10. Doppi Bipoli (O RETE A DUE PORTE). Si consideri una rete accessibile da quattro morsetti distinti (1), (2), (1’) e (2’) Fig.1 e si supponga siano presenti due porte, ad esempio (1)-(1’) e (2)-(2’), ovvero che valgano per ogni istante le relazioni i1 (t ) i1' (t ) i2 (t ) i2' (t ) Fig.2 In questo caso si parlerà di doppio bipolo o rete a 2 porte. In generale ha interesse il comportamento di un doppio bipolo alle porte, che è caratterizzato da una coppia di relazioni tra le due tensioni e le due correnti di porta; queste impongono due vincoli alle quattro grandezze elettriche e lasciano loro due gradi di libertà. Per meglio chiarire questi concetti consideriamo le caratteristiche generali di porta di un bipolo. Questa caratteristica può esprimersi nel caso generale tramite una funzione implicita del tipo F(v, Dv, i, Di, t ) = 0 dove con il simbolo Dv e Di stiamo indicando la dipendenza dalle derivate (di ordine arbitrario) della tensione e della corrente (questa sta ad indicare che il legame tra la tensione e la corrente che il bipolo impone può essere dinamico). La dipendenza esplicita dal tempo t nell'espressione precedente sta ad indicare invece la tempo varianza della caratteristica. Qualora sia possibile esplicitare la tensione o la corrente in funzione dell'altra grandezza elettrica alla porta, cioè ricavare espressioni del tipo v = r( i, Di, t ) i = g(v,Dv, t ) avremo a che fare con un bipolo che può essere comandato o in corrente o in tensione. Se inoltre il bipolo non è dinamico (non c'è la dipendenza dalle derivate delle grandezze) avremo a che fare con un bipolo resistivo, nel caso più generale non lineare e tempo variante. La situazione più interessante ai fini pratici è quello in cui il legame è espresso da un'equazione algebrica o integro-differenziale lineare tempo invariante, in quanto in questo caso è possibile scrivere il legame in maniera semplice, ad esempio in termini di impedenza o ammettenza in un dominio trasformato o in regime sinusoidale. 10.1 Doppi bipoli Lineari tempo invarianti. Un doppio bipolo si dirà lineare tempo invariante se e solo se esso contiene elementi lineari tempo invarianti e generatori indipendenti. Senza perdere di generalità considereremo doppi bipoli LTI che non contengono alcun generatore e che non abbiano energia immagazzinata negli elementi a memoria, cioè doppi bipoli a stato zero. Gli effetti di eventuali generatori indipendenti e di energia immagazzinata negli elementi a memoria possono essere tenuti in conto separatamente applicando il teorema di sovrapposizione degli effetti o ricorrendo alle rappresentazioni equivalenti alla Norton o Thevenin alle porte che sono a tutti gli effetti una generalizzazione dei teoremi di Thevenin e Norton per reti a n porte. In questo caso lo schema equivalente alla Thevenin è presentato nella seguente figura, dove con V01 e V02 sono le tensioni equivalenti a vuoto alla porta 1 e alla porta 2 rispettivamente. V01 V02 Fig.3 La rappresentazione più generale possibile per un doppio bipolo inerte che descrive il suo comportamento esclusivamente in termini delle grandezze alle due porte è la seguente [A][v] + [B][i] = 0 dove [V] = [V1 V2]T e [I] = [I1 I2]T sono i vettori di ordine due corrispondenti alle tensioni e alle correnti di porta. La due matrici [A] e [B] rappresentano i legami presenti fra le varie grandezze di porta. I termini di tali matrici sono o numeri complessi se stiamo usando fasori o funzioni razionali fratte nella variabile s se stiamo usando la trasformata di Laplace, in questo caso gli elementi di tali matrici sono funzioni di rete. La rappresentazione di un doppio bipolo mediante le matrici [A] e [B] è sempre possibile, ma richiede più parametri (esattamente 8, cioè 4 per ogni matrice) di quelli effettivamente necessari per la caratterizzazione della rete a due porte. Per queste ragioni si preferisce utilizzare altre descrizioni che richiedono complessivamente solo 4 parametri per la caratterizzazione del doppio bipolo. Queste rappresentazioni si ottengono (almeno le più comuni) esplicitando due delle quattro grandezze elettriche alle porte. Osserviamo a questo punto che: 1. da ogni scelta delle due grandezze corrisponde una rappresentazione diversa, ma in totale le scelte possibili sono 6, tante quante sono le coppie estraibili da un gruppo di quattro grandezze; 2. non è detto che per un doppio bipolo esistano tutte e sei le suddette rappresentazioni. Comunque ne esiste necessariamente una. Questo è facile da dimostrare in quanto le due equazioni sono linearmente indipendenti e quindi possiamo sicuramente esplicitare due grandezze in funzione delle altre due. I vari tipi di rappresentazioni risultano utili in situazioni diverse, ma comunque sono equivalenti e qualora esistano è possibile passare agevolmente da una rappresentazione ad un’altra. Passiamo ora ad una descrizione più dettagliata delle varie rappresentazioni. Matrici Z e Y La matrice Z, detta matrice di impedenza di circuito aperto, e la matrice Y, detta matrice di ammettenza di cortocircuito, mettono in relazione il vettore delle tensioni di porta V con il vettore delle correnti di porta I. Consideriamo la rappresentazione mediante la matrice delle impedenze [Z(s)] (2x2) o parametri z, questa si ottiene, se possibile, considerando come variabili indipendenti le correnti nelle porte. Secondo questa rappresentazione si ha: [V(s)]=[Z(s)][I(s)] (*) Il termine Z11(s) prende il nome di impedenza di ingresso a vuoto, essendo l'impedenza che si vede alla porta 1 quando la porta 2 è aperta (I 2=0), mentre Z22(s), per ragioni analoghe si chiama impedenza d'uscita a vuoto. I termini ingresso e uscita si riferiscono alla porta 1 e 2 rispettivamente. I termini Z12(s) e Z21(s) prendono il nome di impedenze mutue o di trasferimento, in quanto esprimono l'influenza delle grandezze elettriche di una porta su quelle dell’altra porta. La definizione operativa delle Zij(s) per gli elementi non diagonali è Z12 (s) ( V1 / I 2 ) |I1 0 Z21 (s) ( V2 / I1 ) |I 2 0 Cioè per determinare Z12 si collega un generatore di corrente alla porta 2 e si misura (o si valuta) la tensione alla porta 1, calcolando il rapporto tra queste due grandezze. Analogo discorso può ripetersi per la Z21. In generale il doppio bipolo può ammettere anche la rappresentazione duale a quella mediante parametri z, introducendo la matrice delle ammettenze [Y]. Secondo questa rappresentazione si ha: [I(s)]=[Y(s)][V(s)] (**) Il termine Y11(s) prende il nome di ammettenza di ingresso di corto circuito, essendo l'ammettenza che si vede alla porta 1 se la porta 2 è chiusa in corto circuito (quindi Y11 non è l'inversa di Z11). Analogamente Y22(s) si chiama ammettenza di uscita di corto circuito. I termini Y12(s) e Y21(s) sono chiamati ammettenze mutue o di trasferimento. La definizione operativa dei parametri y è per i termini mutui Y12 (s) ( I1 / V2 ) |V1 0 Y21 (s) ( I 2 / V1 ) |V2 0 Nel caso in cui un doppio bipolo ammetta sia la descrizione in termini di matrice [Z] sia in termini di matrice [Y] allora si ottiene subito considerando la (*) e la (**) che [Z]=[Y]-1 e viceversa. Matrici ibride H e G Le matrici ibride mettono in relazione un vettore le cui componenti sono una tensione ad una porta e una corrente all'altra porta, con il vettore le cui componenti sono le rimanenti variabili di porta e vengono indicate con i simboli matrici H e G: V1 (s) h11I1 (s) h12 V2 (s) I 2 (s) h 21I1 (s) h 22 V2 (s) e I1 (s) g11V1 (s) g12 I 2 (s) V2 (s) g 21V1 (s) g 22 I 2 (s) Individuiamo in modo analogo a quanto fatto in precedenza il significato dei singoli parametri: - h11 esprime l'impedenza che si vede alla porta 1 quando la porta 2 è cortocircuitata (l'inverso di Y11); - h12 è il rapporto tra la tensione alla porta 1 e la tensione alla porta 2 quando la porta 1 è aperta (cioè è il guadagno di tensione tra la porta 2 e la porta 1 aperta); - h21 è il rapporto tra la corrente nella porta 2 cortocircuitata e la corrente nella porta 1 (cioè il guadagno di corrente tra la porta 1 e la porta 2 in corto circuito); - h22 è l'ammettenza vista alla porta 2 quando la porta 1 è aperta (l'inverso di Z22); - g11 è l'ammettenza vista alla porta 1 quando la porta 2 è aperta (l'inverso di Z11); - g12 è il rapporto tra la corrente nella porta 1 cortocircuitata e la corrente nella porta 2 (cioè è il guadagno di corrente tra la porta 2 e la porta 1 in corto circuito); - g21 è il rapporto tra la tensione alla porta 2 e la tensione alla porta 1 quando la porta 2 è aperta (cioè è il guadagno di tensione tra la porta 1 e la porta 2 aperta); - g22 esprime l'impedenza che si vede alla porta 2 quando la porta 1 è cortocircuitata (l'inverso di Y22). Si noti che i parametri h e g contrariamente a quelli z e y non sono tra di loro dimensionalmente omogenei, ad esempio h11 e g22 hanno le dimensioni di un'impedenza, tutti i termini non diagonali sono adimensionali, essendo rapporti di tensioni o correnti, mentre h22 e g11 hanno le dimensioni di un'ammettenza. Matrici di trasmissione Un altra rappresentazione descrittiva dei doppi bipoli di particolare interesse è quella detta di trasmissione. La matrice di trasmissione [T] esprime per un doppio bipolo lineare tempo invariante le grandezze di ingresso in funzione di quelle d'uscita, cioè: V1 (s) AV2 (s) BI 2 (s) I1 (s) CV2 (s) DI 2 (s) Dove i segni meno presenti a secondo membro sono dovuti alla consuetudine di scegliere il verso della corrente nella seconda porta uscente . Questa convenzione ha una precisa giustificazione. Se si considerano infatti una serie di doppi bipoli connessi in cascata, di cui è nota per ciascuno la descrizione mediante matrice di trasmissione, allora si può considerare la cascata come un unico doppio bipolo avente come matrice di trasmissione il prodotto delle matrici di trasmissione di ciascun doppio bipolo. Infatti adottando questa diversa convenzione le grandezze d'uscita di ciascun doppio bipolo coincidono con quelle di ingresso del doppio bipolo successivo in valore e segno e quindi la matrice di trasmissione globale è semplicemente il prodotto delle matrici di trasmissione dei doppi bipoli componenti. Per individuare il significato dei termini A, B, C e D si fa ricorso alle seguenti definizioni operative, anche se queste dal punto di vista circuitale presentano qualche complicazione: - A è il rapporto tra la tensione alla porta 1 e la tensione alla porta 2 quando nella porta 2 non circola corrente. Questo significa che la porta 2 è lasciata aperta, cioè non è possibile imporre un generatore di tensione V2. Si può invece imporre V1 e determinare V2 con la porta 2 aperta. Allora A non è una funzione di trasferimento, ma l'inversa; - B è pari al rapporto cambiato di segno tra la tensione alla porta 1 e la corrente alla porta 2 con la porta due corto circuitata. Anche B è quindi l'inversa di unq funzione di trasferimento, dato che è possibile calcolarla solo collegando un generatore di tensione alla porta 1 e determinando la corrente alla porta 2 cortocircuitata; - Analoghi discorsi si possono ripetere in termini delle altre due grandezze le cui definizioni operative sono C ( I1 / V2 ) |I 2 0 D ( I1 / I 2 ) |V2 0 La matrice di trasmissione inversa è l'inversa della matrice T precedentemente definita. 10.2 Reciprocità e simmetria nelle reti a due porte. Consideriamo le proprietà di reciprocità e di simmetria particolarizzate al caso di un doppio bipolo lineare tempo invariante. Per quanto riguarda la proprietà di reciprocità considereremo un doppio bipolo reciproco se, considerate due situazioni elettriche diverse qualsiasi, a e b, le grandezze elettriche alle due porte soddisfano la seguente espressione: V1(a) I1(b) + V2(a) I2(b) = V1(b) I1(a) + V2(b) I2(a) Per la simmetria ci limitiamo alla caratterizzazione esterna di tale proprietà,un doppio bipolo si dirà simmetrico quando il comportamento della rete nella quale è inserito non muta se si inverte il collegamento delle porte, cioè se si collega la porta 1 dov'era collegata la porta 2 e viceversa. Si può facilmente vedere che questa proprietà equivale alla condizione: V1(a) I1(b) + V2(a) I2(b) = V1(b) I1(a) + V2(b) I2(a) V2(a) I1(b) + V1(a) I2(b) = V2(b) I1(a) + V1(b) I2(a) A questo punto risulta importante notare che la simmetria comporta sempre la reciprocità di un doppio bipolo. Caratterizziamo ora le varie matrici descrittive in termini di reciprocità e di simmetria. Matrice Z Per individuare la reciprocità consideriamo le seguenti due situazioni (a) I1 assegnato I2 = 0 (b) I2 assegnato I1= 0 (questa scelta non è affatto arbitraria come si può facilmente vedere se si scelgono tutte e due le correnti generiche) Ne segue che la relazione di reciprocità diviene V2(a) I2(b) = V1(b) I1( a) da cui: Z21 I1(a)I2(b) = Z12 I1(a)I2(b) e quindi la reciprocità vale se: Z21 = Z12. Per la simmetria poiché lo scambio delle due porte non deve alterare il funzionamento della rete esterna a cui il doppio bipolo è collegato deve essere necessariamente: Z12=Z21 e Z11=Z22 Matrice Y Ripetendo analoghe operazioni (duali nella scelta questa volta delle tensioni) si trova Y12 = Y21 per la reciprocità Y12=Y21 e Y11=Y22 per la simmetria Matrice H Questa volta si individuano le seguenti due situazioni (a) I1 assegnato V2 = 0 (b) V2 assegnato I1= 0 Che comportano che la reciprocità imponga 0 = V1(b) I1(a) + V2(b) I2(a) utilizzando i parametri h otteniamo 0 = h12 V2(b) I1(a) + h21V2(b)I1(a) perciò la reciprocità comporta che la matrice H sia tale che h21 = - h12 Per la simmetria si ha che la prima condizione (quella di reciprocità) e quindi h12 = - h21 usando la seconda considerando ancora la situazione in cui V2(a) e I1(b) sono nulli si trova h11 h22 - h12 h21 = 1 Matrice G Ripetendo analoghe operazioni (duali nella scelta delle situazioni elettriche alle porte) si trova g21 = - g12 per la reciprocità g12 = - g21 ; g11 g22 - g12 g21 = 1 per la simmetria Matrice T In questo caso le situazioni elettriche non si possono esprimere mediante semplici relazioni. Esprimiamo la situazione per via analitica (a) I2 = 0, ma V2 0; (b) V2 = 0, ma I2 0 Che comportano che la reciprocità imponga V1(a) I1(b) + V2(a) I2(b) = V1(b) I1(a) Sostituendo la matrice di trasmissione, dopo semplici calcoli si trova AD-CD=1 Anche in questo caso si può procedere usando le espressioni scritte in precedenza come condizione di simmetria e sostituendo la matrice di trasmissione. Si trovano le due condizioni AD-CB=1 A=D 10.3 Interconnessione di doppi bipoli. Le connessioni seguenti si comportano ancora da doppi bipoli se i due bipoli che le costituiscono sono doppi bipoli intrinseci. Doppi bipoli in serie. N(1) N(2) Fig. 4 Doppi bipoli in parallelo. V1 N(1) V2 V3 N(2) V4 Fig.5 Doppi bipoli in cascata. I1 V1 -I2 N(1) -I3 N(2) V2 I4 N(3) V3 V4 Fig.6 Le matrici di trasmissione dei singoli doppi bipoli sono T(1), T(2) e T(3). Il doppio bipolo risultante dalla connessione in cascata dei tre doppi bipoli ha una matrice di trasmissione T uguale al prodotto di T(1), T(2) e T(3). 10.4 Altre grandezze e rappresentazioni. L’obiettivo di questa descrizione è quello di individuare le condizioni per cui in una cascata di doppi bipoli ciascuno di essi si comporti in modo noto indipendentemente dalle reti confinanti. Per definire le impedenze immagini è opportuno osservare che l’impedenza, che una rete a due porte presenta ad una sua porta quando l’altra è chiusa su un bipolo di impedenza zu, è funzione sia dei parametri che caratterizzano la rete a due porte sia dell’impedenza zu. I1 + Zi1 I2 1 2 V2 - Fig.7 Facendo riferimento alla Fig.7 z i1 z11 è evidente che al variare di zu varia zi1. z12 z 21 z 22 z u + - zu Lo stesso discorso vale per l’impedenza zi2 alla porta 2, quando la porta 1 è chiusa su zu : z i 2 z 22 z12 z 21 z11 z u Dopo ciò, le impedenze immagini vengono definite come quelle particolari impedenze Zi1 e Zi2, per cui si verifica che, quando la porta 2 è chiusa su un bipolo di impedenza Zi2 allora l’impedenza vista alla porta 1 è Zi1, e inoltre quando la porta 1 è chiusa su Zi1 allora l’impedenza vista alla porta 2 è Zi2, cioè Zi1 z11 z12 z 21 z 22 Zi 2 Zi1 Zi 2 z 22 1 2 Zi1 Zi2 Zi2 Fig.8 Impedenza caratteristica Impedenza iterativa z12 z 21 z11 Zi1