DOSSIER
Come migliorare con l’allenamento
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Tramonta la figura dello sportivo che si prepara soltanto con il
perfezionamento della prestazione: oggi ci vuole una visione universale dello
sport, importante la forma fisica e cosa si mangia.
Mi sono sempre chiesto che tipo di alimentazione seguano i giocatori di bocce impegnati in quei
tornei che durano giornate intere.
La difficoltà sta nel mantenere l’equilibrio del proprio rendimento fisico e mentale evitando di
appesantirsi con un’alimentazione eccessivamente calorica e al tempo stesso guardandosi bene
dall’andare in crisi per mancanza di carburante.
Non basta l’esperienza personale a fissare criteri validi, occorre il supporto scientifico di medici
sportivi che stabiliscano che cosa, come e quanto mangiare e bere.
Tutto ciò perché oggi i progressi non si ottengono più solo con il perfezionamento tecnico, ma
curando ogni aspetto della preparazione. E l’alimentazione è un passaggio fondamentale.
Allo stesso modo non ci si allena più solo sui campi ma con un’accurata preparazione fisica.
Ecco allora l’importanza della collaborazione tra atleta, medico e tecnico per trovare i giusti
equilibri e le modalità adeguate di alimentazione e di rendimento psicofisico sia per l’attività di
vertice che per quella di base.
Bruno Pizzul
Ecco i consigli per gli amatori - elettrostimolazione
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Accelera il recupero dopo un infortunio, ma da sola non basta
L’elettrostimolazione muscolare è da molto tempo largamente usata durante la fase
riabilitativa di numerose affezioni dell’apparato locomotore.
Un suo utilizzo è infatti giustificato dopo lunghi periodi di immobilizzazione, quando cioè la
muscolatura si sia così ridotta da rendere difficile l’esecuzione di contrazioni attive volontarie,
oppure per accelerare i tempi di recupero alternando l’elettrostimolazione neuromuscolare alla
contrazione muscolare attiva.
Anche in presenza di paralisi muscolare, dovuta a lesioni nervose periferiche, l’Ems trova
indicazione quando si ritiene che esista la possibilità di una reinnervazione del muscolo stesso.
Diversi studi sono stati svolti riguardo all’uso dell’Ems in paresi conseguenti a lesioni al sistema
nervoso centrale, ma la metodica non è attualmente di uso comune nei protocolli riabilitativi
che riguardano queste patologie.
Il discorso si presenta in maniera differente quando si parla di riabilitazione in ambito sportivo.
Infatti l’Ems permette, in associazione ad altre terapie riabilitative, di ridurre in maniera
significativa il tempo di recupero dell’atleta infortunato per la ripresa dell’attività sportiva.
Durante il periodo di infortunio e convalescenza l’Ems consente perlomeno di mantenere un
certo grado di trofismo e di vascolarizzazione dei muscoli non coinvolti direttamente
nell’infortunio, ma da questo impediti al consueto allenamento.
Inoltre si ha la possibilità di localizzare con precisione lo stimolo potendo così definire con
esattezza le parti muscolari da stimolare.
Quest’ultima caratteristica consente anche l’uso dell’Ems per riequilibrare le tensioni muscolari
che sono all’origine di patologie articolari: il caso più frequente è la stimolazione del vaso
mediale (una parte del muscolo quadricipite) nelle condropatie femoro-rotulee per riallineare la
rotula durante lo scivolamento sul femore.
Inoltre l’allenamento muscolare alla forza mediante Ems (così come l’allenamento in isometria)
non impegna le articolazioni, dato che non determina movimento.
E può quindi essere utilizzata anche quando l’articolazione è stata messa a riposo. Ad esempio
nel caso di una contusione al ginocchio, ostacolo al normale allenamento, i muscoli della coscia
possono essere comunque allenati attraverso l’elettrostimolazione.
Le apparecchiature attualmente in commercio prevedono già in memoria programmi per
l’allenamento alla forza resistente e alla forza veloce, oltre che la possibilità di personalizzare
alcuni parametri della stimolazione secondo le esigenze specifiche.
Sono quasi sempre presenti anche programmi definiti defaticanti o antalgici (tens).
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Le controindicazioni
L’uso dell’elettrostimolazione muscolare è di sicuro interesse nell’ambito della riabilitazione
sportiva e non, anche se è bene non esagerare con gli entusiasmi.
L’elettrostimolazione da sola non esaurisce le necessità riabilitative dell’atleta infortunato e
soprattutto non può sostituirsi al lavoro muscolare attivo, ma unicamente integrarlo.
Poche sono le controindicazioni: l’uso di pacemaker, la presenza di ulcere o ferite sulla cute
nella zona di applicazione degli elettrodi, la presenza di oggetti metallici nelle zone sottoposte
a stimolazione (come mezzi di sintesi nel caso di fratture….), patologie neuromuscolari e lesioni
del sistema nervoso centrale.
Massimo Cozzaglio
(terapista della riabilitazione)
Articoli
Fonte: La Gazzetta dello Sportivo – 11 Giugno 1999
Foto e disegni
Fonte: SEI, P&G Infograph, Elettrostimolazione, di Fabio Aprile e Fabio Perissinotti, Alea Edizioni.