Corso di Laurea in Economia e Management Appello del 27/1/2017 — Matematica per l’Economia lettere E-Z, a.a. 2016–2017, compito A, prof. Gianluca Amato Regole generali Si svolga il primo esercizio e, a scelta dello studente, l’esercizio 2 o il 3. Nel caso vengano svolti entrambi, verrà considerato ai fini del voto finale solo uno dei due (a discrezione del docente). Si noti che: • Tutte le risposte vanno opportunamente motivate. • L’aver copiato anche un singolo esercizio causa l’annullamento di tutto il compito. • È possibile utilizzare una calcolatrice. • Non si possono adoperare libri o appunti. • È assolutamente vietato l’utilizzo di un cellulare o altro strumento di telecomunicazione. Testo della prova 1. (27 punti) Si consideri la funzione f : A ⊆ R → R data da f (x) = x − √ x. (a) Calcolare, se possibile, f (−1), f (0), f (1) ed f (2). (b) Determinare l’insieme di definizione A della funzione f . (c) Determinare i punti di frontiera di A e dire se A è aperto e/o chiuso. (d) Calcolare i seguenti limiti, se possibile: lim f (x) x→+∞ lim f (x) x→1 lim f (x) x→−∞ (e) Determinare i punti di intersezione del grafico di f con gli assi. (f) Determinare il segno di f (x) al variare di x. (g) Determinare gli eventuali asintoti orizzontali e verticali della funzione f . (h) Determinare gli eventuali asintoti obliqui della funzione f . (i) Calcolare la derivata della funzione f . (j) Determinare i punti di minimo e massimo relativo. (k) Determinare i punti di minimo e massimo assoluto. (l) Determinare l’insieme f (A) delle immagini di f . (m) Calcolare la derivata seconda della funzione f . (n) Determinare concavità, convessità e punti di flesso della funzione. (o) Disegnare il grafico della funzione, evidenziando le intersezioni con gli assi, i punti di massimo e minimo relativo e i punti di flesso. (p) Determinare una primitiva di f . (q) Determinare l’area compresa tra il grafico della funzione, l’asse delle ascisse e le rette x = 0 ed x = 2. 2. (6 punti) Si calcolino i seguenti limiti: lim x→+∞ ex ex − x + sin(x2 ) lim x→1 3. (6 punti) Si consideri la seguente matrice: 2 −2 1 1 2 A= 3 2 1 x2 − 2x + 1 x2 + x − 2 1 2 −2 Calcolare la sua trasposta AT , e verificare che AT è anche l’inversa di A. Soluzione compito A 1. (a) f (−1) non è calcolabile perché sarebbe necessario estrarre la radice quadrata di un numero √ negativo. Gli altri√valori sono tutti calcolabili, e abbiamo √ f (0) = 0 − 0 = 0, f (1) = 1 − 1 = 1 − 1 = 0 √ e infine f (2) = 2 − 2. Notare che potete lasciare scritto f (2) come 2 − 2, non c’è bisogno che lo approssimiate con un numero decimale! (b) L’unica operazione problematica è la radice quadrata. La radice quadrata è definita quando il suo argomento è maggiore o uguale a 0. Quindi, la funzione f è definita per x ≥ 0. Dunque A = {x | x ≥ 0} o, volendo usare la notazione con gli intervalli, A = [0, +∞). (c) Siccome A è un intervallo, i punti di frontiera sono gli estremi (finiti) di A. Dunque, in questo caso abbiamo un solo punto di frontiera, il numero 0. Per definizione, un insieme è chiuso quando il suo complementare è aperto. Il complementare di A è R \ A = (+∞, 0) che è un intervallo aperto perché non comprende gli estremi. Dunque A è chiuso. (d) Il limx→−∞ f (x) non esiste, in quanto −∞ non è punto di accumulazione per l’insieme di definizione di f . Visto che f è continua, il limx→1 f (x) si calcola facilmente per sostituzione e otteniamo limx→1 f (x) = f (1) = 0. Per x → +∞, una semplice applicazione delle regole di calcolo dei limiti ci restituisce una forma indeterminata: √ √ lim f (x) = lim (x − x) = lim x − lim x = +∞ − ∞. x→+∞ x→+∞ x→+∞ x→+∞ Procediamo allora come segue: √ x = lim f (x) = lim (x − x) = lim x 1 − x→+∞ x→+∞ x→+∞ x √ x = lim x · 1 − lim = +∞ · (1 − 0) = +∞ , x→+∞ x→+∞ x √ √ dove limx→+∞ xx = 0 perché x è un infinito di ordine superiore rispetto √ a x per x → +∞. (e) L’intersezione con l’asse delle ordinate è il punto di coordinate (0, f (0)), ovvero O ≡ (0, 0). Per determinare l’intersezione con l’asse delle ascisse, √ bisogna risolvere l’equazione f (x) = 0, ovvero x − x = 0. Infatti, se f (x) = 0, allora (x, 0) è un punto di intersezione con l’asse delle ascisse. Abbiamo: ( ( √ √ x2 = x x2 − x = 0 x − x = 0 ⇐⇒ x = x ⇐⇒ ⇐⇒ ⇐⇒ x≥0 x≥0 ( ( x(x − 1) = 0 x = 0 oppure x = 1 ⇐⇒ ⇐⇒ ⇐⇒ x≥0 x≥0 ⇐⇒ x = 0 oppure x = 1. I punti di intersezione cercati sono quindi O ≡ (0, 0) e X ≡ (1, 0). (f) Determinare il segno di f (x) al variare di x vuol dire determinare per quali valori di x la f (x) è positiva e per quali è negativa. Non vuol dire determinare se è pari e/o dispari, come invece alcuni di voi hanno fatto! Per rispondere alla domanda, potremmo risolvere le disequazioni f (x) > 0 ed f (x) < 0, ma c’è un metodo più semplice. Abbiamo già trovato i punti in cui f (x) = 0, ovvero x = 0 e x = 1. Siccome f è continua, il suo valore non può cambiare di segno né nell’intervallo (0, 1), né nell’intervallo (1, +∞). Pertanto, è sufficiente calcolare il valore di f in un solo punto in questi intervalli per determinare il segno p della funzione su tutti i punti dell’intervallo.√ Siccome f (1/4) = 1/4 − 1/4 = 1/4 − 1/2 = −1/4 < 0 e f (4) = 4 − 4 = 4 − 2 = 2 > 0, abbiamo che f (x) < 0 per x ∈ (0, 1) e f (x) > 0 per x ∈ (1, +∞). (g) Siccome la f è continua, asintoti verticali possono esistere solo nei punti di frontiera dell’insieme di definizione. Abbiamo visto che 0 è l’unico punto di frontiera. Ma siccome limx→0 f (x) = 0 è un numero finito, f non ha asintoti verticali per x → 0. Per quanto riguarda gli asintoti orizzontali, abbiamo già visto che limx→+∞ f (x) = +∞. Questo vuol dire che f non ha asintoti orizzontali per x → +∞. Siccome f non è definita per numeri negativi, non può avere asintoti orizzontali per x → −∞. (h) Per gli asintoti obliqui, occorre prima determinare, se esiste, il seguente limite: √ f (x) x− x m = lim = lim = x→+∞ x→+∞ x x √ √ x x 1− = lim = 1 − lim = 1. x→+∞ x→+∞ x x Siccome questo limite esiste, è finito, ed è diverso da zero, potrebbe esserci un asintoto obliquo. Calcoliamo allora quest’altro limite: q = lim (f (x) − mx) = lim (f (x) − x) = x→+∞ x→+∞ √ √ = lim (x − x − x) = lim − x = −∞. x→+∞ x→+∞ Siccome il limite esiste ma è infinito, non c’è un asintoto obliquo. Se q fosse stato finito, allora ci sarebbe stato un asintoto obliquo di equazione y = mx + q. Siccome f è definita solo per numeri positivi, non ha senso cercare asintoti obliqui per x → −∞. √ √ 1 (i) Per definizione f 0 (x) = D[f (x)] = D[x− x] = D[x]−D[ x] = 1− 2√ . Se √ √ x non ci si ricorda la derivata di x, niente paura, basta riscrivere x come 1 x 2 e utilizzare la formula standard per i polinomi, ovvro D[xα ] = αxα−1 . √ 1 1 1 1 Otteniamo allora: D[ x] = D[x 2 ] = 21 x 2 −1 = 21 x− 2 = 2√ . x (j) Per determinare i punti di minimo e massimo relativo, bisogna studiare il segno della funzione f 0 (x). Risolviamo la disequazione f 0 (x) ≥ 0, e otteniamo: 1 1 f 0 (x) ≥ 0 ⇐⇒ 1 − √ ≥ 0 ⇐⇒ 1 ≥ √ ⇐⇒ 2 x 2 x 1 ( √ (√ x ≥ 4 2 x≥1 x ≥ 12 ⇐⇒ ⇐⇒ ⇐⇒ x 6= 0 x 6= 0 x 6= 0 x≥0 ⇐⇒ x ≥ 1 . 4 Dunque f 0 (x) ≥ 0 per x ≥ 41 , mentre f 0 (x) < 0 per x < 14 (o, più correttamente, per 0 < x < 41 , perché per x ≤ 0 la f 0 (x) non è definita). Ne consegue che f (x) è crescente per x ≥ 41 e decrescente per 0 < x < 14 . Possiamo visualizzare la situazione come segue: & % f (x) − + f 0 (x) 0 x 1 4 Si vede allora chiaramente che 41 è un punto di minimo relativo mentre 0 è un punto di massimo relativo. (k) Siccome c’è un solo punto di minimo relativo (ovvero 1/4), e la funzione f (x) → +∞ per x → +∞, allora 14 è anche punto di minimo assoluto. Inoltre, proprio perché f (x) → +∞ per x → +∞, la funzione non ha un massimo assoluto. (l) Il punto di minimo assoluto è 41 , per il quale la funzione assume il valore q f 14 = 14 − 14 = 14 − 12 = − 14 . La funzione assume valore arbitrariamente grandi perché limx→+∞ f (x) = +∞. Siccome è continua, assume tutti i valori maggiori di − 14 . Dunque f (A) = [− 41 , +∞). (m) Per definizione f 00 (x) = D[f 0 (x)] = D[1 − − 21 D[x −1 2 ]= − 12 (− 21 )x −1 −1 2 = −3 2 1 x 4 = 1 √ ] 2 x = D[1] − 1 D[ √1x ] 2 = √1 . 4 x3 (n) Per determinare concavità, convessità e punti di flesso, bisogna studiare il segno della funzione f 00 (x). È ovvio che f 00 (x) è sempre positiva per tutti i valori di x > 0 (per x ≤ 0 non è definita). Quindi f è sempre convessa e non ci sono punti di flesso. (o) Ecco il grafico della funzione 0.6 0.4 0.2 0 O X −0.2 m 0 0.5 1 1.5 2 (p) Abbiamo Z Z f (x) dx = (x − √ Z Z x dx − x) dx = x2 = − 2 Z √ x dx = √ x2 x1/2+1 x2 2 x3 dx = − = − . 2 1/2 + 1 2 3 1/2 x dove per comodità mettiamo tutte √ le costanti degli integrali indefiniti 2 3 uguali a zero. Dunque F (x) = x2 − 2 3x è una primitiva di f . (q) Dai punti (f) ed (o) si vede che f (x) è positiva per 1 < x < 2 e negativa per 0 < x < 1. Per determinare l’area R 1 in questione, R 2 dobbiamo allora calcolare separatamente i due integrali 0 −f (x) dx e 1 f (x) dx, e poi sommare i risultati. Usando la primitiva calcolata al punto di prima, abbiamo: 1 Z 1 Z −f (x) dx = − 0 1 Z f (x) = − 0 (x − √ x) dx = 0 √ #1 x2 2 x3 1 2 1 =− − =− − = , 2 3 2 3 6 " 0 e inoltre 2 Z 2 Z (x − f (x) dx = 1 1 L’area cercata è quindi 1 6 √ √ #2 x2 2 x3 x) dx = − 2 3 1 √ 2 8 1 = 2− − − 3 2 +2+ " 1 6 − √ 2 8 3 =2+ = 2 3 √ 1−2 8 . 3 2 √ 1 2 8 =2+ − . 6 3 2. Per quanto riguarda il primo limite, si noti che sin(x ) è sempre limitato tra −1 ed 1, quindi è un infinito di ordine inferiore di ex per x → +∞. Pertanto, rimpiazzando numeratore e denominatore con l’infinito di ordine superiore, abbiamo ex − x ex lim x = lim x = lim 1 = 1. 2 x→+∞ e + sin(x ) x→+∞ e x→+∞ Per il secondo limite, una semplice sostituzione ci restituisce una forma indeterminata 0/0. Si noti che x2 , 2x e gli altri termini che compaiono nel limite non sono infinitesimi per x → 1. Pertanto, non possiamo risolvere il limite usando le proprietà degli infinitesimi. Invece, dobbiamo scomporre numeratore e denominatore della frazione in prodotti di polinomi di grado più piccolo. Siccome sia numeratore che denominatore si azzerano per x = 1, sappiamo che entrambi sono divisibili per x − 1. Applicando Ruffini, o altri metodi analoghi, otteniamo x2 − 2x + 1 = (x − 1)2 e x2 + x − 2 = (x − 1)(x + 2). Pertanto: lim x→1 (x − 1)2 x2 − 2x + 1 x−1 = lim = lim = 0/3 = 0. 2 x→1 x→1 x + 2 x +x−2 (x − 1)(x + 2) 3. La trasposta si ottiene scambiando le righe con le colonne. Otteniamo allora: 2 1 A = 1 3 2 T −2 2 1 T 1 2 1 2 = 1 3 −2 2 −2 2 1 T 1 2 2 = −2 −2 1 1 2 2 2 1 . −2 Per mostrare che AT è l’inversa di A NON BISOGNA calcolare A−1 , cosa molto più complessa e che non abbiamo neanche spiegato a lezione! È sufficiente mostrare che AT ha le proprietà che dovrebbe avere se fosse l’inversa, ovvero che AAT è la matrice identica. Abbiamo 2 −2 1 2 1 2 1 T 1 2 2 −2 2 1 AA = 9 2 1 −2 1 2 −2 che, con un po’ di conti, si vede essere proprio la matrice identica I. Corso di Laurea in Economia e Management Appello del 27/1/2017 — Matematica per l’Economia lettere E-Z, a.a. 2016–2017, compito B, prof. Gianluca Amato Regole generali Si svolga il primo esercizio e, a scelta dello studente, l’esercizio 2 o il 3. Nel caso vengano svolti entrambi, verrà considerato ai fini del voto finale solo uno dei due (a discrezione del docente). Si noti che: • Tutte le risposte vanno opportunamente motivate. • L’aver copiato anche un singolo esercizio causa l’annullamento di tutto il compito. • È possibile utilizzare una calcolatrice. • Non si possono adoperare libri o appunti. • È assolutamente vietato l’utilizzo di un cellulare o altro strumento di telecomunicazione. Testo della prova 1. (27 punti) Si consideri la funzione f : A ⊆ R → R data da f (x) = x log x e si tenga conto del limite notevole limx→0 x log x = 0. (a) Calcolare, se possibile, f (−1), f (0), f (1) ed f (2). (b) Determinare l’insieme di definizione A della funzione f . (c) Determinare i punti di frontiera di A e dire se A è aperto e/o chiuso. (d) Calcolare i seguenti limiti, se possibile: lim f (x) x→+∞ lim f (x) x→1 lim f (x) x→−∞ (e) Determinare i punti di intersezione del grafico di f con gli assi. (f) Determinare il segno di f (x) al variare di x. (g) Determinare gli eventuali asintoti orizzontali e verticali della funzione f . (h) Determinare gli eventuali asintoti obliqui della funzione f . (i) Calcolare la derivata della funzione f . (j) Determinare i punti di minimo e massimo relativo. (k) Determinare i punti di minimo e massimo assoluto. (l) Determinare l’insieme f (A) delle immagini di f . (m) Calcolare la derivata seconda della funzione f . (n) Determinare concavità, convessità e punti di flesso della funzione. (o) Disegnare il grafico della funzione, evidenziando le intersezioni con gli assi, i punti di massimo e minimo relativo e i punti di flesso. (p) Verificare che x2 log x 2 − x2 4 è una primitiva di f . (q) Determinare l’area compresa tra il grafico della funzione, l’asse delle ascisse e le rette x = 0 ed x = 2. 2. (6 punti) Si risolvano le seguenti disequazioni: ex > 1 ex x+1 √ ≥1 x 3. (6 punti) Si consideri la seguente matrice: √ 1 3 √1 A= 3 −1 2 Calcolare la sua trasposta AT , e verificare che AT è anche l’inversa di A. Soluzione del compito B 1. (a) f (1) e f (0) non si possono calcolare perché l’argomento del logaritmo deve essere strettamente maggiore di 0. Invece abbiamo f (1) = 1 log 1 = 1 · 0 = 0 e f (2) = 2 log 2 (quest’ultimo può rimanere così, non c’è bisogno di scriverne una approssimazione decimale). (b) L’unica operazione problematica è il logaritmo. Sappiamo che l’argomento del logaritmo deve essere un numero strettamente maggiore di 0. Quindi la funzione è definita per x > 0, ovvero A = (0, +∞). (c) Essendo A un intervallo, i punti di frontiera sono i suoi estremi finiti. In questo caso abbiamo un solo punto di frontiera, lo 0. L’intervallo è aperto perché non contiene i suoi estremi. (d) Il limite per x → −∞ non si può calcolare perché −∞ non è punto di accumulazione dell’insieme di definizione A di f . Per x → 1, essendo f continua, si ha limx→1 f (x) = f (1) = 0. Per x → +∞ una semplice applicazione delle proprietà dei limiti ci da limx→+∞ x log x = (limx→+∞ x)(limx→+∞ log x) = +∞ · +∞ = +∞. (e) f non ha intersezione con l’asse delle ordinate perché f (0) non esiste. Per determinare l’intersezione con l’asse delle ascisse, si risolve l’equazione f (x) = 0. Abbiamo che x log x = 0 esattamente quando log x = 0 (il caso x = 0 non va bene perché f (0) non è definita). Naturalmente log x = 0 solo quando x = 1. Per cui abbaiamo una intersezione con l’asse delle ascisse nel punto di coordinate X ≡ (1, 0). (f) Siccome f è continua e si annulla solo in 0, per determinare il segno di f (x) basta provare con un valore di x > 1 e un valore di x < 1 (più precisamente 0 < x < 1, altrimenti usciamo dall’insieme di definizione di f ). Infatti, il segno di f non cambia nei due intervalli (0, 1) e (1, +∞). Per x = e > 1 abbiamo f (e) = e log e = e > 0 mentre per x = 1/e < 1 abbiamo f (1/e) = 1/e log(1/e) = 1/e log e−1 = −1/e < 0. Ne segue che f (x) < 0 per 0 < x < 1 ed f (x) > 0 per x > 1. (g) Gli asintoti verticali di f (x), se ci sono, sono in corrispondenza dei punti di frontiera di A. Il testo dell’esercizio ci dice che limx→0 x log x = 0 (se si prova a risolverlo direttamente viene una forma indeterminata). Dunque non ci sono asintoti verticali. Per determinare eventuali asintoti orizzontali calcoliamo limx→+∞ f (x) che sappiamo già essere +∞. Non esistono pertanto asintoti orizzontali per x → +∞. Visto che la funzione non è definita per valori di x negativi, non ci sono sicuramente asintoti orizzontali per x → −∞. (h) Per determinare eventuali asintoti obliqui, calcoliamo m = limx→+∞ f (x)/x. Viene f (x) m = lim = lim log x = +∞. x→+∞ x→+∞ x Dunque non ci sono asintoti obliqui per x → +∞. Visto che la funzione non è definita per valori di x negativi, non ci sono sicuramente asintoti obliqui per x → −∞. (i) Per definizione, si ha f 0 (x) = D[f (x)] = D[x log x] = xD[log x]+D[x] log x = x/x + log x = 1 + log x. (j) Per determinare i punti di minimo e massimo relativo, occorre studiare il segno della funzione f 0 (x). Risolviamo allora la disequazione f 0 (x) ≥ 0. Abbiamo: f 0 (x) ≥ 0 ⇐⇒ 1 + log x ≥ 0 ⇐⇒ log x ≥ −1 Qualcuno nel compito ha concluso che questa è sempre vera perché log x è sempre positivo. Niente di più falso!!!! È l’argomento di log x che deve essere positivo, altrimenti log x non esiste, ma il risultato di log x può essere negativo. Basta pensare al grafico della funzione logaritmo, che è negativo per x < 1. Le soluzioni di log x ≥ −1 sono le stesse della disequazione che si ottiene ponendo e elevato al primo membro maggiore o uguale di e elevato al secondo membro. Ovvero: log x ≥ −1 ⇐⇒ elog x ≥ e−1 ⇔ x ≥ 1/e. (k) (l) (m) (n) (o) Dunque f 0 (x) ≥ 0 per x ≥ 1/e, ed ovviamente sarà f 0 (x) < 0 per 0 < x < 1/e. Questo, a sua volta, vorrà dire che f (x) è crescente per x ≥ 1/e e decrescente per x < 1/e. Pertanto 1/e è punto di minimo locale. Notare che 0 non è punto di massimo locale, perché f non è definita in 0. Poiché 1/e è l’unico punto di minimo locale, e la funzione cresce quando ci allontaniamo da 1/e, si ha che 1/e è anche punto di minimo assoluto. La funzione non ha massimo assoluto perché f (x) → +∞ quando x → +∞. Nel punto di minimo assoluto, la funzione assume il valore f (1/e) = 1/e log(1/e) = 1/e log(e−1 ) = −1/e. Siccome f (x) → +∞ quando x → +∞, la funzione assume valori grandi a piacere. Essendo f continua, abbiamo che f (x) assume tutti i valori maggiori o uguali di −1/e, ovvero f (A) = [−1/e, +∞). Per definizione f 00 (x) = D[f 0 (x)] = D[1 + log x] = D[1] + D[log x] = 1/x. Per determinare concavità, convessità e punti di flesso bisogna studiare il segno di f 00 (x). È ovvio che per i valori in cui f (x) è definita, ovvero x > 0, si ha f 00 (x) = 1/x > 0. Dunque f (x) è sempre convessa e non ci sono punti di flesso. Ecco il grafico della funzione: 1.5 1 0.5 0 X m −0.5 0 0.5 1 1.5 2 2 2 x − x4 è una primitiva di f NON È (p) Per determinare se F (x) = x log 2 NECESSARIO calcolare l’integrale indefinito di f , che è una operazione complessa che richiede di utilizzare il metodo di integrazione per parti che non abbia neanche spiegato a lezione. Invece, bisogna semplicemente usare la definizione di primitiva: F è una primitiva di f se la derivata di F è f . Abbiamo 2 x log(x) x2 1 1 F 0 (x) = D − = D[x2 log x] − D[x2 ] = 2 4 2 4 1 1 1 1 1 = (D[x2 ] log x + x2 D[log x]) − 2x = (2x log x + x2 ) − x = 2 4 2 x 2 1 1 = x log x + x − x = x log x. 2 2 Siccome otteniamo proprio f (x), allora F (x) è una primitiva di f (x). (q) Dal grafico della funzione, oltre che dal punto (f) di questo esercizio, sappiamo che f (x) è positiva per x > 1 e negativa per 0 < x < 1. Per calcolare l’areaRin questione, allora, dobbiamo determinare separatamente R1 2 −f (x) dx e 1 f (x) dx e sommare i due risultati. Sappiamo già qual è 0 la primitiva di f (x), pertanto: 1 Z 1 Z f (x) dx = − 0 e Z 2 0 f (x) dx = 1 f (x) dx = − x2 log x x2 − 2 4 x2 log x x2 − 2 4 1 = 1/4 0 2 = (2 log 2 − 1) − (0 − 1/4) = 2 log 2 − 3/4. 1 Sommando i due valori abbiamo che l’area complessiva è 2 log 2 − 1/2. R1 In realtà abbiamo un po’ barato. Nel determinare 0 f (x) dx abbiamo h i R1 2 2 1 x scritto 0 f (x) dx = x log − x4 ma il valore al secondo membro non 2 0 si potrebbe calcolare, perché log x non è definito per x = 0. Il modo corretto di scrivere questi passaggi (ma nel compito andava bene anche la formulazione “abbreviata” di sopra) è questa: 1 Z f (x) dx = lim 0 →0+ x2 x2 log x − 2 4 1 = = lim →0+ − 1 − 4 2 log 2 − 2 4 . Ricordando che limx→0 x log x = 0, si verifica che questo limite è −1/4. 2. Per la prima disequazione, prendendo il logaritmo di entrambi i membri otteniamo: ex > 1 1 ⇔ log ex > log x ⇔ x > log e−x ⇔ x > −x ⇔ 2x > 0 ⇔ x > 0 ex e Per la seconda, abbiamo x+1 √ ≥ 1 ⇐⇒ x ( x+1≥ x 6= 0 √ (x + 1)2 ≥ x x 6= 0 ⇐⇒ x+1≥0 x≥0 x ( ⇐⇒ x2 + 2x + 1 ≥ x x>0 ⇐⇒ ( x2 + x + 1 ≥ 0 ⇐⇒ x>0 Consideriamo la disequazione x2 + x + 1 ≥ 0. L’equazione associata (ovvero x2 + x + 1 = 0) ha discriminante ∆ = 1 − 4 = −3 < 0. Dunque, poiché il segno del termine di II grado è concorde con il segno della disequazione, si ha che la disequazione è sempre verificata. Quindi ( x2 + x + 1 ≥ 0 ⇐⇒ x > 0. x>0 La disequazione è quindi verificata per tutti gli x > 0. 3. La trasposta di una matrice si ottiene invertendo le righe con le colonne. Abbiamo dunque: √ 1 3 A = −1 2 T √1 3 T 1 = 2 √ 3 −1 √1 3 T 1 = 2 √ 3 1 −1 √ 3 Per mostrare che AT è l’inversa di A NON BISOGNA calcolare A−1 , cosa molto più complessa e che non abbiamo neanche spiegato a lezione! È sufficiente mostrare che AT ha le proprietà che dovrebbe avere se fosse l’inversa, ovvero che AAT è la matrice identica. Abbiamo √ √ √ √ 1 1 1 3 √1 3 √ −1 3 √1 3 √ −1 = AAT = −1 3 1 3 −1 3 1 3 2 2 4 che dopo qualche calcolo si vede essere proprio uguale alla matrice identica I.