SEZIONE PRIMA EDUCAZIONE DEGLI ADULTI COME SCIENZA Introduzione. La ricerca in educazione degli adulti Correnti del pensiero contemporaneo. Parte prima Figure e profili. Parte seconda epistemologiche. Parte terza scienze. Paradigmi istituenti e prospettive Educazione degli adulti e le altre Politiche della formazione in ambito Parte quarta europeo e internazionale. 1 SEZIONE SECONDA TEMI DI APPROFONDIMENTO La dimensione del sacro nella vita adulta. Un incontro con la spiritualità orientale. Continuità e discontinuità tra vita ed educazione degli adulti e degli anziani. Il genitore riflessivo. Premesse a una pedagogia della famiglia. Per un'educazione all'adultità di genere. L'esperienza artisitica nella prospettiva della formazione continua. La relazione educativa in età adulta. Aspetti di clinica della formazione e di assessm ent. Quale didattica per l'adultità. 2 Prospettive epistemologiche. Soggetti, apprendimento, competenze. 1. Una breve premessa L'EdA rappresenta oggi una disciplina in transizione e di frontiera, poiché: c'è una specifica difficoltà nell'individuazione e definizione di un ambito disciplinare univoco; nella sul piano epistemologico si è manifestata una continua oscillazione tra una concezione dell'EdA di tipo filosoficovaloriale (carente di paradigmi scientifici riconosciuti e condivisi) e una sua riduzione alla pura tecnicità dei metodi. Ne è derivata una continua commistione e una divaricazione tra le finalità dichiarate universalistiche e una pratica effettiva, funzionale ad obiettivi molto angusti, di un cieco specialismo ; si è trattato di liberare l'EdA dalla sua curvatura di tipo scolasticistico, che ha prodotto una effettiva difficoltà a delineare le teorie specifiche sull'apprendimento adulto; in Italia non si è ancora modificato lo statuto scientifico accademico degli studi delle scienze dell'educazionee, al suo interno, di quello relativo all'EdA. 3 L'EdA si può definire sulla base di due assunti: 1- lo sviluppo dell'individuo è un processo dinamico che dura tutta la vita e che rende scientificamente sostenibili la necessità e il desiderio di apprendere a tutte le età; 2- l'educazione consente la realizzazione delle aspirazioni di crescita e di libertà, di sviluppo umano, anche in funzione delle stesse esigenze economiche e lavorative. Il valore di questi due assunti s'inquadra nel contesto della learning society 4 2. Un nuovo scenario per l'EdA Tra le numerose formule scelte per descrivere gli scenari del XX secolo, (dalla società dell'informazione al villaggio globale, dalla società complessa alla società trasparente, dalla società post-moderna alla società del rischio), ha avuto grande consenso la metafora della società della conoscenza o a intensive knowledge 2.1 L'era dell'apprendimento (the age of learning) L'assunzione di questa metafora ha evidenziato due interpretazioni che ne hanno ipotecato il cammino: una lettura della società della conoscenza segnata dall'accettazione acritica di un tipo di modernizzazione neoliberista, centrata sulle teorie e le politiche del libero mercato; 5 • Una lettura che ha continuamente confuso la legittima riaffermazione del valore strategico della dimensione umanistica nello sviluppo degli individui con il sospetto ideologico nei confronti dei processi di modernizzazione. La metafora della società della conoscenza può essere assunta a immagine descrittiva della nuova condizione umana, in cui il sapere e le conoscenze sono fondamento strutturale dell'economia e dello sviluppo sociale (Alberici, 2002a). Le società contemporanee sono caratterizzate da una costante riflessione su se stesse, al fine di capire ciò che avviene e come fase preliminare per affrontare sfide inedite (Giddens, 1994). 6 Il paradigma dell'apprendimento durante il corso della vita trova nella dimensione della riflessività nella società globale un suo profondo ancoraggio teorico e comporta precise conseguenze sul terreno della teoria e delle strategie della formazione, in quanto implica la necessità per tutti di apprendere e sviluppare la competenza strategica del "saper apprendere" lifelong, al fine di perseguire quella saggezza o quella dimenasione umana che Edgar Morin riconduce alla "serendipità" (Morin, 2000). 7 2.2 Sviluppo umano ed età adulta. La ricerca biologica, psicologica, psicosociale, antropologica e sociologica ha aperto nuove strade per la conoscenza dell'età adulta, andando a sostiture il concetto di cambiamento, inteso come processo continuo e permanente di modificazione degli individui, a quello superato di sviluppo. Si parla pertanto di "molte, moltissime età adulte" (Demetrio, 1990, p.22). L'adultità: - con il superamento delle teorie stadiali, non è più la fase apicale della vita,in cui si arresta ogni possibile sviluppo individuale, - ma è ripensata all'interno della categoria del corso della vita, in cui lo sviluppo umano dura tutta la vita e si realizza in una molteplicità e diversità di luoghi e di tempi (Saraceno, 1988). 8 3. Le dimensioni della formazione prospettiva dell'apprendimento permanente nella I sistemi di istruzione e formazione: - non possono più essere intesi come trasmissione di saperi codificati ai giovani, - ma come strumenti di facilitazione dei processi finalizzati all'acquisizione della capacità di apprendere lifelong, nei diversi contesti della vita; - non sono più rivolti a chi è socialmente o professionalmente escluso, - ma all’universo degli individui, come nuova strategia per il benessere psicofisico e sociale 9 Il polisemico concetto di educazione/formazione esprime una molteplicità di significati legati alle seguenti dimensioni: 1. processuale (periodi, fasi, transizioni, corso della vita); 2. temporale (durata, continuità/discontinuità, sviluppo, cambiamento); 3. della mediazione culturale e tecnico-didattica, che è propria dei progetti-interventi formativi. 10 La formazione può essere considerata come una "teoria in azione", che si sviluppa attraverso le seguenti dimensioni: dei saperi (teorie e conoscenze) relativi ai soggetti, alle discipline e alle aspettative/bisogni individuali e sociali di formazione; dell'operatività riflessiva (in action) durante l'agire formativo (il fare ed essere in formazione); della produzione (processo/risultato) di apprendimento-cambiamento, inteso come nuova riflessività dopo l'azione (on action), cambiamento delle configurazioni mentali, sviluppo di competenze, rinforzo del senso del sé; 11 dell'applicazione e del trasferimento dell'apprendimento in situazioni diverse, reinvenzione; della produzione/risultato di nuova conosccenza- esperienza. Obiettivi specifici della formazione: - sviluppare le competenze riflessive dei soggetti e la capacità di attribuzione di significato nei diversi contesti - potenziare lo sviluppo delle capacità di pensiero (competenze metacognitive) e migliorare le strategie dell'apprendimento in contesti npon formali o della vita quotidiana (everyday cognition) 12 - promuovere l'acquisizione e lo sviluppo delle competenze in funzione dell'autonomia e della qualità della crescita degli individui, come risorsa per il lavoro e per la cittadinanza attiva. L'intenzionalità della formazione la distingue dalla "formazione di fatto" (Bruscaglioni, 2001) in cui un apprendimento specifico è risultato secondario rispetto alla finalità primaria dell'esperienza stessa. 13 4.Apprendimento permanente (lifelong learning) ed educazione degli adulti Il metascenario espresso dalla metafora della società della conoscenza evidenzia la rilevanza assunta, per gli individui e le società, dalla valorizzazione delle risorse umane e dalla possibilità di apprendere lungo il corso della vita e su questa base colloca l'orizzonte concettuale e operativo dell'educazione degli adulti. L'educazione degli adulti non è l'idea e la pratica di un'aggiunta di formazione a quella iniziale, ma i modelli teorico-metodologici finalizzati a consentire ai soggetti in età adulta di continuare ad apprendere nei diversi contesti e sulla base della specificità del loro essere o divenire progressivamente adulti. 14 L'EdA non è più l'insieme di attività finalizzate a funzioni di tipo sostitutivo-compensativo rispetto ai livelli di istruzione obbligatori, ma una dimensione permanente nella vita degli individui e delle collettività, fondata sulla categoria dell'apprendimento quale risorsa strategica, nella società della globalizzazione, per gli individui e le società. 15 5.1 Centralità del soggetto Il paradigma dell’apprendimento permanente si fonda sulla centralità del soggetto sociale quale condizione essenziale dei processi formativi finalizzati all’apprendimento in età adulta. Le stesse teorie sulla learning organization richiamano un modello di apprendimento centrato sia sulla costruzione “condivisa” del sapere, sia sulla mobilitazione delle risorse interne del soggetto. Nelle teorie dell’experiential learning, sia secondo il modello classico del ciclo dell’apprendim,ento di D.A. Kolb (19984), sia secondo quello evolutivo di P. Jervis (1996), condizioni indispensabili per poter attivare il processo dell’apprendere sono la centralità del soggetto e la biograficità. 16 Il campo di ricerca si è allargato su come si sviluppa l’attività cognitiva, ma anche sul perché e in quali condizioni agiscono le diverse intelligenze (Gardner, 1999; Bruner, 1988; Goleman 1996; Mezirow, 1991). A ciò fa riscontro la crescente convergenzadei metodi della ricerca sull’età adulta verso modelli qualitativiapplicati alla biograficità come risorsa per lo sviluppo, all’individuazione delle storie di vita (Demetrio, 1996; Alheit et al., eds, 1995; Alberici, a cura di, 2000). 17 5.2 Attribuzione di significato La principale attività degli esseri umani è di estrarre significato dai loro incontri con il mondo (Bruner, 1995). Dall’importanza assegnata alla molteplicità delle esperienze e dei percorsi identitari individuali deriva il rilievo della categoria della pluralità delle dimensioni che il soggetto assume nei processi di apprendimento e delle molteplici forme che assume l’acquisizione del sapere. Gli individui si manifestano in una relazione molteplice nei confronti della loro esperienza personale e professionale, tanto da creare una soggettività “irriducibile” (Quaglino, 2001). 18 5.3 Approccio globale, cittadinanza Lo sviluppo delle dimensioni conoscitive della società si presenta come condizione del diritto degli individui a formarsi, per acquisire quei livelli di conoscenza, di competenza e di abilità che mettano uomini e donne in condizione di essere cittadini della società in cui vivono. Considerare la dimensione conoscitiva della società contemporanee democratica come comporta condizione il di crescita riconoscimento che “l’apprendimento è un diritto, non un privilegio riservato a pochi” (Raggat, Edwards, Small, 1996, p.6). 19 Ne deriva la necessità di un approccio globale dell’EdA, che superando la frammentazione della conoscenza in molteplici discipline, permetta al contrario di comprenderne le mutue relazioni e le influenze reciproche con il “contesto” entro cui collocarle e con il “globale” di cui fa parte lo stesso contesto. Esso rappresenta contemporaneamente l’insieme dei diversi contesti e il legame complesso che li unisce (Morin, 2001). 20 5.4 Durata e pervasività Riguardo alla modalità e alla durata di percorrenza dei sitemi di istruzione e formazione, la direzione è quella del prolungamento dell’innalzamento del dell’età tempo dei di livelli permanenza, scolastici e professionali di uscita e dell’allargamento della base di utenza dell’istruzione formativa. 21 Per quanto riguarda le modalità di transizione tra sistemi di istruzione/formazione professionale e lavoro, la direzione è quella della pluralità delle fasi e della frammentazione-flessibilità dei percorsi (interruzioni, entrate e uscite, rientri nella formazione e nel lavoro) (Alberici, 2001). Il concetto dell’apprendimento permanente durante il corso della vita identifica una pluralità delle vie dell’apprendere e una multiformità delle dimensioni (formali, non formali e informali) dell’apprendimento stesso, ampliamente sottolineate nella logica di riconoscimento e certificazione delle competenze, che presiedono al riconoscimento dell’unitarietà, pur nella molteplicità dei percorsi individuali, delle singole biografie formative. 22 5.5 Contestualizzazione Il concetto di apprendimento rimanda ad un’attività squisitamente soggettiva ed individuale, che è sempre situata, contestuale: questo assunto, proprio delle teorie umanistiche, culturaliste ed ecologiche (Brofenbrenner, 1986) viene inverato anche dalle teorie dell’apprendimento nel contesto sociale e/o nelle organizzazioni che sottolineano la dimensione sociale dell’apprendimento. Si tratta di un processo che si realizza a partire da una “situazione data”, in cui si mettono in campo determinate procedure e si agisce per perseguire il risultato. 23 L’apprendimento è pertanto sia processo che risultato. Secondo le teorie dell’experiential learning è proprio la discrepanza tra biografia personale e situazione problematica del contesto specifico a far scattare la molla dell’aprrendimento (Jarvis, 1992). 5.6 Sapere in azione: due dimensioni emergenti La competenza strategica Il concetto di competenza nasce nell’ambito degli studi lavoristici e della pratica formativa per e sul lavoro, assumendo una dimensione tecnicistico-professionale, per ampliarsi a comprendere una dimensione proceduale dell’agire umano definibile come “sapere/conoscenze in azione” (Pellerey, 2001). 24 Il paradigma dell’apprendimento permanente implica prioritariamente le necessità di costruire le condizioni per consentire agli individui di poter acquisire e saper usare durante tutta la vita oltre alle competenze alfabetiche funzionali primarie, quelle strategiche, tra cui apprendere ad apprendere, per poter imparare sempre (Alberici, 2002a). Con la categoria concettuale di “competenza strategica” s’intende la dimensione strategica rispetto alla prospettiva dell’apprendimento permanente delle competenze alfabetiche, della capacità di riconoscersi, di attribuire significato, di orientarsi, di scegliere, di comuniare, di progettare. 25 La competenza nel lavoro Per poter definire la competenza conviene procedere in due modi, in negativo e in positivo. In negativo: La competenza non è uno stato, né una conoscenza posseduta. Non si riduce né a un sapere, né a un saper fare. Non può essere assimilata ad un’acquisiszione formativa, poiché si posssono possedere delle capacità o delle conoscenze senza essere competenti. In positivo: la competenza è un mix, specifico per ogni individuo, di sapere, saper fare, saper apprendere, saper agire e voler agire. “La competenza non risiede nelle risorse da mobilitare ma nella mobilitazione stessa delle risorse” Le Boterf, 1994, p.17) 26 5.7 Autoefficacia/orientamento Sulla base dei paradigmi dell’apprendimento lungo il corso della vita riteniamo che, fatta salva la distinzione fra i due termini, ne vadano preservarte le potenzialità operative derivanti dal loro intreccio e dalle loro reciproche influenze. Il costrutto teorico dell’autoefficacia si associa agli approcci sul coping, inteso come lo sforzo cognitivo e comportamentale in costante cambiamento finalizzato a gestire richieste specifiche, interne o esterne, che il soggetto valuta possano mettere alla prova o eccedere le sue personali risorse (Quaglino, 2002). 27 L’orientamento si configura sempre più come orientamento formativo ed è finalizzato, non tanto a fornire quadri conoscitivi puntuali, quanto a confrontare lavori e competenze, competenze e formazione, al fine di sostenere le persone affinche diventino sempre più autonome nelle scelte, fino a diventare imprenditrici di se stesse. Le azioni orietative così intese, da un lato presuppongono un forte senso di autoefficacia, dall’altro retroagiscono positivamente su di esso incrementandolo, in un circolo tanto più virtuoso, quanto più sarà intessuto di processi di apprendimento. 28 5.8 Autodirezione nell’apprendimento L’autoapprendimento è una risorssa strategica per poter continuare ad apprendere durante tutta la vita Nella letterature sul tema (Knowles, 1996b; Brookfield, 1986; Candy, 1991) sono state individuate tre tipologie di modelli interpretativi: 1. l’autoapprendimento inteso come un processo e metodo di studio-autodidassi (do it yorself); 2. come la capacità di autodirigersi nell’apprendimentocontrollo dell’apoprendimento (self-directing in learning); 3. come una qualità o attributo di colui che apprende nel senso dell’autonomia della persona (Merriam, Caffarella, 1991). 29 Nella dimensione della società ad alta intensità di conoscenza e nella prospettiva dell’apprendimento permanente è la seconda tipologia ad assumere la massima rilevanza. Il possesso e lo sviluppo delle competenze strategiche e la capacità di autodirigersi nell’apprendimento sono strettamente correlati La competenza di autodirigersi nell’apprendimento (self-directing in learning) diviene uno schema di apprendimento da utilizzare flessibilmente in rapporto agli obiettivi e alle specifiche strategie apprenditive. 30 5.9 Individualizzazione dei percorsi I cambiamenti che hanno coinvolto interi settori professionali hanno comportato l'esistenza di individui sempre più responsabili, con margini crescenti di autonomia e tendenzialmente sempre più coinvolti nel raggiungimento dei risultati del lavoro (Nyhan, 1991). Nasce da qui l'esigenza di tener conto nella formazione delle caratteristiche individuali delle persone, secondo la concezione classica dell'individualizzazione, ma soprattutto nasce l'esigenza di costruire percorsi formativi a misura delle singole persone. La formazione individualizzata e personalizzata si rivolge alla persona nell'interezza della sua storia di vita e della biografia formativa e professionale. 31 5.10 Multimedialità e personalizzazione Le nuove tecnologie e i nuovi linguaggi legati alla rivoluzione tecnologica sono cardini intorno ai quali riorientare la riflessione e l'agire formativo. Da un lato le nuove tecnologie favoriscono la personalizzazione dei percorsi formativi, dall'altro potrebbero favorire la nascita di una nuova modalità di un apprendimento condiviso, cooperativo, autofertilizzante. Non si tratta di apprendere ad usare le nuove tecnologie, ma di possedere le competenze strategiche e la capacità di attribuire un senso, nella dimensione dell'arricchimento culturale. 32 5.11 Ottimizzazione e sinergia delle risorse La possibilità di processi formativi che si sviluppano durante l'intero corso educazione/formazione della vita, finalizzata cioè di una all'apprendimento permanente, necessita di azioni coordinate e sinergiche, di cooperazione tra le parti sociali e di partenariato nello spirito più volte sostenuto nelle affermazioni degli organismi internazionali e di quelli comunitari. In questa linea si muovono sia il Memorandum sull' istruzione e la formazione permanente (Commissione delle Comunità Europee, 2000b), sia il documento Realizzare permanente uno spazio (Commissione europeo delle dell' apprendimento Comunità Europee, 2001), capaci di coniugare gli obiettivi di carattere sociale e culturale con strategie anche economiche. 33 La pluralità delle vie e dei luoghi dell'apprendere si presentano come elemento costante della formazione. L'attenzione alle vie dell'apprendimento formale, non formale e anche informale si riferisce ai soggetti più che alle sedi della formazione e coinvolge l'intero percorso scolastico, professionale e di formazione continua per il lavoro. La sinergia dev'essere agita a partire dall'unitarietà, pur nei continui passaggi e cambiamenti, della vita delle persone, anche rispetto alla loro biografia cognitiva e formativa. 34 Affinchè il modello concettuale dell'apprendimento permanente abbia delle reali prospettive occorre che i sistemi di istruzione operino secondo la propspettiva del continuum , in quella che è stata definita una dimensionesinergico-progettuale(Scurati, 2001). E' necessario organizzare nuovi modelli istituzionali che sappiano creare le condizioni per ottimizzare le risorse umane e finanziare in funzione della qualità, dell'efficaciaedell'efficienzadellaformazione. 35