proposte per una opportuna attenzione al tema

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6 gennaio 2013- Epifania del Signore
FELICITÀ E UNIVERSALITÀ DELLE RELAZIONI
Isaia 60,1-6
Salmo 71 (Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra)
Efesini 3,2-3a.5-6
Matteo 2,1-12
Affascinante solennità è l’Epifania, splendida rivelazione del «mistero non
manifestato agli uomini delle precedenti generazioni, ma al presente rivelato», cioè
che «tutti sono chiamati, in Cristo Gesù, a formare lo stesso corpo» (II lettura).
Potremmo chiamarla una festa ecologica, nel senso di una ecologia non solo
naturalistica, ma anche spirituale e teologica, più volte richiamata da Giovanni Paolo
II: la felicità e l’universalità delle relazioni.
Partiamo dal fantasmagorico racconto del Magi, magnificamente abbellito dalla
tradizione del presepio. I Magi erano tre, provenienti dalle consuete tre “razze” che
formano l’umanità: un bianco, un giallo, un nero. Arrivano alla capanna da tre strade
diverse e si incontrano lì, attirati da Gesù e guidati dalla stella. Hanno i doni sui
cammelli e li offrono al Bambino, a Maria, a Giuseppe. Erode trama, nascosto nella
sua reggia (nel presepio non c’è mai l’effigie di Erode, ma solo il torvo castello), ma
inutilmente. I Magi arrivano e poi, continua il vangelo, ripartono, sognando strade di
libertà e di amore, illuminati dalla stella.
I Magi sono sapienti che scrutano il cielo: «Abbiamo visto sorgere la sua stella»
(vangelo). Non è vero che la cultura, soprattutto la cultura scientifica, allontani dalla
fede. La scienza è un primo livello di comprensione della realtà, quello quantitativo,
che non preclude affatto altri livelli (artistico, filosofico, teologico…), ma anzi li
esige, come sintesi e compimento.
I Magi sono i popoli del mondo: tutti chiamati alla fraternità e all’amore. L’umanità è
la famiglia di Dio. La pace è la condizione essenziale per essere famiglia. Di fronte
alle troppe guerre e alle troppe violenze, i cristiani non devono stancarsi di predicare
e di praticare l’amore solidale. Esso non può fallire perché è il progetto stesso di Dio,
nascosto, ora rivelato, benché non ancora realizzato.
I Magi donano oro, incenso e mirra: cose preziose. I pastori donano legna e cibarie:
cose semplici e indispensabili. Le cose, nobili e umili, non devono essere strumenti di
accumulo, ma di scambio fraterno. Il Signore vuole così: amare le cose, renderle più
belle (col lavoro), ma non per tenerle, bensì per donarle.
I Magi seguono la stella e inventano strade nuove. Il cosmo intero è partecipe del
nuovo mondo d’amore portato da Gesù. Anche noi, siamo chiamati ad avere un
sogno: una fraternità universale e felice, per tutti.
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