Mutui, anche se la Bce taglia il costo del denaro, le

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I N SINTESI
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venerdì 16/01/09, 02.28 h
L'inchiesta del settimanale Il Salvagente
Mutui, anche se la Bce
taglia il costo del denaro,
le banche aumentano lo
spread
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1. Cinque autoctoni firmati
Farnese
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Oggi la Bce taglia il costo del denaro al 2%? Mutui casa sotto
accusa: calano ancora i tassi, ma le banche implacabili aumentano
lo spread
Un'inchiesta del settimanale Il Salvagente in edicola dimostra che
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10.Pubblico impiego, Cisl: "Sciopero
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Cinque autoctoni
firmati Farnese
Due parole su una delle
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vinicolo italiano
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gli istituti di credito "compensano" la discesa dei profitti. Come
difendersi.
Barbara Liverzani
Oggi la Banca centrale europea dovrebbe far calare ancora il
costo del denaro. Gli esperti prevedono che arriverà al 2%, il più
basso mai toccato in Europa. Un ulteriore vantaggio per i mutui
casa, ma un'inchiesta del settimanale Il Salvagente da oggi in
edicola dimostra che le recenti norme che agganciano i mutui al
tasso della Bce sono "vaporizzate" dalle banche, che aumentano
lo "spread" (cioè il costo della loro intermediazione) vanificando i
vantaggi per chi contrae un mutuo. Sul numero in edicola ci sono
- assieme alle tabelle - anche una serie di consigli su come
scegliere e come difendersi. Quello che pubblichiano qui di
seguito è, intanto, l'articolo di apertura dell'inchiesta che
documenta come stanno le cose.
sospeso, possibile accordo"
Diciotto mesi d'inferno, poi...
T UTTE LE NEWS PER GIORNO
Un anno e mezzo da dimenticare: costo del denaro in salita,
Euribor alle stelle, rate sempre più alte. Per i titolari di un mutuo Gennaio 2009
a tasso variabile gli ultimi diciotto mesi sono stati davvero un
Lu
Ma
Me
Gi
Ve
Sa
periodo nero, da lasciarsi alle spalle il prima possibile.
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Per fortuna il 2009 ha portato con sé una boccata di ossigeno: più
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che il tetto al 4%, fissato dal governo nel decreto anticrisi, a dare
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fiato ai mutuatari è stata la decisa discesa dell’Euribor, ai livelli
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del 2005, di cui si cominciano a sentire gli effetti sulla rata. Va
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meno bene per quelli che la casa la devono ancora comprare e
Cambia mese usando le frecce
che stipuleranno il mutuo in questi mesi: a fronte di tassi più
bassi, a salire è lo spread, ossia il ricarico aggiunto da ogni banca e
che ne costituisce il guadagno. Un’amara sorpresa per quanti
avevano sperato in condizioni più favorevoli, specie vista la
norma (contenuta nel piano anticrisi) che obbliga dal 1° gennaio
le banche a offrire alla clientela mutui variabili indicizzati al tasso
della Banca centrale europea.
Istituti avidi? Decisamente sì
Di fronte a un Euribor (il tasso applicato nelle relazioni finanziarie
tra le banche) del tutto incontrollato, quale è stato negli ultimi
mesi di delirio finanziario, e relativamente “indipendente” da
Francoforte, sede della Banca centrale europea, la misura
introdotta è sembrata la soluzione ideale per sfuggire
all’inaffidabilità del tasso interbancario: quello Bce è decisamente
più stabile e prevedibile.
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Peccato che la bella novità si sia dimostrata tutt’altro che
conveniente: le poche offerte apparse fino a ora non sono affatto
competitive e tassi e rate sono uguali, se non addirittura più alti,
rispetto a quelle dei mutui tradizionali ancorati all’Euribor.
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“Costrette” ad applicare un tasso più basso, parametrato alla Bce,
le banche se la cavano aumentando gli spread fino a livelli da
capogiro: 2,15-2,25%. Soglie impensabili fino a qualche tempo fa
quando si aggiravano sotto l’1%.
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L'1,50% di spread sembra perfino conveniente
Che la tendenza sarebbe stata questa era del resto prevedibile e
la Banca Popolare di Milano, la prima a novembre a offrire un
prodotto di questo tipo, aveva dato il segno. Ora quell’1,50% di
spread dell’Euromutuo Bpm sembra addirittura conveniente. Il
Salvagente ha, infatti, verificato le offerte di mutui variabili di sei
banche, tra le prime a lanciare i nuovi prodotti europei, mettendo
a confronto i livelli degli spread a seconda che il tasso sia ancorato
all’Euribor o alla Bce.
Una simulazione su un mutuo da 100.000 euro
Considerato che il valore di questa componente varia, per lo più,
a seconda della durata e dell’importo del prestito abbiamo
utilizzato come simulazione un mutuo di 100.000 euro da
restituire in 20 anni. Il paragone è illuminante: tranne Monte dei
Paschi di Siena e Conto Arancio (l’offerta più conveniente) che
ritoccano lo spread solo di uno 0,25, per tutte le altre banche il
rialzo va da 0,50 fino a 1 punto percentuale di BancoPosta.
Il risultato è che, tolto il vantaggio della maggiore stabilità, il
risparmio “promesso” non esiste: a conti fatti i Tan (tassi annui
nominali) dei mutui europei (almeno al momento in cui
scriviamo) sono sempre più alti di quelli denominati in Euribor.
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Le differenze finali, ai valori di Euribor rilevati il 12 gennaio,
vanno da qualche frazione di punto fino a superare un punto (è il
caso di BancoPosta). Ma in ogni caso, per chi sottoscrive ora,
rendono sempre sconveniente il mutuo Bce. Impossibile il
confronto per Conto Arancio visto che la nuova tipologia di mutuo
targata Bce ha sostituito completamente la vecchia e non si può
più scegliere. Anche per Unicredit Group stabilire la convenienza
è molto difficile: dalla banca ci hanno fornito uno spread medio
del 2%, ma, considerato che varia secondo le condizioni
economiche del richiedente, nel caso migliore (per esempio se si è
già clienti) si può aspirare a uno spread dell’1,70%, nel peggiore si
può salire fino al 2,34% come riporta Mutuionline.
Il consiglio: chiedete ameno tre preventivi
Protestano le associazioni dei consumatori: “Le banche
aumentano il loro guadagno a scapito dei cittadini”, attacca Fabio
Picciolini, segretario generale di Adiconsum. “Tra l’altro le
condizioni offerte sono contrarie allo spirito e al testo del decreto
che prevede che le due tipologie di mutuo (tasso variabile e tasso
Bce) siano in linea”.
Difende, comunque, la novità Alfonso Scarano, membro del
consiglio nazionale di Aiaf (Associazione italiana analisti
finanziari) e autore del libro “Come difendersi dal mutuo”:
“Questa misura ha il merito di rendere più trasparente il margine
di guadagno applicato dalle banche che il maquillage dell’Euribor
rendeva meno chiaro. A questo punto la questione è stimolare la
competitività del mercato bancario: ogni cittadino ha il dovere
morale di richiedere almeno tre preventivi alternativi per
negoziare le condizioni migliori. Solo così le banche avranno un
vero interesse a farsi una concorrenza al ribasso sui prezzi”.
Intanto sul fronte della trasparenza un contributo l’ha dato la
Banca d’Italia, che - il 30 dicembre scorso - ha prescritto alle
banche di fornire una più completa pubblicità delle condizioni dei
mutui. In particolare dal 1° marzo le banche dovranno, in
relazione ai vari prodotti offerti, fornire una documentazione
informativa relativa al tasso di interesse (se si tratta di tasso fisso
o variabile e, in caso di tasso variabile, lo spread, il parametro di
riferimento e l’ammontare del tasso al momento della pubblicità),
alla durata minima e massima del mutuo e alle modalità di
ammortamento, considerando, inoltre, la periodicità delle rate.
Angelo Angeli
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