Corso Istruttori 3° Compito Redatto da Innocenzo Guastamacchia Data: aprile 2012 POTENZIAMENTO MUSCOLARE: OBIETTIVI E/O PRINCIPI DELL'ALLENAMENTO CON SOVRACCARICHI Il principio dei sovraccarichi prevede un progressivo aumento dell'impegno fisico, al quale l'organismo si adatta regolarmente, migliorando in tal modo la propria efficienza (principio del sovraccarico crescente). L'organismo si adatta al tempo stesso alla routine di allenamento. Di conseguenza occorre variare lo stimolo allenante sia aumentando l'intensità dell'impegno fisico sia variando gli esercizi. Durante le mie ricerche sull'argomento, mi sono imbattuto in un articolo che mette in guardia sul principio della specificità. Esso recita: “Il principio della specificità consiste nel modulare un programma di allenamento che solleciti i sistemi fisiologici che influiscono sulla prestazione dell'esercizio considerato in modo da raggiungere la prestazione ottimale producendo adattamenti specifici”. In tutta franchezza non mi sembra di averne compreso appieno il significato. Mi è parso di comprendere che questo principio vuole indicare che uno sforzo specifico sviluppa solamente il sistema che viene sollecitato e non altri. Da qui ne derivo che se si vuole sviluppare una determinata funzione, occorre fare una programmazione dell'allenamento che possa sollecitare in modo specifico il sistema più indicato e sollecitato durante l'attività sportiva scelta. E' evidente in tal senso che se una disciplina prevede lo sviluppo di più funzioni, vanno programmate attività specifiche per ognuna di esse. Un programma di allenamento non può prescindere dal considerare la soggettività degli atleti. Il patrimonio genetico che ereditiamo è differente in ogni individuo; da questo si deduce che è improbabile che due atleti diversi manifestano un medesimo adeguamento ad un programma di allenamento. Metabolismo, attività endocrina o neuromuscolare portano a variazioni soggettive rilevanti. Questo spiega il motivo per cui alcune persone migliorano molto dopo un programma di allenamento, mentre altre ottengono un minimo progresso a parità di attività svolta. Per cui il programma di allenamento deve tenere conto delle necessità e delle grandezze specifiche delle persone a cui è rivolto. Questo è quanto prevede il principio della soggettività. E' assodato che l'esercizio fisico persistente porta l'organismo a divenire più resistente alla fatica. Al contrario, il principio della reversibilità ricorda che quando si smette di allenarsi si perde, dopo qualche tempo, qualsiasi miglioramento ottenuto con l'esercizio fisico. Significa che ogni programma di allenamento debba necessariamente prevedere anche periodi di mantenimento. Ci sono varie vie per applicare il principio del sovraccarico in un programma di allenamento, in particolare: 1.Incrementare il carico di allenamento 2.Incrementare il volume di lavoro 3.Cambiare o utilizzare varianti dell'esercizio per il gruppo muscolare bersaglio 4.Modificare l'ordine degli esercizi nella sessione di allenamento 5.Ridurre i tempi di recupero fra i set Innocenzo Guastamacchia / Aprile 2012 Incrementare il carico rende l'allenamento più impegnativo. Il corpo sarà portato ad utilizzare maggiore forza che si manifesterà con un maggiore adattamento neuromuscolare e con un incremento della forza muscolare. Si può aumentare il carico se abbiamo la possibilità in palestra di utilizzare pesi o macchine che consentono di farlo. La stessa è più complessa se non si hanno a disposizione queste risorse. Penso però che un sistema alternativo potrebbe essere quello di sfruttare il peso del proprio corpo e la forza di gravità, per esempio cambiando altezza nel fare i piegamenti delle braccia, oppure aggiungendo la resistenza applicata da un compagno di allenamento o addirittura contrastando il peso dello stesso. Il problema sta nel non avere la possibilità in questi casi di potere definire con precisione e a proprio piacimento la frazione di carico da aggiungere. Il volume di allenamento può essere incrementato eseguendo un numero maggiore di ripetizioni oppure effettuando un numero maggiore di set. Variare esercizio può essere una soluzione per spezzare la monotonia, ma soprattutto per sollecitare fasci e fibre muscolari di tutto il muscolo variando angolo di azione. Un altro modo per variare l'intensità d'allenamento è agendo sull'ordine degli esercizi; il motivo sta nel fatto che gli esercizi eseguiti per primi sono quelli che godono di una maggiore disponibilità di forze. Invertendo l'ordine degli esercizi si produce una variazione all'allenamento che consente di impiegare carichi maggiori ad esercizi che eseguiti normalmente alla fine della seduta di lavoro è sempre stato associato un carico ridotto. E' possibile anche giocare sulla variazione dei tempi di recupero tra una serie e l'altra. Nel caso in cui si decide di aumentare il tempo di recupero, si consente al muscolo un più completo recupero energetico con conseguente maggiore capacità di sopportare un ulteriore lavoro. Al contrario una riduzione dei tempi produce una maggiore intensità di allenamento, costringendo il metabolismo energetico muscolare a lavorare maggiormente in una situazione energetica anaerobica. Oltre alla forza, possono essere sviluppate altre caratteristiche del muscolo come la rapidità e la resistenza. La rapidità la si può intendere sia come velocità di spostamento sia come rapidità di reazione di fronte alla presentazione dello stimolo. Ho sempre pensato che la velocità di movimento di un arto si potesse sviluppare applicando in allenamento un peso via via più pesante sull'arto di cui si desidera sviluppare la velocità e l'esplosività; questa deduzione deriva dalla sensazione avuta al termine di un allenamento durante il quale ho applicato dei piccoli pesi alle caviglie o ai polsi. Innocenzo Guastamacchia / Aprile 2012 Tolti i pesi, ho avuto l'impressione che l'arto fosse più leggero, quasi che si sollevasse per la leggerezza. La resistenza è la capacità di sostenere uno sforzo in un arco di tempo più a lungo possibile. Questa qualità dipende da diversi fattori quali l'efficienza dell'apparato cardiocircolatorio e respiratorio. La respirazione è fondamentale per procacciarsi l'ossigeno necessario per innescare i processi chimici atti alla produzione di energia, la quale è necessaria ai fini dell'efficienza di tutti i sistemi, ivi compreso quello muscolare. L'apparato cardiocircolatorio consente il trasporto dell'ossigeno agli organi interessati. L'attività metabolica consente poi di sfruttare l'ossigeno per trasformare una molecola di ATP in ADP e energia utile alla contrazione muscolare. In caso di carenza di ossigeno, come per esempio in caso di sforzo fisico intenso e prolungato, l'organismo è comunque in grado, entro certi limiti, di produrre energia a partire da un processo anaerobico, il quale prevede pure la produzione di acido lattico. Innocenzo Guastamacchia / Aprile 2012