Strumenti, progetti e realizzazioni online INTERVISTA A GIANLUCA BORSOTTI, MANAGER DI EBIT MARKETING AND RETAIL INNOVATION Crm e Web 2.0: strumenti per un e-business vincente Il confronto aperto con i propri clienti-consumatori, per testare idee e avere feedback sui prodotti esistenti, produce ritorni importanti per le aziende, che devono guardare soprattutto a internet per instaurare questo dialogo strategico GIANLUCA BORSOTTI “L’ investimento nei media tradizionali ha bisogno di una massa critica minima di investimento. Se l’azienda scende sotto questa soglia minima di massa critica non avrà alcun ritorno. Meglio allora, con un budget più basso, investire su un mezzo nuovo. L’azienda scoprirà che, quel piccolo budget, inefficace sui media classici, diventerà eccezionalmente potente su internet. E’ questa la grande opportunità degli investitori in questo momento”. Gianluca Borsotti, manager che insieme a Paolo Santini e Andrea Agostini ha creato la società di consulenza aziendale eBit Marketing and Retail Innovation, sul web e dintorni ha le idee chiare, anzi chiarissime. “Intanto - dice subito - non parlerei di web, ma di e-business che poi non è l’altro che lo sfruttamento commerciale della tecnologia”. Le aziende come possono fare e-business oggi? “Abbiamo fatto una ricerca - spiega Borsotti - che ha coinvolto circa 120 tra top manager e imprenditori per capire quali sono allo stato attuale gli strumenti di e-business che vengono utilizzati nelle aziende”. Quali sono? “Il sito, ovviamente, l’intranet e la newsletter per l’attività di contatto. Poi c’è tutta l’area degli acquisti online e del commercio elettronico. L’area, a mio avviso, destinata a crescere moltissimo è il CRM che, sul digitale, consente un approccio one-to-one con il cliente. Tra le aziende italiane c’è scarsa consapevolezza di quanto sia importante valorizzare la potenzialità del singolo cliente. E’ più utile fare up selling e cross selling sulla propria base-clienti piuttosto che cercare nuovi prospect, in quanto si tratta di una via molto più costosa. Il CRM trova, nel web, il suo strumento ideale”. E’ la grande rivoluzione del Web 2.0? “Certamente - aggiunge Borsotti - c’è tutta l’area delle community, dei blog e dei forum che se usata in maniera intelligente produce ritorni di rilievo. Utilizzare uno strumento di dialogo aperto con i propri consumatori, per testare con loro le proprie idee di sviluppo e avere un feedback sulle performance dei prodotti esistenti, è un’idea così banale che non si capisce PUBBLICITÀ ITALIA TODAY / WEB MARKETING TOOLS Ricerche online, mercato italiano in crescita Uno degli ultimi rapporti di Esomar rilevava che nel mondo il 25% del fatturato complessivo delle ricerche di mercato era rappresentato da metodologie online. Un quarto del fatturato mondiale. In Italia non si hanno dati precisi. “Indubbiamente - dice a Pubblicità Italia Today Andrea Giovenali (nella foto), presidente di Nextplora - nel nostro paese scontiamo un ritardo notevole, vuoi per la penetrazione più lenta di internet rispetto ad altri paesi, ma anche per ragioni culturali. Da noi è più forte la voglia di conservare che di innovare. Ma questo ritardo ‘fisiologico’ negli ultimi tempi è stato praticamente annullato”. Qual è l’atteggiamento delle aziende verso la ricerca online? “Comincia a interessare. Le prime realtà a utilizzarla sono state quelle attive sulla rete, che volendo sapere di più sui loro clienti online non potevano certo utilizzare le ricerche telefoniche. Da un anno a questa parte, inoltre, riscontriamo un forte interesse da parte di aziende che operano nel Largo Consumo. Multinazionali importanti hanno cominciato a integrare, in maniera significativa, la ricerca online nell’ambito delle proprie attività”. E’ costosa una ricerca online? “Costa meno di altre metodologie - aggiunge Giovenali -. Direi anche che è anticiclica e va incontro alle esigenze di riduzione di spesa che, in questo momento, stanno affrontando le aziende e, da ultimo, molti dei dubbi sull’affidabilità e sulla qualità sono stati ampiamente risolti”. Possibilità di sviluppo in Italia? “Allo stato attuale - conclude Giovenali - è totalmente inespressa. Forse siamo a un 7-8% del fatturato totale, ma è un dato da verificare. Gli altri paesi sono arrivati a livelli del 30-35%”. perché non venga più largamente utilizzata. La potenzialità di avere una piazza di dialogo con i consumatori e di capire con le aree di miglioramento o di sviluppo della propria offerta non può e non deve essere sottovalutata”. (di Nuccio Barletta) Martedì 28 aprile 2009