Cronaca Crisi finanziaria del 2007-2010 Cronaca • A causa delle insolvenze sul mercato dei mutui subprime statunitense favorito dall’aumento dei tassi di interesse deciso dalla Fed a partire del 2005-2006, alcune banche hanno dichiarato forti perdite di valori legati al mercato immobiliare. • Effetto un aumento dei tassi di interesse nei mercati interbancari, segnale di sfiducia tra gli operatori bancari • La politica monetaria negli USA è stata molto accomodante nel corso degli anni 2000 determinando una forte crescita del credito al consumo e degli acquisti di immobili grazie ai mutui elargiti a condizioni estremamente vantaggiose. • Furono concessi prestiti rilevanti anche a persone che non avevano né redditi, né occupazione né attività patrimoniali e che, quindi avevano una probabilità alta di non riuscire a pagare le rate, i cosiddetti mutui subprime. Cronaca • Con il fallimento di Lehman Brothers nel settembre 2008 e la decisione delle autorità di politica economica americana di non procedere al salvataggio, la crisi è peggiorata e la fiducia tra gli operatori è crollata, gli scambi sui mercati interbancari si sono arrestati. Cosa è successo? Cosa è successo nel mercato immobiliare americano? Struttura mercato obbligazionario americano: • Consideriamo un americano che ha comprato una casa nel 2006 e l’ha pagata 400mila dollari anticipando solo il 5%, cioè 20.000 dollari, ed ha sottoscritto un mutuo per 380mila dollari. • Il valore dell’immobile è sceso del 30% nei due anni successivi: la casa vale 280mila. • Anche se è ancora in grado di pagare le rate del mutuo, perché dovrebbe pagarlo se lasciando la casa e non pagando più il mutuo riesce a risparmiare 100mila dollari? su uno stock di circa 26.000 miliardi di dollari di obbligazioni, circa la metà sono mutui immobiliari, 13.000. Di questi 6000 sono detenuti da istituzioni che hanno finanziato l’investimento indebitandosi. Importanti sono i prezzi delle case visto che il valore di un mutuo dipende dal valore della casa che è stata acquistata. Poco più del 10% dei mutui, per un valore di circa 1400 miliardi, sono mutui subprime. 1 Cosa è successo nel mercato immobiliare? Problema per la banca • Quando il proprietario di casa se ne va, chi ha concesso il mutuo non recupera neanche i 280mila dollari del valore attuale dell’immobile. • Il processo di pignoramento richiede del tempo, durante il quale nessuno provvede alla manutenzione della casa che così perde ulteriore valore. • Aumento case in vendita effetto ulteriore su prezzo. Cosa è successo? • In passato, quando il mutuo era concesso dalla banca locale, esisteva una soluzione a questo problema. La banca condonava parte del mutuo, diciamo un 30 per cento. • Si crea così un incentivo a rimanere nella casa. Ma se il proprietario resta e provvede alla manutenzione dell'immobile, la banca ottiene alla fine l'intero ammontare del nuovo mutuo rinegoziato, senza le ulteriori svalutazioni. Cosa è successo? Cosa è successo? • Problema: i mutui non sono rimasti nelle banche che li avevano erogati ma sono stati venduti ad altri operatori. • Una metà, cioè 600 miliardi, è finita nei bilanci delle banche che li hanno acquistati indebitandosi, cioè a leva. • Problema quando il prezzo delle case è cominciato a scendere e i mutuatari hanno smesso di pagare le rate dei mutui, spesso semplicemente perché il valore corrente della casa appariva inferiore del valore attuale delle rate del mutuo ancora da pagare. • A settembre 2008, le perdite subite dalle banche americane ammontavano a circa 500 mld di $. • Se 6000 miliardi di mutui sono stati comprati indebitandosi, con leva (debito/ capitale proprio) di 30, il capitale è di soli 200 miliardi, troppo poco per assorbire una perdita di 500 miliardi • Ecco perché tante banche di investimento sono fallite. Principali cause della crisi Principali cause della crisi 1. comportamenti eccessivamente rischiosi degli operatori finanziari; 2. rapporti fra debiti e capitale proprio (grado di “leverage”) delle istituzioni finanziarie troppo alti; 3. elevato livello di opacità dell’entità e dell’incidenza dei rischi nei bilanci delle istituzioni finanziarie. • Le prime due cause sono problemi tipici dei sistemi finanziari. • In generale è tipico delle istituzioni finanziarie che hanno un elevato rapporto debiti/capitale proprio adottare comportamenti eccessivamente rischiosi. 2 Motivi della sottovalutazione grado di rischio (1) Motivi della sottovalutazione grado di rischio (2) • Il forte aumento del prezzo delle case in America fra il 1997 e il 2006 (indice prezzo da 80 nel 1997 a oltre 220 nel 2006). • Secondo alcuni economisti e politici, la Federal reserve (Banca centrale degli USA) avrebbe potuto e dovuto controllare questo fenomeno mediante un aumento dei tassi d’interesse. • Secondo l’allora Governatore della Federal Reserve (Greenspan) ciò non avvenne per non frenare la ripresa economica di quegli anni, e perché nessuno immaginava che il passaggio del prezzo delle case da una tendenza in aumento a una tendenza decrescente avrebbe potuto avere conseguenze così gravi per l'economia mondiale. Per cercare di ridurre la rischiosità dei finanziamenti concessi da ciascuna istituzione finanziaria i diversi finanziamenti furono spezzettati e poi ricomposti in sofisticati strumenti finanziari venduti a operatori economici in tutto il mondo (operazioni sofisticate di “cartolarizzazione”). • Questa "diversificazione" del rischio si rivelò illusoria quando la diminuzione dei prezzi delle case comportò un aumento generalizzato dei mutuatari che smisero di pagare le rate dei mutui. • Questo ha comportato un elevato livello di opacità dell’entità e dell’incidenza dei rischi nei bilanci delle istituzioni finanziarie, che è stato l’aspetto che ha differenziato questa crisi da tutte altre. • Questa "diversificazione" del rischio si rivelò illusoria quando la diminuzione dei prezzi delle case comportò un aumento generalizzato dei mutuatari che smisero di pagare le rate dei mutui. • Questo ha comportato un elevato livello di opacità dell’entità e dell’incidenza dei rischi nei bilanci delle istituzioni finanziarie, che è stato l’aspetto che ha differenziato questa crisi da tutte altre. • Gli strumenti finanziari "derivati" dai mutui attraverso sofisticate manipolazioni finanziarie, detenuti da molte istituzioni finanziarie in tutto il mondo cominciarono ad apparire sempre più rischiosi e "opachi", diffondendo sentimenti di sfiducia nei confronti delle istituzioni finanziarie. • Gli atteggiamenti altalenanti e contradditori dei governi dei principali paesi coinvolti (in particolare Stati Uniti e Regno Unito) contribuirono a diffondere, invece che a limitare, i sentimenti di preoccupazione e sfiducia. La situazione precipitò nel settembre 2008 quando il governo degli Stati Uniti non intervenne per evitare il fallimento di Lehman Brothers. Intermediari finanziari • Le imprese finanziarie da un lato hanno maggiori probabilità di fallire delle imprese di altri settori, per due motivi: • 1) perché per i proprietari e i manager delle imprese finanziarie appaiono convenienti comportamenti caratterizzati da una rischiosità maggiore di quella economicamente efficiente perché una parte elevata delle conseguenze negative di decisioni rischiose ricade non sui proprietari e manager di queste imprese ma sulla collettività nel suo complesso; 3 Intermediari finanziari Intermediari finanziari • Per i proprietari e i manager delle imprese finanziarie appaiono convenienti comportamenti caratterizzati da un grado di rischiosità molto più elevato: • 2) perché il fallimento di una impresa finanziaria può essere determinato anche soltanto dal timore che l’impresa possa trovarsi in difficoltà. Il fallimento di una impresa finanziaria comporta effetti negativi per la collettività molto più forti del fallimento di imprese di altri settori produttivi, perché il fallimento di una istituzione finanziaria importante può generare un clima generalizzato di sfiducia anche verso altre istituzioni finanziarie. D'altro lato, il semplice timore che una istituzione finanziaria possa trovarsi in difficoltà può generare comportamenti da parte dei suoi creditori tali da determinarne il fallimento (aspettative autorealizzantesi) nel caso di esito negativo delle decisioni di investimento particolarmente rischiose, una parte molto elevata della perdita non ricade sui manager e proprietari dell’impresa, ma ricade su altri (dipendenti della banca, finanziatori a titolo di capitale di prestito, collettività in generale); nel caso di esito positivo i benefici sarebbero invece prevalentemente per i manager e i proprietari delle banche. Possibili interventi di politica economica Possibili interventi di politica economica • 1) Controllo pubblico diretto delle principali istituzioni finanziarie. Importante esempio storico: le "banche d'interesse nazionale", istituite in Italia nel 1936, dopo una grande crisi economica e finanziaria, mantenute sotto controllo pubblico fino agli anni novanta del secolo scorso. • Controindicazioni: rischi di inefficienze e corruzione derivanti da ingerenze eccessive dei partiti politici nelle attività delle istituzioni finanziarie. • 2) Interventi con finanziamenti pubblici ogni volta che una impresa finanziaria importante (too big Possibili interventi di politica economica Alcune proposte del Financial Stability Board (organismo di consulenza finanziaria G20) • 3) Regolamentazione pubblica. • Problema: l'esperienza ha mostrato quanto sia difficile per i governi regolamentare in modo efficace l'attività di grandi istituzioni finanziarie. • 1) rafforzare il livello di capitalizzazione delle istituzioni finanziarie (aumentare il rapporto fra capitale proprio e capitale di prestito delle banche); • 2) migliorare la situazione di liquidità delle istituzioni finanziarie; • 3) ridurre il “l’azzardo morale” posto da istituzioni finanziarie particolarmente importanti (“too big to fail”). to fail = troppo grandi per poter permettere che falliscano nel caso si trovino in difficoltà) rischia di fallire. • Controindicazioni: se proprietari e manager di una istituzione finanziaria sono convinti che in caso di difficoltà il governo interverrà per evitare il fallimento, viene accentuata la tendenza verso criteri di gestione eccessivamente rischiosi. Interventi di questo tipo appaiono di solito impopolari, e tendono quindi ad essere adottati troppo tardi. 4 Effetti negativi per il futuro della crisi finanziaria del 2007-2010 • Aumenti del debito pubblico in rapporto al PIL in gran parte dei paesi del mondo (in particolare Stati Uniti, Regno Unito, Grecia, Portogallo, Spagna). • Strutture produttive meno efficienti perché gli investimenti delle imprese in macchinari, impianti, ecc. sono stati minori di quelli che sarebbero stati in assenza della crisi. Riferimenti bibliografici • O. Blanchard, Scoprire la macroeconomia, il Mulino, 2009 (vol. I pp. 14-19). • Fondamentali gli appunti delle lezioni. 5