Genitori su WhatsApp per criticare docenti, pratica “abominevole

Genitori su WhatsApp per criticare docenti, pratica
“abominevole”. Ciascuno svolga il proprio ruolo! Lettera
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Si è ormai diffuso il malvezzo da parte dei genitori “tecnologici” di creare gruppi su whatsapp per scambiarsi le
informazioni e sapere ogni cosa che accade tra le mura scolastiche. Spesso i messaggi che veicolano sono per lo
più offensivi verso la classe docente e tendenti a screditare, calunniare, sminuire l’operato dei docenti, creando
antagonismi e dissapori. È costume dei genitori ritrovarsi nei paraggi della scuola, dopo l’ingresso dei propri figli
nelle aule, e intrattenersi per discutere non di come migliorare e rendere più produttivo il lavoro dei docenti e quindi
creare un clima costruttivo tra scuola e famiglia, ma di distruggere, o meglio annientare le strategie didatticoeducative degli insegnanti mettendole continuamente in discussione.
Per non parlare poi dell’invadenza dei genitori nelle scelte didattiche degli insegnanti, dove quasi si assiste ad un
capovolgimento dei rispettivi ruoli e funzioni. I genitori devono essere solo genitori e il loro compito è quello di
educare i figli, gli insegnanti hanno, invece, il compito difficile e delicato di istruire le nuove generazioni per farli
diventare futuri protagonisti del domani.
Utilizzare gli strumenti multimediali per calunniare e mettere in dubbio il lavoro e l’operato dei docenti è veramente
una cosa abominevole, perché si finisce in siffatto modo di deprimere il ruolo sociale dei docenti facendo perdere di
prestigio all’istituzione scuola.
Gli insegnanti hanno bisogno di riconquistarsi la scala sociale e per permettere che ciò avvenga ha bisogno del
supporto della famiglia e non di genitori che, davanti ai cancelli della scuola, vanno quotidianamente spettegolando
sulle scelte e iniziative didattiche messe a punto dai docenti per poi andare a giudicare positivamente oppure
negativamente. Le strategie didattiche e la valutazione degli apprendimenti degli alunni non sono prerogativa dei
genitori ma dei docenti, educatori deputati a svolgere questo compito.
Hanno fatto bene alcuni Dirigenti Scolastici ad emanare circolari interne per vietare l’uso degli smartphone nelle
scuole e richiamare l’attenzione sul fenomeno dello scambio dei messaggi whatsapp tendenti a non creare un clima
sereno e costruttivo tra le mura scolastiche. Questa è la “Buona Scuola” non quella che ci viene dettata e calata
dall’alto.
Incominciamo a vedere in faccia la realtà della scuola italiana, i suoi reali problemi, le cose che non vanno e poi
insieme operatori scolastici, famiglie ed altri enti, sedersi attorno ad un tavolo e scrivere la riforma strutturale della
scuola italiana partendo dalle fondamenta perché cosi com’è fatta oggi va solo demolita. Costruiamola noi la scuola
e non lasciamolo fare alla politica, in quanto con la classe politica sarà sempre un disastro o una riforma partorita
male.
Mario Bocola
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