PERCORSO PER LA CLASSE 1 A – APRILE/MAGGIO 2010 STORIA DELL’ ALIMENTAZIONE DALL’ANTICHITÀ AD OGGI A cura del prof. Domenico Villani Il seguente percorso si articola in 5 fasi distinte. - Stimolo iniziale: Visione del film/documentario Super Size Me. Durante la proiezione lo studente dovrà compilare una scheda di analisi del film. Successivamente dovrà elaborare le informazione sotto forma di relazione scritta. - - - - Lettura di documenti storici (forniti in fotocopia dall’insegnante) sull’alimentazione nella storia (Mesopotamia, Antica Roma, nel Medioevo mediterraneo, in seguito alla scoperta dell’America) e letterari (A. Baricco – Due Cheseburger e due succhi d’arancia) Lezione frontale: Approfondimenti sul film e sui testi proposti; parte teorica su salute e sanità (fornita anche come documento on-line) Eventuali attività di approfondimento (facoltativa): accedere alla mensa scolastica, intervistando il cuoco; preparare e compilare una scheda che raccolga le abitudini alimentari degli studenti; accedere ai servizi sanitari (ASL) per incontrare un medico o un esperto che si occupa di disturbi alimentari; realizzare semplici ricette del passato (Saperi e sapori nuovi); attività on-line: malnutrizione, denutrizione, ipernutrizione; i comportamenti alimentari nel mondo contemporaneo. VERIFICA SOMMATIVA PARTE TEORICA (semplificata per gli studenti) “La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale, sociale e non solo l’assenza della malattia o infermità” OMS (Organizzazione mondiale della sanità) 1948. La definizione dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità, può essere suddivisa in due parti: una in cui viene evidenziato un aspetto positivo in cui la salute corrisponde al benessere e un’altra in cui si dà una definizione attraverso una negazione definendo la salute l’assenza della malattia. Molteplici sono state le definizioni per definire il concetto di salute; ne cito alcuni: - La salute non è semplicemente l’assenza di malattia, è qualcosa di positivo, un’attitudine felice alla vita ed una lieta accettazione delle responsabilità che la vita stessa comporta (Singerist H. E.: 1941). - La salute è espressa da livelli di resistenza alla malattia (Gordon J.: 1953). - La salute è il prodotto di una relazione armoniosa tra l’uomo e la sua ecologia (Rossdale M.: 1963). - La salute è il margine di tolleranza alle insidie dell’ambiente, è il volano regolamentatore delle possibilità di reazione; essere in buona salute e poter ammalarsi e guarire, è un lusso biologico (Canguilhem G.: 1966) - La salute è l’adattamento perfetto e continuo di un organismo al suo ambiente (Wylie C.M.: 1970). - La salute è uno stato di capacità ottimale di un individuo per un efficace svolgimento dei ruoli e dei compiti per i quali egli è stato socializzato (Pearson T.: 1972). Il benessere si realizza quando sono presenti contemporaneamente un buono stato fisico, mentale e sociale, delle soddisfacenti relazioni sociali e comunitarie così come delle “confortevoli” condizioni di vita e di lavoro le quali influenzano positivamente il benessere mentale e quello fisico. Si pensi, ad esempio, a come, le caratteristiche fisiche di una classe possano suscitare dei comportamenti problematici negli studenti quando, ad esempio, illuminazione e circolazione dell'aria risultano essere inadeguate o i banchi sono scomodi si possono verificare episodi come ad esempio uno studente che colpisce un altro studente apparentemente senza motivo; o accusare mal di testa improvvisi. Inoltre è risaputo che molte malattie fisiche abbiano un nesso con la sfera mentale (dermatiti, psoriasi, gastriti, bulimia, anoressia) e come anche alcune delle malattie mentali abbiano una base fisica (ad esempio, un malato di tumore che cade in depressione3); studi recenti hanno dimostrato che esiste un legame fra sistema nervoso centrale e sistema immunitario. Se il benessere è la risultante di molteplici componenti risulta anche “difficile” poter affermare di trovarsi in una condizione di “benessere”; un ragazzo di venti anni è probabile che presenti uno spiccato benessere fisico ma non sempre si può dire lo stesso dal punto di vista di quello psichico o sociale (lavoro, indipendenza economica). Quando si arriva a cinquanta anni, forse, si raggiunge un maggior benessere psichico, ma ad essere meno efficiente è la sfera fisica. La salute dunque, non è uno stato definitivo, quanto piuttosto un continuo processo di trasformazione del soggetto. Le condizioni fondamentali e le risorse per la salute sono: la pace; un alloggio; l’educazione; il cibo; il reddito; un ambiente sicuro di vita; un ecosistema stabile; risorse sostenibili; giustizia sociale ed equità ed il miglioramento della salute poggia sulla solidità di 3 Cfr. A. Melucci, Il gioco dell’io. Il cambiamento di sé in una società globale , Feltrinelli, Milano 1991, p. 69. 1 questi principi1. Una corretta educazione sanitaria si deve basare sul principio di mettere ciascun individuo in grado di sviluppare la capacità di prendere decisioni coscienti nei riguardi del proprio benessere, in difesa del proprio equilibrio fisico, psichico, spirituale e sociale. La salute è un bene fondamentale non solo per le singole persone, ma rappresenta una risorsa di tutta la comunità è perciò necessario individuare strategie ed interventi per sviluppare sinergie tra la sanità, la scuola e gli altri enti territoriali, affinché la comunità e i singoli individui siano aiutati a compiere scelte attive, consapevoli a sostegno della propria salute. Risulta necessaria una promozione alla salute definita dall’ Organizzazione Mondiale della sanità: “il processo che consente alla gente di esercitare un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla” e “le persone non possono acquisire il pieno potenziale di salute se non sono in grado di controllare ciò che determina la loro salute”2. Il cibo non è solo nutrimento, oggi come in passato, ma anche occasione di ascolto, di incontro, di amicizia, di rapporto con l’esterno e attraverso il suo studio si cercherà di favorire scelte attive, consapevoli e responsabili a sostegno della propria salute evidenziando l’insieme dei comportamenti alimentari adatti a mantenere il più a lungo possibile un buono stato di salute e a prevenire le malattie. Salute e sanità La salute è un bene primario costituzionalmente tutelato (art.32) e pertanto di interesse diffuso. Per tutelare la salute occorre una “educazione alla salute” che consenta a ciascun individuo di sviluppare la capacità di prendere decisioni coscienti nei riguardi del proprio benessere. L’educazione alla salute si muove entro tre livelli di intervento: · la prevenzione; · il contenimento del disagio; · la promozione delle situazioni di benessere. La prevenzione. È possibile distinguere tre livelli di prevenzione: 1. prevenzione primaria che consiste nell’agire sui determinanti di salute per evitare o diminuire l’esposizione o la probabilità di esposizione a fattori di malattia. Si attua sia al livello del singolo che della collettività. In essa rientra l’educazione sanitaria in senso stretto; 2. prevenzione secondaria agire per evitare o limitare la progressione di processi patogeni prima dell’instaurarsi della malattia. Si attua solo a livello del singolo mediante screening. Lo screening, di per sé, non è un intervento di prevenzione, serve solo a fare una divisione tra chi presenta processi patogeni e chi no; 3. prevenzione terziaria, agire per evitare complicanze, far acquisire funzioni perdute, reinserire i soggetti nella società. Il contenimento del disagio. Pur mettendo in atto ogni accorgimento, non sempre è possibile prevedere, prevenire, evitare sofferenza e dolore. Salute non significa assenza di problemi, ma essere in grado di reagire per uscire dalla difficoltà o per imparare a coesistere con questa se non è eliminabile. 1 Da OMS, Carta di Ottawa, 21 Novembre 1986. 2 Da OMS, Carta di Ottawa, 1986. 2 La promozione delle situazioni di benessere. Al fine di promuovere la salute e situazioni di benessere si colloca l’impegno dell’O.N.U. e dell’ O.M.S. di raggiungere entro il 2020 obiettivi quali5: Come attuare la promozione della salute: - Costruire una politica di Sanità pubblica; (il Servizio Sanitario deve essere: per tutti; rispettare l’uguaglianza, cioè tutti hanno diritto allo stesso modo di erogazione; in equità, cioè le prestazioni devono essere erogate in rapporto all’entità del bisogno). - Creare condizioni ambientali favorevoli; (ad esempio l’accordi in cui gli Stati s’ impegnano a contenere l’inquinamento ambientale entro certi limiti). - Rafforzare le azioni comunitarie; (la Comunità europea si è dotata di una legislazione unica, ad esempio, in ambito alimentare. Riferimento al T.U.309/90). - Sviluppare le abilità personali; - Ri-ordinare i Servizi sanitari; La promozione delle situazioni di benessere: verso una corretta alimentazione La salute è sempre più minacciata da abitudini e comportamenti, norme sociali che mettono le persone a rischio di ammalarsi. Pensiamo alla correlazione tra consumo di tabacco e tumore polmonare, o tra scorretta alimentazione e rischio cardiovascolare, solo per fare alcuni esempi noti a tutti. Molte malattie che risultano aumentate sono in gran parte collegate ad errate abitudini alimentari. Sappiamo che diversi caratteri, un tempo ritenuti solo determinati geneticamente, come ad esempio l’altezza, sono in realtà il risultato di un’alimentazione equilibrata o, al contrario, carente. Un corretto modo di mangiare ha rappresentato negli ultimi cento anni un fattore essenziale nel miglioramento dello stato di salute e di benessere; infatti gli alimenti apportano da una parte il combustibile necessario alla produzione di energia e dall’altra i nutrienti indispensabili al mantenimento di un buon equilibrio biologico che si identifica con la buona salute. L’alimentazione è un bisogno fondamentale dell’uomo, in quanto, per mezzo di essa, l’individuo provvede alla crescita, al mantenimento, e al rinnovo del proprio organismo. Per far sì che questo avvenga correttamente è quindi necessaria una sana alimentazione e una dieta equilibrata. Nel linguaggio corrente, la parola “dieta”, si riferisce sempre più spesso a dieta dimagrante o dieta speciale, necessaria in particolari stati patologici. In realtà con tale parola si intendono quell’insieme di comportamenti alimentari adatti a mantenere il più a lungo possibile un buono stato di salute e a prevenire le malattie. Risulta dunque importante capire fin dalla tenera età che cosa significa mangiare correttamente e quali sono i principi generali che costituiscono i pilastri di una alimentazione equilibrata. L’adeguamento a linee di condotta dietetiche recepite in modo erroneo può apportare più danni che vantaggi. La famiglia ha un ruolo prevalente in fatto di abitudini ed atteggiamenti alimentari dei figli. Alla scuola spetta la principale responsabilità in fatto di conoscenze su cui attirare l’attenzione degli alunni; scopo ultimo è quello di educare, orientare, informare, proporre modelli positivi al fine di prevenire comportamenti e stili di vita pericolosi. Occorre far maturare una “coscienza alimentare” in cui rendersi conto che non esistono diete ideali; esistono però criteri per migliorare, variare, equilibrare le proprie abitudini alimentari. A tal scopo, è utile conoscere le indicazioni di comportamento, sintetizzate in sette direttive, edite dall’ISTITUTO NAZIONALE DELLA NUTRIZIONE6: Per alcuni dei punti citati si vedano le dispense del prof. Nicola Comodo del 02/05/03 Le più attendibili raccomandazioni in campo nutrizionale sono quelle proposte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Tali raccomandazioni sono sintetizzate nei Livelli di Assunzione giornalieri Raccomandati di energia e di Nutrienti (LARN) per la popolazione 5 6 3 - Controllare il peso e mantenersi attivi. - Più cereali, legumi, ortaggi e frutta. - Non eccedere col sale. Preferire spezie ed erbe aromatiche e il sale iodato. - Moderare l’uso di bevande alcoliche. - Moderare il consumo di zuccheri e dolci. - Preferire i grassi da condimento di origine vegetale (l’olio extra vergine di oliva). - Variare spesso gli alimenti. La varietà è una delle raccomandazioni fondamentali delle “linee guida”, perché non esiste un alimento “completo” in grado di soddisfare da solo le esigenze nutrizionali dell’organismo. Variare razionalmente le scelte dei cibi significa non solo soddisfare maggiormente il gusto e combattere la monotonia dei sapori, ma anche evitare il rischio di squilibri nutrizionali legati ad abitudini alimentari monotone. Per facilitare la scelta degli alimenti che debbono entrare nella composizione quotidiana della razione alimentare, i principali prodotti sono stati suddivisi in gruppi, secondo la similarità delle loro caratteristiche nutritive. Per realizzare una dieta completa ed equilibrata sarà sufficiente fare in modo che ogni giorno almeno un alimento di ciascun gruppo sia introdotto con l’alimentazione, avendo cura di variare le scelte nell’ambito di ciascun gruppo. Indicativamente, i livelli di assunzione giornaliera raccomandati di energia conviene siano così suddivisi: nella colazione del mattino (20%), nella merenda a metà mattina (5%), pranzo (35%), nella merenda pomeridiana (10%), cena (30%). Agli inizi degli anni ’90 le autorità sanitarie americane hanno messo a punto un messaggio nutrizionale, realizzato graficamente con una piramide. Lo scopo della piramide nutrizionale è quello di consentire a tutti di orientarsi senza difficoltà nella scelta di un regime alimentare sano ed equilibrato. La piramide nutrizionale non proibisce alcun alimento, non rappresenta una rigida prescrizione, ma un aiuto per individuare i cibi che conviene consumare più di altri. Gli elementi alla base della piramide dovrebbero costituire la parte più sostanziosa del regime alimentare; i dolci, che occupano il vertice, dovrebbero essere consumati raramente. Igiene degli alimenti e aspetti della produzione Solo pochi alimenti (la frutta e alcuni ortaggi particolarmente teneri) possono essere consumati crudi senza subire trasformazioni. La maggior parte degli alimenti deve essere sottoposta a cottura per ragioni di igiene e digeribilità, di commestibilità e di gusto. La scelta del metodo di cottura dipende dal tipo di alimento che si intende cuocere, dalla ricetta scelta e dalle finalità che ci si propone di raggiungere con la cottura. La cottura a vapore degli ortaggi e delle verdure è la più adatta per evitare la perdita eccessiva di vitamine durante il processo di cottura. Per la cottura delle carni e del pesce è da preferire quella al forno perché richiede poco grasso. Per quanto riguarda la somministrazione di particolari alimenti, spesso non ben accettati dai ragazzi, conviene realizzare specifiche trasformazioni culinarie. (purè, verdure gratinate…). Un’ulteriore scelta culinaria che va incontro alle esigenze dei ragazzi consiste nel proporre loro accostamenti di cibi di colori diversi. Gli alimenti rappresentano il veicolo di una vasta ed eterogenea popolazione microbica. Tuttavia, le tossinfezioni alimentari si manifestano solo se vengono a realizzarsi condizioni favorevoli non solo alla sopravvivenza, ma anche alla moltiplicazione dei microrganismi in causa. Per la prevenzione delle contaminazioni microbiche nelle cucine, acquista la massima italiana, divulgati dall’Istituto Nazionale della Nutrizione (INN). Nella utilizzazione dei LARN, viene consigliato di tener presente il loro significato orientativo per l’impostazione di una dieta idonea a soddisfare i principali bisogni della popolazione italiana in buona salute, tenendo conto del sesso, dell’età e dell’attività media. 4 importanza anche la scelta degli alimenti di origine, che devono essere di buona qualità e ben conservati fino al momento dell’utilizzo. Proprio perché alla cucina possono arrivare alimenti già contaminati, la sorveglianza delle varie fasi di lavorazione consente di ridurre i rischi microbici per il consumatore. Ad esempio, rappresentano misure di prevenzione: preparare le diverse derrate alimentari in reparti separati e comunque in banchi di lavorazione distinti; lavorare il pollame con attrezzature diverse da quelle utilizzate per la carne bovina e suina; attuare un’azione detergente e disinfettante sulle attrezzature utilizzate nelle varie fasi di lavorazione. All’inizio degli anni novanta, alcuni Comuni hanno introdotto nella refezione scolastica gli alimenti messi a disposizione dalla “produzione integrata” e i “prodotti biologici”. Per quanto concerne la “produzione integrata”, questa, per contrastare le malattie e i parassiti delle piante, si basa su tecniche e metodologie, atte a minimizzare l’uso dei mezzi chimici dannosi per l’ambiente e per la salute umana. Il massiccio uso di pesticidi (o fitofarmaci), a partire dalla seconda metà del secolo, per contrastare insetti, parassiti ed erbe infestanti ha sconvolto il delicato equilibrio ambientale delle terre fertili compromettendo l’ambiente stesso in cui vive. Secondo un’indagine svolte in Italia da Legambiente nel 1996, su prodotti ortofrutticoli freschi ben il 43,7 % degli 8178 campioni analizzati risultava contenere residui di pesticidi e dal momento che l’uomo è situato alla sommità della piramide ecologica che ogni anno accumuli nel suo organismo dosi letali di pesticidi. Sperimentazioni tossicologiche mostrano che i principali organi bersaglio in caso di intossicazione sono il sistema nervoso centrale, il fegato e le ghiandole surrenali e ciò costituisce un rischio soprattutto per i bambini. L’ OMS stima che ogni anno tre milioni di persone siano vittime di avvelenamento da pesticidi. Inoltre eliminando i indistintamente tutti gli insetti si ha il contestuale sterminio dei naturali antagonisti degli insetti nocivi, perturbando l’equilibrio naturale; a questo si aggiunge che l’uso costante di queste sostanze ha sviluppato fenomeni di “resistenza” da parte degli insetti nocivi ai pesticidi che liberati anche dai loro antagonisti naturali danno vita ad una vera e propria “esplosione” numerica inducendo ad un più intenso uso di pesticidi3. Non esiste una normativa nazionale, tuttavia alcune Regioni, con specifici provvedimenti legislativi, hanno attivato dei programmi di agricoltura integrata, hanno fissato norme e veri e propri marchi, rispettivamente per definire ed identificare i prodotti derivati da questo tipo di produzione. Vengono denominati “biologici” i prodotti dell’agricoltura ottenuti senza utilizzo di composti chimici di sintesi in fase di preparazione e di concimazione del terreno. La produzione degli alimenti biologici è disciplinata dal regolamento CEE 2092/91 e si basa su precisi presupposti scientifici. Essa oppone insetti utili ad insetti dannosi (ad esempio per sterminare gli afidi si ricorre alle apparentemente miti coccinelle!). L’agricoltura biologica consiste in un mix di nuove tecnologie e di antiche pratiche come il “maggese” per ripristinare la fertilità del terreno e l’uso delle leguminose per ripristinare i livelli di azoto. Ciò consente di diminuire l’uso di fertilizzanti naturali. Il bestiame assicura poi altro fertilizzante fornendo concime naturale. In Italia il controllo delle produzioni agrobiologiche è affidato a specifiche associazioni e consorzi, riconosciuti con D.M. e la superficie coltivata secondo i metodi dell’agricoltura biologica è aumentata notevolmente negli ultimi quindici anni grazie anche a sussidi a sostegno dei coltivatori intenzionati a convertire le produzioni (in Italia le aziende biologiche sono circa 50000 e gli ettari coltivati oltre un milione4). A partire dagli anni ’80, la crescente consapevolezza della diffusione incontrollata nell’ambiente di inquinanti organici ha spinto un gruppo di paesi a bandire l’uso di alcuni composti da loro definiti “la sporca dozzina” di cui fanno parte 9 pesticidi agricoli. 4 Cfr. Taminio G., Pratesi F., Ladri di geni, Editori riuniti, Roma 2001. 3 5 Il quadro si completa poi con le coltivazioni “transgeniche” che consistono nell’introdurre nel genoma di un organismo vivente geni di un’altra specie di pianta o essere vivente (ad esempio in laboratorio vengono create piante di fragole con alcuni geni di specie ittiche per renderle, così, più resistenti al freddo). Tali piante dette OGM (in particolare soia e mais) esprimono per lo più caratteristiche di resistenza a microrganismi patogeni. Al di là dei probabili lati positivi è da rilevare la non improbabile ipotesi di un inquinamento genetico dal momento che si corre il rischio che le piante transgeniche trasmettano accidentalmente ad altre piante, attraverso l’impollinazione, i caratteri modificati. Risale al mese di Marzo 2010 il sì della Commissione europea alla coltivazione della patata transgenica “Amflora” per ora solo ad uso industriale nonché per l’uso alimentare degli animali d’allevamento. Il divieto alle coltivazioni OGM, che in Europa resisteva dal 1998, è il primo passo verso l’introduzione di altri alimenti OGM come il mais e la soia. La patata Amflora, modificata in modo da avere un maggior contenuto di amido, è stata a lungo al centro di una controversia fra l’ EFSA (Autorità Ue di sicurezza alimentare) e l’ OMS e questo per la presenza al suo interno di un gene “maker” che conferisce resistenza ad un antibiotico importante per la salute umana. Tale alimento entrando a contatto con l’uomo potrebbe provocare l’inefficacia sull’uomo stesso delle cure antibiotiche. L’Efsa alla fine ha ceduto al colosso chimico Basf (detentore del brevetto della patata in questione) nonostante il fatto che la direttiva UE 2001/18, relativa al rilascio degli OGM proibisca il rilascio dell’autorizzazione per gli ogm che contengono geni di resistenza ad antibiotici fondamentali per la salute umana. (Fonte LA REPUBBLICA) Conclusioni Studi di fisiologia8 umana intorno al 1949, hanno messo in evidenza come la motivazione a mangiare, la sensazione di fame non siano innate. Nell’uomo, con la sua struttura cerebrale così complessa, mangiare si impara. Il ruolo dell’apprendimento in un fenomeno come la fame, viene troppo spesso trascurato perché questa funzione è stata considerata per tradizione come un impulso innato, parte fondamentale della dotazione fisiologica dell’organismo e soggetta solo a modificazioni superficiali. Non è così: anche funzioni apparentemente innate come la fame richiedono apprendimento attraverso l’esperienza nei primi anni di vita dell’uomo. Se si offre cibo in risposta a segnali indicanti il bisogno di nutrimento, verrà sviluppato il segnale di fame quale sensazione diversa da altri stati di tensione o di bisogno. Se la reazione materna è incongrua, il risultato sarà una grande confusione e propensione verso quelle malattie legate a scorrette abitudini alimentari fini a trasformarsi in patologie vere e proprie. Quando si sarà adulti, sarà più difficile distinguere tra l’aver fame e l’essere sazio, tra il bisogno di mangiare e qualche altro stato di disagio o di tensione. Il processo di apprendimento continua per tutta la fanciullezza. L’alimentazione quindi non solo è volontaria e cosciente, ma è profondamente determinata dall’educazione alimentare. Quindi la fame, il segnale che il nostro corpo ha necessità di “benzina”, di introdurre cibo, è determinato da un processo di apprendimento continuo che ha le tappe fondamentali nella fanciullezza e nell’infanzia, ma che sostanzialmente dura tutta la vita. L’alimentazione nel suo significato più “vero”, non è legata a sacrifici e privazioni; ma è piuttosto l’arte di alimentarsi bene e di imparare a farlo sempre meglio al fine di mantenere un soddisfacente stato si salute e di benessere. 8 Lehninger A.L., Principi di biochimica, Zanichelli , 1989, pp.725-761. 6 Scheda per la famiglia STORIA DELL’ ALIMENTAZIONE DALL’ANTICHITÀ AD OGGI Motivazione della scelta dell’argomento Questo percorso vuole contribuire a prevenire i disagi inerenti l’alimentazione proponendo delle riflessioni, condivise anche da altri soggetti educativi (enti locali, strutture sociali, comunità religiose), per aiutare lo studente ad evitare erronei comportamenti alimentari fornendo anche un confronto ragionato su come ci alimentiamo e come sarebbe più corretto alimentarsi. Adeguate conoscenze storiche sull’alimentazione nel corso dei secoli possono stimolare i ragazzi ad una maggiore responsabilità nelle scelte nutrizionali portandoli a riflettere sul fatto che spesso amici e pubblicità inducono a comportamenti alimentari che non soddisfano il fabbisogno dell’organismo ed a lungo andare possono essere fonte di gravi patologie come anoressia o bulimia. Approfondimenti Le attività partiranno dall’osservazione diretta e dalle esperienze personali riguardo alle scelte alimentari e dalle motivazioni esplicitate dai ragazzi stessi. Attraverso questionari appositamente preparati i ragazzi raccoglieranno dati utili per poter confrontare i gusti alimentari e le abitudini familiari con quelle del passato. La rielaborazione delle risposte individueranno i nuclei di riflessione che diventeranno il primo approccio motivazionale del percorso proposto. Si prevede, nell’ambito del progetto, l’incontro con un esperto di nutrizione al quale gli studenti proporranno un questionario precedentemente preparato. Intendo collocare l’unità didattica presa in esame verso la metà del secondo quadrimestre per agevolare il processo di apprendimento grazie alle nuove conoscenze maturate dopo i primi mesi di scuola. Obiettivi formativi: - Sviluppare una coscienza critica sull’argomento. - Accrescere l’attenzione su ciò che si mangia, dato lo stretto legame fra cibo e salute - Riconoscere in situazioni concrete gli effetti del rapporto alimentazione-benessere. Obiettivi specifici (OSA): - Saper elencare e commentare oralmente, le sette indicazioni di comportamento edite dall’Istituto Nazionale della Nutrizione; - Saper confrontare la propria alimentazione con quella delle società del passato; - Conoscere le interconnessioni tra cibo ed interessi commerciali - Essere consapevoli del problema alimentare nel mondo; - Saper organizzare il proprio lavoro di ricerca anche con mezzi multimediali. Obiettivi trasversali Italiano, storia ed Educazione alla Convivenza Civile - Sviluppare tecniche e strategie per scrivere testi a seconda delle richieste. - Organizzare questionari mono-pluri tematici ben articolati anche graficamente e in forma digitale attraverso di programmi di videoscrittura; (attività da svolgere in laboratorio) - Saper adeguare il registro comunicativo - Sapersi orientare sul territorio (ricerca delle ASL) - Conoscere le regole per uno stile di vita idoneo alla sua età. 7 Tempi 10 ore così distribuite: 2 per la prima fase; 3 per la seconda; 2 per la terza; 1 per l’approfondimento, 2 per la verifica. Nell’ambito del progetto potrebbe essere formativa una visita presso un’azienda agricola o un’industria alimentare. Al termine di questo nostro percorso lo studente dovrà essere consapevole della necessità di alimentarsi secondo criteri rispettosi delle esigenze fisiologiche, in modo non conformato ai modelli culturali che rispondono più alle logiche del consumo e del commercio che a quelle della salute; conosce i rischi connessi a comportamenti alimentari disordinati (uso di sostanze “aggiuntive” alla normale alimentazione, uso/abuso di alcool, droghe) e cercare responsabilmente ad evitarli. BIBLIOGRAFIA - - AA.VV., Linee Guida per una sana alimentazione italiana Roma, Istituto Nazionale della Nutrizione, 1989. Barbuti S., Fara G., Bellelli E., Giammanco G., Igiene, Monduzzi, Bologna, 1995. Cassi L., Barbieri G., Geografia e cambiamento globale, Utet Libreria, Torino 2003. Direttiva 93/43/CEE del consiglio del 14 giugno 1993 – Igiene dei prodotti alimentari. D.P.R.26 marzo 1980 n. 327 – Regolamento di esecuzione della Legge 30 aprile 1962 n.283 e successive modificazioni, in materia di disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande. Lehninger A.L., Principi di biochimica, Zanichelli , 1989. Melucci A., Il gioco dell’io. Il cambiamento di sé in una società globale, Feltrinelli, Milano 1991. Taminio G., Pratesi F., Ladri di geni, Editori riuniti, Roma 2001. La Repubblica Febbraio/Marzo 2010. 8