Raffaella Turchi Neuropsichiatra infantile Percorso autismo Asl10

Raffaella Turchi
Neuropsichiatra infantile
Percorso autismo Asl10 Firenze
DISTURBI DELLO SPETTRO
AUTISTICO
COSA SONO?????
SINDROME COMPORTAMENTALE
causata da una
PREDISPOSIZIONE GENETICA
che, in concomitanza con
FATTORI AMBIENTALI
determina un’alterazione nello sviluppo del
cervello che si esprime in un percorso
particolare dello sviluppo e quindi in una
particolare organizzazione del
comportamento.
DISTURBO PERVASIVO dello SVILUPPO
nel DSM
(Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali)
DISTURBO PERVASIVO dello SVILUPPO
nel DSM
(Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali)
DSM I (1952)
 REAZIONI SCHIZOFRENICHE, tipo INFANTILE
DSM II (1968)
 L’Autismo non era menzionato; la parola
AUTISMO compariva sotto la categoria
“SCHIZOFRENIA tipo INFANTILE”
“The condition may be manifested by autistic, atypical and withdrawn behavior”
DISTURBO PERVASIVO dello SVILUPPO
nel DSM
(Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali)
Nel corso degli anni ‘70, decade l’ipotesi eziopatogenetica psicogenica e….
 DSM III (1980) Compaiono i Criteri Diagnostici del DISTURBO
PERVASIVO dello SVILUPPO
Definisce l’AUTISMO
AUTISMO come un disturbo pervasivo dello sviluppo (distinto
quindi dalla schizofrenia) caratterizzato dall’assenza di responsività nelle
relazioni con gli altri, grossi deficit nelle abilità comunicative, una bizzarria
delle risposte all’ambiente, ad esordio precoce (30 mesi)
III-R (1987)
 DSM III


Presenta una più complessa definizione del Disturbo (richiede la presenza di almeno
8/16 criteri richiesti)
Si sposta l’età a 3 anni
Compare il DISTURBO PERVASIVO dello SVILUPPO NON ALTRIMENTI
SPECIFICATO (presenza di alcuni sintomi dell’autismo ma non di tutti)
DISTURBO PERVASIVO dello SVILUPPO
nel DSM
(Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali)
DSM IV (1994) e DSM IVIV-R (2000)
Ulteriore perfezionamento dei sempre più
complessi criteri per la definizione di disturbo
autistico.
Il numero complessivo dei Disturbi Pervasivi
dello Sviluppo diventa 5 con l’inclusione del
Disturbo di Asperger e della Sindrome di Rett
DISTURBI PERVASIVI DELLO SVILUPPO
Compromissione grave e generalizzata in
diverse aree dello sviluppo
1)
2)
3)
Capacità di interazione sociale reciproca
Capacità di comunicazione
Presenza di comportamenti, interessi, attività
stereotipate
DISTURBO PERVASIVO dello SVILUPPO
nel DSM
(Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali)
DSM IV
DISTURBI SOLITAMENTE DIAGNOSTICATI per la
prima volta nell’INFANZIA, nella FANCIULLEZZA
o nell’ADOLESCENZA
DISTURBI PERVASIVI dello SVILUPPO
 Disturbo autistico
 Disturbo di Rett
 Disturbo disintegrativo dell’infanzia
 Disturbo di Asperger
 Disturbo Pervasivo dello Sviluppo Non Altrimenti
Specificato (incluso Autismo Atipico)
DISTURBO PERVASIVO dello SVILUPPO
nel DSM
(Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali)
MODIFICAZIONI NEI DSM E RAPPRESENTAZIONI SCIENTIFICOCULTURALI


DSM-I (1952):Reazione Schizofrenica di tipo Infantile
DSM-II (1968): Schizofrenia di tipo infantile
Il termine Schizofrenia Infantile viene abolito.
Il Journal of Autism and Childhood
Schizophrenia, lanciato nel 1971,
cambia il suo nome in Journal of
Autism and Developmental Disorder
nel 1979




DSM-III (1980): Autismo infantile.
DSM-III –R(1987):Compare la definizione di DPS
DSM-IV (1994): Disturbi Pervasivi dello Sviluppo
DSM-5 (2013): Spettro Autistico
F. Nardocci, marzo 2014
E I TEMPI NELL’ICD EUROPEO?
 Ancora negli anni ‘80 era presente una forte discrepanza nei due più
importanti sistemi nosografici internazionali.
 Mentre il DSM-III e III-R, dell’Associazione Psichiatrica Americana,
inserivano autismo e condizioni affini nell’ambito dei disturbi
generalizzati dello sviluppo (Pervasive Developmental Disorders
nella dizione originale) l’ICD-9 dell’Organizzazione Mondiale della
Sanità (1980) considerava l’autismo ancora come un sottotipo di
psicosi ad origine nell’infanzia.
ICD- 10 (1994), che ha inserito l’autismo nel
 Solo a partire dall’’ ICDcapitolo generale delle «Alterazioni globali dello sviluppo
psicologico». Il disturbo autistico, considerato inizialmente una
forma di disturbo psicotico dell’infanzia, è stato, se pur tardivamente
rispetto al DSM, differenziato dalla psicosi ed ha acquisito una
autonomia nosografica se pur con elementi ancora confusivi
avendolo inserito, nell’edizione in lingua italiana, nell’ambito dei
cosiddetti «Disturbi Generalizzati dello Sviluppo».
DISTURBO PERVASIVO dello SVILUPPO
nel DSM
(Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali
… dopo 20 anni dal
precedente DSM
Nel caso dell’Autismo…
… frutto del lavoro e
della revisione della
storia del disturbo di
questi 20 anni
DISTURBO PERVASIVO dello SVILUPPO
nel DSM
(Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali
DISTURBI del NEUROSVILUPPO
 Disabilità intellettive
 Disturbi della Comunicazione









Disturbo del Linguaggio
Disturbo Fonetico-Fonologico
Disturbo della Fluenza
Disturbo della COMUNICAZIONE SOCIALE (pragmatica)
Disturbo dello Spettro dell’Autismo
Disturbo da deficit di attenzione/iperattività
Disturbo specifico dell’apprendimento
Disturbi del movimento
Altri disturbi del neurosviluppo
Disturbi NEUROSVILUPPO
Il range del deficit dello sviluppo varia da limitazioni molto
specifiche dell’apprendimento o del controllo delle funzioni
esecutive fino alla compromissione globale delle abilità sociali e
dell’intelligenza.
DISTURBO PERVASIVO dello SVILUPPO
nel DSM
(Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali
 Psicosi
 DPS
 Disturbi del
Neurosviluppo
DSM IV
DISTURBI PERVASIVI dello
SVILUPPO
Disturbo autistico
Disturbo disintegrativo
dell’infanzia
Disturbo di Asperger
Disturbo Pervasivo dello
Sviluppo Non Altrimenti
Specificato (incluso Autismo
Atipico)
Disturbo di Rett
DSM 5
Unica categoria:
DISTURBO DELLO
SPETTRO
dell’AUTISMO
DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO
 Articolo di Lorna Wing (anni ‘80):
 Mostrava come le caratteristiche fondamentali dell’autismo
potessero presentarsi in un ampio range di persone, alcune
con grave ritardo mentale, altre con intelligenza elevata.
 Anni seguenti: si inizia a parlare di sindromi autistiche come
un continuum di disturbi (dalle forme più lievi alle forme più
gravi), determinate da fattori biologici, che richiedevano una
maggiore specificità diagnostica  Concetto di “spettro
autistico”
 Si manifestano in MODO ETEROGENEO, non
solo dal punto di vista comportamentale, ma
anche dal punto di vista biologico
(circonferenza cranica, presenza di disturbi del
sonno, dell’alimentazione, epilessia, volume
aumentato di alcune parti del cervello…)
Difficoltà di definire i criteri diagnostici tra:
tra
- DPS nas
- Sindrome di Asperger
- Autismo ad Alto Funzionamento
This paper presents a review of past and current research on the diagnosis of Asperger syndrome (AS) in
children. It is suggested that the widely used criteria for diagnosing AS in the Diagnostic and Statistical
Manual of Mental Disorders (DSM)-IV are insufficient and invalid for a reliable diagnosis of AS. In
addition, when these diagnostic criteria are applied, there is the potential bias of receiving a diagnosis
towards the high-functioning end of the autism spectrum. Through a critical review of 69 research
studies carried out between 1981 and 2010, this paper shows that six possible criteria for diagnosing AS
(specifically, the age at which signs and symptoms related to autism become apparent, language and
social communication abilities, intellectual abilities, motor or movement skills, repetitive patterns of
behaviour and the nature of social interaction) overlap with the criteria for diagnosing autism. However,
there is a possibility that some finer differences exist in the nature of social interaction, motor skills and
speech patterns between groups with a diagnosis of AS and autism. These findings are proposed to be of
relevance for designing intervention studies aimed at the treatment of specific symptoms in people with
an autism spectrum disorder.
Passaggio di categoria:
categoria
Ora che seguiamo i piccoli, assistiamo sempre di più ad un passaggio di
sotto-categoria
RESULTS:
Percentage agreement between best-estimate diagnoses at 2 and 9 years of age was 67, with a weighted kappa of 0.72. Diagnostic
change was primarily accounted for by movement from pervasive developmental disorder not otherwise specified to autism. Each
measure at age 2 years was strongly prognostic for autism at age 9 years, with odds ratios of 6.6 for parent interview, 6.8 for
observation, and 12.8 for clinical judgment. Once verbal IQ (P = .001) was taken into account at age 2 years, the ADI-R repetitive
domain (P = .02) and the ADOS social (P = .05) and repetitive domains (P = .005) significantly predicted autism at age 9 years.
CONCLUSIONS:
Diagnostic stability at age 9 years was very high for autism at age 2 years and less strong for pervasive developmental disorder not
otherwise specified. Judgment of experienced clinicians, trained on standard instruments, consistently added to information
available from parent interview and standardized observation.
Quindi, la distinzione tra i DSAut nel loro complesso da
altri disturbi del neurosviluppo può essere agevole, ma non la
distinzione tra le sottocategorie
DISTURBI DELLO SPETTRO
AUTISTICO
Ampia gamma di
disabilità/diversità e
grande variabilità ma….
aspetti centrali, caratteristici
DISTURBI DELLO SPETTRO
AUTISTICO
• Incidenza: 1:100
• EPIDEMIA????



Miglioramento delle procedure diagnostiche
Ampliamento dei criteri diagnostici DSMIV
Oppure effettivo aumento??
• Maschi: Femmine = 4:1
• Le femmine tendono ad avere maggiormente
l’associazione con DI; forse il quadro nelle
femmine senza DI può non essere riconosciuto,
forse a causa delle più tenui manifestazioni sociali
e comunicative
DISTURBI
DELLO
SPETTRO
AUTISTICO
Disturbi dello Spettro dell’Autismo
criteri diagnostici
DSM IV
A.
1.
Caratteristiche cliniche utili alla
diagnosi
2.
3.
B.
C.
Compromissione qualitativa
dell’interazione sociale
Compromissione qualitativa
della comunicazione
Modalità di comportamento,
interessi e attività ristretti,
ripetitivi e stereotipati
Ritardi o funzionamento anomalo
in almeno una delle aree relative a 1)
interazione sociale, 2)
comunicazione, 3) gioco, prima dei
3 anni
L’anomalia non è meglio
attribuibile ad un Disturbo
Disintegrativo dell’Infanzia o al
Disturbo di Rett
DSM 5
A.
B.
C.
D.
E.
Deficit persistenti della
comunicazione sociale e
dell’interazione sociale
Pattern di comportamento, interessi
o attività ristretti e ripetitivi
I sintomi devono essere presenti nel
periodo precoce dello sviluppo, ma
possono non manifestarsi prima che le
esigenze sociali eccedano le capacità
limitate o possono essere mascherati da
strategie apprese in età successive.
I sintomi devono causare una
compromissione significativa del
funzionamento in ambito sociale,
lavorativo o in altre aree importanti
DSAut + Disabilità Intellettiva: sono
spesso in concomitanza, ma per poter
fare diagnosi i deficit di comunicazione e
interazione devono essere superiori
rispetto a quanto ci aspetteremmo con la
sola disabilità intellettiva.
DISTURBI DELLO
SPETTRO AUTISTICO
Criteri diagnostici
nel DSM
Rispetto al Disturbo AUTISTICO….
DSM IV
1.
2.
3.
TRIADE
SINTOMATOLOGICA:
Anomalie qualitative della
Comunicazione
Anomalie qualitative
dell’Interazione Sociale
Interessi ristretti e ripetitivi
DSM 5
DIADE SINTOMATOLOGICA:
SINTOMATOLOGICA:
1.
DEFICIT PERSISTENTE
NELL’AREA DELLA
COMUNICAZIONE SOCIALE
e NELL’INTERAZIONE
SOCIALE
2.
DEFICIT DI
“IMMAGINAZIONE”
(Comportamenti e/o interessi
e/o attività ristrette e
ripetitive)
Criteri diagnostici DISTURBI
DELLO
SPETTRO AUTISTICO
nel DSM
CRITERIO A:
A
Presenza di DEFICIT della
comunicazione sociale e
dell’interazione sociale persistenti in
più contesti
È impossibile immaginare una
comunicazione sociale non sottesa dal
riconoscimento dell’altro quale agente con
cui interagire e non è possibile pensare ad
uno scambio interattivo senza
padroneggiamento dei codici
comunicativi
INTERAZIONE e COMUNICAZIONE:
ASPETTI di un’UNICA FUNZIONE!!!
Si lascia il concetto di compromissione
qualitativa e si passa ad un concetto di
variazioni quantitative, che si dispongono
su diversi livelli di gravità, senza soluzione
di continuità con la normalità
(R. Militerni)
Criteri diagnostici DISTURBI DELLO
SPETTRO AUTISTICO
nel DSM
CRITERIO A
 Deficit persistenti nella comunicazione ed interazione
sociale in molteplici contesti, come manifestato da
tutti i seguenti punti, oggi o nella storia dello sviluppo.
 Pervasivi e continuativi nello sviluppo
 Necessità di avere diverse fonti per raccogliere i dati
(osservazione, selfreport, genitori, scuola, etc.)
 Molti individui hanno ritardi o assenza di linguaggio, in
espressione e/o ricezione, oppure un linguaggio troppo
letterale. Anche quando il linguaggio è formalmente
corretto persistono difficoltà nell’uso sociale
(pragmatica).
CRITERIO A: deficit della comunicazione sociale e
dell’interazione sociale
A.1. Deficit nella reciprocità
socio-emotiva, che vanno da
un approccio sociale anomalo
al fallimento della reciprocità
della conversazione; ridotta
manifestazione di interesse,
emozioni o affetto; fallimento
nell’iniziare, terminare o
rispondere all’interazione
sociale.
 È l’abilità di relazionarsi con
gli altri e condividere pensieri
e sentimenti.
CRITERIO A1: Deficit nella reciprocità socioemotiva
Età minore o gravità
maggiore
 Poca o nessuna iniziazione
dell’interazione sociale
 Ridotta imitazione
 Linguaggio usato per
richiedere o etichettare ma
non per commentare
 Comunicazione
unidirezionale
 Poca condivisione
delle emozioni
Età maggiore o gravità
minore
 Difficoltà di elaborare o
rispondere a stimoli sociali
complessi
 Difficoltà di gestire emozioni
complesse
 Difficoltà a capire quando
entrare in una conversazione,
cosa è meglio non dire
 Necessità di “calcolare”
cognitivamente ciò che è
intuitivo per gli altri”
 Ansia sociale.
David Moscone Spazio Asperger
CRITERIO A: deficit della comunicazione sociale
e dell’interazione sociale
A.2. Deficit nei comportamenti
comunicativi nonnon-verbali usati
per la comunicazione sociale.
Comunicazione verbale e nonverbale scarsamente integrata,
contatto oculare o linguaggio del
corpo anomalo, difficoltà nella
comprensione e nell’uso dei gesti;
mancanza di espressività facciale e
comunicazione non verbale.
 Comprende tutta la
comunicazione non verbale
(linguaggio del corpo, espressioni
facciali, intonazione, prosodia
della voce; sia negli aspetti
ricettivi che espressivi).
CRITERIO A2: Deficit nei comportamenti comunicativi
non--verbali usati per la comunicazione sociale
non
Età minore o gravità maggiore
 Mancanza di attenzione condivisa:
manifestata attraverso mancanza di
pointing, mostrare, o portare e
condividere oggetti di interesse.
 Non seguire lo sguardo dell’altro
(triangolazione)
 Repertorio di gesti inferiore a
quanto ci si aspetterebbe per l’età di
sviluppo.
 Mancato o povero uso di gesti od
espressioni durante la
comunicazione spontanea.
 Uso errato o idiosincratico di gesti
od espressioni durante la
comunicazione.
Età maggiore o gravità minore
 Impressione del linguaggio del
corpo “strano”, “rigido” o “teatrale”.
 Uso corretto delle singole modalità
ma difficoltà ad integrarle.
 Es. linguaggio oculare presente ma
mancanza di coordinazione tra
sguardo, gesti, parole, etc.
David Moscone Spazio Asperger
CRITERIO A: deficit della comunicazione sociale
e dell’interazione sociale
A.3. Deficit nello sviluppo,
gestione o comprensione delle
relazioni: difficoltà di adattare
il comportamento per adeguarsi
ai diversi contesti sociali; difficoltà
nella condivisione del gioco di
immaginazione o di fare amicizie;
apparente assenza di interesse
verso i pari.
 Non servono tutte queste
caratteristiche, ne basta una.
 Sono 3 caratteristiche in una:



Interesse
Comprensione
Abilità
A.3. Deficit nello sviluppo, gestione o comprensione delle
relazioni
Età minore o gravità maggiore
 L’interesse può essere assente,
ridotto o atipico (ad esempio si
avvicina troppo agli altri,
abbraccia tutti, è “iper-affettivo”)
 Si manifesta attraverso
l’emarginazione, la passività o
comportamenti inappropriati
che possono apparire aggressivi
o ritirati.
 Mancanza di gioco sociale
condiviso.
 Gioco solo “secondo le proprie
regole”.
Età maggiore o gravità minore
 Atipicità che si manifesta attraverso
comportamenti che vengono letti
come intimidatori, “isterici”,
provocatori, altezzosi, superbi,
freddi.
 Scarsa appropriatezza del
comportamento al contesto.
 Preferisce attività solitarie o
compagnia di persone più piccole o
più grandi.
 Ricerca di amicizie ma non
comprensione di cosa comporta e
qual è il senso dell’amicizia.
 Importante considerare le relazioni
con: genitori, colleghi, datori di
lavoro, partner, figli.
David Moscone Spazio Asperger
DSMIV criterio A2a “Ritardo o totale mancanza
DSMIV:
dello sviluppo del linguaggio parlato”
Criteri diagnostici DISTURBI
DELLO
SPETTRO AUTISTICO
nel DSM
CRITERIO B
 Individua la presenza di pattern di comportamento, interessi e
attività ristrette o ripetitive
 Importanza alla componente NON SOCIALE dell’autismo
 La testimonianza di tali pattern deve essere subordinata
almeno dalla ricorrenza di almeno due diverse tipologie di
comportamenti (per evitare che la diagnosi possa essere
effettuata sulla base di un solo criteri, ad es. le stereotipie
semplici, significative, ma poco specifiche..)
 La necessità che siano almeno due fa sì che almeno una sia
data dalla resistenza al cambiamento, dall’ipo-iperattività agli
stimoli, da interessi limitati (cioè la parte più caratterizzante
l’autismo)
CRITERIO B: Pattern di comportamento, interessi o
attività ristretti e ripetitivi come manifestato da due
seguenti fattori
B.1. Movimenti, uso degli
oggetti o eloquio
stereotipati o ripetitivi
 Stereotipie motorie semplici:
hand flapping, finger flicking.
 allineare gli oggetti o rotearli
(rigirare monete o trottole)
 ecolalia immediata o differita
 Frasi, parole, prosodia
idiosincratiche
CRITERIO B: Pattern di comportamento, interessi o
attività ristretti e ripetitivi come manifestato da due
seguenti fattori
B.2. Insistence on sameness (Insistenza nell’uguaglianza immodificabilità), aderenza inflessibile alle routine priva di
flessibilità o rituali di comportamento verbale o non verbale
 Estremo disagio di fronte a piccoli cambiamenti
 Difficoltà con le transizioni,
 Schemi di pensiero rigidi
 Saluti stereotipati
 “Necessità” di prendere la stessa strada tutte le volte che si fa
un percorso, mangiare lo stesso cibo ogni giorno.
 Rituali quali: domande incessanti, camminare in tondo…
CRITERIO B: Pattern di comportamento, interessi o
attività ristretti e ripetitivi come manifestato da due
seguenti fattori
B.3. Interessi molto limitati,
fissi che sono anormali
nell’intensità o per
profondità:
 forte attaccamento o
preoccupazione per
oggetti inusuali
 interessi eccessivamente
circostanziati o
perseveranti
CRITERIO B: Pattern di comportamento, interessi o
attività ristretti e ripetitivi come manifestato da due
seguenti fattori
B3: Interessi limitati
Interessi speciali
Una delle caratteristiche che differenzia un hobby da un
interesse speciale di rilevanza clinica è il focus verso
l´interesse o la peculiarità dell´argomento




Stadio 1. Parte di oggetti (luci, lavatrice, ventilatori).
Stadio 2. Categoria di oggetti (tipici ed eccentrici), spesso
mezzi di trasporto, animali e oggetti elettronici
Stadio 3. Interessi complessi ed astratti come periodi storici,
geografia...
Stadio 4. Interesse verso una persona, letteratura fantasy e
molteplici interessi.
David Vagni, Spazio Asperger
CRITERIO B: Pattern di comportamento, interessi o
attività ristretti e ripetitivi come manifestato da due
seguenti fattori
B3: Interessi limitati
Interessi speciali
 La maggior parte della conoscenza che riguarda
l’interesse speciale è autodidatta,
autodeterminata, autonoma, intuitiva.
 Sembrano esserci due particolari categorie di
interesse: la collezione e l’acquisizione della
conoscenza di un argomento o concetto
specifico
 A volte l´interesse speciale può riguardare gli
animali ma con un livello tale di intensità che il
bambino si comporterà come l’animale e di suo
interesse.
CRITERIO B: Pattern di comportamento,
interessi o attività ristretti e ripetitivi come
manifestato da due seguenti fattori
B.4. Iper
Iper-- o Ipo
Ipo-- reattività in risposta
a stimoli sensoriali o interessi
inusuali per aspetti sensoriali
dell’ambiente
 apparente indifferenza al dolore o
temperatura
 risposta avversa a suoni o tessuti
specifici
 eccessivo annusare o toccare oggetti in
modo eccessivo
 fascinazione visiva per luci o
movimento.
B4. IperIper- o Ipo
Ipo-- reattività in risposta a stimoli
sensoriali o interessi inusuali per aspetti
sensoriali dell’ambiente
Da sempre, da quando posso ricordare, ho
odiato essere abbracciata..
Quando ero piccola, per me erano un
problema anche i rumori forti; spesso
erano dolorosi come il trapano di un
dentista che tocca un nervo…
(Temple Grandin)
Disturbo della comunicazione
sociale (pragmatica)
compreso tra i Disturbi della COMUNICAZIONE
A.
1.
2.
B.
C.
D.
3.
4.
Persistenti difficoltà nell’uso sociale della comunicazione verbale e non
verbale:
Deficit dell’uso della comunicazione per scopi sociali
Compromissione della capacità di modificare la comunicazione al fine di
renderla adeguata al contesto o alle esigenze di chi ascolta
Difficoltà nel seguire le regole della conversazione e della narrazione
Difficoltà nel capire ciò che non viene dichiarato esplicitamente
I deficit causano limitazioni funzionali dell’efficacia della
comunicazione, della partecipazione sociale, delle relazioni sociali, del
rendimento scolastico
L’esordio del disturbo avviene nelle fasi precoci dello sviluppo (ma i
sintomi possono non m manifestarsi pienamente fino al momento in cui
le esigenze di comunicazione sociale non eccedono le capacità limitate
I sintomi non sono attribuibili a un’altra condizione medica o
neurologica o non sono meglio spiegate da Disturbo dello Spettro
Autistico, da Disabilità Intellettiva, ritardo globale dello sviluppo, altro
disturbo mentale.
CRITERIO B: Pattern di comportamento, interessi o
attività ristretti e ripetitivi come manifestato da due
seguenti fattori
 I criteri per i comportamenti o gli interessi ristretti
sono soddisfatti anche se erano presenti durante
l’infanzia (o nel passato) ma non sono più presenti
(o osservabili).
 Gli interessi speciali possono essere una fonte di
piacere e motivazione e aprire la strada per
l’educazione e il lavoro.
 Presentazione molto variabile a seconda dell’età,
della
 gravità, dell’intervento svolto e del supporto sociale.
 Molti adulti senza ID “nascondono” i
comportamenti ripetitivi in pubblico (anche se
questo fa spesso aumentare l’ansia).
Criteri diagnostici DISTURBI
DELLO
SPETTRO AUTISTICO
nel DSM
CRITERIO C:
 I sintomi devono essere presenti nel periodo precoce dello sviluppo,
ma possono non manifestarsi prima che le esigenze sociali eccedano
le capacità limitate o possono essere mascherati da strategie apprese
in età successive.
 Non viene definita l’età entro cui deve essere accertata la presenza
dei sintomi
 Nelle forme lievi, la prima diagnosi può essere formulata in età
scolare o in età adolescenziale/adulta
Criteri diagnostici DISTURBI
DELLO
SPETTRO AUTISTICO
nel DSM
CRITERIO D
 I sintomi devono causare una compromissione
significativa del funzionamento in ambito
sociale, lavorativo o in altre aree importanti
 Continuum senza soluzione di continuità con
la normalità
Criteri diagnostici DISTURBI
DELLO
SPETTRO AUTISTICO
nel DSM
CRITERIO E
 DSAut + Disabilità Intellettiva: sono spesso in
concomitanza, ma per poter fare diagnosi i deficit di
comunicazione e interazione devono essere superiori
rispetto a quanto ci aspetteremmo con la sola disabilità
intellettiva.
Specificatori di GRAVITA’
Approccio dimensionale
- Livelli di gravità
5 specificatori:
- Presenza o meno di disabilità intellettiva
- Presenza o meno di compromissione del linguaggio
- Presenza o meno di una condizione medica o genetica
nota o un fattore ambientale
- Presenza o meno di un altro disturbo del
neurosviluppo
- Presenza o meno di catatonia

Livello di gravità
Livello 3:
3 “è necessario un supporto molto significativo”
 Comunicazione sociale: gravi deficit nella comunicazione
sociale, verbale e non verbale causano gravi compromissioni
del funzionamento, avvio molto limitato delle interazioni
sociali e reazioni minime alle aperture sociali da parte di altri.
 Interessi ristretti e comportamenti ripetitivi: Inflessibilità di
comportamento, estrema difficoltà nell’affrontare il
cambiamento o altri comportamenti ristretti/ripetitivi
interferiscono in modo marcato con tutte le aree di
funzionamento. Grande disagi/difficoltà nel modificare
l’oggetto dell’attenzione o l’azione.

Livello di gravità
Livello 2: “è necessario un supporto significativo”
• Comunicazione sociale: Deficit marcati delle abilità di
comunicazione sociale, verbale e non verbale,
compromissioni sociali visibili anche in presenza di supporto;
avvio limitato delle interazioni sociali; reazioni ridotte o
anomale alle aperture sociali da parte di altri.
• Interessi ristretti e comportamenti ripetitivi: Inflessibilità di
comportamento, difficoltà nell’affrontare i cambiamenti o
altri comportamenti ristretti/ripetitivi sono sufficientemente
frequenti da essere evidenti a un osservatore casuale e
interferiscono con il funzionamento in diversi contesti.
Disagio/difficoltà nel modificare l’oggetto di attenzione o
l’azione.

Livello di gravità
Livello 1: “E’ necessario un supporto”
• Comunicazione sociale: in assenza di supporto i deficit
nella comunicazione sociale causano notevoli
compromissioni. Difficoltà ad avviare le interazioni
sociali e chiari esempi di risposte atipiche o infruttuose
alle aperture sociali da parte di altri. L’individuo può
mostrare un interesse ridotto per le interazioni sociali.
• L’inflessibilità di comportamento causa interferenze
significative con il funzionamento in uno o più contesti.
Difficoltà nel passare da un’attività all’altra. I problemi
nell’organizzazione o nella pianificazione ostacolano
l’indipendenza.
Conclusioni
 La novità introdotte dal DSM permettono di:
 Inquadrare i DSAut all’interno di un gruppo
di situazioni (i Disturbi del Neurosviluppo)
sotteso da modelli interpretativi
neuropsicologici fondati sull’individuazione
di specifiche funzioni mentali
 Accettare la possibilità che il DSAut si
presenti in comorbidità con altre condizioni
appartenenti alla stessa sezione ->
COMORBIDITA’
 Inquadrare, con maggiore specificità, i
DSAut, a scapito, però di una certa sensibilità
(alcuni studi stanno dimostrando infatti, una
riduzione delle stime di incidenza): questo
pone maggiormente di fronte alla questione
della DIAGNOSI DIFFERENZIALE, ma
anche alla considerazione che i quadri che
non rientrano all’interno della diagnosi di
DSAut, richiedono comunque un adeguato
riconoscimento ed un’adeguata presa in
carico rispondente ai bisogni del soggetto.