Il processo di pianificazione assistenziale per la presa in carico dei pazienti nelle cure domiciliari. PROGETTO DI MIGLIORAMENTO PER LA PIANIFICAZIONE ASSISTENZIALE NEI DISTRETTI CENTRO NORD E OVEST DELL’APSS DI TRENTO. 2010-2012 Viola V., Travaglia J., Zambiasi P., Vivori C., Raffaelli A. ROMA, 22-24 MAGGIO 2013. BACKGROUND Difficoltà nel documentare la pianificazione. Presenza di diversi strumenti per la pianificazione, prevalentemente schema libero, privo di indicazione nella compilazione. COSTITUZIONE DI UN GRUPPO DI LAVORO E ASSEGNAZIONE DI UN MANDATO. Il processo assistenziale • PIANIFICAZIONE • ACCERTAMENTO Definizione problema, obiettivi e interventi, risultati attesi Misurazione risultati attesi • ATTUAZIONE • VALUTAZIONE DA DOVE SIAMO PARTITI Cosa significa pianificare? Perché pianificare e documentare la pianificazione? Con quali strumenti? Cosa pianificare? La routine o le eccezioni Per chi pianificare? Tutti i pazienti? DOVE VORREMMO ARRIVARE OGGI La pianificazione dell’assistenza è poco documentata nella pratica quotidiana, pur essendo ampiamente utilizzata in forma verbale. ATTIVITA’ INTELLETTUALE DOMANI Documentazione scritta, completa, con un linguaggio condiviso e standard di riferimento Strumento guida predefinito ma flessibile per aiutarci a fornire una assistenza efficace, appropriata e aiutare la persona e la famiglia ad assumere un ruolo attivo La scelta avviene in base a: Evidenze scientifiche Volontà, valori storia del paziente Presa di decisione Contesto e risorse presenti Esperienza competenza Percorso intrapreso dal gruppo di lavoro Momento di formazione per recuperare la parte teorica e per verificare se ci fossero “novità”. Applicazione dei contenuti teorici a casi reali e formulazione di alcune diagnosi infermieristiche. Approfondimento su problemi educativi. Elaborazione di schede che garantiscano un bilanciamento fra standard e personalizzazione, utilizzando parole più semplici e vicine alla nostra realtà. Sperimentazione delle schede. Su quali problemi? importanza per la sicurezza e la vita del paziente (es. eccesso di volume di liquidi, disidratazione) frequenti anche come potenziali (lesioni da decubito, rischio infezioni, cadute…) importanza per il paziente (intolleranza all’attività fisica, nausea ..) Con alcune novità Le parole del paziente e/o del caregiver per documentare come essi descrivono il problema e la sua evoluzione Rilevanza all’aspetto educativo come possibile causa del problema, per porre al centro l’utente e la sua famiglia e favorire la loro autonomia Pianificazione in ambito educativo ASPETTI INNOVATIVI 3. La personalizzazione rispetto ai problemi educativi Valorizzare l’esperienza del “Paziente Esperto” - Uso delle “parole del paziente” PROVIAMOCI - Condivisione obiettivi educativi - Automonitoraggio dei comportamenti/sintomi ecc. Identificare i problemi educativi attraverso “LE PAROLE DEL PAZIENTE” A. Palese – P. Parisi – R. Valanzano Sempre più il paziente desidera includere la sua prospettiva, i suoi valori e le sue preferenze. Non vuole un’etichetta “libera da valori” Gli infermieri sono invitati a rispettare l’unicità della persona; peccato che poi quando definiscono il problema standardizzano il processo… C’è il rischio che la diagnosi attribuita riduca la possibilità di comunicare tra infermiere e paziente (Lutzen, Tishelman,1993) e gli faccia assumere un ruolo passivo. Pianificazione in ambito educativo ASPETTI INNOVATIVI 1. Documentare i processi educativi - monitoraggio del percorso educativo del paziente - tracciabilità delle competenze dell’infermiere 2. Definizione delle aree problematiche dell’autogestione (empowerment) Conoscenze – Abilità – Accordo – Fiducia PROVIAMOCI Attualmente 15 schede di pianificazione strutturata PROBLEMA REALE • Alterazione della respirazione • Diarrea, dolore, disfagia • Difficoltà nella gestione della terapia • Intolleranza all’attività fisica • Sindrome da immobilizzazione PROBLEMA POTENZIALE O REALE • Deficit o eccesso del volume di liquidi • Deficit nutrizionale • Stipsi • Piede diabetico, compromissione dell’integrità tissutale PROBLEMA POTENZIALE • Rischio caduta • Rischio infezione Nome Cognome_____________________________________ Data_____________ Infermiere ____________ Educazione rivolta a: paziente caregiver __________________________ Problema Possibili cause Disfagia Durante o dopo l’assunzione del pasto presenza di: Difficoltà a seguire le indicazioni per: residui di cibo nella bocca tosse Carenza di abilità relativa a procedure o tecniche (es. imbocco, uso di ausili, integratori, addensanti ) Limitato accordo sulle raccomandazioni o indicazioni date Monitorare il peso corporeo e BMI Carenza di fiducia (autoefficacia) nelle proprie capacità o risorse personali Consegnare opuscolo informativo sulla disfagia e informare - educare rispetto a: Altro ____________________________ cibi semisolidi - solidi entrambe Documentati episodi di ab – ingestis Le parole del paziente/caregiver ____________________________ _____________________________ _____________________________ Valutare con MMG eventuale richiesta consulenza dietologica, esami e/o visite specialistiche Carenza di conoscenze rispetto a: _____________________________ La disfagia è presente rispetto a: liquidi Raccogliere il diario alimentare/idrico per almeno 3 giorni voce gorgogliante rigurgiti nasali o orali Vedi diagnosi medica Interventi Se presenti problemi nell’assunzione della terapia valutare con il MMG variazione di forma farmaceutica o altre soluzioni Verificare lo stato del cavo orale che cosa è la disfagia: sintomi, complicanze, segni di peggioramento (malnutrizione – disidratazione) utilizzo di cibi morbidi ed omogenei (preparazione e conservazione) tecniche di alimentazione in sicurezza (imbocco, postura, ausili, ambiente) importanza del controllo e dell’ igiene orale Valutare l’opportunità di pasti a domicilio per disfagici o attivazione di altre risorse territoriali/sociali Risultati attesi Da valutare fra Da valutare fra Da valutare fra Da valutare fra Da valutare fra ______________ ______________ ______________ ______________ ______________ Indicare in ogni casella data di valutazione e esito: R= risultato raggiunto PR= parzialmente raggiunto NR= Non raggiunto Assenza di segni e sintomi di malnutrizione Assenza di segni e sintomi di disidratazione Assenza di episodi di ab ingestis Il paziente/caregiver conosce e applica le raccomandazione riguardo a: tecnica di alimentazione in sicurezza utilizzo di cibi morbidi ed eventuali addensanti individuazione precoce di complicanze cura del cavo orale Le parole del paziente/caregiver _________________ _________________ _________________ _________________ _________________ _________________ _________________ _________________ _________________ _________________ _________________ _________________ _________________ _________________ _________________ Nome Cognome_________________________________ Data_____________ Infermiere __________________ Educazione rivolta a: paziente caregiver __________________________ Problema Educativo Possibili cause Interventi Difficoltà nella gestione della terapia farmacologica Carenza di conoscenze rispetto ai Verificare con il medico la possibilità farmaci, alle modalità di assunzione e agli effetti collaterali di semplificare il regime terapeutico □ Complessità della terapia: Carenza di abilità relativa a procedure personalizzare la gestione della terapia o tecniche (es. iniezione,puff ) Fornire istruzioni chiare e semplici su: □ numero di farmaci □ orari diversi □ correlazione con gestione sintomi (es. diuretici, ipoglicemizzanti, antiparkinson) □ farmaci che richiedono follow up □ vengono saltate dosi o modificati dosaggio/orari dei farmaci o dimenticanze □ Presenza di effetti indesiderati Altro _________________________ Le parole del paziente/caregiver ______________________________ ______________________________ ______________________________ Limitato accordo sulle raccomandazioni o indicazioni date Verificare la possibilità di a cosa serve il farmaco obiettivi terapeutici (es. peso ideale, obiettivi glicemici, circonf. cavigliie ecc.) istruzioni d’uso (ora-dose……) effetti collaterali ipovedente ecc. ) controllo sintomi Deficit cognitivi follow up (es. INR, CAD..) Carenza di fiducia (autoefficacia) nelle proprie capacità o risorse personali necessarie per portare avanti il trattamento Deficit motori, sensoriali (es. Difficoltà a deglutire/assumere il farmaco Fornire lo schema terapia scritto per Alterazione del tono dell’umore favorire l’aderenza alla terapia Timore o non accettazione di effetti Preparare settimanalmente la terapia collaterali orale negli appositi blister Attivare risorse presenti sul territorio Altro _________________________ e/o servizio sociale Altro ___________________________ Risulatati attesi Da valutare fra _______________ Da valutare fra _______________ Da valutare fra ________________ Da valutare fra _______________ Da valutare fra _______________ Indicare in ogni casella data di valutazione e esito: R= risultato raggiunto PR= parzialmente raggiunto NR= Non raggiunto riconosce i farmaci (nome, confezione, a cosa serve) e descrive in quali orari deve assumere la terapia conosce gli obiettivi terapeutici, e descrive le conseguenze della non /errata assunzione usa un blister giornaliero o uno schema personalizzato cartaceo pratica l’automonitoraggio dei sintomi legati al trattamento (es. controllo glicemia, peso, diuresi, PAO ecc.) effettua i controlli riguardo al follow up (INR, glicata) dichiara di non avere difficoltà a seguire il trattamento : (non riferisce dimenticanze, errori,effetti indesiderati, problemi legati alla via di introduzione) I parametri relativi all’ efficacia della terapia rispondono agli obiettivi terapeutici (es. PAO, diuresi, glicemia, peso ecc.) Le parole del paziente ______________ _____________ _____________ ______________ ______________ ______________ ______________ ______________ ______________ ______________ ______________ ______________ ______________ ______________ ______________ Il processo di pianificazione assistenziale per la presa in carico dei pazienti nelle cure domiciliari. 2010-Formazione di un gruppo di lavoro, approfondimento teorico ed elaborazione delle schede di pianificazione. 2011-Sperimentazione delle schede in piccoli gruppi e prima revisione delle stesse aiutati da esperti. 2012- Formazione di tutti gli infermieri (aggiornamento monotematico) ed utilizzo delle schede (Progetto di formazione sul campo). Raccolta criticità e revisione dello strumento. 8 infermieri 10 schede 20 infermieri 50 infermieri 15 schede Struttura del corso - 2012 APPROFONDIMENTO TEORICO DI 4 ORE (Aprile - Maggio) AGGIORNAMENTO MONOTEMATICO Principi della pianificazione Approfondimento dei problemi educativi UTILIZZO PRATICO DEGLI STRUMENTI 4 ORE (Maggio - Giugno) PROGETTO DI FORMAZIONE SUL CAMPO Analizzare i nuovi strumenti Applicare le schede su alcuni casi APPLICAZIONE NEL PROPRIO CONTESTO LAVORATIVO (Giugno-Ottobre) Documentare i problemi incontrati Formulare ipotesi di soluzione 12/04/2012 Obiettivi e ricadute formative del corso. a) Acquisire competenze rispetto alla pianificazione e alla presa in carico dei bisogni educativi. b) Migliorare la documentazione della pianificazione assistenziale e sviluppare capacità di utilizzo degli strumenti. c) Omogeneizzare all’interno del gruppo modalità operative e linguaggi. 12/04/2012 Il processo di pianificazione assistenziale per la presa in carico dei pazienti nelle cure domiciliari. Alcuni risultati Sono state aperte 474 schede problema su un totale di 297 pazienti. Dati relativi alla pianificazione colleghi. di 50 Il processo di pianificazione assistenziale per la presa in carico dei pazienti nelle cure domiciliari. I problemi maggiormente pianificati sono stati : Compromissione dell’integrità cutanea (18,4%) Rischio cadute (10,5%) Sindrome da immobilizzazione (9,9%) % DEI PROBLEMI PIANIFICATI n. SCHEDE 474 20 18,4 18 16 14 12 10,5 10 8 6 4 2 0 9,9 8,6 5,9 5,9 4,0 3,8 1,1 3,4 6,5 5,9 4,4 3,0 8,6 Il progetto nel 2013 L’utilizzo delle schede strutturate come strumento di pianificazione è stato ufficialmente approvato dalla direzione. Rimangono aspetti da presidiare sui quali riflettere: A volte difficoltà a selezionare i problemi prioritari Migliorare l’impiego dei risultati attesi nelle schede Tenere il monitoraggio nel tempo sull’impiego degli strumenti Il vero viaggio di scoperta non consiste nel vedere nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi. Marcel Proust GRAZIE PER L’ATTENZIONE Gruppo di lavoro: Albertini Antonella, Barbieri Mara, Chini Patrizia, Cagol Elisabetta, Devigili Flavio, Frizzera Laura, Mirone Stefania, Pancheri Carla, Travaglia Jeannine, Trentini Bruna, Viola Valentina, Zurlo Isabella. Un particolare ringraziamento a Paola Zambiasi e Cinzia Vivori per il sostegno, la competenza e la passione profusi per portare a termine il progetto.