assimilare le vitamine liposolubili (A, D, E, K), gli acidi grassi insatur

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assimilare le vitamine liposolubili (A, D, E, K), gli acidi grassi insaturi (omega-­‐
3, 6, 9…) e il calcio eliminare una parte delle tossine neutralizzate dal fegato La bile, inoltre, contiene anche lecitina, prodotta dal fegato, la quale emulsiona gli alimenti (predigeriti dallo stomaco) con gli enzimi prodotti dal pancreas e l’acqua, rendendo possibile il loro contatto (e quindi la digestione e l’assimilazione). Una scarsa quantità di bile non riesce a neutralizzare il contenuto gastrico acido che arriva nel duodeno (dopo una lunga permanenza nello stomaco). Addirittura l’alcalinità, nell’intestino tenue, dovrebbe sopravanzare l’acidità e creare un ambiente alcalino, perché, come si è detto, è l’alcalinità che stimola la secrezione pancreatica ed enterica (intestinale), i cui enzimi digestivi funzionano solo in ambiente alcalino e, inoltre, necessitano della bile per emulsionare gli alimenti (con la lecitina) e permettere così la loro digestione. L’organismo deve produrre in media 0,7 litri di Bile e 1,5 litri di succhi pancreatici, entrambi contenenti bicarbonato, per poter neutralizzare l’Acido Cloridrico (HCl) proveniente dai succhi gastrici dello stomaco. Se questo non avviene, l’Acido Cloridrico, viene assimilato attraverso le pareti intestinali ed entra in circolo. Poiché il pH fisiologico del sangue deve essere assolutamente mantenuto costante fra pH 7,3 e 7,4 (cioè leggermente alcalino), l’organismo userà le scorte alcaline del corpo per neutralizzare l’acido cloridrico che gli arriva. Quando le scorte saranno consumate si creerà un’acidosi nel corpo: un pericoloso squilibrio che favorisce le micosi e una serie di disturbi a catena. Molti ricercatori hanno giustamente richiamato l’attenzione su questa acidosi e hanno trovato alcuni buoni rimedi sintomatici, ma non ne hanno mai indicata la causa vera. Ora noi, con ragione, possiamo dichiarare che una causa all’origine dell’acidosi, sicuramente, è l’insufficiente produzione di bile! Una scarsa quantità di bile causa, in primis, un peggioramento della nutrizione in generale e contemporaneamente un peggioramento della putrefazione intestinale. Gli alimenti, infatti, come è noto, non possono essere assimilati così come si presentano in grandi “catene”, perché non passano attraverso le piccole porte delle pareti intestinali. Per entrare nel torrente sanguigno, debbono essere digeriti da enzimi specifici, cioè smontati nei singoli “anelli” che compongono quella “catena”. Così i carboidrati devono essere scissi in zuccheri semplici; i grassi in glicerina e acidi grassi; le proteine in aminoacidi semplici o almeno in peptidi (2-­‐3 aminoacidi legati). Carboidrati, proteine e grassi, non completamente digeriti e quindi non assimilati, una volta giunti nell’intestino crasso, nutrono proprio i batteri putrefattivi. Questi ultimi producono tossine che vengono assorbite ed intossicano tutto l’organismo (se non vengono neutralizzate dal fegato). Una scarsa quantità di bile causa il catarro intestinale e la colite muco-­‐membranosa. Infatti la mucosa gastrointestinale, è protetta da uno strato di muco che lei stessa produce. La quantità di muco presente sulle mucose non deve essere né abbondante (catarro) né scarsa (mucose secche, che possono fessurarsi e anche ulcerarsi). Tuttavia, anche in una situazione di normalità delle mucose, la mancanza di bile può causare la colite muco-­‐membranosa. L’intestino, infatti, produce un particolare enzima, la mucinasi, che fa coagulare il muco rendendolo consistente e visibile nelle feci. Se la mucinasi non è rallentata nella sua azione coagula eccessivamente il muco e la mucosa, esaurita, si secca: la colite ulcerosa è molto vicina. L’antagonista della mucinasi è proprio la bile! La bile contrasta (inibisce) l’azione coagulante della mucinasi e mantiene la giusta quantità di muco. L’insufficienza biliare può condurre alla produzione di muco-­‐membrane da parte della mucinasi, non più frenata dalla bile. 14 
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