Itinerario catechistico per adolescenti

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Itinerario catechistico per adolescenti
1. LO SCHEMA
L’itinerario per gli adolescenti è organizzato in cinque tappe di due mesi, e
ripropone i passaggi dell’itinerario-tipo dei Magi.
1.1. PRIMA TAPPA: LA RICERCA (OTTOBRE–NOVEMBRE 2004)
I Magi vedono la stella (raffigurata nell’iconografia di volta in volta come luce, guida,
fiore, Cristo...). La tappa si propone di accogliere ed elaborare le domande che abitano la
vita di ogni giovane («dove sono?») nella consapevolezza che è Cristo il protagonista e la
guida di ogni ricerca («dove sei?»).
Descrizione analitica
In questa prima tappa l’obiettivo è quello di abilitare/suscitare la ricerca: non è un
dato scontato quando le risposte sono troppe oppure sembra che non ci siano. Il fatto è
che ricercare costa fatica, soprattutto in mondo che appare complesso, forse caotico.
Occorre “far alzare la testa”, fa suscitare la voglia di guardare, di stupirsi
- per quanto si agita fuori di noi
- per quanto si agita dentro di noi
È dunque importante precisare («cosa effettivamente voglio?») i desideri dei giovani:
- quelli superficiali e immediati
- e quelli più profondi e nascosti, spesso nascosti anche a chi li possiede e li ha
sepolti
Il desiderio pertanto va interrogato: forse un desiderio materiale nasconde sotto di
qualcosa d’altro, una voglia di infinito di cui ci si vergogna di parlare… fantasie, sogni,
progetti….una progressione di maturazione interiore…. In questo rinnovato “guardare”
bisogna riuscire a cogliere il “nuovo”, se c’è; ma il nuovo vero, non la moda, che riscopre
gli anni trenta e quaranta. È fondamentale cogliere la differenza tra “nuovo” e “novità”,
perché l’unico vero “nuovo” è Dio tra noi, sorgente costante di novità di vita.
Scoprendo il “nuovo” di un Dio-per-noi, ci si può rendere conto che chi ricerca è ricercato,
sollecitato, spinto. L’incontro con un Tu ci attende: quel Tu che aspetta me, che vuole
incontrare me… Io capisco che voglio incontrare Lui, perché solo incontrandolo scoprirò il
mistero di cui sono portatore
Gli esempi biblici di questa ricerca sono diversi: tra tutti si propone la conversione di
Paolo, in parallelo magari con quella – mancata - del giovane ricco:
- si può essere buoni e non volere veramente niente;
- si può essere “cattivi” eppure intimamente inquieti.
Quale inquietudine ci agita? Forse quella, come per ogni uomo, di essere veramente
uomini…chi ci dirà la parola giusta che potrà farcelo scoprire?
Passaggi
 A casa mia… ad oriente. La casa dei giovani è oggi l’oriente?
 Guardo il cielo. Come? Perché ci viene voglia di guardare il cielo? Ma si vede il
cielo in città?
 Vedo qualcosa di nuovo. Ma c’è veramente del nuovo? Novità e giovinezza;
giovinezza e noia.
 Vedo una stella. Quali sono le stelle oggi? L’Eucarestia è una stella?


Mi decido a partire. Quante difficoltà su questo punto!
Seguo la stella. La sequela di Cristo: un tema vecchio, ma mai passato di moda…
1.2. SECONDA TAPPA: L’INCONTRO (DICEMBRE 2004 - GENNAIO 2005)
I Magi (secondo la tradizione) si incontrano lungo la strada; poi incontrano Erode e i
suoi esperti. La tappa si propone di offrire percorsi di comunione, in cui vivere in
compagnia con i “propri” e in dialogo con tutti.
Descrizione analitica
L’obiettivo della tappa è abilitare al camminare insieme con gli altri sapendo
assorbire ed utilizzare in senso positivo le difficoltà che si incontrano. In senso lato, si vuol
far percepire il fatto di essere Chiesa in cammino, mai arrivata in molti sensi, eppure da
sempre arrivata.
Camminare insieme sensatamente richiede:
- avere la forza per camminare;
- avere una meta da raggiungere.
Il dato di partenza è sociologico: la difficoltà odierna di condividere i propri personali
progetti, di trasformare il “per me” in un “per noi”, a tutti i livelli: personale, sociale e
politico. Si sta bene insieme, però si fatica molto a fare qualcosa di costruttivo insieme.
Prendere una decisione insieme è difficile; anche solo confrontarsi sul serio è difficile. Non
parliamo di avere una meta comune. Colonia 2005, dunque, è meta di cosa?
Manca il dialogo? Si è incapaci di dialogo? Ma come si fa dialogo? Non è certo la
televisione ad insegnarlo. Parlarsi addosso, raccontarsi... tutti si mettono in piazza.
Quando si tornerà a raccontare una storia, non la mia storia? È solo un problema di
individualismo e di sfiducia?
Tutto quello che divide è dia–bolico; tutto quello che unisce è sin–bolico. Dove sono
i simboli che uniscono? É necessario recuperare la capacità simbolica per far esistere un
progetto comune
É relativamente facile camminare insieme quando le cose vanno bene, molto più difficile
farlo quando si fatica. Anche gruppi di amici per la pelle, messi di fronte alle difficoltà, si
scoprono meno amici, meno per la pelle. Come si costruisce un gruppo? Come si
gestiscono i conflitti? Di più: come si costruisce comunità? Cosa chiede la comunità? Cosa
siamo disposti a dare? E quando incontriamo chi non condivide la nostre scelte?
C’è modo e modo di stare nel gruppo e nella Chiesa. Esistono – da sempre - ruoli: i
boanerghes, Pietro, Filippo, Tommaso, il discepolo che Gesù amava... Siamo tutti amici
tutti, ma tutte persone diverse. I doni e i frutti dello Spirito sono elementi di costruzione
della comunità.
Quanto conta infine la verità delle scelte fatte, per progettare insieme? Chi ci indica la
meta? O ce la diamo da soli?
Passaggi
 Seguo la stella insieme a…. Chi mi cammina accanto? Mondo giovanile tra
amicizia, collaborazione, solidarietà...
 Camminare insieme a…: Quando si decide non solo di camminare, ma anche di
farlo insieme, servono un confronto ed un progetto.
 E chi non vuol venire con noi? Gioie e dolori di chi si mette in cammino.
 Erode: la vittoria di altre logiche vitali.
 Sapere: per camminare o solo per dare risposte? Il ruolo dello studio nella vita dei
giovani.

Resta la stella da seguire per non dimenticare la meta. Perché una mèta c’è, anche
se ognuno ha la sua (o crede di averla).
1.3. TERZA TAPPA: L’ ADORAZIONE (FEBBRAIO - MARZO 2005)
I Magi adorano il Bambino, presentato da Maria. La tappa si propone di guidare
all’incontro personale con Gesù Cristo, nella Chiesa.
Descrizione analitica
Obiettivo della fase: incontrare il Signore assumendo un atteggiamento,
l’adorazione, adeguato al momento. Si tratta di dare sostanza a quello che una volta si
chiamava “atto di adorazione”.
Il metterci in ricerca e camminare insieme qui giungono alla meta. Cosa ci ha
mosso in questo cammino? Quale stella ci ha guidato? Che memoria abbiamo del nostro
percorso? Quale racconto farne? Fare memoria è celebrare, è ringraziare (Eucaristia) è
lodare. È riconoscere nella nostra vita e adorare una presenza alle volte misteriosa, ma
efficace.
Oggi siamo contenti: perché? Ogni volta che otteniamo quello che abbiamo a lungo
desiderato siamo contenti. Per cominciare a volere subito dopo altro? Oppure qui il
desiderio ha fine, cambia senso, acquista un significato diverso? Quale diventa il desiderio
di chi ha incontrato il Signore?
Un desiderio soddisfatto dà la felicità? In cosa consiste la felicità? Si identifica con la
straordinaria allegrezza?
Difficoltà non banale viene dall’idea stessa di adorazione: quale gesto dice oggi
”l’adorazione”? Cosa vuol dire prostrarsi? Perché vale la pena di farlo? È adorazione il
delirio per tanti personaggi dello spettacolo e dello sport? Si adora solo Dio, ma forse si è
persa un po’ la distanza, la percezione della differenza ontologica. Non è più Dio che si
abbassato al nostro livello, ma noi che pensiamo di averlo abbassato al nostro.
Che ruolo, nel recupero della percezione dell’adorare, gioca il silenzio? E lo stupore? E La
riverenza? E il rispetto? E la stima? Ma sono sentimenti da provare nei confronti di Dio?
Un fiore adora il suo creatore? Perché ci viene più da adorare davanti ad un tramonto o la
cielo stellato sopra di noi che davanti al miracolo di una nuova vita, al miracolo di un
uomo, al miracolo dell’Uomo? Perché un tramonto non è scontato, mentre un uomo sì?
Maria ci mostra Gesù: “Fate quello che vi dirà”. Maria adora Gesù: “Conservava nel
cuore tutte queste cose”. Maria porta Gesù: “corse da Elisabetta”. Maria accompagna
Gesù fino sul Golgota.
L’adorazione non ci umilia, ci esalta, porta a perfezione quello che siamo creature
del padre, il Tu di Dio.
Passaggi
 Siamo venuti per adorarlo. Che cosa ci muove?
 Abbiamo visto. Quanto è importante la memoria?
 Straordinaria allegrezza. É quello che cerchiamo, anche in forme scomposte.
 Maria ci mostra Gesù.
 Prostrarsi in adorazione. Prostrarsi e adorare: due cose proprio che non sappiamo
più dove stanno di casa!
 Un’esperienza importante di adorazione: la bocca aperta, e afona, davanti al
mistero.
1.4. QUARTA TAPPA: LA CONDIVISIONE (APRILE – MAGGIO 2005)
I Magi consegnano a Cristo tre doni. La tappa ha lo scopo di motivare ed abilitare al
servizio nella comunità e nella società;
Descrizione analitica
Per donare occorre anzitutto avere: scoprire quali doni si hanno, quali si vogliono
donare e quali si devono ancora acquisire, per essere in grado di donarli. Alcuni doni forse
ce li siamo portati da casa; altri li abbiamo guadagnati lungo la strada.
Motivare al servizio e abilitare al servizio non sono la stessa cosa: c’è la stessa
differenza tra voler fare e saper fare, differenza spesso tipica nel mondo giovanile:
- voler fare (motivare al servizio): nasce dall’entusiasmo, dalla voglia di
protagonismo, dal desiderio di assumersi responsabilità, ma anche dalla voglia
di comparire, di stare al centro dell’attenzione, di sentirsi bravi, belli e buoni. Il
fatto è che le motivazioni vanno costantemente purificate. Non è vero che
contano poco, purché si faccia…
- saper fare (abilitare al servizio): comporta spesso un periodo di tirocinio, il
sottoporsi ad una disciplina. Solo così le cose durano; non sono affidate
all’estemporaneità, al “mi sento”, “mi va”.
Non basta conoscersi: occorre possedersi, se realmente vogliamo metterci a disposizione.
Per dare occorre avere
È anche importante definire a chi si da, con chi si condivide. I Magi regalano a Dio:
noi a chi regaliamo e che cosa regaliamo? Non è inutile precisare, oltre a Dio, le diverse
categorie di persone a cui possiamo e dobbiamo regalare qualcosa di noi:
- i vicini: genitori….amici
- i lontani: poveri ed emarginati
A tutti regaliamo le stesse cose? Oppure ogni relazione, ogni condivisione, comporta
contenuti e modalità diverse?
- Cosa regaliamo nell’amicizia?
- E quando c’è qualcosa di più dell’amicizia?
Come la mettiamo con il fatto che i regali, quando vengono fatti, sono fatti una volta per
sempre?
Come può essere sviluppato il simbolismo dei doni dei magi: oro, incenso,
mirra…cosa vogliono dire oggi? Nel tradizionale presepe, ogni “categoria” porta a Gesù
qualcosa di diverso.
Passaggi
 Quale oro abbiamo per Dio?
 Quale incenso abbiamo per Dio? E chi incensiamo?
 Quale mirra abbiamo per Dio?
 L’oro per gli altri. Dare e ricevere, o solo dare?
 L’incenso per gli altri. Il “rispetto”: la dimensione critica del cristiano.
 La mirra per gli altri. La sofferenza come dono.
1.5. QUINTA TAPPA: LA CONVERSIONE (ESTATE 2005: COLONIA E RITORNO)
I Magi fanno ritorno a casa “per altra strada”. La tappa ha lo scopo di provocare al
cambiamento personale e comunitario.
Descrizione analitica
La conversione non è puramente interiore: si deve esprimere nella diversità degli
atteggiamenti e dei comportamenti. Tutto questo va rapportato a vari livelli:
- la conversione personale;
- la conversione comunitaria o di gruppo;
- la conversione sociale, che si sostanzia in scelte di natura politica
(particolarmente importanti quando vanno a toccare il futuro ed un concetto –
serio ed ambiguo - come quello di futuro sostenibile. Non esistono scelte sociali
che non siano anche scelte personali e di gruppo: se così non avviene quelle
risultano assolutamente vuote. La grande scelta di conversione può essere il
tema e la pratica della pace: possono essere ampiamente utilizzati i messaggio
pontifici per l’annuale giornata mondiale della pace.
Il percorso della conversione può fare riferimento ai gesti dei magi dopo aver
adorato Gesù.
L’incontro con lui ci dona un nuovo sguardo sulle cose, ce le fa vedere più in profondità, in
modo più critico. Quanto bisogno di tutto questo c’è oggi dove non c’è mai tempo per
riflettere, discernere, orientarsi. Ora la stella diventa Gesù. Dove riconoscere questa
stella? Chi parla – ora - al nostro cuore? Che cosa della nostra vita viene illuminato? Il
nuovo sguardo sulle cose, (una verità più profonda) ci permette:
- di scegliere strade nuove;
- di evitare i pericoli;
- di tornare arricchiti a casa.
Si può tornare a parlare di progetti, non più legati solo ad un tratto del cammino, ma
riguardanti la società e la vita di tutti.
Passaggi
 Avvertiti in sogno: una nuova percezione di quanto accade, la lettura di fede della
realtà, presupposto di ogni impegno.
 Di non passare da Erode. Non tutto quello che si può fare si deve fare: ecologia e
adorazione del creatore.
 Per altra via. Tornare a pensare e progettare un domani con meno problemi di oggi.
 Fecero ritorno al loro paese.
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