COMUNICATO STAMPA Il Viagra amico del cuore? Studio senese dimostra di sì La ricerca è stata pubblicata su Circulation, tra le più prestigiose riviste scientifiche nel mondo Il Viagra fa bene al cuore? Sembra di sì, secondo quanto dimostrato da uno studio condotto da ricercatori del policlinico senese Santa Maria alle Scotte e pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica americana “Circulation”. La pillola azzurra, comunemente chiamata ‘pillola della felicità’ per le sue note proprietà nella cura delle disfunzioni erettili, riveste anche un importante ruolo protettivo nei confronti dell’endotelio, un tessuto che avvolge la parte interna di arterie e vene e che ha un ruolo fondamentale per la loro funzione. Lo studio, condotto in collaborazione con l’Università di Toronto, è tutto senese ed è stato eseguito all’interno del Dipartimento di Medicina Interna a Orientamento Vascolare e Geriatrico, diretto dal professor Sandro Forconi, con i dottori Tommaso Gori, Silvia Sicuro, Saverio Dragoni, Giovanni Donati e la collaborazione del professor John Parker, direttore della Cardiologia del Mounth Sinai Hospital di Toronto, Canada. “E’ la prima volta – spiega il professor Forconi – che viene dimostrato che il Viagra è in grado di proteggere l’endotelio contro l’ischemia, cioè la mancanza di ossigeno. L’endotelio è il primo tessuto che, all’interno del cuore, si danneggia in caso di infarto”. La ricerca è stata effettuata in due protocolli separati: nel primo, su dieci uomini sani, la funzione dell’endotelio è stata studiata prima e dopo aver indotto una ischemia. Nel secondo studio invece, su sette soggetti, sono stati valutati i meccanismi di azione del farmaco. “In questa seconda fase – afferma il cardiologo Tommaso Gori, rientrato recentemente in Italia dopo aver lavorato a Toronto – abbiamo dimostrato che il Viagra è in grado di aprire dei ‘canali al potassio’ che sono dentro le cellule che compongono l’endotelio. La capacità di aprire questi canali, ed il conseguente effetto protettivo, si chiama ‘precondizionamento’, un meccanismo che tutti i tessuti del nostro corpo sono in grado di sviluppare e che li protegge dalla mancanza di ossigeno”. Lo studio senese è il primo che dimostra che un farmaco, in questo caso il Viagra, è in grado di proteggere l’endotelio dalla mancanza di ossigeno. “Altri studi dovranno essere svolti prima di poter applicare questi risultati alla clinica – conclude Gori - ma l’idea che certi farmaci abbiano questi effetti protettivi potrebbe avere importanti implicazioni nella cura dei pazienti con malattie di cuore. L’unica controindicazione al Viagra è l’associazione con i nitrati, farmaci che aiutano a migliorare il flusso di sangue nelle coronarie ma che, se associati con il principio attivo del Viagra, possono dar luogo ad un mix molto pericoloso per la salute, a volte mortale”. Lo studio senese verrà presentato nei prossimi giorni a Orlando, in Florida, al congresso dell’American College of Cardiology.