e ritrovabili in ogni epoca. La complicata trama altro non è che un gioco di intrighi, nascondimenti, amori perduti e genitori ritrovati, sempre lieve, mai superficiale. Un esempio di quella leggerezza di cui parla Italo Calvino nelle sue meravigliose Lezioni americane. La regista pesarese, famosa per le sue regie innovative, partendo dallo stesso presupposto, abbandona pizzi e merletti a favore di un più moderno e accattivante garage di una villa americana degli anni Cinquanta. E la scelta è decisamente vincente, soprattutto nel gioco delle piccole scenografie che escono dai portoni, ideate dallo scenografo Tiziano Santi, nei costumi di Claudia Pernigotti, veramente belli, che ha saputo disegnare costumi perfettamente intonati alle scelte registiche, e nelle luci suggestive di Daniele Naldi. L’impianto scenico è pressoché il medesimo fino alla fine e rappresenta una raffinatissima casa americana degli anni Cinquanta. Si alternano in scena vari piccoli elementi che permettono di mutare le varie stanza della villa. Figaro è un autista (logico trasporto temporale del personaggio) di una stupenda MG TD del 1953 che compare in scena e diventa anch’essa elemento scenico importante. In una raffinata semplicità lo spettacolo si svolge in modo frizzante e mai noioso. Lo stesso salto temporale è fatto con troppo gusto per poter disturbare il canto mozartiano. Bello il finale in cui il folto giardino non è altro che un campo da tennis in cui gli elementi fissi diventano i padiglioni in cui si nascondono i protagonisti. Unico neo, a nostro avviso, la luce troppo spinta nell’ultima scena: senza un po’ di buio tutti gli equivoci sono inutili e non molto capibili. Nel ruolo del titolo Simone Alberghini vanta una vasta esperienza del repertorio mozartiano ed è infatti un Figaro esperto, sia da un punto di vista canoro che recitativo; bella voce e bel canto omogeneo di squisito stile mozartiano, ottima interpretazione: meritatamente applaudito a lungo. Brava e accattivante Annalisa Stroppa in Cherubino, trasformato da gentile e vezzoso paggio in giovane playboy country alla James Dean, con tanto di chitarra al collo: bella voce, bel timbro e grande abilità nell’uso dei colori e degli accenti. La Marcellina di Barbara Aldegheri ha reso più efficacemente il carattere del personaggio che non nella parte vocale. Il resto del cast erano tutti allievi di Mirella Freni. La Susanna del soprano armeno Ruzan Mantashyan è eccezionale: voce soave, abilissima nel cantabile, già in possesso di una morbida linea di canto; molto elegante in scena e nel canto, buona capacità di fraseggio, mostra padronanza anche nelle note più basse e nei pianissimi. Il baritono moldavo Valeriu Caradja è stato un Conte di Almaviva credibile ed elegante, dalla voce vellutata e con fraseggio ottimo. Il soprano sudafricano Nozuko Shaun Teto nella Contessa, ha dimostrata una voce buona e con acuti puliti e omogenei; unico neo una dizione alquanto sommaria. Il baritono giapponese Fumitoshi Miyamoto in Don Bartolo, si è dimostrato vocalmente all’altezza del ruolo. Completavano il cast il tenore genovese Matteo Lippi in Don Basilio e in Don Curzio, il soprano Sara De Matteis in Barbarina e il baritono brasiliano Felipe Oliveira Antonio in Antonio. Alle prese con la partitura mozartiana il maestro Aldo Sisillo, alla guida dell’orchestra regionale dell’Emilia Romagna, ha regalato un’interpretazione eccellente e di gusto. Bravo il coro del Teatro Municipale di Piacenza diretto dal maestro Corrado Casati, che ha saputo interpretare con ironia i ruoli che la regia gli ha imposto. Un teatro completamente esaurito, con un pubblico entusiasta e plaudente, che ha riconosciuto la bravura di Alberghini e la mano maestra di Mirella Freni, gloria della città modenese. Inserita il 04 - 02 - 13 Fonte: Mirko Bertolini Commenti 0 Stampato da WWW.TEATRO.ORG © Tutti i Diritti Riservati