Dossier - L`intelligenza. Una buona notizia: l`intelligenza si può

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DOSSIER
S
in alute
l’intelligenza
Una buona notizia:
l’intelligenza si può migliorare
Se l’intelligenza dipendesse solo o prevalentemente dalla dotazione innata, sarebbe inutile sforzarsi di aumentarla. Ma gli studiosi
che considerano altrettanto importanti le esperienze hanno elaborato strategie efficaci per sviluppare le facoltà cognitive e
l’apprendimento: alle intuizioni di uno psicologo rumeno dobbiamo un metodo utilizzato ora anche in Italia; i neurobiologi, dal
canto loro, ci propongono una “ginnastica” per la mente che promette di mantenerci intellettivamente in forma fino all’età più avanzata.
info
➔ PER SAPERNE DI PIU’
Per informazioni sul funzionamento cerebrale e
mentale
www.sinapsy.it
Per informazioni sul ritardo mentale infantile
www.emedea.it
Per informazioni sul metodo Feuerstein
www.fondazione-mariani.org
Per informazioni sui “superdotati” intellettivi
www.mensa.it
L
e facoltà intellettive della persona adulta erano
considerate sostanzialmente immodificabili fino
all’inizio degli anni ‘90, quando iniziò a farsi
strada una prospettiva diversa, elaborata dallo
studioso rumeno Reuven Feuerstein.
Ex bambino prodigio (a 3 anni leggeva già in due lingue),
poi allievo di J. Piaget e attualmente professore universitario a Tel Aviv, Feuerstein ha messo a punto un Programma di Arricchimento Strumentale (PAS) basato sul concetto di modificabilità dell’intelligenza.
Secondo Feuerstein, è possibile diventare più intelligenti
se si rende più efficace il proprio approccio ai problemi
cognitivi, in modo tale da adattarsi meglio alle nuove situazioni.
Questo processo richiede l’intervento di un mediatore, che
guida l’allievo nella definizione dei problemi, nell’individuazione degli obiettivi, nell’analisi delle possibili soluzioni, nell’elaborazione di ipotesi, ecc.
Lo scopo del programma non consiste nel far apprendere
nozioni, ma nell’esercitare gruppi di funzioni cognitive
rendendo l’individuo consapevole dei processi mentali
utilizzati per affrontare il compito.
Si tratta, in pratica, di “imparare ad imparare”.
La programmazione del PAS richiede una valutazione preliminare del potenziale di apprendimento: attraverso una
batteria di test, l’équipe che applica il metodo analizza
non tanto il livello intellettivo, quanto il grado di modificabilità delle funzioni cognitive.
Occorrono poi da tre a cinque sedute settimanali di un’ora
per arrivare, in capo a 2-3 anni, ad un significativo potenziamento dell’intelligenza.
Nei primi anni ‘80, su sollecitazione del professor Giorgio
Moretti, neuropsichiatra e docente universitario, la Fondazione Mariani di Milano ha iniziato a diffondere anche in
Italia il metodo Feuerstein ed attualmente organizza corsi
di formazione per gli operatori.
Il metodo è applicato con successo a diverse categorie di
utenti, dai dirigenti d’azienda ai soggetti con difficoltà di
apprendimento e ai bambini con ritardo mentale, anche
grave.
Prodotti Biodinamici e
Biologici Macrobiotica
Alimenti Freschi:
pane, latticini, frutta
e verdura. Alimentazione
per l’infanzia Erboristeria
Cosmesi naturale, libri
Prodotti per intolleranze
e allergie alimentari
Vasto assortimento
di merendine
per la scuola
Ma le prospettive ottimistiche riguardo al miglioramento
dell’intelligenza non si fermano qui.
Mentre fino a non molti anni fa si riteneva che il cervello
fosse composto da cellule incapaci di rigenerarsi e soggetto a un deterioramento inevitabile con l’avanzare dell’età,
oggi è stato dimostrato che alcune cellule cerebrali sono
capaci di rigenerarsi e che il decadimento mentale
dell’anziano è dovuto non tanto alla morte dei neuroni,
quanto alla progressiva atrofia dei collegamenti tra i neuroni stessi.
Sulla base di queste scoperte alcuni scienziati hanno codificato un complesso di indicazioni destinate ad aumentare il livello delle prestazioni mentali e a mantenerle efficienti.
Si tratta della neurobica, che insegna ad allenare il cervello proprio come si allenano i muscoli con la ginnastica.
Il principio fondamentale consiste nell’impegnarsi in attività coscienti il più possibile varie, sforzandosi di affrontare compiti nuovi o di svolgere compiti noti in modo diverso.
Cambiare il percorso abituale da casa al posto di lavoro,
vestirsi ad occhi chiusi, riconoscere oggetti usando solo il
tatto, concentrarsi sul sapore dei cibi che si mangiano,
ascoltare musica che non si conosce, provare a scrivere
qualche parola con la mano sinistra (la destra per i mancini), leggere una pagina di libro partendo dal fondo: tutti
questi esercizi hanno in comune l’elemento della novità,
che impedisce al cervello di adagiarsi sui processi ormai
automatizzati e lo costringe a sperimentare nuove sequenze di percezione e di azione.
In tal modo le cellule cerebrali vengono stimolate a produrre una maggiore quantità di neurotrofine, sostanze che
favoriscono lo sviluppo dei collegamenti sinaptici tra i
neuroni.
Per ottenere questo effetto occorre però che la ricerca del
nuovo sia costante, fino al punto di diventare un vero e
proprio stile di vita, una “abitudine alla non abitudine”: in
attesa di futuribili cure per l’intelligenza, questa sembra al
momento l’unica via per aumentare il rendimento di quell’organo prezioso che sta dentro al nostro cranio.
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