Disgrafia e disortografia - Sito dei docenti di Unife

DISGRAFIA E DISORTOGRAFIA
di Anna Bottoni, Alice Carnevali,
Virginia Droghetti, Alice Selmi.
DSA
• Disturbi Specifici dell’Apprendimento di
origine neurobiologica.
• Stesura all’interno della scuola, di un
Piano Didattico Personalizzato.
• I DSA non sono affiancati dall’insegnante
di sostengo.
DSA
•
-
Sono quattro:
dislessia;
disortografia;
discalculia;
disgrafia.
DISGRAFIA
•Cause:
•sono numerose e possono investire tutta la personalità;
•la causa non è mai isolata ma sempre unita con altre individuazione
rieducazione del fenomeno ancora più complessa;
•il soggetto è in continua evoluzione quindi fasi che possono sembrare
determinanti per la disgrafia in realtà fanno parte di un normale processo
evolutivo;
•a volte, però, sorge la necessità di avere a disposizione tecniche per
rilevare la disgrafia.
DISGRAFIA
•Le cause possono essere individuali:
•Cause motorie: problemi di coordinazione, ritmo ed equilibrio e
incapacità di rilassamento. Test  prove grafiche promosse dalla facoltà
di Ortopedia di Budapest e dal professor Santucci.
• Rimedi:
- Tecniche pittoriche e grafiche L. Csonka.
- Tecniche non grafiche  R.Olivaux.
DISGRAFIA
• Difficoltà di orientamento spazio temporale: provoca inversione delle
lettere, difficoltà nel maneggiare lo strumento e nel mantenere un
gesto costante. Test A. Ombredane
• Per migliorare la rappresentazione del proprio corpo, gli esercizi
•
indicati sono:
•
- nominare le parti del corpo;
•
- disegnare le parti del corpo;
•
- dare comandi e farli eseguire indicando le parti del corpo;
•
- far ricostruire all’alunno un viso;
•
- ricostruire la figura umana staccando le parti e riunendole;
•
- far vedere immagini che rappresentano soggetti che
leggono/scrivono e domandare di imitarli.
DISGRAFIA
• Difficoltà linguistiche: frequente associazione tra dislessia e disgrafia
poiché turbe nella pronuncia e nella lettura hanno conseguenze sulla
scrittura. Test R. Zazzo
• Gli interventi rieducativi sono prima a livello dislessico e poi a livello
disgrafico. Il logopedista ha la funzione di aiutare il soggetto nella
pronuncia esatta delle parole, e:
- insistere sulla correzione ortografica degli errori per abituare il
soggetto alla memorizzazione di una corretta grafia;
- esercizi di sillabazione che abituano a non confondere i suoni simile ad
evitare errori di lettura e scrittura (doppie, apostrofi, etc…).
DISGRAFIA
• Problemi intellettivi: per scrivere è necessario saper compiere attività
di sincresi-analisi-sintesi che esigono un normale sviluppo intellettivo e
stimolazioni esterne adeguate.
• La riabilitazione proposta riguarda tecniche rieducative motorie e
linguistiche per educare il bambino a scrivere in modo corretto.
DISGRAFIA
• Disturbi provocati da difficoltà di lateralizzazione: una
lateralizzazione ancora infantile all’inizio delle scuole elementari
provoca tipici disturbi di controllo dei movimenti che si manifestano in
diverse forme nella scrittura.
•
•
Nella riabilitazione occorre proporre esercizi adatti a possedere la
dominanza laterale: dopo aver accertato se è mancino o destrorso
occorre rinforzare l’abilità della mano utilizzata con esercizi
psicomotori pregrafici e grafici e stimolando i soggetti in palestra/in
classe attraverso attività/giochi di precisione (lavori di disegno, taglio e
ricamo) per abituarli alla coordinazione oculo-manuale.
DISGRAFIA
• Disturbi provocati da mancinismo: maggiore difficoltà nella grafia poiché
il bambino si trova a coprire ciò che scrive e questo gli impedisce di
scoprire eventuali errori.
•
- gli errori più comuni nascono dalla scorretta posizione della mano e
del foglio che portano ad una scrittura qualitativamente negativa e lenta.
DISGRAFIA
•Le cause possono essere sociali:
• Problemi affettivi: ogni soggetto che nasce si forma e si sviluppa
grazie al rapporto con gli altri. Test  R. Olivaux propone per individuare
la tensione emozionale del soggetto:
-il Test dell’albero;
-il Test del villaggio.
DISGRAFIA
• Difficoltà provocate dal metodo d’insegnamento adottato dall’insegnante:
può influenzare lo sviluppo della disgrafia.
•
- metodo fonetico
•
- metodo globale
•
- metodo DEVA
• Nella scelta del procedimento si dovranno valutare le specifiche capacità che
un metodo ha di soddisfare le esigenze del soggetto.
DISGRAFIA
• Ambiente famigliare poco stimolante: per lo sviluppo di tutte le
capacità necessarie a scrivere correttamente svolgono un ruolo
fondamentale le stimolazioni provenienti dall’esterno.
• Per la riabilitazione sono fondamentali gli ambienti scolastici e altre
agenzie educative che hanno lo scopo di fornire esperienze e
riferimenti utili al miglioramento delle prestazioni del soggetto.
L’integrazione scolastica come presupposto
fondamentale per una più ampia integrazione
sociale
Grazie ai processi della pedagogia e
didattica speciale: riflessione sugli
strumenti d’integrazione
L’impiego funzionale degli strumenti
d’integrazione scolastica dei disabili
• Strumenti finalizzati a favorire l’integrazione:
 Diagnosi Funzionale (DF);
 Profilo Dinamico Funzionale (PDF);
 Piano Educativo Individualizzato (PEI).
Per i DSA: PDP
Carattere funzionale vs carattere disfunzionale
Le origini della funzionalità e
l’obiettivo
Per le persone con disabilità:
Legge 104/1992
“legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione
sociale e i diritti delle persone handicappate.”
Per i DSA
LEGGE 8 ottobre 2010 , n. 170.
Nuove norme in materia di disturbi specifici
di apprendimento.
Dall’individuazione dell’alunno come
disabile all’elaborazione di DF, PDF e
PEI, PDP.
•
Individuazione e certificazione come
fasi essenziali e propedeutiche e
porte d’accesso al sostegno
DF, PDF, PEI una triade dialogica per
l’integrazione

-
Diagnosi funzionale (DF):
natura socio sanitaria;
contenuto.
DF, PDF, PEI una triade dialogica per
l’integrazione
Profilo dinamico funzionale (PDF):
- indica “il prevedibile livello di sviluppo che l’alunno in situazione
di hadicap dimostra di possedere nei tempi brevi (6 mesi) e nei
tempi medi (2 anni)”
- descrive “le caratteristiche fisiche, psichiche, sociali e affettive
dell’alunno e pone in rilievo sia le difficoltà di apprendimento
conseguenti alla situazione di handicap e le possibilità di
recupero, sia le capacità possedute che devono essere
sostenute, sollecitate e progressivamente rafforzate e
sviluppate nel rispetto delle scelte culturali della persona
handicappata”

DF, PDF, PEI una triade dialogica per
l’integrazione

Piano Educativo Individualizzato (PEI):
“Vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra loro,
predisposti per l’alunno in situazione di handicap, in un
determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del
diritto all’educazione e all’istruzione sulla base dei progetti
educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati,
nonché le forme d’integrazione tra attività scolastiche ed extra
scolastiche”.
Il pedagogista “speciale” nel contesto
clinico
• L’arrivo alla progettazione della Diagnosi Funzionale (DF)
corrisponde ad un risultato caratterizzato da vari filtri:
• la modalità con cui percepiscono le difficoltà genitori e
insegnanti del bambino o ragazzo;
• l’ambiente sanitario di base;
• i servizi che attuano la diagnosi hanno un peso rilevante:
devono essere il più efficaci possibile nello stabilire una
diagnosi d’intervento.
Il pedagogista “speciale” nel contesto
clinico
•
•
L’importanza della Diagnosi Funzionale per la tutela della
propria vita.
Il ruolo fondamentale della scuola ma soprattutto della
famiglia.
Il pedagogista “speciale” nel contesto
clinico
•
Pedagogia = Scienza
Caratterizzata dalla psicologia, sociologia e medicina
•Il ruolo del pedagogista: figura importante perché rappresenta il
punto d’incontro che congiunge medico-psicologo-riabilitativa, la
scuola e la famiglia.
•La collaborazione tra scienze mediche e riabilitative e scienze
dell’educazione modalità d’intervento per lavorare all’interno
del proprio campo d’azione.
•
Il pedagogista “speciale” nel contesto
clinico
•
Pedagogia = Scienza
Dobbiamo molto a:
•Andrea Verga “frenastenia”
•Roberto Adriani, Enrico Morselli e Augusto Tamburini
•
Pedagogia  riferimento indipendente, materia di dialogo e di
scambio sia con l’ambito scientifico che con la famiglia del
ragazzo e l’istituzione scolastica.
•
Analisi di una esperienza sul campo
L’indagine è stata fatta all’Ospedale Diurno Diagnostico (ODD)
del Dipartimento di Scienze neurologiche, psichiatriche e
riabilitative dell’età evolutiva dell’Università La Sapienza di
Roma, nel periodo che va da marzo 2001 a dicembre del 2004.
•
Obiettivo dimostrare che pedagogia e medicina sono in stretta
correlazione, in quanto si ha a che fare con Persone che
necessitano di Aiuto da parte di esperti.
•
Analisi di una esperienza sul campo
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•
La valutazione è caratterizzata da una serie di prove, su
diverse aree, che forniscono indicazioni sul profilo di
funzionamento:
cognitivo;
affettivo-relazionale;
linguistico;
motorio-prassico;
neuropsicologico.
• La formazione del personale dell’ospedale.
I colloqui
• Il colloquio con medici – famiglia – insegnanti costituisce il
momento più delicato perché nel parlare con i genitori gli
specialisti devono sempre tener conto di tre fattori:
• il soggetto tipo (in rapporto al disturbo riscontrato);
• il soggetto reale (in base al profilo di funzionamento emerso
nella valutazione diagnostica);
• il bambino immaginato (in rapporto alle aspettative che i genitori
vogliono riscontrare nel figlio).
Alleanze educative e alfabetizzazione
affettiva con genitori e insegnanti
•
Genitori, insegnati e bambini formano un’alleanza forte per superare,
mediante la speranza, le paure che accompagnano le nuove esperienze
che si susseguono nell’arco dell’esistenza. I quadri argomentativi sono
tre:
• i sentimenti: la speranza e la paura;
• il progetto di vita;
• l’alleanza.
Alleanze educative e alfabetizzazione
affettiva con genitori e insegnanti
• Funzione della scuola
• Supportare la famiglia di fronte alle difficoltà;
• Interpretare le parole, i gesti e le azioni che accompagnano le
interazioni valore indispensabile perché a centro si trova l’alunno;
• PEI = progetto di vita  futuro.
BIBLIOGRAFIA
•
Canevaro, A. , (2007), L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità,
Trento, Erikson.
•
Malegori, P. , (1990), La disgrafia. Cause, forme, interventi rieducativi,
Brescia, La scuola.