Raffaella Turchi Neuropsichiatra infantile Percorso autismo Asl10 Firenze DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO COSA SONO????? SINDROME COMPORTAMENTALE causata da una PREDISPOSIZIONE GENETICA che, in concomitanza con FATTORI AMBIENTALI determina un’alterazione nello sviluppo del cervello che si esprime in un percorso particolare dello sviluppo e quindi in una particolare organizzazione del comportamento. DISTURBO PERVASIVO dello SVILUPPO nel DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) DISTURBO PERVASIVO dello SVILUPPO nel DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) DSM I (1952) REAZIONI SCHIZOFRENICHE, tipo INFANTILE DSM II (1968) L’Autismo non era menzionato; la parola AUTISMO compariva sotto la categoria “SCHIZOFRENIA tipo INFANTILE” “The condition may be manifested by autistic, atypical and withdrawn behavior” DISTURBO PERVASIVO dello SVILUPPO nel DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) Nel corso degli anni ‘70, decade l’ipotesi eziopatogenetica psicogenica e…. DSM III (1980) Compaiono i Criteri Diagnostici del DISTURBO PERVASIVO dello SVILUPPO Definisce l’AUTISMO AUTISMO come un disturbo pervasivo dello sviluppo (distinto quindi dalla schizofrenia) caratterizzato dall’assenza di responsività nelle relazioni con gli altri, grossi deficit nelle abilità comunicative, una bizzarria delle risposte all’ambiente, ad esordio precoce (30 mesi) III-R (1987) DSM III Presenta una più complessa definizione del Disturbo (richiede la presenza di almeno 8/16 criteri richiesti) Si sposta l’età a 3 anni Compare il DISTURBO PERVASIVO dello SVILUPPO NON ALTRIMENTI SPECIFICATO (presenza di alcuni sintomi dell’autismo ma non di tutti) DISTURBO PERVASIVO dello SVILUPPO nel DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) DSM IV (1994) e DSM IVIV-R (2000) Ulteriore perfezionamento dei sempre più complessi criteri per la definizione di disturbo autistico. Il numero complessivo dei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo diventa 5 con l’inclusione del Disturbo di Asperger e della Sindrome di Rett DISTURBI PERVASIVI DELLO SVILUPPO Compromissione grave e generalizzata in diverse aree dello sviluppo 1) 2) 3) Capacità di interazione sociale reciproca Capacità di comunicazione Presenza di comportamenti, interessi, attività stereotipate DISTURBO PERVASIVO dello SVILUPPO nel DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) DSM IV DISTURBI SOLITAMENTE DIAGNOSTICATI per la prima volta nell’INFANZIA, nella FANCIULLEZZA o nell’ADOLESCENZA DISTURBI PERVASIVI dello SVILUPPO Disturbo autistico Disturbo di Rett Disturbo disintegrativo dell’infanzia Disturbo di Asperger Disturbo Pervasivo dello Sviluppo Non Altrimenti Specificato (incluso Autismo Atipico) DISTURBO PERVASIVO dello SVILUPPO nel DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) MODIFICAZIONI NEI DSM E RAPPRESENTAZIONI SCIENTIFICOCULTURALI DSM-I (1952):Reazione Schizofrenica di tipo Infantile DSM-II (1968): Schizofrenia di tipo infantile Il termine Schizofrenia Infantile viene abolito. Il Journal of Autism and Childhood Schizophrenia, lanciato nel 1971, cambia il suo nome in Journal of Autism and Developmental Disorder nel 1979 DSM-III (1980): Autismo infantile. DSM-III –R(1987):Compare la definizione di DPS DSM-IV (1994): Disturbi Pervasivi dello Sviluppo DSM-5 (2013): Spettro Autistico F. Nardocci, marzo 2014 E I TEMPI NELL’ICD EUROPEO? Ancora negli anni ‘80 era presente una forte discrepanza nei due più importanti sistemi nosografici internazionali. Mentre il DSM-III e III-R, dell’Associazione Psichiatrica Americana, inserivano autismo e condizioni affini nell’ambito dei disturbi generalizzati dello sviluppo (Pervasive Developmental Disorders nella dizione originale) l’ICD-9 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (1980) considerava l’autismo ancora come un sottotipo di psicosi ad origine nell’infanzia. ICD- 10 (1994), che ha inserito l’autismo nel Solo a partire dall’’ ICDcapitolo generale delle «Alterazioni globali dello sviluppo psicologico». Il disturbo autistico, considerato inizialmente una forma di disturbo psicotico dell’infanzia, è stato, se pur tardivamente rispetto al DSM, differenziato dalla psicosi ed ha acquisito una autonomia nosografica se pur con elementi ancora confusivi avendolo inserito, nell’edizione in lingua italiana, nell’ambito dei cosiddetti «Disturbi Generalizzati dello Sviluppo». DISTURBO PERVASIVO dello SVILUPPO nel DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali … dopo 20 anni dal precedente DSM Nel caso dell’Autismo… … frutto del lavoro e della revisione della storia del disturbo di questi 20 anni DISTURBO PERVASIVO dello SVILUPPO nel DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali DISTURBI del NEUROSVILUPPO Disabilità intellettive Disturbi della Comunicazione Disturbo del Linguaggio Disturbo Fonetico-Fonologico Disturbo della Fluenza Disturbo della COMUNICAZIONE SOCIALE (pragmatica) Disturbo dello Spettro dell’Autismo Disturbo da deficit di attenzione/iperattività Disturbo specifico dell’apprendimento Disturbi del movimento Altri disturbi del neurosviluppo Disturbi NEUROSVILUPPO Il range del deficit dello sviluppo varia da limitazioni molto specifiche dell’apprendimento o del controllo delle funzioni esecutive fino alla compromissione globale delle abilità sociali e dell’intelligenza. DISTURBO PERVASIVO dello SVILUPPO nel DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali Psicosi DPS Disturbi del Neurosviluppo DSM IV DISTURBI PERVASIVI dello SVILUPPO Disturbo autistico Disturbo disintegrativo dell’infanzia Disturbo di Asperger Disturbo Pervasivo dello Sviluppo Non Altrimenti Specificato (incluso Autismo Atipico) Disturbo di Rett DSM 5 Unica categoria: DISTURBO DELLO SPETTRO dell’AUTISMO DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO Articolo di Lorna Wing (anni ‘80): Mostrava come le caratteristiche fondamentali dell’autismo potessero presentarsi in un ampio range di persone, alcune con grave ritardo mentale, altre con intelligenza elevata. Anni seguenti: si inizia a parlare di sindromi autistiche come un continuum di disturbi (dalle forme più lievi alle forme più gravi), determinate da fattori biologici, che richiedevano una maggiore specificità diagnostica Concetto di “spettro autistico” Si manifestano in MODO ETEROGENEO, non solo dal punto di vista comportamentale, ma anche dal punto di vista biologico (circonferenza cranica, presenza di disturbi del sonno, dell’alimentazione, epilessia, volume aumentato di alcune parti del cervello…) Difficoltà di definire i criteri diagnostici tra: tra - DPS nas - Sindrome di Asperger - Autismo ad Alto Funzionamento This paper presents a review of past and current research on the diagnosis of Asperger syndrome (AS) in children. It is suggested that the widely used criteria for diagnosing AS in the Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM)-IV are insufficient and invalid for a reliable diagnosis of AS. In addition, when these diagnostic criteria are applied, there is the potential bias of receiving a diagnosis towards the high-functioning end of the autism spectrum. Through a critical review of 69 research studies carried out between 1981 and 2010, this paper shows that six possible criteria for diagnosing AS (specifically, the age at which signs and symptoms related to autism become apparent, language and social communication abilities, intellectual abilities, motor or movement skills, repetitive patterns of behaviour and the nature of social interaction) overlap with the criteria for diagnosing autism. However, there is a possibility that some finer differences exist in the nature of social interaction, motor skills and speech patterns between groups with a diagnosis of AS and autism. These findings are proposed to be of relevance for designing intervention studies aimed at the treatment of specific symptoms in people with an autism spectrum disorder. Passaggio di categoria: categoria Ora che seguiamo i piccoli, assistiamo sempre di più ad un passaggio di sotto-categoria RESULTS: Percentage agreement between best-estimate diagnoses at 2 and 9 years of age was 67, with a weighted kappa of 0.72. Diagnostic change was primarily accounted for by movement from pervasive developmental disorder not otherwise specified to autism. Each measure at age 2 years was strongly prognostic for autism at age 9 years, with odds ratios of 6.6 for parent interview, 6.8 for observation, and 12.8 for clinical judgment. Once verbal IQ (P = .001) was taken into account at age 2 years, the ADI-R repetitive domain (P = .02) and the ADOS social (P = .05) and repetitive domains (P = .005) significantly predicted autism at age 9 years. CONCLUSIONS: Diagnostic stability at age 9 years was very high for autism at age 2 years and less strong for pervasive developmental disorder not otherwise specified. Judgment of experienced clinicians, trained on standard instruments, consistently added to information available from parent interview and standardized observation. Quindi, la distinzione tra i DSAut nel loro complesso da altri disturbi del neurosviluppo può essere agevole, ma non la distinzione tra le sottocategorie DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO Ampia gamma di disabilità/diversità e grande variabilità ma…. aspetti centrali, caratteristici DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO • Incidenza: 1:100 • EPIDEMIA???? Miglioramento delle procedure diagnostiche Ampliamento dei criteri diagnostici DSMIV Oppure effettivo aumento?? • Maschi: Femmine = 4:1 • Le femmine tendono ad avere maggiormente l’associazione con DI; forse il quadro nelle femmine senza DI può non essere riconosciuto, forse a causa delle più tenui manifestazioni sociali e comunicative DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO Disturbi dello Spettro dell’Autismo criteri diagnostici DSM IV A. 1. Caratteristiche cliniche utili alla diagnosi 2. 3. B. C. Compromissione qualitativa dell’interazione sociale Compromissione qualitativa della comunicazione Modalità di comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati Ritardi o funzionamento anomalo in almeno una delle aree relative a 1) interazione sociale, 2) comunicazione, 3) gioco, prima dei 3 anni L’anomalia non è meglio attribuibile ad un Disturbo Disintegrativo dell’Infanzia o al Disturbo di Rett DSM 5 A. B. C. D. E. Deficit persistenti della comunicazione sociale e dell’interazione sociale Pattern di comportamento, interessi o attività ristretti e ripetitivi I sintomi devono essere presenti nel periodo precoce dello sviluppo, ma possono non manifestarsi prima che le esigenze sociali eccedano le capacità limitate o possono essere mascherati da strategie apprese in età successive. I sintomi devono causare una compromissione significativa del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti DSAut + Disabilità Intellettiva: sono spesso in concomitanza, ma per poter fare diagnosi i deficit di comunicazione e interazione devono essere superiori rispetto a quanto ci aspetteremmo con la sola disabilità intellettiva. DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO Criteri diagnostici nel DSM Rispetto al Disturbo AUTISTICO…. DSM IV 1. 2. 3. TRIADE SINTOMATOLOGICA: Anomalie qualitative della Comunicazione Anomalie qualitative dell’Interazione Sociale Interessi ristretti e ripetitivi DSM 5 DIADE SINTOMATOLOGICA: SINTOMATOLOGICA: 1. DEFICIT PERSISTENTE NELL’AREA DELLA COMUNICAZIONE SOCIALE e NELL’INTERAZIONE SOCIALE 2. DEFICIT DI “IMMAGINAZIONE” (Comportamenti e/o interessi e/o attività ristrette e ripetitive) Criteri diagnostici DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO nel DSM CRITERIO A: A Presenza di DEFICIT della comunicazione sociale e dell’interazione sociale persistenti in più contesti È impossibile immaginare una comunicazione sociale non sottesa dal riconoscimento dell’altro quale agente con cui interagire e non è possibile pensare ad uno scambio interattivo senza padroneggiamento dei codici comunicativi INTERAZIONE e COMUNICAZIONE: ASPETTI di un’UNICA FUNZIONE!!! Si lascia il concetto di compromissione qualitativa e si passa ad un concetto di variazioni quantitative, che si dispongono su diversi livelli di gravità, senza soluzione di continuità con la normalità (R. Militerni) Criteri diagnostici DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO nel DSM CRITERIO A Deficit persistenti nella comunicazione ed interazione sociale in molteplici contesti, come manifestato da tutti i seguenti punti, oggi o nella storia dello sviluppo. Pervasivi e continuativi nello sviluppo Necessità di avere diverse fonti per raccogliere i dati (osservazione, selfreport, genitori, scuola, etc.) Molti individui hanno ritardi o assenza di linguaggio, in espressione e/o ricezione, oppure un linguaggio troppo letterale. Anche quando il linguaggio è formalmente corretto persistono difficoltà nell’uso sociale (pragmatica). CRITERIO A: deficit della comunicazione sociale e dell’interazione sociale A.1. Deficit nella reciprocità socio-emotiva, che vanno da un approccio sociale anomalo al fallimento della reciprocità della conversazione; ridotta manifestazione di interesse, emozioni o affetto; fallimento nell’iniziare, terminare o rispondere all’interazione sociale. È l’abilità di relazionarsi con gli altri e condividere pensieri e sentimenti. CRITERIO A1: Deficit nella reciprocità socioemotiva Età minore o gravità maggiore Poca o nessuna iniziazione dell’interazione sociale Ridotta imitazione Linguaggio usato per richiedere o etichettare ma non per commentare Comunicazione unidirezionale Poca condivisione delle emozioni Età maggiore o gravità minore Difficoltà di elaborare o rispondere a stimoli sociali complessi Difficoltà di gestire emozioni complesse Difficoltà a capire quando entrare in una conversazione, cosa è meglio non dire Necessità di “calcolare” cognitivamente ciò che è intuitivo per gli altri” Ansia sociale. David Moscone Spazio Asperger CRITERIO A: deficit della comunicazione sociale e dell’interazione sociale A.2. Deficit nei comportamenti comunicativi nonnon-verbali usati per la comunicazione sociale. Comunicazione verbale e nonverbale scarsamente integrata, contatto oculare o linguaggio del corpo anomalo, difficoltà nella comprensione e nell’uso dei gesti; mancanza di espressività facciale e comunicazione non verbale. Comprende tutta la comunicazione non verbale (linguaggio del corpo, espressioni facciali, intonazione, prosodia della voce; sia negli aspetti ricettivi che espressivi). CRITERIO A2: Deficit nei comportamenti comunicativi non--verbali usati per la comunicazione sociale non Età minore o gravità maggiore Mancanza di attenzione condivisa: manifestata attraverso mancanza di pointing, mostrare, o portare e condividere oggetti di interesse. Non seguire lo sguardo dell’altro (triangolazione) Repertorio di gesti inferiore a quanto ci si aspetterebbe per l’età di sviluppo. Mancato o povero uso di gesti od espressioni durante la comunicazione spontanea. Uso errato o idiosincratico di gesti od espressioni durante la comunicazione. Età maggiore o gravità minore Impressione del linguaggio del corpo “strano”, “rigido” o “teatrale”. Uso corretto delle singole modalità ma difficoltà ad integrarle. Es. linguaggio oculare presente ma mancanza di coordinazione tra sguardo, gesti, parole, etc. David Moscone Spazio Asperger CRITERIO A: deficit della comunicazione sociale e dell’interazione sociale A.3. Deficit nello sviluppo, gestione o comprensione delle relazioni: difficoltà di adattare il comportamento per adeguarsi ai diversi contesti sociali; difficoltà nella condivisione del gioco di immaginazione o di fare amicizie; apparente assenza di interesse verso i pari. Non servono tutte queste caratteristiche, ne basta una. Sono 3 caratteristiche in una: Interesse Comprensione Abilità A.3. Deficit nello sviluppo, gestione o comprensione delle relazioni Età minore o gravità maggiore L’interesse può essere assente, ridotto o atipico (ad esempio si avvicina troppo agli altri, abbraccia tutti, è “iper-affettivo”) Si manifesta attraverso l’emarginazione, la passività o comportamenti inappropriati che possono apparire aggressivi o ritirati. Mancanza di gioco sociale condiviso. Gioco solo “secondo le proprie regole”. Età maggiore o gravità minore Atipicità che si manifesta attraverso comportamenti che vengono letti come intimidatori, “isterici”, provocatori, altezzosi, superbi, freddi. Scarsa appropriatezza del comportamento al contesto. Preferisce attività solitarie o compagnia di persone più piccole o più grandi. Ricerca di amicizie ma non comprensione di cosa comporta e qual è il senso dell’amicizia. Importante considerare le relazioni con: genitori, colleghi, datori di lavoro, partner, figli. David Moscone Spazio Asperger DSMIV criterio A2a “Ritardo o totale mancanza DSMIV: dello sviluppo del linguaggio parlato” Criteri diagnostici DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO nel DSM CRITERIO B Individua la presenza di pattern di comportamento, interessi e attività ristrette o ripetitive Importanza alla componente NON SOCIALE dell’autismo La testimonianza di tali pattern deve essere subordinata almeno dalla ricorrenza di almeno due diverse tipologie di comportamenti (per evitare che la diagnosi possa essere effettuata sulla base di un solo criteri, ad es. le stereotipie semplici, significative, ma poco specifiche..) La necessità che siano almeno due fa sì che almeno una sia data dalla resistenza al cambiamento, dall’ipo-iperattività agli stimoli, da interessi limitati (cioè la parte più caratterizzante l’autismo) CRITERIO B: Pattern di comportamento, interessi o attività ristretti e ripetitivi come manifestato da due seguenti fattori B.1. Movimenti, uso degli oggetti o eloquio stereotipati o ripetitivi Stereotipie motorie semplici: hand flapping, finger flicking. allineare gli oggetti o rotearli (rigirare monete o trottole) ecolalia immediata o differita Frasi, parole, prosodia idiosincratiche CRITERIO B: Pattern di comportamento, interessi o attività ristretti e ripetitivi come manifestato da due seguenti fattori B.2. Insistence on sameness (Insistenza nell’uguaglianza immodificabilità), aderenza inflessibile alle routine priva di flessibilità o rituali di comportamento verbale o non verbale Estremo disagio di fronte a piccoli cambiamenti Difficoltà con le transizioni, Schemi di pensiero rigidi Saluti stereotipati “Necessità” di prendere la stessa strada tutte le volte che si fa un percorso, mangiare lo stesso cibo ogni giorno. Rituali quali: domande incessanti, camminare in tondo… CRITERIO B: Pattern di comportamento, interessi o attività ristretti e ripetitivi come manifestato da due seguenti fattori B.3. Interessi molto limitati, fissi che sono anormali nell’intensità o per profondità: forte attaccamento o preoccupazione per oggetti inusuali interessi eccessivamente circostanziati o perseveranti CRITERIO B: Pattern di comportamento, interessi o attività ristretti e ripetitivi come manifestato da due seguenti fattori B3: Interessi limitati Interessi speciali Una delle caratteristiche che differenzia un hobby da un interesse speciale di rilevanza clinica è il focus verso l´interesse o la peculiarità dell´argomento Stadio 1. Parte di oggetti (luci, lavatrice, ventilatori). Stadio 2. Categoria di oggetti (tipici ed eccentrici), spesso mezzi di trasporto, animali e oggetti elettronici Stadio 3. Interessi complessi ed astratti come periodi storici, geografia... Stadio 4. Interesse verso una persona, letteratura fantasy e molteplici interessi. David Vagni, Spazio Asperger CRITERIO B: Pattern di comportamento, interessi o attività ristretti e ripetitivi come manifestato da due seguenti fattori B3: Interessi limitati Interessi speciali La maggior parte della conoscenza che riguarda l’interesse speciale è autodidatta, autodeterminata, autonoma, intuitiva. Sembrano esserci due particolari categorie di interesse: la collezione e l’acquisizione della conoscenza di un argomento o concetto specifico A volte l´interesse speciale può riguardare gli animali ma con un livello tale di intensità che il bambino si comporterà come l’animale e di suo interesse. CRITERIO B: Pattern di comportamento, interessi o attività ristretti e ripetitivi come manifestato da due seguenti fattori B.4. Iper Iper-- o Ipo Ipo-- reattività in risposta a stimoli sensoriali o interessi inusuali per aspetti sensoriali dell’ambiente apparente indifferenza al dolore o temperatura risposta avversa a suoni o tessuti specifici eccessivo annusare o toccare oggetti in modo eccessivo fascinazione visiva per luci o movimento. B4. IperIper- o Ipo Ipo-- reattività in risposta a stimoli sensoriali o interessi inusuali per aspetti sensoriali dell’ambiente Da sempre, da quando posso ricordare, ho odiato essere abbracciata.. Quando ero piccola, per me erano un problema anche i rumori forti; spesso erano dolorosi come il trapano di un dentista che tocca un nervo… (Temple Grandin) Disturbo della comunicazione sociale (pragmatica) compreso tra i Disturbi della COMUNICAZIONE A. 1. 2. B. C. D. 3. 4. Persistenti difficoltà nell’uso sociale della comunicazione verbale e non verbale: Deficit dell’uso della comunicazione per scopi sociali Compromissione della capacità di modificare la comunicazione al fine di renderla adeguata al contesto o alle esigenze di chi ascolta Difficoltà nel seguire le regole della conversazione e della narrazione Difficoltà nel capire ciò che non viene dichiarato esplicitamente I deficit causano limitazioni funzionali dell’efficacia della comunicazione, della partecipazione sociale, delle relazioni sociali, del rendimento scolastico L’esordio del disturbo avviene nelle fasi precoci dello sviluppo (ma i sintomi possono non m manifestarsi pienamente fino al momento in cui le esigenze di comunicazione sociale non eccedono le capacità limitate I sintomi non sono attribuibili a un’altra condizione medica o neurologica o non sono meglio spiegate da Disturbo dello Spettro Autistico, da Disabilità Intellettiva, ritardo globale dello sviluppo, altro disturbo mentale. CRITERIO B: Pattern di comportamento, interessi o attività ristretti e ripetitivi come manifestato da due seguenti fattori I criteri per i comportamenti o gli interessi ristretti sono soddisfatti anche se erano presenti durante l’infanzia (o nel passato) ma non sono più presenti (o osservabili). Gli interessi speciali possono essere una fonte di piacere e motivazione e aprire la strada per l’educazione e il lavoro. Presentazione molto variabile a seconda dell’età, della gravità, dell’intervento svolto e del supporto sociale. Molti adulti senza ID “nascondono” i comportamenti ripetitivi in pubblico (anche se questo fa spesso aumentare l’ansia). Criteri diagnostici DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO nel DSM CRITERIO C: I sintomi devono essere presenti nel periodo precoce dello sviluppo, ma possono non manifestarsi prima che le esigenze sociali eccedano le capacità limitate o possono essere mascherati da strategie apprese in età successive. Non viene definita l’età entro cui deve essere accertata la presenza dei sintomi Nelle forme lievi, la prima diagnosi può essere formulata in età scolare o in età adolescenziale/adulta Criteri diagnostici DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO nel DSM CRITERIO D I sintomi devono causare una compromissione significativa del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti Continuum senza soluzione di continuità con la normalità Criteri diagnostici DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO nel DSM CRITERIO E DSAut + Disabilità Intellettiva: sono spesso in concomitanza, ma per poter fare diagnosi i deficit di comunicazione e interazione devono essere superiori rispetto a quanto ci aspetteremmo con la sola disabilità intellettiva. Specificatori di GRAVITA’ Approccio dimensionale - Livelli di gravità 5 specificatori: - Presenza o meno di disabilità intellettiva - Presenza o meno di compromissione del linguaggio - Presenza o meno di una condizione medica o genetica nota o un fattore ambientale - Presenza o meno di un altro disturbo del neurosviluppo - Presenza o meno di catatonia Livello di gravità Livello 3: 3 “è necessario un supporto molto significativo” Comunicazione sociale: gravi deficit nella comunicazione sociale, verbale e non verbale causano gravi compromissioni del funzionamento, avvio molto limitato delle interazioni sociali e reazioni minime alle aperture sociali da parte di altri. Interessi ristretti e comportamenti ripetitivi: Inflessibilità di comportamento, estrema difficoltà nell’affrontare il cambiamento o altri comportamenti ristretti/ripetitivi interferiscono in modo marcato con tutte le aree di funzionamento. Grande disagi/difficoltà nel modificare l’oggetto dell’attenzione o l’azione. Livello di gravità Livello 2: “è necessario un supporto significativo” • Comunicazione sociale: Deficit marcati delle abilità di comunicazione sociale, verbale e non verbale, compromissioni sociali visibili anche in presenza di supporto; avvio limitato delle interazioni sociali; reazioni ridotte o anomale alle aperture sociali da parte di altri. • Interessi ristretti e comportamenti ripetitivi: Inflessibilità di comportamento, difficoltà nell’affrontare i cambiamenti o altri comportamenti ristretti/ripetitivi sono sufficientemente frequenti da essere evidenti a un osservatore casuale e interferiscono con il funzionamento in diversi contesti. Disagio/difficoltà nel modificare l’oggetto di attenzione o l’azione. Livello di gravità Livello 1: “E’ necessario un supporto” • Comunicazione sociale: in assenza di supporto i deficit nella comunicazione sociale causano notevoli compromissioni. Difficoltà ad avviare le interazioni sociali e chiari esempi di risposte atipiche o infruttuose alle aperture sociali da parte di altri. L’individuo può mostrare un interesse ridotto per le interazioni sociali. • L’inflessibilità di comportamento causa interferenze significative con il funzionamento in uno o più contesti. Difficoltà nel passare da un’attività all’altra. I problemi nell’organizzazione o nella pianificazione ostacolano l’indipendenza. Conclusioni La novità introdotte dal DSM permettono di: Inquadrare i DSAut all’interno di un gruppo di situazioni (i Disturbi del Neurosviluppo) sotteso da modelli interpretativi neuropsicologici fondati sull’individuazione di specifiche funzioni mentali Accettare la possibilità che il DSAut si presenti in comorbidità con altre condizioni appartenenti alla stessa sezione -> COMORBIDITA’ Inquadrare, con maggiore specificità, i DSAut, a scapito, però di una certa sensibilità (alcuni studi stanno dimostrando infatti, una riduzione delle stime di incidenza): questo pone maggiormente di fronte alla questione della DIAGNOSI DIFFERENZIALE, ma anche alla considerazione che i quadri che non rientrano all’interno della diagnosi di DSAut, richiedono comunque un adeguato riconoscimento ed un’adeguata presa in carico rispondente ai bisogni del soggetto.