LE PAURE E LE ANSIE DEI BAMBINI: COME AIUTARLI Le paure

LE PAURE E LE ANSIE DEI BAMBINI: COME AIUTARLI
Le paure infantili
La paura è un'emozione di base e rappresenta un’esperienza comune degli esseri viventi,
svolgendo una funzione di difesa e allarme. Tradizionalmente la paura è stata diversificata
dall'ansia e dalle fobie in relazione all'obiettività del pericolo: la reazione emotiva dinanzi
a qualcosa (oggetto, evento, persona/animale) la cui pericolosità è oggettivamente
dimostrata, si definisce paura; quando invece l'oggetto o l'evento non sono realmente
pericolosi, la reazione viene denominata ansia o fobia. Tuttavia, nel caso dei bambini, tale
distinzione non risulta sempre applicabile, poiché, essendo il loro sviluppo cognitivo
ancora incompleto, essi sono portati a confondere l'immaginario con il reale, soprattutto
fra i 4 e i 6 anni di vita quando i piccoli sviluppano una fervida immaginazione.
Le paure sono, dunque, episodi frequenti e comuni nella vita del bambino, inscrivendosi
nel suo normale sviluppo emotivo, e possono essere suddivise in tre categorie: le paure
innate, presenti alla nascita; le paure legate alla crescita che appaiono a diverse età; le paure
apprese in seguito ad eventi traumatici che il piccolo ha vissuto personalmente o a cui ha
assistito (per esempio, malattie, incidenti, morte di un parente)..
Le principali paure in età evolutiva legate alla crescita, rientrano in tre grandi categorie:
1. paura di eventi esterni, di persone o di animali (es. buio, dormire da solo, persone
sconosciute, ladri, visite mediche, cani, insetti ecc.);
2. paura di creature immaginarie (diavolo, mostri, fantasmi);
3. paura delle proprie inadeguatezze (paura di sbagliare, di non riuscire, di fare brutta
figura).
Esse cambiano man mano che il bambino cresce: nell’infanzia prevalgono le paure relative
alle prime due categorie, mentre con la crescita, in particolare durante l'adolescenza,
interessano più da vicino la sfera sociale e relazionale (terza categoria), come ad esempio,
la paura di apparire inadeguati o di essere rifiutati. In molti casi, si configurano come
paure transitorie e non preoccupanti, che i genitori possono gestire con serenità.
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Bambini ansiosi
Crescendo e maturando dal punto di vista cognitivo, alcune delle paure infantili vengono
superate spontaneamente, soprattutto perché il bambino acquisisce sempre maggiori
competenze che gli consentono di fronteggiare i timori degli anni precedenti.
Quando invece non vengono superate, le paure possono peggiorare e trasformarsi in vere
e proprie fobie oppure in stati ansiosi. Se assistiamo ad un'attivazione emotiva che
impedisce una vita normale e lo svolgimento delle attività quotidiane, risultando eccessiva
per frequenza, intensità e durata nel tempo, allora si può considerare tale reazione
disfunzionale e quindi patologica.
L’ansia eccessiva, dunque, è una reazione forte di apprensione alle possibili conseguenze
di un evento. Ad esempio, un alunno che è in ansia per un'interrogazione, in realtà è in
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ansia per ciò che potrebbe accadergli qualora questa andasse male (brutto voto, punizioni,
brutta figura dinanzi alla classe, ecc.).
Nei bambini l'ansia si manifesta principalmente attraverso il corpo, sotto forma di sintomi
somatici, come cefalea, vomito, dolori addominali o agli arti e attraverso il comportamento
(quali evitare situazioni ritenute minacciose o scappare da esse, succhiarsi il pollice,
piangere, rosicchiarsi le unghie, diventare iperattivi ecc.). Essa può bloccare la loro
capacità di apprendimento e il desiderio di scoprire il mondo. Ad esempio, alcuni bambini
spaventati possono soffrire di difficoltà di apprendimento o di attenzione e raggiungere
scarsi risultati scolastici, non perché abbiano un'incapacità o un limite dal punto di vista
cognitivo o un disturbo specifico ma perché la paura sta bloccando il loro desiderio di
apprendere e la capacità di rimanere concentrato in classe o nei compiti a casa.
I principali disturbi d’ansia di cui possono soffrire i bambini sono:
•
Disturbo d’ansia da separazione: il bambino manifesta ansia eccessiva e preoccupazione
non realistica, accompagnate spesso da malessere fisico, ogni volta che deve separasi
dalle figure verso le quali prova attaccamento;
•
Fobia specifica: eccessiva e persistente paura con successivo evitamento rivolta verso
una situazione/oggetto specifico e da conseguente compromissione della vita del
soggetto;
•
Fobia sociale: eccessiva timidezza verso persone non familiari fino a compromissione
della vita sociale del soggetto;
•
Disturbo ossessivo – compulsivo: caratterizzato dalla presenza di ricorrenti ossessioni
(pensieri, immagini e impulsi irragionevoli che s’impongono al soggetto) e
compulsioni (comportamenti/azioni che servono al soggetto per annientare i
pensieri ossessivi e ridurre l’ansia).
In tutti questi casi è meglio intervenire risolutamente piuttosto che aspettare che la
situazione “si sistemi da sola” come spesso erroneamente si è portati a pensare.
Per i disturbi d'ansia che interessano i bambini e gli adolescenti sono disponibili due tipi
di trattamento: i farmaci e la psicoterapia, i quali possono essere utilizzati separatamente o
in combinazione. Fortunatamente, circa il 90% dei bambini ansiosi riesce a trarre
giovamento dall'acquisizione di abilità di fronteggiamento dell'ansia, apprese durante una
psicoterapia di tipo cognitivo - comportamentale.
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Cosa si può fare per aiutare i bambini a controllare le paure?
Nei casi meno gravi, in cui non si rende necessaria un terapia farmacologica, una
psicoterapia o una loro combinazione, i genitori possono aiutare efficacemente i loro figli a
vivere con serenità le normali esperienze di paura ed insegnargli a reagire ad esse. Con i
bambini paurosi è opportuno evitare:
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- rimproveri, critiche, umiliazioni o punizioni;
- etichettamenti con appellativi denigratori, quali "sei un fifone", "sei uno stupido", "non sei
un uomo";
- di generare sensi di colpa;
- di ridicolizzare pubblicamente le sue paure;
- di fare confronti con altri familiari o coetanei;
- di esporli a stimoli o situazioni che per lui possono essere spaventosi, tenendo, ad
esempio, presente che certi film, cartoni o fiabe che ad un adulto appaiono innocue, per un
bambino tra i 3-5 anni possono essere terrorizzanti;
- di rassicurarlo in maniera eccessiva, per non convincerlo che c’è veramente qualcosa di
cui avere paura.
Alcuni atteggiamenti e comportamenti positivi che invece bisognerebbe tenere sono i
seguenti:
favorire nel piccolo l'espressione e la condivisione delle emozioni e delle fantasie
che li inquietano, con dolcezza e senza costrizioni;
manifestare al bambino la propria vicinanza, tranquillizzandolo moderatamente,
senza eccedere nell'iperprotezione che potrebbe fargli credere che ci sia realmente
qualcosa da temere;
aiutarlo ad esporsi gradualmente alle situazione in cui prova paura, senza evitare
situazioni, compiti o persone, tenendo ben presente che l'evitamento e la fuga
rinforzano le paure;
Avere uno stile educativo coerente e autorevole, che alterna la permissività al
controllo, la dolcezza alla fermezza, a seconda delle circostanze, e consente al
bambino di diventare autonomo, di sperimentare le proprie capacità, di tollerare la
frustrazione e avere soddisfacenti relazioni sociali.
Controllare e curare le proprie ansie e le proprie nevrosi per evitare che il bambino,
osservando il genitore, acquisisca un atteggiamento di continua apprensione.
Bibliografia
Kendall P., Di Pietro M. (1995). Terapia scolastica dell'ansia. Edizioni Erickson
Oliverio Ferraris A. (2007). Psicologia della paura. Bollati Boringhieri
Sunderland, M., Armstrong, N. (2004). Aiutare i bambini...che hanno paura. Trento,
Erickson
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