omelia epifania 2015 - Sacro Cuore ai Gerolomini Pozzuoli

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“VENIAMO ANCHE NOI!”
(Epifania del Signore – Mt 2,1-12)
Molti ricordano Natale in Casa Cupiello per la
domanda, un vero tormentone, Te piace 'o presepe,
che Luca ripete più volte al figlio Nennillo (ad
essere precisi, la domanda è Te piace 'o Presebbio).
Non so a voi… ma a me piace! Si me piace ‘o
presepio Napoletano, perché lì si coglie uno degli
aspetti
più
significativi
del
mistero
dell’incarnazione: il movimento. Una linea
invisibile, divide gli uomini in base alla loro
capacità di muoversi. Le casette stesse, disseminate
sulla collina, esprimono questa caratteristica.
Alcune hanno le finestre illuminate… altre sono
fasciate dal buio. Ci sono quelli che rimangono
tappati in casa al caldo… e quelli che si mettono in
movimento verso la grotta, sfidando notte e
freddo, per vedere… rendersi conto…
contemplare. Vi è poi la categoria di Erode… di
quelli che si agitano, che sono inquieti, che si
sentono minacciati da quella nascita. Insomma…
l’indifferenza, la paura, il sospetto… lo stupore, la
ricerca, l’adorazione! C’è chi si accontenta di
consumare i beni che tiene tra le mani… oppure
c’è chi è proteso verso l’evento straordinario, e
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offre il poco che possiede. Sentimenti opposti…
reazioni differenti… estraneità e coinvolgimento.
La chiusura e la speranza. La sicurezza e
l’attesa. I pastori abbandonano i loro bivacchi,
avvertiti dall’alto, e vanno “senza indugio” a
vedere “questo avvenimento che il Signore ha fatto
conoscere” (Lc 2,15). E si muovono da molto
lontano,anche i Magi… avvertiti da una stella…
ma tanti ancora non abbandonano le loro case, le
loro sicurezze… le abitudini… il comfort. I
Magi... son loro i protagonisti di questa solennità
della Epifania. Appartengono di certo alla categoria
delle “creature in movimento”. Vengono da
lontano… una stella li ha messi in moto. Hanno
dovuto subire certamente l’ironia dei benpensanti…
i loro amici di corte li avranno considerati folli.
Loro che hanno tutto e forse tanto (sono dei
re!!!), lasciano il tutto per l’ignoto! Quella stella
poi, non sempre era visibile… a tratti spariva dalla
loro vista… ma loro… hanno continuato il
cammino. Hanno percorso faticosamente la loro
strada, affrontando rischi, oscurità, dubbi,
imprevisti. Non ci sono autostrade dello spirito
per giungere a Dio. Solo strade impervie, cunicoli,
pendii pericolosi… avventura insomma! Eppure la
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tentazione di tanti cristiani è proprio questa:
voler percorre strade certe e possibilmente brevi,
sicure, diritte e perfette! Siamo fatti così noi…
vogliamo cose soft e non troppo impegnative nel
nostro itinerario di fede. Strade con cartelli ben
visibili, segnaletiche certe, semafori collegati
direttamente col cielo. Una strada sempre
perfettamente illuminata. E invece no… c’è un
cammino sempre diverso da percorrere… da
scoprire, inventare. La fede non è mai rassicurante...
è piuttosto un rischio. Il credente non ha le luci
spente come le casette del presepe… anzi: è uno
che sloggiato da una Parola, da un segno quasi
impercettibile… segue itinerari imprevedibili,
esplora territori sconosciuti. I Magi, poi…
hanno saputo vincere anche la delusione! Arrivati
a Gerusalemme, avranno pensato di aver raggiunto
la meta. Si rivolgono fiduciosi a che doveva sapere
per forza qualcosa. Erode chiama i suoi esperti…
gli scribi consultano affannosamente le loro carte, e
confermano che si… effettivamente a Betlemme
doveva accadere qualcosa!. Sta scritto nel libro…
trovata la citazione giusta. Gli scribi sanno
tutto… sempre tutto… ma restano li… non fanno
un passo! Ed Erode incarica questi esploratori
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venuti dall’oriente di fare verifiche e comunicare! È
questo, probabilmente, il momento cruciale della
loro straordinaria avventura. Trovarsi a due passi
dall’avvenimento e costatare che i professionisti
della Scrittura… i maestri della religione, sono
rimasti al loro posto… inchiodati alle loro cattedre,
interessati solo teoricamente a quell’evento.
Informati ma non coinvolti. Sanno tutto ma la
strada la lasciano percorrere ad altri. Ed è a questo
punto che sull’orizzonte dei Magi, riappare la
stella. E stavolta davvero li precede e si ferma “sul
luogo dove si trovava il bambino”. Così anche per
il nostro itinerario di fede. Si tratta di non
permettere che la delusione ci abbatta. Non
scoraggiarsi o scandalizzarsi quando si incappa
in maestri che conoscono al via… e te la indicano
con dovizie di particolari… ma non ti dicono
“veniamo anche noi!”. Ricordiamocelo tutti… e
teniamolo bene presente… che la gente che si
rivolgerà anche a noi per avere informazioni
sull’itinerario, vorrà sapere una sola cosa: se ci
siamo stati oppure no! Al credente non si chiede
una carta geografica. Si chiede un racconto…
anzi… un resoconto. La prima adorazione, è
stata quella dei pastori… che ignari delle
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informazioni che possedevano solo gli scribi, hanno
colto l’invito e sono andati. E la prima adorazione
solenne, poi… fatta da gente estranea al “popolo
eletto”. Alla grotta non sono arrivati i sacerdoti e
gli scribi… ma abusivi e forestieri. il Regno di
Dio… mettiamocelo bene in testa… non è fatto per
gente che sta ad aspettare. È fatto per individui
che hanno deciso di incamminarsi… e che non
sperano nulla dalla gente che sta ferma ai bordi
della strada… che assiste al passaggio. Ma si
aspettano tutto da Quello (Gesù) che si trova al
termine del cammino… individui consapevoli che
il rischio più grande…è quello di non partire!
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