Alfabeto della Psicologia

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A lfabeto
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della
P sicologia
A cura di Maria Grazia Lentini *
I’Intelligenza
Per definire il concetto di intelligenza si può fare riferimento a una schematizzazione che la suddivide in tre gruppi:
• Definizioni generali, dove l’intelligenza è vista come quel processo che permette all’uomo di risolvere i problemi
che implicano una ristrutturazione del rapporto di adattamento con l’ambiente in cui l’individuo è collocato.
• Definizioni specifiche, che definiscono l’intelligenza come un insieme di processi mentali che riguardano la
capacità di formulare valutazioni, quella di percepire uno scopo scegliendo i mezzi più idonei per raggiungerlo, quella
di autocorrezione ed autocritica, insomma tutta la sfera del ragionamento logico.
• Definizioni operative, dove l’intelligenza indica la capacità di problem solving, cioè di risolvere problemi, di
trovare una soluzione conveniente per situazioni nuove di qualsiasi ordine.
Il quoziente di intelligenza (Q.I.)
I primi test di intelligenza furono elaborati da Alfred Binet, che definì il concetto di “età mentale” valutando le
risposte di un gruppo di ragazzi considerandoli in ritardo nello sviluppo nel caso in cui le loro risposte erano simili a
quelle dei ragazzi di età cronologica inferiore, e considerandoli particolarmente intelligenti se risultavano in anticipo.
Questo principio è stato mantenuto nelle revisioni successive, sino alla formulazione della scala Stanford-Binet,
che introdusse il concetto di Q.I. come indice dello sviluppo mentale espresso dal rapporto tra l’età mentale (E.M.) e
l’età cronologica (E.C.).
L’intelligenza emotiva
Con “Intelligenza Emotiva” del 1996, Daniel Goleman ha rivoluzionato la lettura del concetto di intelligenza
utilizzando le ultime scoperte delle neuroscienze. Goleman infatti propone altri tipi di intelligenza, diversi da quelli
logico-matematici presi in considerazione sino a quel momento. Egli indaga la psicologia del singolo attraverso la
conoscenza del sé, l’empatia e la persistenza che concorrono a definire l’intelligenza emotiva.
Per intelligenza emotiva si intende la capacità dell’individuo di cogliere ed utilizzare sentimenti ed emozioni,
elaborandoli in senso costruttivo ed in prospettiva dinamica e trasformativa. A differenza del Q.I. tradizionale,
considerato un dato genetico immodificabile dall’esperienza, Goleman afferma che il potenziale per l’espressione
dell’intelligenza emotiva è di tutti gli individui e si può sviluppare attraverso un’adeguata educazione.
L’intelligenza sociale
Daniel Goleman nel 2006, nel libro “Intelligenza sociale”, sposta l’attenzione dall’individuo alle relazioni fra le
persone. Per intelligenza sociale si intende quel sistema di caratteristiche che ci permettono di realazionarci positivamente
con gli altri, interagendo in modo costruttivo. La componente più importante di questo aspetto dell’intelligenza è
costituita dall’empatia, ossia dalla capacità di riconoscere emozioni e sentimenti negli altri, riuscendo a comprendere
punti di vista, interessi e difficoltà interiori. Essere empatici significa percepire il mondo interiore dell’altro, identificandosi
con esso ma mantenendo la consapevolezza dell’alterità. Goleman afferma che, nel momento in cui entriamo in contatto
ed interagiamo con un altro individuo, nel nostro cervello si avviano meccanismi neuronali che ci consentono di entrare
in connessione sincronica con il nostro interlocutore. Si determina così un legame funzionale, una sorta di adattamento
reciproco tra i due cervelli che si connettono e che si influenzano a vicenda. Questo “contagio emotivo” è automatico
grazie alla presenza nella corteccia prefrontale e nelle aree paretali dei “neuroni a specchio”, che permettono di entrare
in risonanza simultanea e complementare.
In sintesi, sino a poco tempo fa per intelligenza si consideravano le abilità mentali principalmente identificabili
nella dimensione cognitiva. I test di intelligenza non consideravano il fenomeno del vissuto emozionale e l’esprimibilità
di questo come fattore cruciale nello sviluppo dell’individuo.
Oggi possiamo affermare che quando si parla di intelligenza non si tiene conto solo delle abilità cognitive e di
problem solving dell’individuo ma anche delle sua abilità
nell’espressione del vissuto emozionale e nella capacità di
stabilire un rapporto empatico con i suoi interlocutori.
in
Libreria
• G. Trentini, “Quoziente intellettuale” in Enciclopedia, Einaudi Torino
• J. Piaget, “Psicologia dell’intelligenza”, Ed. Universitaria, Firenze
• J. Piaget, “La nascita dell’intelligenza nel bambino”, La Nuova Italia, Firenze
• D. Goleman, “Intelligenza emotiva”, Rizzoli, Milano
• D. Goleman, “Intelligenza sociale”, Rizzoli, Milano
• A. Damasio, “Alla ricerca di Spinoza”, Adelphi, Milano
• www.managerzen.it/parliamo/intelligenza/intelligenza.htm
• www.danielgoleman.info/blog
* Psicologa - Psicoterapeuta - ASL TA
pugliasalute
- quarantadue -
maggio 2008
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