Diagnosi Associazione Italiana Gist, aprile 2007 La diagnosi è la procedura per riconoscere una malattia. La diagnosi Stromale Gastrointestinale (Gist) puo’ essere determinata con esame effettuato da un patologo dopo aver esaminato dei campioni di tessuto prelevati con una biopsia, oppure esaminando l’intera massa dopo chirurgico. di Tumore istologico del tumore l’intervento Il ruolo del patologo e’ quello di determinare il tipo di tumore. Ciò viene fatto in due fasi: a) giudicando le caratteristiche delle cellule del tumore viste al microscopio; b) sottoponendo i tessuti ad una serie di test. I GIst appartengono a una categoria di tumori chiamati sarcomi dei tessuti molli. I sarcomi sono tumori rari, derivanti da “cellule mesenchimali” che originano il tessuto connettivo (muscolare, adiposo, nervoso, delle pareti vascolari, osseo e cartilagineo). Il Gist e’ diventato una categoria diagnostica specifica solo nel 1998, quando si e’ scoperto che quasi tutti i Gist esprimono una proteina (o recettore, o enzima) chiamata KIT (oppure CD117) e che molti tumori Gist mostravano delle mutazioni genetiche in questa proteina. Prima di allora non era noto che i Gist erano fondamentalmente diversi da altre neoplasie addominali comprese nel gruppo di tumori chiamati mesenchimali; i tumori Gist venivano infatti erroneamente diagnosticati come leiomiomi, leiomiosarcomi, leiomioblastomi o come altri tumori mesenchimali. Segue un elenco delle principali patologie “simili” al Gist che venivano solitamente scambiate per Tumore Stromale Gastrointestinale e che ancora oggi possono essere all’origine di equivoci. Pertanto è fondamentale che la valutazione anatomopatologica sia effettuata presso un centro specializzato, con patologi esperti nel campo dei sarcomi. Leiomioma Leiomiomasarcoma (LMS) Leiomioblastoma Schwannoma Neurofibroma Tumore neuroendocrino Tumore del sistema nervoso autonomo gastrointestinale (GANT) Carcinosarcoma Tumore fibromatoso o desmoide Tumore solitario fibroso Angiosarcoma Liposarcoma Sarcoma sinoviale Mesotelioma Carcinoma differenziato Carcinoma sarcomatoide altri Alcuni di questi tumori originano nel tessuto del muscolo liscio del tratto gastrointestinale (per esempio, leiomioma e leiomiosarcoma) mentre altri sono di origine neurale (per esempio, schwannoma e tumore neuroendocrino) ed alcuni come la fibromatosi o il tumore desmoide nascono nelle cellule del tessuto connettivo. Il patologo (a) esamina l’aspetto, la forma e le caratteristiche (morfologia e istologia) delle cellule tumorali al microscopio e (b) seleziona e sottopone a esami immunohistochimici i tessuti del tumore. Questi esami comportano l’uso di anticorpi che, colorandosi, evidenziano la presenza di proteine nelle cellule del tumore. Morfologia Le cellule dei tumori Gist non hanno tutte la stessa morfologia (cioè la forma e l’aspetto). Circa il 70% dei tumori Gist e’ composto da cellule con forma “a fuso” (che appaiono lunghe e sottili), mentre circa il 20% e’ composto da cellule epitelioidi (che appaiono rotonde e poligonali) e l’altro 10% ha cellule miste di tipo sia “a fuso” che epitelioidi. Sotto, esempi di cellule “a fuso” (A) ed epitelioidi (B). Immunoistochimica Una delle tecniche diagnostiche è definita immunoistochimica (analisi di un campione di tessuto): seguendo questa metodologia, il patologo immette diversi anticorpi nel tessuto da analizzare. Questi anticorpi reagiscono rivelando la presenza di alcune particolari proteine sulla superficie delle cellule e ne consentono quindi l’identificazione. L’anticorpo più specifico che viene utilizzato quando esiste un sospetto di GIST è quello della proteina-recettore KIT. L’esame risulterà quindi KIT-positivo quando la cellula rivelerà la presenza del KIT sulla sua superficie (va sottolineato che i termini KIT, c-Kit oppure CD117 vengono usati indifferentemente). Con rare eccezioni, il KIT non e’ presente in altri tumori addominali. 2 Ricercatori in Giappone e Svezia, indipendentemente gli uni dagli altri, hanno scoperto nel 1998 che al 95% i tumori GIST sono positivi per la proteina-recettore KIT. L’immagine sotto riportata paragona le cellule “a fuso” di un GIST (figura in alto a sinistra) con le cellule di un leiomiosarcoma, la patologia piu’ frequentemente scambiata per Gist (figura in basso a sinistra) . Sebbene i due campioni a sinistra appaiano simili, le cellule di leiomiosarcoma non si colorano con l’anticorpo per il KIT (si confrontino le due figure a destra). La scoperta che i tumori GIST sono immunoreattivi per il KIT ha fornito la prima via per separare definitivamente i tumori GIST da altri tumori con aspetto simile. Un altro marcatore spesso positivo nei GIST e’ il CD34, una proteina normalmente espressa da cellule ematopoietiche (le cellule staminali che generano nuove cellule del sangue) ed alcune cellule interstiziali di Cajal. Il 60-70% di tumori GIST è positivo per il CD34, ma questo varia a seconda della sede del tumore: infatti il CD34 e’ maggiormente presente nei Gist dello stomaco (85%) ma solo nel 50% dei GIST dell’intestino tenue. In relazione a sedi meno frequenti, il CD34 è presente nel 100% dei tumori GIST dell’esofago, nel 65% dei GIST del colon, nel 96% dei GIST del retto. Per concludere, i tumori GIST spesso sono positivi per il CD34, ma questo non e’ sufficiente per la diagnosi di GIST. Normalmente i patologi applicano molti altri test per identificare la presenza di piu’ marcatori: una piccola percentuale di tumori GIST puo’ mostrarsi positivo all’actina del muscolo liscio (SMA), Desmina o S-100. Se il tumore e’ KIT negativo, allora la sequenza di risultati per questi altri marcatori risulterà piu’ rilevante ai fini della diagnosi. Tumori 3 che originano dal muscolo liscio, ad esempio leiomioma e leiomiosarcoma [LMS] sono positivi per SMA e Desmina, mentre i tumori di origine neurale (schwannoma e altri) sono positivi per CD34 e S-100. I marcatori piu’ noti presenti nei GIST possono essere sintetizzati come segue: Kit CD117 95% CD34 60-70% SMA 30-40% Desmina 1-2% S-100 5% I tumori Gist KIT-negativi sono meno comuni, ma circa il 5% non rivela presenza di proteina-recettore KIT (sebbene essi, in altro modo, somiglino ai tumori GIST KITpositivi). Questi casi presentano maggiori difficoltà per il patologo che deve valutare i risultati di altri test per formulare una diagnosi. Test addizionali sono stati identificati in questi ultimi anni: per esempio, la proteina kinase C theta (PKC theta) e’ un marcatore fortemente espresso dai tumori GIST, inclusi i tumori GIST KIT-negativi. Inoltre, un marcatore conosciuto come DOG1 (abbreviazione per “scoperta su GIST1”) e’ positivo nei tumori Gist. Indici di proliferazione cellulare Le cellule si riproducono (o proliferano) dividendosi e la crescita incontrollata e’ una caratteristica del cancro. Il patologo normalmente fornisce la misura di come le cellule del tumore si stanno dividendo (semprecchè il campione di tessuti sia sufficiente per questa misurazione: infatti piccoli campioni prelevati con l’ago aspirato o la biopsia possono, a volte, fornire tessuto insufficiente). Quando un tumore e’ rimosso chirurgicamente, il patologo puo’ esaminare l’intera massa e selezionare le migliori aree del tumore per studiarlo. Piu’ alta e’ la proliferazione, piu’ velocemente il tumore cresce e piu’ aggressivamente ci si puo’ aspettare che cresca (se non asportato chirurgicamente) o che ricompaia o metastatizzi (anche se rimosso). (Immagine di mitosi) La Conta Mitotica è un valore che il patologo ottiene esaminando un campione di tessuti in un campo microscopico ad alto ingrandimento (HPF = High Power Field) e contando il numero di cellule tumorali osservate nell’atto di dividersi (mitosi). I risultati 4 sono espressi con un rapporto, come 2/10 HPF (che significa 2 mitosi osservate in 10 HPF) oppure 10/50 HPF (che significa 10 mitosi contate in 50 HPF). Piu’ alta e’ la conta mitotica e piu’ veloce e’ la crescita del tumore. Altri metodi di misurazione di quanto il tumore sta crescendo sono il Ki-67 e il MIB-1: in questi casi il risultato e’ un dato percentuale. Piu’ alta e’ la percentuale, piu’ veloce la crescita del tumore. 5