LA SENSAZIONE E LA PERCEZIONE Le sensazioni sono soggettive ma simili a quelle degli altri Sensazione: registrazione delle differenze di energia (soglie) Interfaccia realtà esterna/interna Il soggetto è capace di avvertire uno stimolo solo se ha una determinata intensità: o Soglia assoluta: valore di uno stimolo che nel 50% dei casi suscita la sensazione corrispondente. Segna il confine fra stimoli che vengono avvertiti e quelli che non vengono avvertiti o Soglia iniziale o Soglia terminale o Soglia differenziale: differenza appena rilevabile, ovvero il valore della differenza minima fra due stimoli di diversa intensità che è rilevata nel 50% dei casi. Misurazione della soglia: o Metodo dei limiti o Metodo degli stimoli costanti o Metodo dell’aggiustamento o Soglia differenziale: stimolo standard e stimolo di confronto Psicofisica: studiato le relazioni fra gli attributi soggettivi di una determinata sensazione e gli attributi fisici controllabili dello stimolo corrispondente: o Costante di Weber: la soglia differenziale ΔR dello stimolo è una proporzione costante (K) dell’intensità dello stimolo iniziale o . o Legge di Fechner: la sensazione S è direttamente proporzionale al logaritmo dell’intensità dello stimolo R o . LA PERCEZIONE: DEFINIZIONI E TEORIE Sensazione: registrazione delle differenze di energia (soglie) Percezione: organizzazione di queste differenze minime in strutture dotate di rapporti Realtà fisica e percettiva non sempre coincidono (figure anomale, figure nascoste) Stimolazione da evento fisico evento fisiologico Teoria Scuola della Gestalt empiristica (fine (inizi XX secolo) 800) Apprendimento ed esperienza sono essenziali per la percezione degli oggetti processi di associazione inconsci che diventano rapidi ed automatici. La percezione è un processo primario e immediato (non è preceduta dalle sensazioni). ‘Ogni totalità è diversa dalla somma delle sue parti in quanto ha proprietà Movimento del New Look (dopo II guerra mond.) Percezione dipende anche da fattori come bisogni, stati emotivi, aspettative, motivazione. Esp. di Bruner moneta e Teoria ecologica di Gibson Teoria computazion ale di Marr Il soggetto codifica le immagini in funzione delle continue variazioni di intensità luminosa. La stimolazione contiene così com’è tutte le informazioni percettive Il soggetto deve solo cogliere queste informazioni percettive che diverse’ La percezione deriva dall’organizzazio ne interna delle forze che si creano fra le diverse componenti di uno stimolo (es. campo elettromagnetico) L’insieme è più della somma delle parti. Principi di unificazione che regolano l’organizzazione intrinseca Le parti di un campo percettivo costituiscono totalità coerenti e strutturate disco di cartone. sono già presenti nell’ambiente circostante PRINCIPALI FENOMENI PERCETTIVI Segmentazione del flusso di stimolazioni permette al soggetto di muoversi e orientarsi correttamente nello spazio. o Articolazione figura/sfondo (inclusione; convessità; area relativa; orientamento assi). Fenomeno delle figure reversibili! o Segmentazione del campo visivo (Gestalt): principi di vicinanza, chiusura, somiglianza, destino comune, buona direzione, pregnanza. ‘A parità delle altre condizioni si unificano…’ o Percezione della profondità: chiaroscuro, sovrapposizione, altezza sul piano dell’orizzonte Costanze percettive: relazione fra oggetto e ambiente di riferimento, proprietà del campo più che degli stimoli di per sè. V’è un confronto simultaneo fra più stimoli adiacenti interconnessi o Costanza di grandezza, costanza di forma (es. finestre), costanza cromatica La percezione del movimento: o Indotto o Apparente (eff. Stroboscopico, cinema) o Autocinetico LA COSCIENZA E L’ATTENZIONE Coscienza è la consapevolezza degli stimoli esterni ed interni Attenzione ha una natura selettiva Funzioni della coscienza: o Monitoraggio (capacità di rispondere agli stimoli: v. coma, sonno) o Controllo (sistema rilevatore degli errori) o Autocoscienza (consapevolezza di sé, v. sviluppo del bambino) Processamento automatico e controllato Freud: coscienza come punta di un iceberg Coscienza si radica e si fonda su processi inconsci Non tutte le attività psichiche sono consapevoli: in particolare, considerando le elaborazione delle informazioni 2 tipi di processamento: processamento automatico e controllato Conoscenze proposizionali Coscienza presente Riguarda i contenuti Processa mento controllato Effetto ridotto esercizio Conoscenze procedurali Coscienza presente nel momento iniziale dell’apprendimento, poi automatica. Riguardano modi e procedimenti Processa mento automatico Miglioramento graduale L’ATTENZIONE Attenzione spaziale: ci permette la focalizzazioni su determinati stimoli dell’ambiente, mettendo in secondo piano l’informazione meno rilevante o Orientamento volontario (es. quando si osserva 1 stimolo) o Orientamento automatico (es. suona campanello) Attenzione selettiva: o Integrazione o Filtraggio o Ricerca o Facilitazione o Enumerazione o Distinzione dell’informazione rilevante da quella non rilevante: prove con incongruenza degli stimoli Effetto Simon Effetto Navon Effetto Stroop o Concetto di Selezione Tardiva Le risorse attentive non sono infinite!!! o Interferenza da doppio compito o Interferenza strutturale se condividono stadio o meccanismo di processamento (es. film e conversazione) o Interferenza da risorse: compito primario e compito secondario SONNO Sonno non è omogeneo: 4 stadi + fase REM Variazioni di temperatura corporea Brevi dormitori e lunghi dormitori Gufi e Allodole Se senza indicazioni, il ritmo circadiano si allunga 25 Ritmi circadiani dipendono dalle culture (culture lente e veloci) Teorie sul perché si dorme: o Come recupero delle risorse o Per rendere inattivi gli animali nelle ore di buio Spiegazione dei sogni: o Freud: desideri incettabili repressi, spesso di natura sessuale o Teoria rielaborativa: sogni rimettono in ordine la memoria e risolvono aspetti problematici o Teoria dell’attivazione-sintesi: attivazione di circuiti nervosi che bombardano di scariche la corteccia cerebrale. APPRENDIMENTO, MEMORIA E IMMAGINAZIONE Uomini e animali colgono collegamenti associativi fra eventi Pavlov, fisiologo russo 1900: notato che offrendo il cibo al cane, il cane salivava: in particolare salivava anche di fronte operazioni precedente alla somministraizone del cibo (es. semplice vista del contenitore). Decide di studiare sistematicamente: Stimolo incondizionato, risposta incondizionata, stimolo condizionato, risposta condizionata Processi di acquisizione e di estinzione (dopo riposo, recupero spontaneo e riapprendi mento rapido). Generalizzazione (RC anche per stimoli simili) apprendimento alla discriminazione. Nevrosi sperimentale LA CATEGORIZZAZIONE Processi di organizzazione dei fenomeni: la mente usa strategie di organizzazione dell’esperienza Categorizzazione per somiglianza? No, è una teoria ingenua (due cose possono avere un nr illimitato di cose in comune) Coesistono e si intrecciano più sistemi di categorizzazione. o Dimensione verticale: struttura gerarchica delle categorie, basati sul livello di astrazione (cateogire ‘alte’, ‘base’, ‘basse’) o Dimensione orizzontale: confini netti/sfumati nelle categorizzazioni (es. nonna) o Categorie fondate su uno scopo. SKINNER E IL MODELLAGGIO Riprende le ricerche di Thorndike sull’apprendimento per prove ed errori Thorndike Exp. Gatto nella problem box: risposte corrette vengono ripetute, scorrette abbandonate diminuendo i tempi Skinner distingue: o Comportamenti rispondenti: riflessi innati o appresi o Il topino nella skinner box premere una leva Rinforzo positivo (cibo-acqua)/negativo (scossa elettrica) e fisso/variabile (rinforzo a ragione variabile è molto più efficace nel generare alte frequenze. Es. case di gioco d’azzardo) Modellaggio: per accelerare l’apprendimento rinforzo della risposta di avvicinamento Società utopica, priva di conflitti basata sul modellaggio. CHOMSKY E L’APPRENDIMENTO DEL LINGUAGGIO Rivoluzione cognitivista rifiuto di spiegare i comportamenti esclusivamente tramite il modellaggio Apprendimento del linguaggio: come si impara la grammatica La grammatica deve essere in grado di generare tutte le frasi possibili in una lingua, mentre una grammatica a stati finiti non può, è troppo semplice per rendere conto della complessità di una lingua naturale. Grammatica è generativa: apprendere il linguaggio significa padroneggiare o Vocabolario finito o Regole finite o Simboli iniziali F (frasi) Il linguaggio è creativo: fenomeno dell’ipergeneralizzazione (capacità di applicare delle regole a espressioni mai sentite in precedenza) Riassumendo il comportamentismo… 1. Spiega ogni comportamento tramite condizionamenti 2. Assenti riferimenti ai contenuti mentali 3. Tutto è acquisito, nulla è innato Non può spiegare tutto: vedi la paura (‘selezione evolutiva’) LA MEMORIA La memoria ha più sistemi, è un modello multi processo Modello di Atkinson e Shiffrin (1997) Registro sensoriale (esp di sperling sulla matrice 3x3, pochi centesimi di secondo procedimento a resconto parziale/totale) Memoria a Breve termine o Mezzo minuto o Capacità limitata:unità di informazioni che si possono ricordare o Magico numero sette più/meno due (v. tecniche di raggruppamento) o Concetto di reiterazione: più a lungo un informazione rimane nella MBT, più alta è la possibilità che arrivi alla MLT o MBT: Memoria di Lavoro (Baddley) Loop articolatorio: elaborazione e mantenimento dell’informazione verbale e acustica Taccuino visuo/spaziale: elaborazione e mantenimento info visiva e spaziale EC: opera sui dati dei due sottosistemi Memoria a lungo termine: C’è molto spazio ma è soggetta all’usura con il passare del tempo o Passaggio da MBT Reiterazione Elaborazione o Integrazione in strutture già presenti Memoria per gli eventi futuri: prospettica Memoria è una biblioteca (imp. strategie di catalogazione e immagazzinamento) o Strategie di codifica (reiterazione, raggruppamento, schemi) o Strategie di Recupero o Doppio sistema di codifica: verbale e visivo, parole ad alto valore di immagine. OBLIO E DIMENTICANZE Pensieri non voluti? Effetto ironico del non pensare a qualcosa (Wegner) Meglio la concentrazione su casi positivi (concentrarsi su qualcosa) No semplice passare del tempo nuovo materiale interferisce con quello precedente: o Interferenza retroattiva o Interferenza proattiva Effetto primacy/recency: difficoltà per ricordare la parte centrale Memoria (fan parte della memoria a lungo termine, c’è molto spazio e sono soggette all’usra con il passare del tempo) o Esplicita: informazioni consapevolmente apprese o Implicita: difficile da indagare ma causa interferenze o Semantica: quello che sappiamo o Episodica: quello che ricordiamo o Sistema semantico ed episodico operano serialmente. LA MOTIVAZIONE Processo di attivazione dell’organismo finalizzata alla realizzazione di un determinato scopo Motivazione è un costrutto psicologico articolato, ordinate in modo gerarchico 1. Riflessi 2. Istinti 3. Bisogni e Pulsioni 4. Motivazioni primarie e motivazioni secondarie 1. Riflessi: sistema di risposta più semplice e svolge una funzione di difesa. Sono risposte a. Innate b. Automatiche c. Involontarie 2. Istinti: sequenze congenite di comportamenti specie-specifici su base genetica. a. Istinto come predisposizione b. Imprinting (es. oca, periodo critico) 3. I bisogni e le pulsioni: a. Bisogno: condizione fisiologica di carenza e di necessità b. Pulsione: condizione psicologica, stato di disagio e tensione interna i. Bisogni e pulsioni sono fattori interni c. Incentivi: rappresentano oggetti ed eventi esterni. Sono rinforzi, possono essere primari o secondari (Primari se si basano su processi fisiologici, es. sapore dolce di un cibo; Secondari si basano su determinata coltura, es. bisogno di successo, affermazione) 4. Motivazioni primarie e secondarie a. Motivazioni primarie: connesse direttamente ai bisogni fisiologici (viscerogene) b. Motivazioni secondarie: connesse alla cultura di appartenenza c. Autonomia funzionale dei bisogni: evoluzione da motivazione da motivazione primaria a secondaria (es. pescare, caccia) 5. Gerarchia delle motivazioni di MASLOW Motivazioni sono organizzate in maniera gerarchica, dalle più semplici: Bisogni di: o Carenza (si esauriscono) o Crescita (non si esauriscono) o Trascendenza PUNTI DI VISTA SULLA MOTIVAZIONE La teoria Omeostasi: esigenza di conservare in maniera stabile l’equilibrio per il biologica funzionamento dell’organsimo. Spiegazione non sufficiente: es. non spiega la capacità di differenziarsi, evolvere, creare novità. La concezione Interazione fra pulsione e abitudine. (es. ratti nella gabbia bianca con corrente comportamentista ed evitamento della gabbia bianca) Determinate situazioni diventano incentivi per esperienza di associazione con piacevolezza o spiacevolezza. La prospettiva o Motivazioni e bisogni cambiano in rapporto alla quantità/qualità delle cognitivista informazioni elaborate. o Definizione delle mete e proseguimento degli scopi in base ai propri progetti di vita: valutazione delle probabilità di riuscita/fallimento o Individui valorizzano l’utilità soggettivamente (non ogg.) attesa aspettative o Atkinson tendenza al successo data dall’interazione fra motivazione al successo, incentivo dato dall’ottenimento, probabilità di ottenerlo. (paradosso) Il punto di vista o Ogni azione è diretta ad uno scopo. scopistico o Le motivazioni sono sistemi gerarchici di scopi: scopo generale sottoscopi singole azioni o L’individuo formula una strategia, un piano di azione o Importanza dello stile attribuzionale (locus of control): influenza grandemente la dimensione attribuzionale Il punto di vista o Motivazioni sono suscitate e alimentare dai processi relazionali interazionista o Individuo agisce in funzione della rete relazionale in cui è inserito o Differenze fra culture orientali e occidentali (es. affermazione individuale) ALCUNE MOTIVAZIONE SECONDARIE o o o o AFFILIAZIONE Più diffuso nelle culture orientali (principio dell’interdipendenza) Bisogno di attaccamento: ricerca della vicinanza della figura preferita, non solo per esigenze fisiologiche (v. Bowlby e teoria dell’attaccamento) Il comportamento prosociale come base per la cooperazione La relazione di amore: (v. stili di attaccamento) o o o o SUCCESSO Più diffuso nelle culture occidentali Chi ha un alto bisogno di successo si assegna scopi impegnativi ma realistici Ruolo delle aspettative genitoriali: es. elevate e realistiche sviluppano bisogno di successo. Motivazione sul lavoro: razionale-economica, sociale, all’autorealizzazione. POTERE o Esercitare influenza e controllo sulla condotta di altre persone. o Culture orientali, diseguaglianza è legittima, culture occidentali la rifiutano,v. pari opportunità mito del self made man o Potere e leadership: leader autoritario, democratico, permissivo (ogni stile ha vantaggi e svantaggi). Leader centrato sul compito/sulla relazione. LE EMOZIONI Le emozioni caratterizzano la ns mente: sono presenti emozioni di diversi tipi Affascina gli studiosi: L’esperienza emotiva ha una stretta connessione con l’azione! Tendenza all’azione è centrale nel processo emotivo (Frijda, 1988): paura fuga collera attacco adattive in quanto attivano compiti vitali di sopravvivenza, fondamentali per la specie (Tomkins, Ekman) La teoria Periferica (James (1884) Teoria centrale (Cannon, 1927) Teoria cognitivoattivazionale delle L’evento emotigeno scatena delle reazioni viscerali. La percezione di queste reazioni sono alla base dell’esperienza emotiva. ‘non piango perché sono triste, bensì sono triste perché piango’ Cannon: la teoria è infondata perché i visceri hanno scarsa sensibilità per spiegare l’intero universo emotivo. L’intuizione centrale è ancora valida: o Ipotesi del feedback facciale: le espressioni facciali forniscono informazioni che influenzano il processo emotivo: versione forte (Ekman) e versione debole o Teoria vascolare dell’efferenza emotiva: la respirazione nasale contribuisce a regolare il regolare il raffreddamento termico dell’ipotalamo, sotteso alle emozioni piacevoli Attivazione e regolazione delle emozioni si trovano nella regione talamica del cervello (localizzazione centralizzata) Ipotalamo: svolge la funzione di coordinamento del sistema autonomo Amigdala: computer dell’emozionalità. Partecipa ai processi cognitivi di valutazione degli eventi emotigeni e di attribuzione di significato emotivo. Teorie periferiche e centrali sono entrambe vere ma parziali: si concentrano sull’aspetto neurofisiologico. emozioni (Schachter, Emozione risulta dall’interazione di due componenti distinte: o Attivazione fisiologica non specifica ‘arousal’ 1962) o Attivazione psicologica, con percezione dell’attivazione fisiologica e spiegazione in funzione di un evento emotigeno plausibile o Attribuzione causale stabilisce una connessione fra le due componenti Emozione è quindi: arousal + due atti cognitivi (percezione dell’evento, connessione fra atto cognitivo e arousal) riduzione dell’intensità emotiva in caso di attribuzione erronea informazione preparatoria favorisce una maggiore tollerabilità e controllo Paradigma del transfer di eccitazione: arousal non cessa in modo repentino. Interazioni fra eccitazione sessuale e aggressività Teorie dell’appraisal Le emozioni: (1980) o dipendono dal modo con cui gli individui valutano e interpretano gli stimoli dell’ambiente. o Sono profondamente intrecciate con i processi cognitivi o Sorgono in risposta alla struttura di significato di una determinata situazione (non sono attivate dall’evento in se ma dal significato che ne viene attribuito) Significato situazionale: dimensione soggettiva dell’esperienza emotiva, due individui con una diversa valutazione della medesima situazione rispondono con emozioni differenti. Riflessi sono processi geneticamente determinati e prestabiliti Emozioni sono risposte soggettive dotate di flessibilità e variabilità: comportano l’aumento dei gradi di libertà dell’individuo. Prospettiva dimensionale: emozioni sono dei mediatori fra il mondo interno e quello esterno e variano secondo alcune dimensione continue: quali la valenza edonica, la novità, il grado di controllo, la compatibilità con le norme sociali di riferimento. Teorie Influenza della concezione evoluzionistica di Darwin psicoevoluzionistiche Tesi innatista delle espressioni facciali delle emozioni (1962) Ipotesi di emozione primarie (gioia, collera, tristezza…) ed emozioni miste derivanti dal miscelamento della tavolozza. Prospettiva categoriale: emozioni sono distinte e separate Universalità delle espressioni facciali Similitudine con primati LA VALUTAZIONE DELL’EVENTO EMOTIGENO Lazarus: si distinguono due aspetti nel processo di valutazione o Valutazione primaria: esplora l’evento in relazione all’individuo o Valutazione secondaria: esamina le modalità con cui l’individuo può far fronte (coping) alla situazione emotigena, come può controllarla e gestirla. Capacità di affrontare l’evento: problem focused coping Capacità di controllare le reazioni emotive: emotion focused coping Cosa si valuta? Novità Piacevolezza/spiacevolezza Pertinenza dello stimolo per gli scopi/bisogni Compatibilità con le norme sociali e con l’immagine di sè Capacità di far fronte allo stimolo (Coping) o Primario: capacità di controllare l’evento che ha attivato l’emozione o Secondario: gestire le proprie reazioni emotive o Attivo: prontezza all’azione dell’organismo o Passivo: preparazione alla difesa o Coping intrapsichico: tendenza a valutare l’evento emotigeno come più tollerabile rispetto ad una primo momento attraverso strategie quali humor, intelletualizzazione, negazione ecc. ESPRESSIONE DELLE EMOZIONI Ipotesi dell’innatezza delle espressioni facciali (Darwin) Il comportamento espressivo è appreso, origine culturale (approccio culturale) Studi transculturali di Tomkins, Ekman a sostegno dell’ipotesi innatista: capacità di riconoscere le medesime espressioni facciali da parte di soggetti appartenenti a differenti culture. Configurazioni facciali delle espressioni: forma di adattamento specie-specifica Esistenza di un ‘segnale panculturale distintivo per ogni emozione’ Problemi metodologici e di contenuto nelle ricerche Vi sono rilevanti e significative variazioni culturali Anche la voce esprime le emozioni: ritmo, intonazione, intensità Può esserci discrepanza fra emozione sentita ed emozione comunicata: adeguamento alle norme sociali. EMOZIONE E CULTURA Le differenze culturali nelle emozioni costituiscono il risultato delle differenze culturali nella percezione e nell’interpretazione degli eventi. Esistenza di emozioni solo in alcune culture (es. tradizione giapponese con ‘amae’) Cultura gestione emozione: collera sostenuta popolo albanese, accettata e giustificata cultura occidentale, fortemente condannata presso gli eschimesi. Cultura come griglia interpretativa della realtà I modelli culturali influenzano e danno forma all’esperienza emotiva (es. in america è diffuso lo script culturale dell’essere felice che si manifesta nella positività, nell’entusiamo, nel voler fare buona impressione. In UK domina lo script dell’autocontrollo emotivo) Script culturale: rappresentazione mentale e socialmente condivisa di una sequenza stereotipata di azioni e di interazioni. COMUNICAZIONE E LINGUAGGIO Comunicazione come aspetto costitutivo del soggetto (non sceglie SE comunicare, casomai COME). Due dimensioni inscindibili: o Cognitiva (relazione con il pensiero, l’intenzionalità e l’azione pianificata) o Relazionale (prevede l’interazione e il contatto sociale) sostiene i giochi relazionali Uomo e comunicazione si sono sviluppati in maniera sincrona e parallela Il neonato elabora precisi e importanti processi comunicativi preverbali con il caregiver, che riguardano le routine quotidiane (es. allattamento). costruzione e condivisone di significati Interdipendenza fra pensiero e linguaggio (v. Piaget): il linguaggio permette la comunicazione del pensiero. PRINCIPALI PUNTI DI VISTA SULLA COMUNICAZIONE Matematico: comunicazione come trasmissione di informazioni (Shannon, Weaver, 1949) Comunicazione come processo di trasmissione di informazioni Teoria forte del codice (non prende in considerazione intenzionalità, interpretazione, ecc) Semiotico: comunicazione come significazione e segno Pragmatico: comunicazione come interazione fra testo e contesto La comunicazione deve affrontare come avviene il processo di significazione (ovvero la proprietà di ogni messaggio di avere senso e significato per i comunicanti) Diagramma di significazione: Simbolo (termine Passaggio di un segnale da una linguistico: cane) fonte A (emittente) attraverso un Referente (oggetto che trasmettitore (es. la voce) lungo viene comunicato: cane che un canale (es. filo del telefono) a abbaia) un destinatario grazie al recettore. Referenza (concetto L’informazione consiste in ciò dell’oggetto che viene che è probabile che passi comunicato: concetto di dall’emittente al ricevente: cane) rumore influenza la Il codice: insieme di probabilità della corretta regole che associano in interpretazione maniera coerente e Concetto di feedback biunivoca gli elementi di positivo/negativo per un sistema con gli aumentare o bloccare elementi di un altro l’informazione in ingresso sistema (codice stradale: rosso con ‘fermarsi’): es. Comunicazione come codice linguistico è un processo circolare ricorrente insieme di regole che associano in modo sistematico suoni (sistema fonologico) con i significati (sistema semantico) Concezione forte/debole del codice. Si occupa dell’uso dei significati: modi con cui i significati sono impiegati dai comunicanti nelle diverse circostanze. Comunicazione come fare Testo e contesto sono due elementi del messaggio che interagiscono intrinsecamente fra loro: contestualismo forte/debole no forte (non lo determina completamente) ma debole: attiva e selezione alcuni significati e lascia altre inattive sullo sfondo. Austin ‘Teoria degli atti linguistici’: dire qualcosa è fare sempre qualcosa: atti locutori (cosa si dice), illocutori (lo scopo, es. domandare, comandare), perlocutori (effetti prodotti dal parlante) Atti linguistici diretti e atti linguistici indiretti (forza illocutoria sta non nel significato letterale bensì nelle info non verbali) Principio di cooperazione di Grice (1967): fornisce una descrizione dei principi che regolano la conversazione come azione sociale regolata di tipo regolativo Comunicazione possibile solo con processo di conoscenza reciproca e condivisa (intenzionalità reciproca emittente e ricevente) Massime per permettere successo della ocmunicazione: Quantità: soddisfare la richiesta senza fornire più info del necessario Qualità: contributo vero, non dire cose che ritieni false e/o di cui non hai le prove Relazione: pertinenza dei contributi Modo: evitare espressioni oscure, ambigue. Sii breve e ordinato IL PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO Bateson (1972) gli individui sono in comunicazione e attraverso la comunicazione giocano se stessi e l’identità. Piano della comunicazione e della metacomunicazione (cornice ‘frame’ per l’interpretazione del messaggio) Attenzione si sposta da info trasmesse e dai processi comunicativi relazione interpersonale che si crea fra due o più interlocutori Comunicazione come tessuto che crea, mantiene, modifica e rinnova i legami fra i soggetti. Durante la comunicazione l’individuo: o Definisce sé stesso o Definisce l’interlocutore o Definisce la natura della relazione che li unisce Comunicazione come base costitutiva dell’identità personale e della rete di relazioni in cui è inserito INTENZIONE COMUNICATIVA Comunicazione è ostensione: voler rendere manifesto all’interlocutore ciò che prima era privato Intenzione comporta la possibilità di scelta (comunicare tutto/in parte il proprio pensiero?): anche la scelta di non voler comunicare va espressa attraverso atti comunicativi Si presuppone la presenza di un interlocutore che riesca a comprenderla e a interpretarla correttamente. Reciprocità transitiva: prosecuzione degli scambi comunicativi COMUNICAZIONE NON VERBALE Paul Watzlawick (1967): ogni processo comunicativo tra esseri umani possiede due dimensioni distinte: da un lato il contenuto, ciò che le parole dicono, dall'altro la relazione, ovvero quello che i parlanti lasciano intendere, a livello verbale e più spesso non verbale, sulla qualità della relazione che intercorre tra loro. Diversi sistemi di comunicazione non verbale: o Caratteristiche paralinguistiche (tono, intensità, velocità del parlato) o Caratteristiche extralinguistiche (proprietà foniche della voce) o Movimenti mimici facciali o Sistema dei gesti Illustratori Regolatori (mantenere la sincronizzaizone) Adattamento (funzione auto regolativa in caso di stress) Emotivi (esprimono condotta emotiva) o Sistema dello sguardo (direzione, orientamento, durata) METODI DI RICERCA IN PSICOLOGIA VARIABILI E SCALE DI MISURAZIONE La misurazione: esprimere le proprietà di un oggetto sulla base di un parametro di valutazione convenzionalmente stabilito. Permette di effettuare valutazioni ma anche confronti Variabile: condizione, caratteristica, attributo di oggetto/persona/evento che cambia a seconda delle situazioni. Variabili dicotomiche: hanno solo due valori, es. sesso anagrafico. Valori che può assumere una variabile dipendono dalle caratteristiche della variabile stessa: o Variabili quantitativa (cambia di grandezza) e qualitative (cambiano di genere) o Variabili continue (può assumere qls valore, es. peso) e discrete (categorie distinti, es. numero dei figli) o Variabile indipendente: quella che lo sperimentatore manipola (causa) o Variabile dipendente: misura del comportamento del soggetto (effetto) o Alcune var. indipendenti (sesso, titolo di studio) sono già date LE SCALE DI MISURAZIONE Punto nodale della metodologia della ricerca: rappresentano la quantità di informazioni che possono essere ottenute da una variabile SCALE NOMINALI SCALE ORDINALI Permette di classificare gli eventi in categorie Livello di misurazione più semplice Scelta arbitraria dei numeri (etichette), che sono simboli e non consentono operazioni matematiche. Gode della Dispone oggetti/eventi in base alla grandezza. Esiste un ordinamento (graduatoria) Gli intervalli tra le diverse classi non hanno un valore omogeneo Es. titolo di studio SCALE A INTERVALLI Prima scala quantitativa vera e propria Costanza di rapporto fra intervalli Presenza di un valore pari ad uno 0 (convenzionalment e definito) Es. quoziente di intelligenza (temperatura, gradi SCALE A RAPPORTO Intervalli regolari Punto zero assoluto e non arbitrario Si può dire che A è il doppio di B Es. (temperatura, scala Kelvin) Dotata di costanza del rapporto fra i valori proprietà dell’equivalenza tra tutti gli elementi che confluiscono in una categoria e non equivalenza tra i membri di categorie diverse Es. che tipo di studi universitari Celsius) LA RICERCA SPERIMENTALE OSSERVAZIONE CONTROLLATA - Livello più accurato di osservazione Principio cardine del metodo scientifico Il ricercatore formula un ipotesi circa la relazione causa-effetto tra due variabili Metodo scientifico si basa su: oggettività: persone diverse, poste in una medesima circostanza, fanno le stesse osservazioni generalizzazione dei risultati controllo: capacità di eliminare le possibili minacce alla validità dell’esperimento (non sia causata da altri fattori) 1) ESPERIMENTO DI LABORATORIO Due caratteristiche indispensabili: 1) manipolazione della variabile indipendente 2) assegnazione casuale dei soggetti alle condizioni sperimentali Fulcro del metodo scientifico Si interviene direttamente per realizzare le condizioni necessarie alla verifica delle ipotesi sui fenomeni studiati Diversamente dai metodi descrittivi: si possono stabilire relazioni di causalità tra gli eventi. In psicologia? Solitamente o Var. indipendente: stimoli o Var. dipendente: comportamenti Effetti d’ordine: legati all’ordine di presentazione delle prove, prodotti da affaticamento, pratica, apprendimento. Per ovviare, presentazione casuale delle prove. Gruppo sperimentale: gruppo sottoposto al trattamento dello sperimentatore Gruppo di controllo: ha caratteristiche sovrapponibili, non viene sottoposto, rappresenta il termine di paragone Il problema della validità degli esperimenti: Validità: o Interna o Esterna o Di costrutto o Statistica Interna Se l’effetto osservato è prodotto da un'altra variabile, diversa da quella indipendente, l’esperimento manca di validità interna: errore sperimentale (il mutamento della variabile dipendente è prodotto da una qualsiasi altra variabile, diversa da quella indipendente) Esterna Di costrutto La relazione tra Interpretazione che variabili si il ricercatore dà ripresenterà nella delle relazioni stessa forma in causali osservate: altri contesti, su operazionalizzazi altri soggetti, one (traduzione di situazioni, con altri un costrutto in uno sperimentatori: o più indicatori generalizzazione Intervista postdei risultati. sperimentale Può dipendere dai criteri di selezione del campione Statistica Legato al concetto di validità interna (garantisce che esista un legame fra due variabili) Consente di escludere che la relazione sia dovuta al caso Significatività = 0,05, 0,01 ovvero vi è solo un 5/1% di probabilità che la relazione osservata sia dovuta al caso CAMPIONAMENTO Campione è un sottoinsieme di una popolazione (detto anche ‘universo’) e ne ha le stesse caratteristiche Campione rappresentativo: possiede le stesse caratteristiche della popolazione. Più la selezione è arbitraria meno legittima sarà la generalizzazione dei risultati della ricerca. Campionamento casuale: campionamento creato da un universo al cui interno ogni singola unità ha la stessa probabilità di un altra di essere estratta. Campionamento stratificato: combinando più campioni casuali semplici indipendenti e scelti in appropriate proporzioni, da strati omogenei, in una popolazione eterogenea. Ad esempio gli strati potrebbero essere costituiti dalle casalinghe, dagli operai, dagli studenti, ecc. Campionamento accidentale: il ricercatore sceglie come rispondenti alla sua indagine le prime persone che capitano, senza criteri definiti. Ciò che si perde in accuratezza del campione, lo si risparmia in tempo e denaro. Non sono applicabili le tecniche della statistica Campionamento per quote: campionamento non probabilistico che equivale al campionamento stratificato da cui si differenzia perchè ogni strato è generalmente rappresentato nella stessa proporzione, proporzione che ha nella popolazione complessiva. ALTRE MINACCE ALLA VALIDITà DELL’ESPERIMENTO Erronea selezione dei soggetti (es. soggetti volontari sono più motivati e tendono a confermare le ipotesi dello sperimentatore se le intuiscono) dare una spiegazione plausibile che non lo induca a cercarne altre. Effetto placebo: importanza del gruppo di controllo e del metodo a doppio cieco (aspettative) Effetto Rosenthal (sperimentatore): aspettative dello sperimentatore possono influenzare anche i comportamenti dei soggetti perché può trasmettere leggera soddisfazione o disappunto. QUASI ESPERIMENTI Assomiglia all’esperimento ma manca di una delle caratteristiche: situazioni in cui non si può assegnare casualmente i soggetti alle condizioni sperimentali. Può avere ricadute sulla validità interna della ricerca. Gruppo di controllo equivalente (es. studio in due cooperative con proposta di nuovi turni. I gruppi sono già precostituiti) Non viene usato il gruppo di controllo: disegni di trattamento ripetuto (somministrazionesospensione) esperimento naturale Ricerche longitudinali e trasversali (non v’è il gruppo di controllo): studiare la natura dei cambiamenti evolutivi (Problemi per ricerca trasversale: comparabilità dei gruppi. Longitudinale: perdita dei soggetti) Esperimento su un solo soggetto: L’effetto osservato per risultare significativo deve essere molto consistente Dev’essere ben condotto Una regola precisa: manipolazione di una sola variabile per volta Es. prima trattamento misurazione ‘baseline’: disegni ABA Ripetizione (diversi sperimentatori, diversi luoghi, su soggetti con diverse caratteristiche) METODO DELL’INCHIESTA Punti di attenzione: Importanza alle procedure di campionamento: se la scelta non è arbitraria minore sarà la possibilità di estendere i risultati alla popolazione da cui è tratto il campione. Desiderabilità sociale: tendenza, spesso inconsapevole del soggetto, a presentarsi sotto una luce favorevole. Dovuta la bisogno di approvazione sociale, conformismo. Può alterare le risposte a questionari e interviste. IL QUESTIONARIO L’INTERVISTA Domande aperte/chiuse (con vantaggi e Tecnica flessibile svantaggi, es. chiuse riducono Interviste strutturate, semi strutturate e drasticamente incidenza delle risposte non strutturate. irrilevanti però costrizione) Strutturata: rigida adesione alle Ordine delle domande (es. meglio indicazioni contenute nel modulo mettere le domande delicate alla fine, Semi strutturata: deve rispettare il prima domande facili poi difficili): contenuto delle domande ma non è organizzazione in blocchi vincolato alla rigida formulazione delle Tecnica dell’imbuto (prima domande stesse. ampie e generali poi quelle più Non strutturata: lascia piena libertà a specifiche) v.filtri intervistatore e intervistato Mescolare le affermazioni positive e Vantaggi rispetto al questionario: negative Sono rare le omissioni. Domande di controllo: per effetti di desiderabilità sociale. (scale lie) Meno faticosa perché il soggetto non deve scrivere. Si possono registrare aspetti paralinguistici della comunicazione Controllo su luogo e momento Tecnica molto costosa Il colloquio clinico ‘piagetiano’ Strategia di raccolta informazioni molto complessa che richiede uno specifico addestramento dell’intervistatore. Intervista molto flessibile Utilizzata da Piaget per studiare lo sviluppo cognitivo Si pone una prima domanda (coerente con l’ipotesi), poi a partire dalla risposta lo sperimentatore struttura la domanda soggettiva. (risposte successive vengono modellate) Non c’è un set di domande prestabilito, lo sperimentatore si lascia guidare Problemi relativi alla comparabilità dei casi e dei protocolli: ogni individuo è un caso a sé. 2) IL METODO DELL’OSSERVAZIONE Aspetti che non possono essere analizzati in laboratorio Il metodo dell’osservazione differisce dall’osservazione ingenua in base all’accuratezza, la completezza e l’efficacia della registrazione dei dati. Tiene sottocontrollo la soggettività. OSSERVAZIONE NATURALISTICA Metodo privilegiato per osservare le specie animali nel loro habitat (bird watcher) Per definizione non intrusiva Il soggetto non è disturbato dal processo di osservazione I soggetti si comportano in maniera naturale Per la raccolta dei dati si utilizzano rigorosi sistemi di codifica per ridurre la soggettività Via migliore per definire nuove ipotesi di ricerca da sottoporre successivamente a ricerche più controllate Limiti: privacy OSSERVAZIONE PARTECIPANTE Osservatore entra nella scena da osservare: il grado di coinvolgimento può variare ampiamente Per comprendere bene alcuni comportamenti è necessario calcare la scena Limite: In alcuni contesti è più facile rispetto che altri, ‘confondersi nella folla’: integrazione può richiedere tempi lunghi e avvenire per gradi per evitare alterazioni. Un contesto si definisce naturale se il ricercatore non vi ha apportato modifiche. Al contrario il contesto diventa strutturato (es. laboratorio). Potenzialità Limiti No effetto Rosenthal Poco controllo sulla situazione (variabili) No distorsioni per desiderabilità sociale Minaccia della soggettività! Si possono studiare soggetti per periodi lunghi La presenza dell’osservatore può modificare ed alterare ciò che verrà osservato (effetto Hawthorne) Differenze fra diversi osservatori Aspettative possono guidare la comprensione IL METODO DEI TEST Test: misurazione obiettiva e standardizzata di un campione di comportamento o Obiettiva: i risultati devono prescindere dalla persona che somministra la prova o Standardizzata: uniformità delle prove, delle condizioni di somministrazione e delle procedure di determinazione del punteggio Requisiti di un test: o Sensibilità: ampiezza della gamma di punteggi o Attendibilità: somministrato allo stesso soggetto da persone o in situazioni differenti, da sempre lo stesso risultato. o Validità: capacità del test di misurare effettivamente le variabili per cui è stato costruito ATTENDIBILITA’ Si indaga prima di verificare la validità Stabilità nel tempo: attendibilità test-retest Coerenza interna: tutti gli item devono misurare la stessa cosa item ben correlati fra loro, misurati con il coefficiente alfa di Cronbach (0.90 buon indice). Eventuale esclusione di item che ne abbassano il coefficiente VALIDITA’ Rimanda alla relazione che esiste tra lo strumento e la realtà empirica che il test intende rappresentare: Validità di contenuto Con questo termine ci si riferisce alla qualità del contenuto dello strumento, cioè a quali aspetti debbano essere indagati ed inseriti nel test stesso perché rispecchi la misurazione della variabile di interesse oppure Gli elementi stimolo di cui si compone il test producono risposte che sono un campione rappresentativo dell’universo di contenuti che il test si propone di esplorare -Importanza della corretta campionatura dei contenuti -Ogni stimolo deve riguardare un problema per volta. In rapporto ad un criterio La validità rispetto ad un criterio concerne la capacità di un test di prevedere le prestazioni future rispetto ad una determinato compito o attività. Il criterio è pertanto un insieme di elementi da cui è possibile trarre un giudizio, ovviamente esterno al test. oppure Un test possiede validità in rapporto ad un criterio se è in grado di predire il comportamento di un individuo in situazioni precedentemente definite. -validità concorrente: utilità in fase diagnostica (es. depresso?) -validità predittiva: importanti Validità di costrutto Questo indice ci informa su quanto il test è connesso al costrutto che si intende misurare e cioè quanto è legato alla formulazione teorica su cui si basa il test. Esso viene misurato osservando le correlazioni con altri test che misurano la medesima variabile (risultati mediamente alti) oppure con test che misurano altre variabili (risultati prossimi allo zero), in quanto non vi dovrebbero essere relazioni tra due variabili indipendenti. oppure Si riferisce al grado di precisione con cui la misura -es. test di profitto: decidere la per selezioni in ambito strutturazione delle domande (a lavorativo/accademico. domande alternative; vero/false) riflette il costrutto che intende misurare -se ne accerta la validità, confrontando i risultati al test con un test già validato che misura la stessa variabile (es. ansia) specificare le ragioni del nuovo strumento Tipi di test: possono essere raggruppati in base a ciò che misurano e alle modalità con cui viene effettuata la misurazione Test d’intelligenza Test di abilità Test di personalità Test di profitto Test di intelligenza Test di abilità Test di personalità Cattell (1971) intelligenza fluida e cristallizzata (fluida: abilità di sviluppare tecniche per risolvere problemi nuovi e inconsueti. Cristallizzata: abilità di applicare a nuovi problemi metodi di risoluzione precedentemente appresi. - Riprende la concezione della ‘Teoria dei due fattori’ di Spearman (fattore g innato e non suscettibile di modificaizone da parte della scolarizzazione. Fattore s che subisce influenza delle pratiche educative. Gardner parla di ‘intelligenze multiple’ (intelligenza linguistica, matematica, musicale, corporea, spaziale, interpersonale) Abilità specifiche : verbale, numerica, spaziale, rapidità, musicale. Es. geometra è importante l’abilità spaziale Personalità: caratteristiche stabili e generali di una persona, il suo modo d’essere e il suo modo di reagire alle situazioni. (es. estroverse, introverse, impulsive o riflessive) Un solo strumento non copre la vasta gamma di tratti che concorrono Int. Fluida: - matrici progressive di Raven (completamento di figure) Int. Cristallizzata: - Scala Stanford-Binet (per valutazione di abilità che normalmente si acquisiscono con la scolarizzazione. Es. estensione vocabolario, abilità di calcolo, conoscenze generali) - Wais e Wisc di Wechsler. Subtest verbali e di performance (buone misure sia per Fluida sia per Cristallizzata Differential Aptitude test (DAT): composto da 6 subtest che misurano ragionamento meccanico, velocità e precisione, ragionamento astratto, abilità numerica, ragionamento verbale e i rapporti spaziali. MMPI 2(Minnesota Multiphasic Personality Inventory): Si basa sull’autodescrizione, prevalentemente utilizzato nella pratica clinica. 567 item vero/falso, dieci scale cliniche + scale lie Big Five Questionnaire: (non clinico) estroversione, amicalità, coscienziosità, stabilità emotiva, apertura mentale. Scala lie Test proiettivi: si proiettano sullo stimolo alcuni elementi della personalità. Stimoli non sono strutturati: test di Roscharch (1921), Thematic Apperception Test (TAT) Test di profitto Valutare la preparazione di un soggetto in un determinato campo: bisogna formulare attentamente risposta alfa e distrattori. Tecnica dell’abbinamento: strategia che riduce l’incidenza di risposte date a caso Le scale per la misurazione degli atteggiamenti: Avere un atteggiamento nei confronti di una persona/fenomeno/ecc significa provare sentimenti positivi o negativi per quell’oggetto. Per la misurazione si utilizza la scala LIKERT: - si raccolgono un numero consistente di in affermazioni che riguardano il fenomeno in oggetto (positive e negative) - Devono riguardare giudizi di valore e non dati di fatto DIFFERENZIALE SEMANTICO - coppie di aggettivi di significato opposto collocati agli estremi di una serie di segmenti (intervalli) - Il soggetto sceglie ponendo una croce su uno dei trattini che separano gli aggettivi SCALA GUTTMAN - insieme di items i cui contenuti sono tali da rappresentare un crescendo (o un diminuendo) di un determinato atteggiamento; gli item rappresentano una sequenza di gradini, una successione di elementi aventi difficoltà crescente (es. stranieri da lo accetterei come parente stretto e lo allontanerei dal mio paese. Chi sposerebbe un francese non avrebbe problemi ad accettarlo come amico o come compagno di lavoro)