Diabete
Il diabete è una malattia estremamente diffusa nella popolazione. È la terza causa di morte dopo
le malattie cardiovascolari ed i tumori. Ha tante complicanze e costi. Con diabete si intende
diabete mellito( cioè dolce a causa dell’abbondante presenza di glucosio nelle urine). È una
malattia cronico-degenerativa (dura per sempre e peggiora nel tempo)caratterizzata da un
alterazione del metabolismo glucidico, cioè le cellule non riescono ad utilizzare in modo ottimale
il glucosio che di conseguenza si accumula nel sangue e nell’urina.
Il metabolismo del glucosio è normalmente regolato da due ormoni prodotti dal pancreas
endocrino da particolari strutture cellulari chiamate Isole di Langerhans. Questi due ormoni
permettono di mantenere costanti i valori della glicemia ( glucosio nel sangue), che in condizioni
normali deve mantenersi tra i 60-110mg/dl di sangue a digiuno.
Insulina – ormone prodotto dalle cellule di tipo ß delle Isole di Langerhans , riduce la glicemia,
cioè riduce il glucosio nel sangue permettendone il suo utilizzo. Tre sono i principali meccanismi
di azione dell’insulina:
Si lega ai recettori cellulari specifici
permettendo l’ingresso del glucosio
(molecola grossa) nelle cellule attraverso
specifici
canali
della
membrana
(l’insulina agisce come una chiave nella
serratura rappresentata dai recettori per
aprire una porta rappresentata dal
canale della membrana cellulare). Le
cellule utilizzano poi il glucosio per la
produzione di ATP.
L’Insulina agisce su strutture cellulari del
fegato e dei muscoli per costituire una riserva di glicogeno( polisaccaride del glucosio )
da utilizzarsi fra un pasto e l’altro, in modo che la glicemia sia mantenuta sempre
costante.
Agisce sugli adipociti (cellule del tessuto adiposo) nei quali il glucosio, assunto in eccesso,
viene trasformato in trigliceridi (grasso di riserva).
Glucagone – ormone prodotto dalle cellule di tipo α delle Isole di Langerhans alza la glicemia.
Agisce principalmente sulle riserve di glicogeno nel fegato e nei muscoli demolendole a
glucosio.
SINTOMI COMUNI DEL DIABETE:
Iperglicemia – il glucosio non viene utilizzato dalle cellule e si accumula nel sangue. La glicemia
sale, si parla di diabete quando per tre misurazioni consecutive la glicemia a digiuno ha valori ≥
140mg/dl. a digiuno. Si parla di ridotta tolleranza al glucosio quando a digiuno i livelli della
glicemia sono ≥ 120mg/dl. La glicemia in un diabetico può salire a livelli molto elevati >200mg/dl.
Glicosuria – presenza di glucosio nelle urine. Quando la glicemia supera i 180 mg/dl.
Poliuria – urinare di frequente.
Polidipsia – sete intensa.
Polifagia – tanta fame causata dalla mancanza di glucosio nelle cellule.
Stanchezza – cellule non producono energia perché lo zucchero non arriva alle cellule.
Chetonuria- corpi chetonici nelle urine. Quando non arriva il glucosio alle cellule, l’organismo
comincia a bruciare i grassi di riserva per ottenere l’energia. Bruciando questi grassi vengono
prodotti corpi chetonici (acidi) che affaticano ulteriormente il lavoro dei reni. Le cellule cerebrali
riescono a consumare glucosio senza l’utilizzo di insulina.
Il diabete colpisce statisticamente più le donne che gli uomini. Prevale il diabete di tipo 2.
Diabete insulino-dipendente – Tipo 1 -L’insulina non si produce
Diabete non insulino-dipendente (insulino resistente)-Tipo 2 – insulina si produce ma non viene
riconosciuta dalle cellule
Tipi di diabete:
Diabete tipo 1 – insulino-dipendente (I.D.D.)
Diabete tipo 2 – non insulino-dipendente (N.I.D.D.)
Diabete senile
Diabete gestazionale
Diabete tipo I (diabete infantile o giovanile)
(Insulino-dipendente) colpisce bambini sotto i 13 anni e giovani adulti sotto i 20.
Caratteristiche eziologiche:
L’Insulina non si produce
Cronico-autoimmune (distruzione autoimmune delle cellule β del pancreas)
Basi genetiche e fattori ambientali non ben chiariti (virus)
Sintomi:
iperglicemia
poliuria – produzione eccessiva di urine
polidipsia – sete intensa
astenia – profonda stanchezza
polifagia – aumento dell’appetito
oppure
anoressia – assenza dell’appetito
dimagrimento
affaticamento
debolezza
nausea
Non ci si accorge di questa malattia fino a quando l’80% delle cellule beta del pancreas non
vengono distrutte. Quando comincia la terapia con insulina sintetica i sintomi tendono a
diminuire, ma le cellule beta vengono ancora distrutte con il tempo .
Diagnosi:
chi ha una glicemia superiore a 140mg/dl in 3 esami consecutivi o maggiore di 200mg/dl in un
esame, è affetto dalla malattia
Terapia:
assunzione di insulina
controllo della glicemia
attività fisica
vita serena
eliminare zuccheri semplici (zuccheri semplici si assorbono più
velocemente e così alzano tanto la glicemia)
dieta equilibrata
Diabete di tipo 2 o diabete grasso
(Non insulino-dipendente) l’85% dei casi di diabete è di tipo II o di tipo senile.
Insorge dopo i 40 anni (ma può verificarsi anche dopo i 25 anni ).
Cause:
Predisposizione famigliare associata a fattori di rischio favorenti
Macrosomia fetale
Iperalimentazione
Diabete gestazionale
Pluriparità (più parti)
Età senile (vecchiaia)
Vita sedentaria
Obesità
Caratteristiche eziologiche: l’insulina viene normalmente prodotta dal pancreas ma sono i
recettori cellulari che non sono in grado di riconoscerla per cui il glucosio non entra nelle cellule.
Sintomi: stessi del diabete di tipo I, ma qui di solito non si dimagrisce ma si ingrassa. Infatti
l’insulina che non agisce su cellule muscolari e sul fegato è attiva sugli adipociti nei quali
continuano ad accumularsi trigliceridi.
Terapia: dopo i 30 anni è consigliato controllare la glicemia perché, se si fa poca attività fisica e
si è in sovrappeso, può salire. Se sale 125-135mg/dl non è diabete ma è meglio stare attenti.
Facendo una
dieta ipocalorica con l’eliminazione di zuccheri semplici e la riduzione dei
carboidrati complessi , aumentando l’attività fisica talvolta i valori glicemici possono rientrare
nella norma. In caso contrario si usano ipoglicemizzanti orali, che aiutano il glucosio ad entrare
nelle cellule e riducono l’assorbimento del glucosio a livello intestinale.
Diabete senile
Dopo i 60 anni. È più frequente nelle donne che negli uomini. Gli anziani disciolgono più
lentamente il glucosio rispetto ai giovani. Anche la glicemia a digiuno tende ad aumentare dai 30
ai 70 anni.
Cause del diabete senile:
Familiarità
Obesità
Invecchiamento del pancreas (cattiva circolazione sanguigna della ghiandola)
Ci sono dei fattori che possono scatenare il diabete senile: farmaci diabetogeni (cortisonici,
alcuni diuretici, alcuni psicofarmaci, ormoni femminili), abuso di alcol.
I diabetici anziani sono molto sensibili alla dieta che può contrastare l’iperglicemia.
Complicanze:
renali
cecità
piede diabetico.
L’anziano, con questo tipo di diabete, cambia spesso umore.
Diabete gestazionale
È un diabete che viene in gravidanza (secondo, terzo trimestre di gravidanza verso 35 anni) e
succede nel 4- 10% di tutte le gravidanze in quanto gli ormoni placentari hanno un’azione
iperglicemizzante.
Possono esserci 2 tipi di complicanze per questo diabete:
la placenta produce ormoni che non fanno
assorbire il glucosio alla madre, lasciando il
glucosio disponibile nel sangue per il feto.
Questo porta ad iperglicemia per la madre. Il
feto in conseguenza produrrà più insulina
assorbendo più glucosio e crescendo troppo
(macrosomia – oltre 4,5kg)
La mamma produrrà di conseguenza più insulina
che fa’ assorbire più glucosio a livello del tessuto
adiposo che si trasformerà in trigliceridi facendo
ingrassare la mamma
Cause:
età maggiore di 35 anni
obesità
predisposizione famigliare
precedente diabete gestazionale
precedenti problemi ostetrici: macrosomia fetale
ipertensione arteriosa
Problemi materni:
morte
insufficienza renale
problemi vascolari
cheto acidosi
ipertensione arteriosa
infezioni urinarie
Problemi fetali:
mortalità perinatale o neonatale
anomalie congenite
problemi respiratori
macrosomia (crescita esagerata del feto) oltre 4,5 kg
Tutte le donne in attesa di un figlio vengono sottoposte ad uno screening per il controllo del
diabete (controllo della glicemia un’ora dopo aver bevuto una soluzione di 50g di glucosio
disciolti in 200 ml di acqua. La soluzione va’ ingerita in non meno di 5 minuti e non più di 10
minuti. Se il valore della glicemia misurata un ora dopo sarà maggiore di 135mg/dl – c’è rischio
diabete). Dopo il parto la glicemia ritorna normale, ma per la madre la probabilità di sviluppare il
diabete negli anni successivi è molto alta.
Epidemiologia
Il diabete è in continuo aumento nel mondo a causa dell’allungamento della vita media e della
maggiore sopravvivenza dei malati diabetici. Prevale il diabete di tipo II a causa dell’aumento del
benessere ed dello stile di vita. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) definisce il
diabete2 come un’epidemia tale è la sua diffusione nei paesi industrializzati.
Diagnosi
Bisogna sempre controllare la glicemia e non aspettare che compaiano i sintomi, soprattutto
dopo i 40 anni. L’esame fondamentale è il controllo della glicemia a digiuno. Si può sottoporre il
paziente anche ad una “curva da carico”, cioè dopo assunzione di glucosio. Vengono dati 100g di
glucosio al paziente, per via orale o endovenosa, e si misura la glicemia ad intervalli di tempo
regolari per verificare la velocità con cui l’organismo modifica la concentrazione di glucosio nel
sangue
Prevenzione
Fattori che possono scatenare la malattia:
Ereditarietà
Invecchiamento
Obesità
Gravidanza
Malattie acute o croniche
Traumi o interventi chirurgici
Farmaci
Glucometer, Glucotrend – strumenti per autocontrollo della glicemia,
permettono una valutazione immediata della situazione glicemica.
Emoglobina glicosilata (glicata) – test che da’ la storia della glicemia
negli ultimi 3 mesi: quando il glucosio è presente nel sangue
l’emoglobina si lega al glucosio e siccome il globulo rosso vive circa 3
mesi si può conoscere il valore in % della glicemia nei 3 mesi
Prevenzione primaria ( per il tipo2)
- informazione e stile vita: dieta, attività fisica ,
riduzione uso dei farmaci diabetogeni.
Prevenzione secondaria – diagnosi precoce.
Prevenzione terziaria – terapia diabetica e farmacologica
Rischi e complicanze
Il diabete è una malattia cronica, ma una terapia seguita in maniera regolare permette al
paziente di vivere normalmente. Se non si segue la terapia, si rischiano crisi ipoglicemiche o
iperglicemiche.
Ipoglicemia – il glucosio è l’unica fonte energetica per le cellule, soprattutto cerebrali. Per cui,
valori troppo bassi della glicemia possono disturbare l’attività delle cellule cerebrali. Se non si
interviene in tempo in una crisi ipoglicemica si rischia di andare in coma diabetico.
L’aumento sproporzionato ed immediato di glucosio provoca intensa diuresi che può portare
alla disidratazione. Bisogna quindi compensare con bevande.
Dopo 10-15 anni di diabete, soprattutto se mal trattato e/o controllato, intervengono
complicanze (degenerative = che peggiorano con il tempo). Una buona gestione della terapia,
riesce ad allontanare i tempi di complicanze.
Gli organi colpiti dal diabete sono:
Occhio
Rene
Sistema nervoso
Sistema cardiovascolare
Principali complicanze:
Malattia cardiovascolare – l’aumentato
accumulo di ateromi
a livello dei vasi
aumenta il rischio di coronaropatie e vasculopatie
cerebrali (maggiori probabilità di infarto ed ictus)
Nefropatia diabetica – il diabete causa danni ai
vasi sanguigni e di conseguenza ai reni (alle loro
unità di lavoro – nefroni) perché sono sottoposti ad
un grande lavoro per eliminare gli zuccheri. Per
prevenire questi danni, è importante la terapia
dietetica. Inoltre anche l’arteria renale è colpita da
arteriopatia che diminuisce l’apporto di sangue al
rene.
Retinopatia diabetica – il diabete rende più
spessi i vasi sanguigni periferici (capillari, arteriole e
venule) degli occhi. Essendo più spesse, diventano
rigide e quindi più facili alla rottura. Se si rompono, causano microemorragie. Queste
microemorragie sulla retina possono portare alla cecità. Questa complicanza colpisce quasi tutti i
soggetti con diabete di tipo I, ma si verifica anche nel diabete di tipo II più lentamente.
Complicanze infettive – i diabetici sono più esposti alle infezioni. Una delle più pericolose
riguarda i processi tubercolari. Le donne diabetiche sono più esposte alla candidosi vaginale
Complicanze del sistema nervoso – neuropatia diabetica-danni al sistema nervoso volontario
e autonomo. Colpisce il 30% dei diabetici e provoca insensibilità e formicolio (sensazione di
formiche) agli arti, crampi ai polpacci (muscolo posteriore della gamba tra ginocchio e caviglia) .
Può portare a deformazioni ossee.
Complicanze del sistema neurovegetativo – può causare disturbi intestinali (diarrea),
vescicali (incontinenza urinaria – incapacità di trattenere le urine) e sessuali (impotenza).
Arteriopatia diabetica –di solito colpisce gli arti inferiori: piede diabetico, cancrena (necrosi
dei tessuti che porta a perdita dell’arto). Siccome il diabetico perde sensibilità cutanea può non
accorgersi di piccole ferite che possono infettarsi velocemente. Per questo è importante dare
molta attenzione alla salute della cute.
Piede diabetico colpisce soprattutto i piedi e può causare sofferenze,
invalidità( amputazioni) e gravi costi.
Chetoacidosi diabetica (DKA) – complicanza del diabete di tipo I che, in mancanza di insulina,
brucia i grassi per liberare energia per le cellule invece del glucosio. L’utilizzo dei grassi per
l’energia produce corpi chetonici che, se in numero eccessivo nel sangue, possono causare:
confusione, perdita della conoscenza, disidratazione, coma e infine morte.
Sintomi sono: disidratazione, sudore, agitazione, nausea, vomito, dolori addominali, labbra sono
rosso-ciliegia, debolezza, sonnolenza, perdita di conoscenza.