NURSING < DEMENZA E DISTURBI Comportamento, percorsi e trattamenti > di IVO CILESI * L’IDEA RIGUARDA LA PREPARAZIONE DI UNA SORTA DI PERCORSO CHE AFFRONTI DIVERSE PROBLEMATICHE CHE EMERGONO NELLA GESTIONE DI PAZIENTI AFFETTI DA DEMENZA CHE PRESENTANO DISTURBI DEL COMPORTAMENTO SPESSO DI DIFFICILE GESTIONE, SIA DAL PUNTO DI VISTA SANITARIO CHE DAL PUNTO DI VISTA SOCIO-ASSISTENZIALE. È PARERE IMPORTANTE ANALIZZARE QUALI SONO LE MODALITÀ DI GESTIONE DEI DIVERSI DISTURBI COMPORTAMENTALI E ALLO STESSO TEMPO FOCALIZZARE LE PROCEDURE E LE TECNICHE DI APPROCCIO RELAZIONALE. INOLTRE È IMPORTANTE MODULARE LE DIVERSE TERAPIE NON FARMACOLOGICHE SULLE SITUAZIONI OGGETTIVE E COMPORTAMENTALI DEI PAZIENTI. QUINDI partendo da questo primo articolo che affronta in modo generale la gestione dei disturbi del comportamento indicando le diverse cause e specificando le possibilità farmacologiche e non farmacologiche di gestione e possibilmente di risoluzione dei disturbi, negli articoli successivi affronteremo in modo specifico i vari disturbi del comportamento e in particolare quelli che sono più disturbanti sia per il paziente sia per la sua gestione nella quotidianità da parte degli operatori. L’obiettivo è fornire una sorta di vademecum agli operatori che possa aiutarli nella gestione delle diverse problematiche comportamentali. Verranno analizzati i disturbi dal punto di vista farmacologico, ma soprattutto verranno date indicazioni in merito alla gestione preventiva del disturbo e dei possibili interventi non farmacologici attivati per la gestione dei disturbi nella quotidianità. Verranno trattati i possibili interventi a bisogno soprattutto non farmacologici e si focalizzeranno le diverse tecniche di approccio relazionale; inoltre saranno date indicazioni sulle diverse terapie non farmacologiche attivate per la gestione dei singoli disturbi. I disturbi del comportamento più frequenti nei pazienti effetti da demenza sono, prendendo in riferimento la scala di valutazione NPI: • agitazione, • aggressività, • ansia, • wandering (comportamento motorio abberrante), • depressione, • apatia, • • • • irritabilità, delirio, allucinazioni, disturbi del sonno. Sono stati analizzati i disturbi del comportamento in relazione a soggetti affetti da demenza senile e con situazioni problematiche inerenti ad altre situazioni patologiche. E’ importante indicare che la ricerca e l’analisi che ha portato alla stesura di queste indicazioni di base per la gestione di tali disturbi non vuole essere una indicazione totale e definitiva, ma va sempre aggiornata in base al cambiamento delle situazioni. SCHEDA OSSERVATIVA SI NO 1 dice cose non aderenti alle realtà 2 agisce in modo violento (verbale e/o fisico) verso altri o verso se stesso 3 non risponde agli stimoli/si isola/rifiuta il contatto 4 cerca rassicurazione con continue richieste/respiro affannoso/piccoli movimenti 5 risponde in modo sgarbato/rifiuta l’accudimento 6 si muove in modo continuo senza una finalità 7 non dorme/dorme in modo irregolare 8 non si alimenta/si alimenta poco/è difficile alimentarlo 1 2 3 4 5 6 7 8 allucinazione,delirio aggressività depressione/apatia ansia/agitazione irritabilità wandering disturbi del sonno disturbi dell’alimentazione correlazioni 1 2 3 4 5 6 7 8 MAG GIU 08 ASSISTENZA ANZIANI 65 NURSING < Sono stati presi in esame i disturbi del comportamento: deliri, allucinazioni, agitazione-aggressività, depressione,disturbi del sonno, ansia, irritabilità, disturbi dell’alimentazione, attività motoria aberrante. La gestione dei diversi disturbi del comportamento deve tenere in considerazione alcune indicazioni e regole. L’approccio degli operatori nei confronti delle persone deve essere sempre rispettoso della condizione di sofferenza dell’ospite e modulata in relazione alle sue condizioni sanitarie, psicologiche e socio-relazionali. L’operatore deve avvicinarsi alla persona rispettandone i tempi (fisici e relazionali) e comunicare sempre con lui/lei utilizzando differenti strategie comunicative. Il tono di voce deve essere sempre basso e bisogna parlare lentamente cadenzando in modo chiaro le diverse parole. L’approccio deve essere molto tranquillo e può essere rinforzato da segnali corporei e gestuali molto lenti che rinforzano e/sostituiscono in altri casi la comunicazione verbale. L’operatore, prima di attivare le differenti strategie di intervento inerenti al specifico disturbo, deve osservare e rilevare se lo stato di disagio del paziente non sia causato da fattori esterni. Ad esempio: persona vicina non gradita, posizione nell’ambiente non gradita, situazione ambientale non consona, richieste specifiche di accadimento non soddisfatte, ecc. Questa valutazione deve essere sempre effettuata indipendentemente dal disturbo comportamentale evidenziato, e va attivata quando si evidenzia una modifica delle situazione di equilibrio sanitario e psicologico della persona. É importante che la persona sia informata ( anche quando sono presenti difficoltà comunicative di quello che si andrà a fare, per garantire quando è possibile il coinvolgimento e anche la minima collaborazione). Alcuni dei comportamenti disturbati del paziente demente sono un mezzo efficace per comunicare percezioni e stati d’animo, quando le abilità raziocinanti e linguistiche sono compromesse. Secondo tale lettura per esprimere bisogni e sensazioni non più verbalizzabili, il linguaggio del corpo recupera modalità primitive in quest’ottica i disturbi comportamentali che ne derivano acquistano un preciso significato. I comportamenti disturbati sarebbero dunque una espressione di una richiesta di aiuto. Le principali motivazioni alla base dei comportamenti disturbati: • la necessità di un proprio territorio, uno spazio confortevole non affollato; • la necessità di vivere secondo i propri ritmi, non al passo altrui; • la necessità di comunicare con gli altri; • la ricerca di un rifugio sicuro; • tentativo di dominare sentimenti di vergogna e limitata autostima; • la ricerca di sollievo dal dolore fisico; • il desiderio di controllo su di se e sull’ambiente; • il tentativo di orientarsi; • la ricerca della propria identità. Quando il paziente non riesce a soddisfare questi bisogni esperisce sentimenti di intrappolamento ai quali tende a reagire. Di conseguenza manifesta compor- tamenti inadeguati e difficili da modificare. Per affrontare i disturbi comportamentali nei pazienti affetti da demenza è necessario valutare il problema da più punti di vista simultaneamente. Il primo passo dovrebbe consistere nel raccogliere una accurata storia del paziente. Ottenere informazioni sullo stile di vita del paziente precedente l’insorgere della demenza, nonché sull’eventuale presenza di disturbi psichiatrici preesistenti aiuta a comprendere il comportamento attuale. Valutazione e trattamento del disturbo comportamentale nel paziente demente: • anamnesi personale (stile di vita e passato del paziente), • anamnesi patologica remota e prossima, • anamnesi psichiatrica, • anamnesi farmacologia. Esecuzione di: • esame obiettivo, • indagini di laboratorio di routine/ specifiche, • esame psichico e valutazione cognitiva, • valutazione dei sintomi comportamentali (qualità, quantità e relazione con l’ambiente). Trattamento: • approccio comportamentale/non farmacologico, • approccio farmacologico, • approccio ambientale. I tre approcci devono essere applicati in base alle differenti situazioni soggettive che si possono presentare. Nei prossimi articoli si affronteranno i singoli disturbi comportamentali e le loro modalità di gestione indicando le metodologie e i diversi approcci farmacologici non farmacologici e comportamentali, con un approfondimento sulle diverse terapie non farmacologiche indicate per la gestione dei diversi disturbi comportamentali. * Gruppo di lavoro dei Nuclei Alzheimer della Fondazione Cardinal Gusmini di Vertova (Bg) - Composto da ( Dott.Ivo Cilesi, Dott.ssa Melania Cappuccio, Dott.ssa Carla Rota, Infermiere Educatore e Operatrici d’Assistenza) MAG GIU 08 ASSISTENZA ANZIANI 67