Appunti di didattica, parte VII Idee di disabilità • • • modello individuale «Personal tragedy theory» modello sociale «Society’s failure» anni ‘80 modello bio-psico-sociale Classificazioni OMS: ICD • • 1970 - ICD (International Classification of Diseases) pone l'attenzione sulle patologie, le loro cause e la loro manifestazione clinica; basata su di una prospettiva epidemiologica (biologia, medicina, statistica, …); concentrata sull’aspetto eziologico della patologia, fornisce la diagnosi e la descrizione del processo della malattia siamo alla 10a versione (ICD-10) http://en.istat.it/strumenti/definizioni/malattie.pdf) Classificazioni OMS: ICIDH • 1980 - ICIDH (International Classification of Impairments, Disabilities and Handicaps) attenzione sulle conseguenze pregiudizievoli delle patologie • oltre alla diagnosi fornisce informazioni sulla funzionalità espressa dal disabile dal punto di vista corporeo, personale e sociale; inoltre, l’approccio alla disabilità non viene più centrato soltanto sulla malattia e le sue caratteristiche bio – mediche, ma viene connesso ad una prospettiva sociale. La menomazione induce e determina il deficit, che viene inteso come limitazione o perdita di una funzione, ma anche l’handicap, cioè una situazione di svantaggio individuale e sociale che deriva dalla disabilità. Menomazione • • • • perdite materiali / anormalità rispetto a funzioni anatomiche o psicologiche perdite materiali / anormalità permanenti o transitorie danni anatomici, anomalie, difetti, perdite di parti del corpo (comprese le funzioni mentali) esteriorizzazione di uno stato patologico Disabilità • • • limitazione o perdita (da menomazione) della capacità di svolgere un'attività nel modo o nella ampiezza che sono considerati “normali” per un essere umano transitoria / permanente; (ir)reversibile;, progressiva / regressiva; congenita / acquisita è un'oggettivazione della menomazione (che in questo senso è soggettiva) Marco Lazzari, corso di Didattica 2015-2016, Università degli Studi di Bergamo, appunti del corso (basati sul Dizionario di didattica di G. Bertagna e P. Triani, La scuola, 2013) Appunti di didattica, parte VII • posso avere menomazione senza disabilità: – ipertensione curata può essere non limitante – la perdita di un dito non intacca le funzionalità ordinarie (ma anche sì? il pollice?) – invece un cieco ha limitazioni funzionali Handicap • • • • condizione di svantaggio da menomazione / disabilità limita / impedisce l'adempimento di compiti considerati “normali” per il ruolo di una persona in base a età, sesso, fattori socio / culturali è lo svantaggio che deriva dalla diminuzione della capacità di conformarsi alle aspettative dell’ambiente posso avere disabilità senza handicap: – una persona sulla sedia a rotelle è disabile, non ha handicap se deve usare un computer (un cieco sì) – una persona senza una mano è disabile, non ha handicap se fa il cantante lirico, se fa il pianista sì (ma anche no: Paul Wittgenstein) Classificazioni OMS: ICF • • • • • • 2001 - Modello biopsicosociale ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health) non classifica malattie classifica componenti della salute, fattori costitutivi del benessere 3 dimensioni: biologica, individuale, sociale valuta come le persone vivono con le loro patologie e come migliorarne la vita la disabilità di una persona non viene definita unicamente in una prospettiva bio-medica, quanto piuttosto mettendo in relazione l’analisi di tutte le dinamiche che possono essere coinvolte e che condizionano il benessere della persona nei grandi ambiti delle: – delle funzioni corporee (funzioni fisiologiche dei sistemi corporei, funzioni psichiche) – delle strutture corporee (parti anatomiche del corpo umano quali arti, organi, …) – dell’attività e della partecipazione (esecuzione di un compito e coinvolgimento in una situazione di vita) – dei fattori ambientali (ambiente fisico e sociale in cui la persona vive, atteggiamenti personali) Marco Lazzari, corso di Didattica 2015-2016, Università degli Studi di Bergamo, appunti del corso (basati sul Dizionario di didattica di G. Bertagna e P. Triani, La scuola, 2013) Appunti di didattica, parte VII • • non si parla più di handicap, ma di limitazione, difficoltà, che risultano dall'interazione tra la disabilità personale e le aspettative di normalizzazione che la società attende nelle aree: – autonomia – comunicazione – locomozione – socializzazione – lavoro aspetto sociale della disabilità, funzione anche delle aspettative sociali e dagli ostacoli – barriere fisiche: ostacoli materiali, barriere architettoniche, ... – barriere psicologiche: sulla sfera emotiva del disabile e della famiglia (la famiglia che non "mostra" il congiunto disabile perché si vergogna) – barriere sociali: pregiudizi e aspettative che impediscono integrazione / favoriscono emarginazione Esclusione • • • • disabilità come stigma, impraticabilità dei sistemi scolastici per le persone con disabilità logica del rifiuto e della delega esclusa la presenza dell’alunno disabile dalla scuola pubblica grandi Comuni e istituzioni si fanno carico del problema con le scuole speciali emarginazione e segregazione Medicalizzazione • • negli anni ‘60 lo Stato inizia a occuparsi degli alunni disabili incrementa e rafforza le strutture speciali approccio di tipo medico, disabilità percepita in riferimento al deficit stigma e delega a figure specializzate Inserimento • • • dagli anni 70 democratizzazione dell’insegnamento, scuola di massa, implosione delle scuole speciali apertura del sistema scolastico all’accoglienza degli alunni con disabilità inserimento nelle classi ordinarie, senza pianificazione didattica né strategie adeguate Integrazione • • • • • tenere insieme ‘elementi’ diversi – “rendere integro, tutto intero, completo” – ma anche “unire cose separate” persona umana: renderla completa, vicariare eventuali deficit per mantenerla in armonia con se stessa e nel contesto sociale, mettere insieme le sue capacità per avvalorarle L 517/1977 e L 104/1992 dalla logica assistenziale alla centralità dello studente e al suo diritto alla piena educazione programmazione di tipo curricolare, organizzazione scolastica più flessibile assunzione di responsabilità condivisa dei percorsi educativi (figure di sostegno). Educazione inclusiva • rimozione di ogni barriera alla partecipazione / all’apprendimento attraverso il superamento della logica dei Bisogni Educativi Speciali Marco Lazzari, corso di Didattica 2015-2016, Università degli Studi di Bergamo, appunti del corso (basati sul Dizionario di didattica di G. Bertagna e P. Triani, La scuola, 2013) Appunti di didattica, parte VII • considerare e valorizzare le differenze di ciascuno alunno (di genere, lingua, cultura, condizione o stile di a.), favorendo la partecipazione di tutti ai processi di i. / a. • considerare e valorizzare i modi propri e personali di porsi nei processi di a. e nelle relazioni • aspira a creazione di una scuola per tutti ripensamento e riorganizzazione di contesti, approcci, strategie, strumenti Progressione storica • • • • • • • • • Visione classica esclusione inserimento integrazione inclusione Visione ecumenica esclusione inserimento integrazione in una scuola inclusiva Presupposti pedagogici • • • [dice Giuliana Sandrone che] guardare alla disabilità in prospettiva pedagogica è diverso dal guardarla da un punto di vista psicologico, sociologico, biologico o medico, come quello delle classificazioni; si tratta di prospettive necessarie, ma non sufficienti per una prospettiva pedagogica per affrontare l’educazione da un punto di vista pedagogico occorre sempre un paradigma di riferimento abbiamo assunto come paradigma pedagogico il concetto di persona umana, con la sua ricchezza semantica e assiologica (unicità/singolarità, integralità, inesauribilità, relazionalità, …); in ordine alla disabilità nel sistema educativo formale occorre non separare, ma connettere – l’istruzione e l’educazione – l’azione educativa che avviene a scuola e quella che avviene fuori dalla scuola (sussidiarietà, alleanza scuola famiglia, rapporti con il territorio) Compito strategico della scuola • • • • distinguere nell’allievo le componenti legate alla menomazione, che competono ad altri specialisti per l’eventuale riduzione ricercare le condizioni per ridurre lo svantaggio che deriva dalla relazione con il contesto sociale e culturale non serve una didattica speciale, ma una approfondita conoscenza degli aspetti metodologici, organizzativi, relazionali che entrano in gioco nelle situazioni di disabilità, inserite nella prospettiva pedagogica che impronta l'agire educativo del docente. Esempio: un allievo con disabilità fisica o sensoriale può fare attività motoria e fisica con i suoi compagni? Sì, se i suoi docenti conoscono l'esistenza dell'APA (Adapted Physical Activity – Attività Fisica Adattata) e delle sue tecniche e le coniugano in modo adeguato alla specificità dell'allievo e della sua situazione, in cooperazione con – l'allievo stesso – la sua famiglia – gli esperti sanitari – le associazioni sportive presenti sul territorio Marco Lazzari, corso di Didattica 2015-2016, Università degli Studi di Bergamo, appunti del corso (basati sul Dizionario di didattica di G. Bertagna e P. Triani, La scuola, 2013) Appunti di didattica, parte VII • • • Marisa Vicini: "In campo scolastico, il concetto di adattamento è ciò che distingue la tradizionale educazione fisica e sportiva, dall'attività fisica adattata. La prima, l'educazione fisica, è tradizionalmente centrata sulla disciplina e richiede un adattamento degli studenti al piano di lavoro e ai suoi contenuti, secondo una logica di individualizzazione; la seconda, l'APA, adotta una logica inversa, parte dalle reali capacità e potenzialità degli allievi per costruire un percorso che sia per loro significativo, secondo una logica di personalizzazione. Se si assume l'ottica delle attività fisiche adattate si deve promuovere, quindi, un'educazione fisica e sportiva opportunamente modificata, in grado di valorizzare le capacità di tutti gli alunni, e in particolare, di chi si trova in una situazione di disabilità." attività sportive tradizionali adattate: atletica per disabili (e sci, e nuoto, e...) attività sportive originali: baskin (squadre miste di giocatori con 5 livelli di competenze motorie), torball (gioco con la palla per ipo- e non-vedenti, palla con campanellini, giocatori bendati), sitting volley (pallavolo da seduti, con squadre miste) Abilitazione • si opera integrando misure compensative e abilitanti (da Flavio Fogarolo, Il Piano Didattico Personalizzzato, Atti del Convegno La qualità dell'integrazione scolastica e sociale, Centro Studi Erickson, Trento, 2013) – DISPENSARE – misure dispensative – gli allaccio io le scarpe le misure dispensative rappresentano una presa d'atto della situazione, ma non modificano le competenze del soggetto dipendono dagli altri e non danno autonomia. hanno lo scopo immediato di evitare che il disturbo possa comportare un generale insuccesso scolastico con ricadute personali, anche gravi. – COMPENSARE - strumenti compensativi – gli metto le scarpe con il velcro al posto delle stringhe la compensazione ha l'obiettivo di ridurre gli effetti negativi del disturbo per raggiungere prestazioni funzionalmente adeguate l'efficacia dipende più dalle abilità d'uso dell'utente che dallo strumento usato (competenze compensative) in modo diverso, possono dare autonomia – ABILITARE - didattica personalizzata – individualizzata – gli insegno ad allacciarsi le stringhe difficoltà di apprendimento non significa necessariamente impossibilità a imparare l' intervento didattico personalizzato, che punta a sviluppare competenze in piena autonomia, va sempre previsto e sostenuto – l'aiuto veramente finalizzato all'autonomia non è mai eccessivo non è mai deresponsabilizzante è programmato verso l'estinzione (cioè progressivamente serve sempre meno aiuto, fino ad arrivare all’autonomia) Marco Lazzari, corso di Didattica 2015-2016, Università degli Studi di Bergamo, appunti del corso (basati sul Dizionario di didattica di G. Bertagna e P. Triani, La scuola, 2013)