FISIOLOGIA RUMINALE
Importanza della fisiologia ruminale
Attività lattifera: sfruttata solo nei ruminanti!
Esiste uno stretto rapporto fra:
Micropopolazione ruminale (*)
Produzione lattea
Bisogna conoscere i principali vantaggi e svantaggi che i
prestomaci comportano
(*) Micropopolazione ruminale 15 20 Kg di batteri e protozoi (oltre 200
specie batteriche e 6 generi di protozoi), corrispondenti a 3,5 Kg di
SS di cui il 30% viene giornalmente digerito
Quadro riassuntivo del processo digestivo
digestione sostanze
alimentari sfuggite
all’attacco ruminale
amidi, proteine
alimentari, lipidi
digestione di batteri
e protozoi
assorbimento di:
acqua; AGV; minerali
masticazione
insalivazione
Reticolo
Omaso
Abomaso
Rumine
assorbimento di:
AGV; ammoniaca
demolizione di:
cellulosa;
amidi;
zuccheri semplici;
proteine;
lipidi
produzione di:
acidi grassi;
AGV;
zuccheri semplici;
proteine batteriche;
vitamina K;
vitamine del gruppo B
assorbimento di:
aminoacidi;
zuccheri semplici;
acidi grassi;
vitamine; minerali;
acqua
trasformazione del
70% della SO
e 80% dei
polisaccaridi
strutturali
sostanze indigeribili
sostanze indigerite
Principali vantaggi dei prestomaci
1. Trasformazione di ~ il 70 % della S.O.
2. Utilizzazione di ~ l’80 % dei polisaccaridi
strutturali
3. Sintesi proteiche (oltre il 60% delle PDI) di
elevato V.B. (~ l’88 %) partendo anche da
NPN
4. Sintesi di vitamine
5. Degradazione fattori antinutrizionali e tossici
6. Sintesi di composti funzionali (CLA)
Principali svantaggi dei prestomaci
1.
2.
Produzione di gas inutilizzabili
Degradazione dei protidi di alto V.B.: per alcuni AA
(Lisina e Treonina): la deaminazione è irreversibile
3. Produzione di calore di fermentazione
in parte impiegato nella termoregolazione e
in gran parte disperso
4. Turbe ruminali in situazione anomala
Meteorismo
Acidosi, Alcalosi, Chetosi,Dislocazione dell’abomaso
•
Circa il 30% dei nutrienti ingeriti “scappa” dalle
fermentazioni e giunge all’intestino (quota escape o
by-pass)
Funzione ruminale
• stoccaggio-demolizione degli alimenti
• i materiali vegetali, lasciano il rumine solo
quando sono aggredibili dai succhi digestivi
dello stomaco o dell’intestino e sono stati
“valorizzati ” dall’attività dei microrganismi o,
comunque, quando gran parte dei glucidi
(comprese cellulosa ed emicellulose) sono stati
trasformati in acidi grassi volatili.
Il processo della digestione nei ruminanti
è strettamente legato a precisi movimenti
dei prestomaci.
Questi movimenti consentono:
• il continuo rimescolamento del materiale contenuto nel
rumine;
• l’espulsione delle rilevanti quantità di gas (1) prodotte nel
rumine;
• il ritorno in bocca dell’alimento durante la ruminazione;
• il passaggio delle parti fini all’omaso.
(1) Il gas è costituito da CO2 (65.4%);CH4 (26.8%) N2 (7%);O2(0.56%)
H2 (0.18);H2S (0.01%).
L’attività motoria dei prestomaci
• L’attività motoria dei prestomaci è di estrema
importanza;
• il suo rallentamento si ripercuote sempre
negativamente sullo stato di salute dell ’
animale.
• Allo stesso modo, quando l'animale è “
indisposto ” per altre ragioni, i movimenti dei
prestomaci possono rallentare fino ad annullarsi
nei casi più gravi (l’animale non rumina).
Il Rumine
L’attività motoria dei prestomaci
•
•
•
•
Inoltre deve:
Migliorare l’azione tampone della saliva
mediante la sua omogenea distribuzione
nel rumine;
Agevolare l’assorbimento degli AGV
mediante il loro allontanamento dai punti di
maggiore concentrazione;
Consentire una regolare attività
fermentativa
L’espulsione dei gas
• L’espulsione dei gas, o eruttazione, è
necessaria per eliminare i gas che
normalmente si formano in quantità
rilevanti durante le fermentazioni
batteriche (circa 600 litri al giorno).
• Se i gas non vengono espulsi si ha
meteorismo
• Il rumine gonfio provoca, tra l’altro, una
compressione dei polmoni con
conseguente riduzione della capacità
respiratoria, che può portare al
soffocamento
Il rimescolamento del contenuto
ruminale.
Il rimescolamento del materiale contenuto nel
rumine, a diverso livello di degradazione, è
indispensabile:
• per migliorare l'azione dei microrganismi
ruminali,
• per consentire il deflusso della fase liquida e
delle parti fini all'omaso
• Il rimescolamento è tanto più frequente (varia fra
1,8 e 2,2 volte al minuto) quanto maggiore è la
presenza di alimenti grossolani.
Il rimescolamento del contenuto
ruminale.
Se la razione è povera di alimenti grossolani (cioè di fibra
strutturata) si ha:
• un maggiore permanere di acqua e particelle fini nel
rumine,
• formazione di una poltiglia che intasa le papille
• riduzione del passaggio di sostanze nel sangue attraverso
la parete del rumine (diminuisce cioè la capacità di
assorbimento ruminale anche perché la superficie assorbente
perde efficienza).
• Sull'efficacia del rimescolamento influisce anche la robustezza
della parete ruminale.
• La parete si irrobustisce più precocemente e
in misura maggiore in animali che fin dallo
svezzamento ricevono adeguate quantità
di fibra (foraggi).
La ruminazione
• La ruminazione inizia da 30 a 60 minuti
dopo il pasto
• Un bovino adulto compie giornalmente da
6 a 8 periodi di ruminazione della durata di
40-50 minuti ciascuno a seconda del tipo
di alimentazione.
ASSORBIMENTO
• Gli AGV sono assorbiti attraverso l’epitelio
per diffusione, secondo un gradiente di
concentrazione.
• L’acetato e il propionato attraversano la
parete senza subire modificazioni, mentre
il butirrato è metabolizzato a b-idrossibutirrato
Papille ruminali
Reticolo
Omaso
Prodotti terminali delle
fermentazioni ruminali
• A.G.V.
2 - 6 kg/d
– Assorbiti dalla mucosa ruminale
• • Proteine
200 - 3200 g/d
– digerite all’80% in intestino
• • Ammoniaca
– Riciclata in parte e in parte escreta come urea
• • Vitamine
– assorbite
• •CH4
300 - 600 l/d
• •C02
300 - 500 l/d
– eruttato
– eruttato
Permanenza e transito degli
alimenti nel rumine
Velocità di transito dipende:
• Dimensione del rumine vs corpo animale
– Vacca >Pecora >capra
• Ingestione di sostanza secca
• Dimensione particelle alimentari
– vengono ruminante le particelle> 1-2 mm
• Resistenza alla frantumazione
• Velocità idratazione
• Digeribilità
Tempo di permanenza nel rumine
• Un eccessivo tempo di permanenza nel rumine rappresenta un
limite per la capacità di ingestione.
• Il materiale alimentare passe dal rumine ai tratti successivi del
digerente solo quando è di dimensioni inferiori a circa 0,6 cm.
• I materiali molto grossolani e di difficile scomposizione hanno un
tempo di permanenza più lungo: al contrario, gli alimenti macinati
molto finemente possono giungere rapidamente all'omaso.
• Nel caso dei foraggi, che costituiscono la quota prevalente della
razione di bovine da latte, la grossolanità e la forma fisica di
presentazione possono incidere sia sulla quantità di alimenti
ingeribili nell'arco della giornata, sia sulla digeribilità degli stessi.
• è, quindi, importante sapere scegliere le modalità di
somministrazione del foraggio che consentono dl ottenere, al tempo
stesso, riduzione dell'ingombro e buona digeribilità
• Va sottolineato inoltre che, a parità di altre condizioni, i foraggi di
ottima qualità (meno ricchi di cellulosa e di lignina) sostano meno
nel rumine e quindi risulta favorita l'ingestione di sostanza secca (e
ancor di più di energia).
I microrganismi del rumine
Nei ruminanti la disgregazione dell’alimento operata dalla
masticazione-ruminazione avviene in più riprese in bocca e ad
essa contribuisce il rumine grazie ai microrganismi presenti, che
scompongono i principi alimentari per trarne energia e sostanze
per i propri processi.
La loro attività porta al duplice effetto di:
aumentare la digeribilità degli alimenti e produrre sostanze utili
per l’animale.
Essi stessi, inoltre, diventano “alimento” per il ruminante.
Questi microrganis mi sono batteri e protozoi.
I protozoi, pur essendo parzialmente utili in termini generali,
non sono strettamente necessari, al contrario dei batteri, che
sono indispensabili.
MICRORGANISMI RUMINALI
• La digestione microbiologica è sostenuta da enzimi
secreti da una imponente schiera di microrganismi :
• BATTERI
• PROTOZOI
• FUNGHI
• il rendimento complessivo è inferiore alla digestione
dei monogastrici.
• I batteri, però , sono in grado di digerire composti
quali la CELLULOSA e le EMICELLULOSE, altrimenti
indigeribili , nonché di poter sintetizzare vitamine del
gruppo B e la vit K.
Rappresentazione della popolazione
batterica nel rumine dei bovini.
•I batteri si trovano nel fluido
ruminale, sulle particelle alimentari, e
attaccate all’epitelio ruminale, dal
quale le cellule distali
cadono nel fluido.
•Sono mostrati i batteri aderenti al
tessuto in relazione all’urea e
all’ossigeno che
si diffondono attraverso la parete
dell’organo, e verso le cellule
epiteliali distali, le quali
comprendono il loro substrato
nutritivo.
Microfotografia dei batteri ruminali che
colonizzano una particella di alimento
MICRORGANISMI RUMINALI
PROTOZOI
BATTERI
Diametro (mm)
10-50
0.3-5.0
Numero per ml
106
109-1010
4 x 10-9
1.7 x 10-12
Superficie (cm2)
1.3 x 10-5
7.1 x10-8
Superf. tot. (m2)*
90
5000
Peso totale (g)*
280
1200
Volume (cm3)
Produzione (g/d)*
* Nel rumine di una vacca
4000
MICRORGANISMI RUMINALI
• Le fermentazioni sono di tipo anaerobico,
• I batteri vivono ad un pH 5,5 -7 , in ambiente
privo di ossigeno ed ad una temperatura di
39-40 C.
• Sono classificati in base al substrato che
utilizzano, questo permette una visione
ecologica della microbiologia ruminale e ,dal
punto di vista della pratica zootecnica, ci
permette di associare le attività biochimiche
microbiche con il tipo di alimento utilizzato
nel rumine.
I microrganismi del rumine
• I generi, le specie e i ceppi batterici sono numerosi, per
cui risulta più semplice classificarli in base alla loro
attività principale.
• Batteri cellulosolitici sono i soli in grado di demolire
la cellulosa (dotati di cellulasi) e a renderla quindi
utilizzabile per l'animale.
• Questa demolizione è complessa e lenta, per cui,
quando la razione è ricca di amido e di zuccheri più
semplici i batteri trascurano la cellulosa.
• Di conseguenza diminuisce la digeribilità dei foraggi.
I microrganismi del rumine
• Batteri emicellulosolitici
• Batteri amilolitici
• Batteri che attaccano glucidi semplici Batteri
utilizzatori di acidi
• Batteri proteolitici
• Batteri che producono ammoniaca
• Batteri metanigeni
• Batteri lipolitici.
• Batteri che producono vitamine
I microrganismi del rumine
• In seguito all'azione complessiva dei
microrganismi ruminali possiamo
considerare che venga demolito circa
• il 90-100%della cellulosa,
• il 90-100% degli amidi,
• il 100% degli zuccheri semplici,
• il 15-20% dei lipidi,
• il 65-75% delle proteine.
I microrganismi del rumine
PROTOZOI
• Ruolo non ben definto.
• Responsabili di una certa attività cellulosolitica attaccano
meccanicamente le fibre
• Sensibili alle variazioni di pH
• Riducono la velocità di degradazione degli zuccheri
• La maggior parte sono Ciliati e si dividono in Olotrichi e
Entodiniformi.
• gli Olotrichi assimilano rapidamente glucidi solubili che vengono
trasformati in amido
• Gli endodinomorfi utilizzano l’amido, degradano la cellulosa ed altri
polisaccaridi.
• I protozoi hanno esigenze nutritive più complesse rispetto a quelle
dei batteri, infatti necessitano di aminoacidi, base azotate, acidi
grassi e vitamine.
I microrganismi del rumine
FUNGHI
• 5-10% della ss della massa microbica
• Degradazione delle pareti cellulari dei
vegetali
• Degradano cellulosa, emicellulose e
zuccheri semplici
• Attaccano anche le pareti lignificate
COMPOSIZIONE CHIMICA DEI
MICRORGANISMI
Proteine (% ss)
Acidi nucleici (% ss)
Lipidi (% ss)
32
8
11
Polisaccaridi (% ss)
36
Ceneri
13
Azione complessiva delle specie batteriche
Costituenti dell’alimento
cellulosa
cellulosolitici
amido
lipidi
proteine
lipololitici
proteololitici
zuccheri semplici
amilolitici
aminoacidi
zuccheri semplici
produttori di ammoniaca
utilizzatori di zuccheri semplici
glicerina acidi
grassi
acidi grassi volatili
NH3
Prodotti dell’attività di demolizione
NH3
zuccheri semplici
acidi grassii
aminoacidi
glicerina
ammoniaca
Prodotti dell’attività di sintesi
glucidi
lipidi
proteine
vitamine
I microrganismi ruminali sono presenti in numero e
in percentuali diverse, in funzione degli alimenti
sommini strati all’animale.
Per ogni tipo di razione esiste un equilibrio
ottimale tale da consentire la massima efficienza
della microflora nel suo complesso.
Il passaggio da uno stato di equilibrio ad un altro
richiede mediamente 7-8 giorni.
Le variazioni brusche della razione si traducono
per i batteri e per l’animale in un periodo di
insufficiente nutrizione e possono contribuire a
determinare fenomeni patologici (per esempio
acidosi ruminale, alcalosi ruminale, dislocazione
dell’abomaso).
Equilibrio della microflora ruminale
• Per meglio capire l’importanza di mantenere in equilibrio la
microflora si può considerare l’esempio di un'improvvisa
somministrazione di foraggi secchi in sostituzione di una
razione basata su foraggi verdi.
• Si assiste ad un’aumentata necessità di batteri cellulosolitici.
• Poiché questi per riprodursi hanno bisogno di tempo, per un certo
periodo la digeribilità del foraggio diminuisce.
• I microrganismi che utilizzano gli zuccheri più semplici,
derivanti dall’attività dei cellulosolitici, non hanno sufficienti sostanze
da impiegare per cui rallentano l’attività e la moltiplicazione.
• Diminuisce, quindi, la quota complessiva di energia e di sostanze
a disposizione degli altri batteri e del ruminante.
La microflora si adatta gradualmente
ai nuovi alimenti
improvviso
almeno 7 - 8 giorni
Microflora ruminale
•
•
•
•
il passaggio da una razione a un’altra deve avvenire sostituendo la
vecchia con quantità gradualmente crescenti della nuova (preferibilmente
in non meno di 7-8 giorni);
la quantità totale degli alimenti somministrati (o di uno solo di essi) deve
essere incrementata gradualmente, in un tempo che varia secondo l’entità
finale dell’aumento.
Ciò vale soprattutto per alimenti molto fermentescibili quali, per esempio, i
concentrati al passaggio dall’asciutta alla lattazione, in tal caso infatti
non si deve adeguare solo la flora batterica, ma anche la capacità della
parete del rumine di assorbire acidi grassi volatili (le papille si accrescono di
numero e dimensioni);
I trattamenti terapeutici non controllati (per esempio somministrazioni
prolungate di antibiotici) possono influire negativamente sulla
composizione quali-quantitativa dei microrganismi del rumine e
dell’intestino.
Tipo e tecnica di alimentazione influenzano la
produzione degli AGV
O
RR
BU
prevalenza di foraggio
ACETICO
=
O
RR
BU
O
RR
BU
O
RR
BU
prevalenza di concentrato
PROPIONICO
=
O
RR
BU
O
RR
BU
O
RR
BU
somministrazione massiccia
e improvvisa di concentrato
LATTICO
=
Le papille del rumine aumentano gradualmente
graduale
improvvisa
insufficiente
capacità di
assorbimento
degli AGV
aumento graduale
della capacità di
assorbimento degli
AGV
Come controllare l’attività del
rumine
• I ruminanti sono i migliori utilizzatori dei vegetali fibrosi.
Nel caso invece di alimenti ad elevata digeribilità il
rumine può comportare perdite di energia e di
aminoacidi che possono essere ridotte tramite:
• la protezione (con idonei trattamenti) dei principi
alimentari pregiati dall’attacco di microrganismi ruminali1;
• l'orientamento dell’equilibrio fra le specie batteriche
del rumine (soprattutto per ridurre la produzione di
metano e la demolizione di alcune proteine e la sintesi di
altre)2.
Come controllare l’attività del
rumine
• La protezione
• La protezione ha lo scopo di incrementare la percentuale di
sostanze che attraversano indenni il rumine per essere poi
disponibili a livello intestinale.
• Ad esempio, la degradabilità delle proteine diminuisce a seguito di
trattamenti a caldo o con formalina; per gli amidi in genere, la
digeribilità aumenta in seguito a trattamenti termici, soprattutto con
caldo-umido (per esempio fioccatura).
• La convenienza dell'uso di alimenti protetti va esaminata in funzione
del livello produttivo degli animali e delle caratteristiche della razione
di base, ma soprattutto in funzione della reale utilizzazione
intestinale (specie degli amidi in rapporto alla scarsa attività
amilasica) e senza dimenticare le esigenze energetiche e proteiche
dei batteri.
Come controllare l’attività del
rumine
• L'orientamento (o modulazione)
• L'orientamento (o modulazione) dell'equilibrio fra le
specie microbiche presenti nel rumine ha lo scopo di
indirizzare le fermentazioni ruminali nel senso più
conveniente ai fini produttivi.
• Ciò può essere effettuato con
• mezzi dietetici, cioè tramite l'adozione di opportune
tecniche di alimentazione (composizione della razione,
frequenza dei pasti, ecc.),
• mezzi chimici (additivi)
• additivi alimentari microbici.
Come controllare l’attività del
rumine
• Mezzi dietetici:
• favoriscono innanzitutto la secrezione di saliva che
regola il pH e l'equilibrio della popolazione microbica.
• Inoltre, influenzano direttamente le fermentazioni
ruminali tramite:
• la scelta degli alimenti;
• la somministrazione di foraggi trinciati;
• l’uso di foraggi verdi;
• la quantità complessiva degli alimenti ingeriti;
• la frequenza dei pasti.
Come controllare l’attività del
rumine
• Mezzi dietetici:
• la scelta degli alimenti;
• Il rapporto foraggi/concentrati e le caratteristiche
intrinseche degli alimenti (potere tampone, velocità di
fermentazione, solubilità, degradabilità, ecc.)
comportano modifiche sull'andamento delle
fermentazioni;
Come controllare l’attività del
rumine
• Mezzi dietetici:
• la somministrazione di foraggi trinciati;
• Aumentano la quantità di foraggio ingerito. Se il trinciato
è lungo non meno di 1-2 cm (lunghezza ottimale = 4-6
cm), mantiene le caratteristiche fisico-meccaniche che
garantiscono il buon funzionamento del rumine. Con
lunghezze inferiori si riduce la digeribilità del foraggio e il
rapporto C2/C3 diviene meno favorevole per le lattifere;
Come controllare l’attività del
rumine
• Mezzi dietetici:
• l’uso di foraggi verdi;
• I foraggi freschi esercitano uno stimolo generale sui microrganismi e
spesso favoriscono la fermentazione butirrica;
• la quantità complessiva degli alimenti
ingeriti;
• All'aumentare della SS ingerita aumenta sia la produzione di AGV
(specialmente propionico se si aumentano i concentrati), sia la
percentuale di sostanze (soprattutto se poco degradabili) che
sfuggono all'attacco microbico, mentre diminuisce la digeribilità dei
foraggi (soprattutto se ricchi di FG). Per ridurre questi inconvenienti
si consiglia di suddividere la razione in più pasti;
Come controllare l’attività del
rumine
• Mezzi dietetici:
• la frequenza dei pasti.
• I pasti numerosi consentono una riduzione della quantità di alimenti
che giungono nel rumine.
• La microflora ha, quindi, un'azione più regolare e si ha un migliore
equilibrio fra:
• (a) attività microbica di demolizione;
• (b) attività microbica di sintesi;
• (c) assorbimento di principi nutritivi da parte dell'animale.
• Si riduce quindi il pericolo di una eccessiva concentrazione ruminale di
AGV e l'aumento percentuale del C3. Contemporaneamente, si
contiene la diminuzione della digeribilità dei foraggi. Per i concentrati
tali risultati si possono ottenere ricorrendo agli autoalimentatori.
Vantaggi analoghi si hanno applicando la tecnica "unifeed".
Come controllare l’attività del
rumine
• Mezzi chimici [additivi ]:
• I prodotti in commercio sono in grado di orientare
l'attività dei microrganismi nel senso più opportuno per
una data destinazione produttiva.
• L'uso di tali prodotti è molto limitato per le vacche da latte, mentre è
più comune per i bovini da carne; inoltre nel caso di animali il cui
latte è destinato alla produzione di formaggio Parmigiano Reggiano,
vige l'assoluto divieto di impiego di qualsiasi antibiotico inserito
nell'alimentazione.
Come controllare l’attività del
rumine
• Mezzi chimici [additivi ]:
• Possono essere classificati in:
• sostanze che inibiscono la produzione di metano;
• sostanze che "proteggono" i principi nutritivi favorendone il bypass ruminale;
• antibiotici;
• tamponi;
• proteolisati;
• sostanze nutraceutiche,
• attivatori ruminali
• equilibratori della flora microbica
Come controllare l’attività del
rumine
• Mezzi chimici [additivi ]:
• sostanze che inibiscono la produzione di metano;
• Evitano le perdite di energia (connesse al metano) e favoriscono la
fermentazione propionica.
• Un esempio di inibitore della metanogenesi è l'amicloralio.
• La stessa azione è esplicata anche da alcuni grassi;
Come controllare l’attività del
rumine
• Mezzi chimici [additivi]:
• sostanze che "proteggono" i principi nutritivi favorendone il bypass ruminale;
• Antibiotici
• Attualmente sono proibiti tutti gli antibiotici
• L'unico antibiotico autorizzato dalla legge per le vacche da latte era
l'Avoparcina
• Nei bovini da carne si usava il Monensin che riduce l'attività batterica
ruminale, incrementa la percentuale di sostanze che superano
inalterate il rumine (specie le proteine), orienta verso la fermentazione
propionica e migliora l’utilizzazione degli alimenti (ad eccezione di
quelli ricchi di cellulosa, per i quali la digeribilità diminuisce) .
• Altri antibiotici sono il Lasalocide e la Flavomicina, che come
l'Avoparcina paiono ridurre fenomeni di acidosi lattica, formazione di
sostanze tossiche, ecc.;
Come controllare l’attività del
rumine
• Mezzi chimici [additivi ]:
• tamponi;
• Contrastano un eccessivo abbassamento del pH
ruminale. Vanno somministrati allo scopo di sopperire a
una insufficiente produzione di saliva (razioni povere di
foraggi secchi e ricche di glucidi fermentescibili). Fra
queste si ricorda il bicarbonato di sodio.
• proteolisati;
•
Forniscono aminoacidi e polipeptidi in quantità piccole,
ma sufficienti per stimolare la microflora ruminale
additivi alimentari microbici
• Probiotici: microorganismi vivi e selezionati
(batteri e lieviti) in grado di migliorare le
• performances degli animali
• Prebiotici: sostanze che favoriscono la
moltiplicazione e l’attività della microflora
• digestiva (lisati proteici, lieviti morti, fruttogalatto-oligosaccaridi)
• Parabiotici: sostanze che aumentano la
protezione della mucosa intestinale e le difese
• immunitarie, (glutamine, manno-oligo saccaridi,
estratti di lieviti)
Come controllare l’attività del
rumine
• Mezzi chimici [additivi ]:
•
•
•
•
•
•
•
•
Lieviti che a loro volta arricchiscono ulteriormente di vitamine del gruppo B
naturali che potenziano eccezionalmente la microflora ruminale;
Ossiacidi organici (acido D-malico), Che contrastano l’acidosi ruminale
favorendo i batteri che utilizzano l’acido lattico;
Antiossidanti e loro precursori (vitamina E e Selenio) per contrastare i radicali
liberi;
Seme di lino estruso ottima fonte di acidi grassi della serie omega-3 naturali e di
una serie di altre sostanze benefiche a tutt’oggi sconosciute; ;
Enzimi naturali (beta-glucanasi, lipasi, proteasi) capaci di migliorare
enormemente l’utilizzazione degli alimenti meno digeribili ma anche di sfruttare
al meglio tutta la razione;
Oligolementi ad alta disponibilità (principalmente zinco ma anche manganese,
rame e cobalto) supportati da aminoacidi in grado di stimolare l’immunità e la
fertilità;
Zeoliti a scambio ionico per ridurre le fluttuazioni di pH riducendo i rischi di
acidosi ruminale.
Essenze naturali di erbe con funzioni aperitive ed aromatiche capaci di
regolarizzare l’ingestione di alimento ma soprattutto le secrezioni digestive sia
a livello gastrico che pancreatico che biliare che intestinale.