Consumi alimentari: costi privati e sociali Maria Sassi – Professore associato Dipartimento di Ricerche Aziendali Facoltà di Economia - Università degli Studi di Pavia e-mail: [email protected] Abstract Nell’ambito delle diverse implicazioni che i comportamenti di consumo alimentare hanno sulla sfera individuale e per la società nel suo complesso, la relazione intende porre in evidenza: - il nesso tra la spesa per alimenti e bevande delle famiglie italiane e i livelli di sicurezza alimentare e di povertà; - i costi sociali connessi alla non corretta alimentazione con particolare riferimento all’impatto sulla spesa sanitaria e sull’ambiente e le misure che possono essere e sono state adottate per farvi fronte; - le priorità da affrontare. Quella per alimenti rappresenta una delle principali voci di spesa per le famiglie italiane la cui dinamica negli ultimi anni è stata crucialmente influenzata dall’evoluzione dei livelli dei prezzi e dalla perdita di potere di acquisto delle famiglie stesse. Il combinato agire di tali tendenze ha determinato una vera e propria crisi delle quantità acquistate esercitando una forte pressione sulla sicurezza alimentare e sui redditi in particolare delle famiglie caratterizzate da una minore capacità di spesa complessiva. In tutte le tipologie, la quota di unità familiari che dichiarano in alcuni periodi dell'anno di non avere soldi per l’acquisto di cibo è, tuttavia, crescente. L’evoluzione dei comportamenti alimentari in Italia pone in evidenza come i rischi alimentari per la salute umana siano sempre più legati alla dieta oltre che alla sicurezza alimentare con implicazioni non solo sulla sfera individuale, ma anche sociali. In particolare, la necessità di stabilire delle priorità per la salute pubblica rende urgente la quantificazione dell’impatto che la non corretta alimentazione esercita sulla spesa sanitaria e sull’ambiente. Nell’ambito del panorama degli interventi di politica alimentare disponibili, l’azione italiana si è concentrata principalmente su campagne di educazione ed informazione alimentare analogamente a quanto avvenuto nella maggior parte degli Stati membri dell’Unione Europea. La dimensione assunta nel nostro paese dalla crisi alimentare pone, tuttavia, la necessità di una più incisiva azione del soggetto pubblico in stretta sinergia con il settore della ricerca, quello privato (in particolare la filiera agroalimentare) e i singoli consumatori.