“LA NASCITA E LO SVILUPPO DEL SISTEMA CURTENSE IN EUROPA” PROF. MARCELLO PACIFICO Università Telematica Pegaso La nascita e lo sviluppo del sistema curtense in Europa Indice 1 LA SOCIETÀ ALTO-MEDIEVALE --------------------------------------------------------------------------------------- 3 2 L’IMPERO CAROLINGIO E LE ORIGINI DEL FEUDALESIMO ----------------------------------------------- 8 3 I CARATTERI DELL’IMPERO ------------------------------------------------------------------------------------------- 14 BIBLIOGRAFIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 20 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 2 di 21 Università Telematica Pegaso La nascita e lo sviluppo del sistema curtense in Europa 1 La società Alto-Medievale Tra il VI e l’VIII secolo l’Occidente cristiano attraversò un periodo involutivo che colpì tutti i settori della società. I segni di questo processo furono evidenti: le campagne furono abbandonate, molte città scomparvero e in quelle rimanenti si registrò un forte calo, visto che gli abitanti preferirono radunarsi nelle zone cittadine, che erano difese maggiormente. Scomparvero i numerosi villaggi che i romani avevano costruito lungo le maggiori reti viarie e a causa della mancata manutenzione le vie non furono più curate poiché i commerci e gli scambi tra le diverse città cessarono quasi del tutto. Questo generale stato di abbandono interessò anche l’ambiente: in seguito all’abbandono dei terreni si verificò una dilatazione delle foreste soprattutto nelle regioni al di là del Reno. Le foreste per le popolazioni dell’Alto Medioevo ebbero molta importanza sia materiale che economico ma anche nell’ambito dell’immaginario: infatti le foreste erano fonte di cibo, vi era praticata la caccia e si raccoglievano i frutti che crescevano spontaneamente. Il bosco però rappresentava anche un luogo misterioso e meraviglioso; si immaginava che al suo interno vivessero streghe, mostri ma anche eremiti e santi e questo fece sì che proprio nei boschi venissero ambientate storie sia magiche che agiografiche. Tra il V e l’VIII secolo perciò l’assetto sociale, economico e culturale dell’antichità cambiò radicalmente; sia città che campagne si spopolarono e tra i centri abitati si crearono grandi spazi vuoti. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 3 di 21 Università Telematica Pegaso La nascita e lo sviluppo del sistema curtense in Europa A questo punto però non si arrivò improvvisamente ma attraverso un lento declino avviatosi già nel II-III secolo a cui si era cercato inutilmente di porre rimedio attraverso l’accoglimento dei Germani all’interno dei confini dell’impero. La decadenza fu causata anche da un insieme di fattori che combinati tra loro crearono una situazione molto critica: guerre e devastazioni arrivarono insieme alle pestilenze, come la tubercolosi, la peste e la malaria, e alle carestie e proprio queste impedirono un rapido ripopolamento. La crisi demografica non ebbe ovunque la stessa gravità; in Italia raggiunse il massimo mentre nelle fredde regioni dell’Europa orientali si avvertì meno anche perché le temperature rigide ostacolavano un rapido diffondersi delle malattie. Le città in buona parte provvedevano ai propri bisogni con le risorse prodotte all’interno delle mura o nelle zone suburbane; a risentirne furono i commerci e gli scambi tra le città che comunque, specialmente in Italia, non si interruppero mai del tutto. La produttività agricola subì un calo radicale a causa del carattere rudimentale degli attrezzi e alla perdite delle conoscenza tecniche; ogni famiglia cercava di produrre da sé tutto ciò di cui aveva bisogno perciò coltivava diversi terreni anche distanti tra loro. Gli storici hanno individuato come alcune città erano circondate da tre zone concentriche caratterizzate da una produttività che diminuiva più ci si allontanava dal centro abitato. A ridosso della città c’erano infatti gli orti e i vigneti, subito dopo c’era la zona adibita alla coltivazione dei cereali dove, dopo il raccolto, pascolavano gli animali, e infine c’era la fascia dei prati e dei boschi per praticare il pascolo, la caccia, la pesca e la raccolta di frutti e legna. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 4 di 21 Università Telematica Pegaso La nascita e lo sviluppo del sistema curtense in Europa Gli orti davano spesso molti prodotti mentre la produzione cerealicola era alquanto scarsa; l’allevamento inoltre era praticato ma con molte difficoltà visto che nell’area mediterranea il terreno era arido e il clima secco. Nell’area mediterranea il terreno dopo il raccolto veniva fatto riposare per un anno (rotazione biennale); ogni terreno veniva diviso in due parti così da alternare la semina con il riposo; nella parte a riposo (maggese) venivano fatti pascolare gli animali. Le famiglie contadine vivevano in uno stato di povertà e praticavano un’economia di sostentamento che impediva qualsiasi tipo di arricchimento o miglioramento delle condizioni di vita. La maggior parte dei contadini non era proprietaria né della terra che coltivava né degli animali che allevava; quasi tutti vivevano in una condizione servile. All’inizio della crisi demografica i grandi proprietari terrieri capirono che gli uomini da schiavizzare erano sempre meno numerosi così decisero di accasarli, cioè dare loro in gestione un pezzo di terra e una casa in modo che potessero sostentarsi autonomamente. Questi contadini erano tenuti a corrispondere al proprio padrone parte del raccolto e alcune giornate lavorative (le corvée) oltre che beni in natura come polli, uova o utensili. Concessioni di terre venivano fatte a favore dei contadini liberi ai quali però si richiedeva una quota minore del loro guadagno; quando la crisi statale si fece più grave questi coloni divennero piccoli proprietari e la grande proprietà si venne articolando in terre date in concessione ai coloni liberi o di condizione servile (pars massaricia) e in terre gestite direttamente dal proprietario (pars dominicia).Le due parti insieme anche a boschi, prati e terre incolte formavano la curtis costituita perciò da tutti i beni che facevano capo al padrone. Per capire la consistenza effettiva del fenomeno delle prestazioni d’opera Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 5 di 21 Università Telematica Pegaso La nascita e lo sviluppo del sistema curtense in Europa bisognerebbe analizzare con cura i polittici, cioè gli inventari dei grandi monasteri dove venivano annotate le proprietà e le attività in essa svolte. Si cercava di stabilire un certo equilibrio tra le terre date in affitto e quelle date in conduzione diretta, nel senso che l’estensione di queste ultime era in rapporto al numero di prestazioni d’opera su cui era possibile fare affidamento. Ogni curtis poi gestiva questo problema in modo diverso, secondo le proprie necessità. L’integrazione tra riserva e massaricio fu l’espressione caratteristica dell’economia curtense che non fu, come si crede, interamente votata per l’autoconsumo poiché le eccedenze venivano vendute in cambio di utensili o trasportate in altre curtis di proprietà dello stesso signore. Il padrone delle terre deve essere chiamato signore; esso aveva pieni poteri sui suoi servi che gli dovevano obbedienza. In origine la condizione degli schiavi era ben diversa da quella dei coloni liberi; con la diffusione del Cristianesimo (nonostante la Chiesa non condannò mai la schiavitù) le loro condizioni migliorarono e fu concesso loro di creare una famiglia e possedere qualche bene. I proprietari fondiari divennero invece protettori dei loro dipendenti e cercarono di far valere anche la giustizia: organizzavano la difesa del territorio, decidevano in merito a piccole controversie, prestavano sementi o grano per far fronte alle carestie. In questo modo i piccoli proprietari si trovarono ad essere sempre più dipendenti dal proprietario fondiario di cui riconoscevano l’autorità. In molti credono che durante l’Alto Medioevo l’Europa tornò a un tipo di economia naturale fondata solo sui baratti e con un esiguo numero di scambi; l’Europa era sì impoverita ma ciò non causò l’assenza totale dei commerci. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 6 di 21 Università Telematica Pegaso La nascita e lo sviluppo del sistema curtense in Europa Le stesse curtis infatti non riuscivano ad avere un’autosufficienza produttiva (si pensi alla necessità di stoffe o metalli); è stata testimoniata l’esistenza di fiere e mercati locali in cui si vendevano i prodotti in eccedenza e durante i quali gli abitanti di villaggi diversi avevano contatti. Anche le città, sebbene molto ridotte, continuavano ad essere sede delle botteghe artigianali: naturalmente il commercio monetario riguardava pochi beni e venivano coniate per la maggior parte monete d’argento di poca valuta; le pochissime monete d’oro venivano utilizzate per acquistare i beni di lusso provenienti dall’Oriente mentre quelle in eccesso venivano fuse per realizzare gioielli o oggetti sacri per la chiese. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 7 di 21 Università Telematica Pegaso La nascita e lo sviluppo del sistema curtense in Europa 2 L’impero carolingio e le origini del feudalesimo La storia dell’Europa nell’Alto Medioevo fu segnata anche da una serie di eventi politici che crearono le premesse per una rinascita; alcuni di questi importanti eventi sono legati all’evoluzione del regno dei Franchi. Dopo la morte di Clodoveo il regno era stato diviso in quattro parti: la Neustria, l’Austrasia, l’Aquitania e la Borgogna e ciò aveva causato un indebolimento del potere regio. Queste quattro entità politiche e territoriali erano in forte concorrenze tra loro e nel VII secolo si verificò una guerra per l’egemonia che interessò maggiormente la Neustria e l’Austrasia e che fu combattuta non dai sovrani ma dagli effettivi detentori del potere: i maestri di palazzo. Dopo diverse fasi nel corso del VII secolo si imposero i Pipinidi: i maestri di palazzo dell’Austrasia; l’artefice della vittoria fu Pipino II di Heristal che dal 687 al 714 detenne il potere in Austrasia, Neustria e Borgogna. A lui succedette il figlio Carlo Martello che ebbe il merito di ricomporre sotto un unico potere politico tutto il territorio e di estendere l’autorità del potere regio su territori come la Frisia e la Turingia dove ancora il potere franco non si era imposto. Carlo rivolse i suoi interessi verso l’Aquitania e affrontò anche il pericolo degli Arabi che avevano valicato i Pirenei sconfiggendoli nel 732 a Poitiers e ciò gli diede fama di campione della cristianità. Alla sua morte nel 741 divise il regno tra i suoi figli: al primogenito Carlomanno andò l’Austrasia, l’Alemannia e la Turingia; al secondogenito Pipino il Breve lasciò invece la Neustria, la Borgogna e la Provenza. I due fratelli purtroppo non riuscirono a tener testa come aveva fatto il padre all’aristocrazia e per mantenere l’ordine ripristinarono la monarchia merovingia elevando al Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 8 di 21 Università Telematica Pegaso La nascita e lo sviluppo del sistema curtense in Europa trono un re fantasma, Childerico III. Carlomanno e Pipino inoltre appoggiavano la missione evangelizzatrice fra i Frigi e i Sassoni del monaco anglosassone Bonifacio e la sua opera fu fondamentale per immettere nell’orbita cattolica il popolo franco. Bonifacio diede solide basi organizzative alla sua missione: creò una serie di distretti ecclesiastici che avevano come sedi centri fortificati e che divennero poi sedi vescovili. Molta cura fu rivolta verso l’organizzazione della Chiesa franca, furono sostituiti prelati indegni, ordinati nuovi vescovi e ristabilita la disciplina ecclesiastica. Nel 747 avvenne un fatto molto importante: Carlomanno abdicò a favore del fratello per ritirarsi nel monastero di Montecassino e lo stesso papa Zaccaria accettò la sua scelta legittimando il futuro potere di Pipino. Nel 751 Pipino fece rinchiudere Childerico in un convento e si fece proclamare re facendosi anche ungere con l’olio santo da Bonifacio; questa fu una scelta ben ponderata in quanto Pipino volle dare un segnale di apertura alla Chiesa e un fondamento sacro alla sua elezione ponendo le basi per la nascita di una monarchia di diritto divino. Per rendere ancora più salda l’elezione discesa direttamente da Dio nel 754 si fece ungere nuovamente insieme ai figli Carlomanno e Carlo dallo stesso pontefice Stefano II che si era recato in Francia per chiedere aiuto contro i Longobardi. Pipino di Heristal, Carlo Martello e Pipino il Breve riuscirono a fondare solide basi all’unità politica dei Franchi e ciò fu possibile oltre che per le loro doti politiche per l’intuizione delle enormi potenzialità sia politiche che militari insite nell’istituto della clientela armata. I Franchi come tutti i popoli germanici avevano sempre avuto un’attitudine alla guerra che non si attenuò nemmeno quando si trasformarono in proprietari terrieri; far parte dell’esercito era una prerogativa e un dovere di tutti gli uomini liberi. Alcune minoranze guerriere nel corso dell’VIII secolo si erano anche specializzate imparando nuove tecniche militari provenienti dall’oriente, come il combattimento a cavallo grazie all’introduzione della staffa che dava al Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 9 di 21 Università Telematica Pegaso La nascita e lo sviluppo del sistema curtense in Europa cavaliere più stabilità. Di questi gruppi facevano parte giovani guerrieri appartenenti alla nobiltà che restavano accanto al loro capo militare che concedeva loro delle terre in cambio del loro giuramento a prestare servizio militare. Questo tipo di concessione delle terre ai guerrieri non differiva in nulla dalla stessa concessione delle corvée ai contadini con la sola differenza che il servizio reso dal contadino era considerato vile e senza valore mentre i servizi militari resi dai guerrieri erano considerati prestigiosi. La società franca era impregnata di valori militari così ben presto si formalizzarono i caratteri di una vera e propria cerimonia che formalizzava l’ingaggio del cavaliere; durante questa cerimonia definita «dell’omaggio» il giovane guerriero (vassus) giurava fedeltà e si legava al suo signore con un vincolo di fedeltà. La ricompensa per questi servizi e per la fedeltà data fu usato il termine di «feudo» che prima indicava gli animali e poi invece cominciò a indicare i beni fondiari; la concessione delle terre avveniva durante un’altra cerimonia, quella dell’investitura. Ogni cavaliere oltre ad avere abilità e buone caratteristiche fisiche doveva avere anche un armamento efficace come cavalli, armature pesanti e armi resistenti. Al tempo di Carlo Martello i Pipinidi puntarono su un grande ampliamento delle clientele vassallatiche e provvedevano loro stessi all’armamento giovandosi dell’immenso patrimonio che avevano a loro disposizione. Oltre che nominare e dotare di armi nuovi cavalieri Carlo Martello ingaggiò anche membri dell’aristocrazia che potevano da soli fronteggiare le spese per il loro armamento. Questo sistema di clientele politico-militari creò attorno ai Pipinidi un vasto aggregato di alleati che non si opposero quando Pipino spodestò dal trono l’ultimo esponente della dinastia merovingia. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 10 di 21 Università Telematica Pegaso La nascita e lo sviluppo del sistema curtense in Europa I Franchi avevano perciò un forte potere militare che Pipino il Breve, una volta salito al trono, sfruttò subito per iniziare la sua espansione in Europa. Il primo popolo che i Franchi sconfissero fu quello dei Longobardi; come ben sappiamo i Longobardi si trovavano in Italia e proprio nell’VIII secolo, guidati dal re Astolfo, cercavano di conquistare tutti i territori rimasti in mano ai Bizantini. I Longobardi fecero l’errore di avvicinarsi troppo ai possedimenti della Chiesa; il pontefice Stefano II nel 754 infatti, sentendosi minacciato, si recò in Francia a chiedere aiuto a Pipino. Stefano II conferì a Pipino il titolo di patrizio dei Romani che aveva il significato di protettore della Chiesa romana. Pipino non si fece convincere subito anche perché a corte c’era un forte partito filo longobardo che era capeggiato dal fratello del re (il monaco a Montecassino) e che si oppose a un intervento franco. Nel 755 Pipino decise di avviare la spedizione militare e subito fu palese la differenza tra l’esercito potente e ben organizzato dei Franchi e quello formato da uomini liberi dei Longobardi. Quest’ultimo fu letteralmente travolto dalle schiere franche alla Chiusa di San Michele, l’esercito si rifugiò poi a Pavia ma cadde dopo un breve assedio. Pipino strappò ad Astolfo la promessa di cedere al papa tutti i territori Bizantini che avevano conquistato e la città di Ravenna ma appena si allontanò dall’Italia Astolfo si negò la promessa e attaccò Roma. Pipino fu allora costretto a intraprendere una nuova missione nel 756 e questa volta sconfisse definitivamente Astolfo il quale fu costretto a cedere gli ex territori bizantini alla Chiesa. Anche dopo questa seconda missione Pipino onorò solamente il suo titolo di protettore della Chiesa tanto che il successore di Astolfo, re Desiderio mostrò propositi pacifici volendo stringere rapporti di amicizia con i Franchi. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 11 di 21 Università Telematica Pegaso La nascita e lo sviluppo del sistema curtense in Europa A sancire questi nuovi rapporti tra i due popoli furono i matrimoni dei due figli di Pipino (Carlomanno e Carlo) con le due figlie di Desiderio (Gerberga e Ermengarda): la pace durò circa quindici anni durante i quali morirono il papa, Pipino e Carlomanno. Carlo, rimasto erede, ripudiò la moglie e cacciò la vedova e i figli del fratello; questi tornarono da Desiderio che per vendicarsi attaccò i territori pontifici e la stessa Roma causando di nuovo l’intervento dei Franchi chiamati dal nuovo papa Adriano I. Anche questa volta i Franchi ebbero la meglio: nel 773 Carlo confisse i Longobardi e dopo aver assediato Pavia per dieci mesi costrinse Desiderio a seguirlo in Francia come prigioniero. Il figlio Adelchi provò a fare qualcosa ma fallì contro la potenza franca e fu costretto a cercare rifugio in Oriente mentre invece i duchi longobardi si sottomisero senza opporre resistenza al vincitore al fine di poter mantenere i loro patrimoni. Nel 776 però, in seguito a un tentativo di rivolta dei duchi, Carlo inviò propri funzionari, conti e vassalli franchi che assicurarono al sovrano un maggior controllo sul territorio italiano. Carlo oltre che sul fronte italiano fu impegnato anche su altri fronti sia interni (imporre l’autorità regia su Borgogna e Provenza) che fuori dai confini franchi. Nel 778 con un ingente esercito si recò verso la Spagna con l’obiettivo di mettere fine alla minaccia musulmana dei Mori e dei Saraceni ma dopo la vittoria a Pamplona fu costretto a tornare indietro per fronteggiare una rivolta dei Sassoni. Durante la ritirata il suo esercito cadde in un’imboscata dei Baschi presso Roncisvalle dove persero la vita molti cavalieri tra cui il leggendario Rolando la cui sofferenza di Carlo fu menzionata negli Annales regni Francorum. Nell’801 Carlo intraprese una nuova spedizione in quei territori e nell’813 riuscì a creare il nuovo distretto della Marca hispanica comprendente la Navarra e la Catalogna. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 12 di 21 Università Telematica Pegaso La nascita e lo sviluppo del sistema curtense in Europa Negli anni tra la prima e la seconda spedizione Carlo aveva affrontato dei problemi a Nord e a Est del suo regno: a Nord infatti i sassoni mostravano una fiera resistenza all’autorità franca e alla diffusione del Cristianesimo. Carlo era riuscito a piegare i nobili ma non la grande massa di contadini che si mantennero in armi per molti anni. Solo nell’804 finalmente si raggiunse una situazione pacificata e si diede un nuovo ordinamento ecclesiastico. Nella parte orientale in concomitanza con la rivolta sassone c’era stata la rivolta della Frisia e della Baviera, rivolte che persero subito vigore dopo la sconfitta dei sassoni; nel 788 Carlo incorporò al suo regno Frisia, Baviera, Carinzia e Austria. Con queste annessioni il regno franco aveva raggiunto notevoli dimensioni estendendosi in tutta l’Europa centrale, in Spagna, nell’Italia centrale, nel bacino dell’Elba. Le molte spedizioni militari e missionarie ebbero come risultato quello di stabilizzare i confini del regno e favorire la diffusione del Cristianesimo. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 13 di 21 Università Telematica Pegaso La nascita e lo sviluppo del sistema curtense in Europa 3 I caratteri dell’Impero Carlo aveva radunato alla sua corte molti uomini di cultura e questi gli fecero capire quanto importante fosse il suo ruolo e quanto grande fosse diventato il suo potere; questi gli fecero acquisire una nuova ideologia del potere assimilabile a quella degli imperatori dell’antica Roma. Anche la Chiesa romana man mano che il suo potere cresceva gli attribuiva prerogative e benefici che prima erano dell’imperatore d’oriente; Carlo si sentiva molto vicino all’ideologia romana, cercava di imitare il grande Costantino e come lui fondò una capitale, Aquisgrana ispirandosi ai modelli urbanistici delle antiche città romane; nonostante ciò negli atti ufficiali continuava a usare i titoli di «Re dei Franchi, re dei Longobardi, patrizio dei Romani». Sul finire dell’VIII secolo si verificarono degli eventi che sancirono il suo ruolo e che diedero un solenne riconoscimento alla sua autorità; dal 797 il trono bizantino aveva perso molta della sua dignità a causa dell’ignobile gesto dell’imperatrice Irene che, per avere il potere, aveva fatto accecare e imprigionare il suo stesso figlio Costantino VI. Ai vertici della massima istituzione politica cristiana ci fu perciò un vuoto che si aggiunse alla debolezza del papato retto dal 795 dal contestatissimo Leone III; il 25 aprile 799 il papa fu imprigionato in un monastero dal quale fu liberato solo dopo l’intervento di due missi franchi. Dall’Italia raggiunse Carlo in Germania e dopo aver implorato il suo aiuto ritornò sotto la scorta in Italia; il re stesso decise di scendere in Italia, arrivò il 34 novembre dell’800 e organizzò per il 1°dicembre un’assemblea di prelati dove si giudicò il pontefice che alla fine dei lavori, il 23 dicembre, fu giudicato innocente. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 14 di 21 Università Telematica Pegaso La nascita e lo sviluppo del sistema curtense in Europa Il 25 dicembre, durante la Messa di Natale papa Leone III pose sul capo di Carlo una corona mentre il popolo romano lo acclamava gridando la frase: «A Carlo augusto, coronato da Dio, grande e pacifico imperatore dei Romani, vita e vittoria!». Questo episodio ebbe un grande eco e oggi gli storici si chiedono di chi sia stata l’iniziativa ma di certo in quell’800 Carlo Magno era superiore al papa; Carlo inoltre già da tempo si sentiva pronto a ricevere il titolo di imperatore e il papa non era di certo in grado di imporgli o negargli nulla. Alcuni problemi si presentarono quando a Costantinopoli fu deposta Irene e rileggittimato il potere imperiale con l’elezione di Niceforo; tra i due imperi scoppiò un vero e proprio conflitto che si risolse nell’812 quando il nuovo imperatore Michele I riconobbe a Carlo il titolo imperiale in cambio dei territori della Dalmazia, dell’Istria e di Venezia. Risolti i problemi con l’impero bizantino restarono da chiarire quelli con il papato: Carlo aveva il compito di difendere la cristianità occidentale dai pagani, assicurare stabilità all’apparato ecclesiastico e assicurare la diffusione della dottrina cristiana nei suoi domini; il papa avrebbe invece pregato per la protezione divina sugli eserciti imperiali e sul popolo divino. Il papato si trovava in una situazione di netta inferiorità per cui dopo la morte di Carlo la questione si riaprì. Il nuovo impero si basava sulla stretta compenetrazione tra Stato e Chiesa ma Carlo Magno non volle rendere omogenei tutti i territori da lui conquistati e nella maggior parte degli Stati rimasero in vigore le leggi preesistenti. Delle modifiche si ebbero solo nel settore del diritto pubblico e nel funzionamento dell’apparato ecclesiastico; dove non costituì regni affidati a familiari, Carlo creò distretti a capo dei quali mise dei funzionari pubblici con il titolo di conti i quali avevano compiti riguardanti la difesa, l’amministrazione e la giustizia. Nelle zone di frontiera i distretti avevano un’estensione maggiore, vennero chiamati marche e assegnati alla gestione di un marchese; altri grandi distretti erano i ducati che spesso avevano un carattere nazionale ben preciso. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 15 di 21 Università Telematica Pegaso La nascita e lo sviluppo del sistema curtense in Europa L’operato di conti, marchesi e duchi era ricompensato sia con il prestigio e con la potenza della carica (honor) ma soprattutto con i proventi di multe e confische, con il reddito prodotto dai terreni che venivano loro affidati e che costituivano la normale dotazione della carica (res de comitatu). Nelle mani di questi funzionari pubblici, che spesso erano anche feudatari del re e che possedevano terre per diritto di famiglia, si concentrò un grande patrimonio fondiario. Per tenere sotto controllo questi funzionari Carlo aveva a sua disposizione dei suoi fedelissimi chiamati vassi dominici i quali erano sottoposti alla giurisdizione del funzionario pubblico ma la loro presenza era segno di equilibrio e della presenza del sovrano. Per mantenere sempre situazioni di equilibrio nei distretti si fece ricorso anche a un antico istituto giuridico romano: quello dell’immunità. All’immunità fiscale che sottraeva dal fisco le terre del demanio imperiale, si aggiunse quella di carattere giurisdizionale: all’interno della contea esistevano delle terre immuni dove solo l’immunità (istituto giuridico nato in età romana) poteva riscuotere imposte o esercitare i poteri giuridici. Queste terre erano come delle isole che riducevano l’autorità dei funzionari pubblici anche se frenava la crescita del distretto. Dal punto di vista dell’ordinamento dell’impero fu messo in atto un mutamento in positivo in quanto tutto divenne più strutturato e ordinato. L’amministrazione dell’impero aveva la sua sede nel palazzo; con il termine palatium si indicava allo stesso tempo sia corte mobile dell’imperatore che l’insieme di tutti i funzionari e dei dignitari del suo seguito. Un ruolo di primo piano era affidato a tre funzionari: l’arcicappellano: preposto a tutti gli affari di natura religiosa; il cancelliere: responsabile della redazione di diplomi, lettere del re e testi legislativi; i conti palatini: responsabili dell’amministrazione della giustizia e delegati del re in casi eccezionali. Tra i personale di palazzo Carlo sceglieva anche i missi dominici, degli ispettori che inviava in coppia (un laico e un ecclesiale) a visitare una contea e controllare l’operato dei funzionari. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 16 di 21 Università Telematica Pegaso La nascita e lo sviluppo del sistema curtense in Europa Questa organizzazione amministrativa era sì efficiente ma sempre inferiore a quella di Costantinopoli, inoltre la corte non aveva una sede fissa ma si spostava sempre per consumare in loco le risorse delle diverse ville imperiali. Questi spostamenti avevano però il carattere positivo di creare un rapporto più stretto con le comunità locali anche se la corte gravitava sempre nei territori limitrofi ad Aquisgrana. Carlo Magno cercò di dare omogeneità ai suoi domini con un’intensa attività legislativa concretizzata nei capitolari, leggi formate da brevi articoli (capitula) emanate durante i placiti, assemblee che si riunivano circa due volte all’anno, una chiusa all’aristocrazia a ottobre e l’altra a maggio a tutti i vassalli. I capitulari trattavano di diritto pubblico e dell’organizzazione dell’apparato ecclesiastico mentre solo alcuni di essi, i capitularia legibus addenda, erano integrazioni delle leggi nazionali e trattavano perciò anche argomenti di diritto privato e penale. Gli interventi in campo economico furono anche frequenti sia per migliorare la gestione delle ville facenti parte del patrimonio regio ma anche per proteggere piccoli proprietari e ceti rurali dalle pressioni dell’aristocrazia che spesso sfruttava la povertà dei contadini a proprio vantaggio. Sempre per proteggere le classi meno fortunate Carlo cercò di fermare l’aumento dei prezzi ma tutte queste leggi valevano a ben poco visto che il già esiguo apparato amministrativo del re era formato da funzionari pubblici aristocratici che non erano disposti a far rispettare quelle leggi che andavano a colpire la loro classe sociale di appartenenza. L’economia monetaria romana era ormai solo un ricordo e non era ancora possibile dare l’avvio a un sistema di imposte fondiarie; così si pensò di regolamentare le imposte dei dazi e dei pedaggi per strade, ponti e valichi anche per non ostacolare quei pochi traffici che esistevano. In campo monetario i funzionari carolingi cercarono di recuperare il pieno controllo di tutte le zecche evitando la produzione di monete di scarso prestigio e favorendo invece la produzione di quelle Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 17 di 21 Università Telematica Pegaso La nascita e lo sviluppo del sistema curtense in Europa d’argento. La moneta circolante fu il soldo per le merci di valore elevato mentre il denaro si usò per le transazioni più frequenti. Sia il padre di Carlo come poi anche lui e il suo successore si impegnarono molto nell’opera di restaurazione della Chiesa e questo per motivi politici oltre che religiosi. Per gli ecclesiastici di corte l’impero coincideva con tutta la comunità cristiana che era retta, in comunione di intenti dal papa e dall’imperatore. Da parte sua Carlo sceglieva vescovi e abati tra coloro che gli erano più fedeli proprio perché le istituzioni ecclesiastiche svolgevano un ruolo importantissimo nell’inquadrare la popolazione e dare stabilità al suo dominio. Non a caso quando un nuovo territorio veniva annesso all’impero subito venivano mandati i missionari e veniva introdotto il modello organizzativo della Chiesa franca che si costituiva in province (con a capo gli arcivescovi), diocesi e pievi (circoscrizioni parrocchiali) dove vivevano piccole comunità di chierici. Fu attuata un’opera di riforma dei monasteri; la nobiltà franca forniva ai monasteri protezione politica e militare anche perché spesso a capo di questi venivano scelti abati e badesse appartenenti alle stesse nobili famiglie. I monasteri però avevano perso ogni prestigio religioso a causa dell’affievolirsi della disciplina interna e della dispersione dei loro patrimoni a causa della cattiva gestione di abati senza una vera e autentica vocazione. Fu premura di Carlo Magno ristabilire l’antica disciplina e negli anni a lui successivi Ludovico il Pio impose ai monasteri la regola di san Benedetto; la riforma religiosa prevedeva anche un progetto che mirava ad elevare il livello culturale dei monaci e dei chierici attraverso delle scuole presso le chiese e i monasteri dove vennero insegnate le arti del trivio (grammatica, retorica, dialettica) e del quadrivio (aritmetica, geometria, musica e astronomia), la teologia, il canto gregoriano e il diritto ecclesiastico. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 18 di 21 Università Telematica Pegaso La nascita e lo sviluppo del sistema curtense in Europa Vennero inoltre ammessi anche gli esponenti delle famiglie nobili che in futuro avrebbero avuto di certo carriere come funzionari pubblici anche se Carlo aveva il desiderio di aprire le scuole a tutti i suoi sudditi. Ad Aquisgrana, sempre per desiderio di Carlo, si costituì la Schola palatina o Accademia, un cenacolo di intellettuali per la maggior parte ecclesiastici e di alta cultura che si riunivano per discutere insieme e che istruirono i figli dei funzionari di corte: ne fecero parte illustri intellettuali come Paolo Diacono, Pietro da Pisa, Clemente Scoto e lo storico Eginardo il quale scrisse la biografia di Carlo Magno. Strumento importante per la ripresa degli studi fu la nuova scrittura carolina che per la sua semplicità si diffuse velocemente in tutta Europa mettendo fine al particolarismo grafico che aveva imperato fino ad allora. Carlo Magno ebbe il merito di aver dato il via alla rinascita culturale dell’Europa (ridefinita appunto “rinascita carolina”), rinascita che non si arrestò con la sua morte grazie alle sue scuole rimaste attive. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 19 di 21 Università Telematica Pegaso La nascita e lo sviluppo del sistema curtense in Europa Bibliografia G. Albertoni, L’Italia carolingia, Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1997. 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