Liceo Scientifico “O. Tedone” Via A. Volta 13 Ruvo di Puglia (Bari) Anno scolastico 2001 – 2002 “Vedi tu ciò che vedo io?” Esperimenti sui punti di vista di osservatori in moto relativo… 2° premio, sezione Scuola Secondaria Superiore, con la seguente motivazione Il lavoro costituisce un valido percorso didattico sulle proprietà dei sistemi inerziali e sul principio di relatività galileiana. Esso è caratterizzato dall'uso innovativo di un'attrezzatura di laboratorio abbastanza comune, la rotaia a cuscino d'aria, facilitato dalla circostanza di poter disporre di due esemplari. Il lavoro sperimentale è realizzato in modo rigoroso e corretto. La partecipazione al progetto dell'intera classe ha assicurato una ricaduta didattica verso gli studenti ampia e articolata. Il principio progettuale può essere facilmente riprodotto anche con dispositivi di tipo diverso da quelli qui utilizzati. L'attività è stata svolta dagli studenti e dalle studentesse della classe 3 D (sperimentazione scientifico - Brocca) Annalisa Lotito Simona Balducci Ilaria Marinelli Blerida Banushi Giuseppe Paparella Ylenia Claudia Brindicci Filomena Quercia Antonella Bucci Gaetano Regina Raffaella Cantatore Annarita Ricciardella Capogna Valentina Catalano Fabrizia Ruta Giuseppe Colucci Michelangelo Stragapede Bruno De Scisciolo Francesco Summo Perla Di Gioia Alessandra Zella Manuela Girardi Roberto Guastamacchia Il tecnico di laboratorio: Gioacchino Del Vecchio La docente: Concetta Gadaleta Presentazione della Docente Il tema “Vedi tu ciò che vedo io? Esperimenti sui punti di vista di osservatori in moto relativo…” proposto dal Premio CESARE BONACINI per l’A.S.2001-2002 ha fornito l’occasione per approfondire con una esperienza di laboratorio un argomento inserito nel programma curricolare della classe IIID: la relatività galileiana. La realizzazione dell’esperienza è stata programmata all’inizio del corrente Anno Scolastico. A tale scopo durante il primo quadrimestre, quando hanno affrontato lo studio del modulo di cinematica, gli alunni della classe hanno imparato ad effettuare misure di velocità ed accelerazione di un carrellino in moto su una rotaia a cuscino d’aria, prima servendosi solo di carta e penna, poi con l’ausilio di un foglio elettronico di calcolo (Excel). In seguito hanno utilizzato la stessa strumentazione per verificare le leggi della dinamica. In ultimo, dopo avere trattato teoricamente il problema dei moti relativi, hanno dedicato alcune ore curricolari all’effettuazione delle misure sull’apparato sperimentale allestito precedentemente dal docente firmatario e dal tecnico di laboratorio. Ciascun alunno ha infine elaborato i dati raccolti sperimentalmente in maniera individuale, producendo una relazione personale sull’esperienza. Dopo avere discusso in classe i migliori metodi messi a punto per tenere conto dell’errore sperimentale, un gruppo di volontari ha messo a punto la relazione finale presentata. Il lavoro svolto ha avuto grande rilevanza dal punto di vista didattico, per la grande quantità di esperienza che ha trasferito agli alunni, sia nell’approfondire conoscenze squisitamente tecniche sia nell’imparare a risolvere i numerosi problemi sperimentali inevitabilmente occorsi. E’ stato necessario sottrarre del tempo all’ordinaria attività curricolare; tuttavia, disponendo di quattro ore settimanali di Fisica, tale attività non ha danneggiato drammaticamente lo svolgimento ordinario dei programmi. Le esperienze proposte nella relazione finale in sé sono risultate inoltre molto utili dal punto di vista didattico, in quanto hanno permesso di chiarire i concetti di sistemi di riferimento inerziali in moto relativo e della dipendenza del valore delle grandezze cinematiche dal sistema di riferimento in cui vengono misurate, su cui incontravano notevoli difficoltà nello studio teorico. Il docente firmatario (Concetta Gadaleta) 1 Esperimento n.1: verifica della legge di composizione delle velocità Teoria: i sistemi di riferimento inerziali e la legge di composizione delle velocità Affermare che un corpo si muove significa sempre dire che il corpo è in moto rispetto ad un altro; per identificare un moto è sempre necessario specificare rispetto a quale osservatore avviene. In accordo con il primo principio della dinamica, possiamo affermare che sono sistemi inerziali quelli in cui è valido il primo principio della dinamica: un corpo non soggetto a forze esterne permane nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme. A partire da questa definizione, è possibile trovare un sistema di riferimento inerziale? In effetti, non disponiamo mai di un sistema di riferimento inerziale, se non approssimatamente; neppure se consideriamo un sistema solidale con il Sole. Infatti il Sole con tutto il Sistema solare è in moto circolare attorno al centro della Galassia. Possiamo solo approssimare il suo moto, che ha un raggio di migliaia di anni luce, per un breve tratto con un retta e considerare questo come un “buon” sistema di riferimento inerziale. E’ dunque impossibile parlare di moto assoluto di un oggetto e si può parlare solamente di velocità relativa di due oggetti. La relatività del moto rispetto all’osservatore è facilmente verificabile nella vita di tutti i giorni: ad esempio, seduti nello scompartimento di un treno che sta partendo dalla stazione, con un altro treno a fianco, facciamo fatica a capire se ci stiamo movendo noi o l’altro treno. Come cambiano allora le grandezze cinematiche se misurate in sistemi di riferimento in moto relativo fra loro? Esaminiamo il seguente disegno: y yR P O OR x≡xR Il sistema di riferimento “assoluto” Oxy è solidale con un osservatore inerziale (ad es. il laboratorio) mentre ORxRyR si muove di moto rettilineo uniforme con velocità vT parallela all’asse x rispetto a Oxy. I vettori OP e ORP sono detti rispettivamente posizione assoluta sA e relativa sR del punto materiale P e infine il vettore OOR è detto posizione di trascinamento sT. Dalla figura risulta che sA=sR+sT. Supponendo che: sA = vAt (a) sR = vRt (b) (c) sT = vTt dove vA e vR, sono rispettivamente le velocità dell’oggetto nel sistema di riferimento assoluto Oxy e relativo OxRyR, si ottiene vAt = vRt + vTt da cui: vA = vR+vT (d) 2 Materiale utilizzato: -rotaia a cuscino d’aria a sezione triangolare, provvista di carrellino sagomato; -asta metrica; -rotaia cilindrica provvista di due carrelli a rotelle; -4 fotocellule; -livella; -multi-timer digitale; -motorino; -pesetto di massa 15 – 20g circa; -elettrocalamita munita di forcella con elastico; -carrucola; -compressore; -filo di nylon; -morsetti; -aste di metallo. Apparato sperimentale Su di un ripiano orizzontale abbiamo posto la rotaia a cuscino d’aria: un tubo a sezione triangolare, internamente cavo, che presenta sulle pareti laterali dei piccoli fori; ad una delle due estremità abbiamo collegato il compressore, l’altra estremità è chiusa. L’aria, spinta dal compressore attraverso i fori, crea un cuscino fra la rotaia e il carrellino posizionato su di essa che gli permette di muoversi senza attrito. L’elettrocalamita può essere montata su ciascuna delle due estremità della rotaia. Se scorre corrente all’interno della bobina, essa attira a sé il carrellino tenendolo fermo. Quando la corrente viene interrotta, il carrellino riceve una spinta da un oggetto elastico frapposto fra il carrellino stesso e la calamita e si muove sulla rotaia di moto rettilineo. Poiché le forze agenti sul carrellino sono la forza peso e la spinta dell’aria, uguali in modulo ed opposte in verso, tale moto, dopo la fase iniziale di spinta, risulterà essere uniforme. Abbiamo sospeso sulla rotaia le 4 fotocellule, montandole sull’asta metrica che ci permette di misurarne le posizioni. Dopo aver fissato rigidamente all’asta metrica, con dei morsetti, due aste orizzontali, abbiamo ad esse agganciato i due carrellini le cui rotelle erano sagomate per muoversi con pochissimo attrito su una rotaia cilindrica posta parallelamente alla rotaia a cuscino d’aria. Per bilanciare il peso delle fotocellule e dell’asta metrica abbiamo montato dei pesi dalla parte opposta delle aste orizzontali (foto 1 e foto 2). Foto 1 Foto 2 3 Il blocco (carrellini a rotelle – asta metrica – fotocellule) è stato agganciato mediante un filo di nylon inestensibile ad un motorino a cinghia allineato con la rotaia cilindrica; quest’ultimo, ruotando, avvolge il filo attorno ad una canna metallica e traina tutto il blocco che si muove così di moto rettilineo lungo la rotaia. Abbiamo reso tale moto uniforme: il motorino, partendo da fermo, subisce una fase di accelerazione prima di raggiungere la velocità di regime, pertanto abbiamo utilizzato una canna di piccolo diametro (2 mm) in modo che il numero di giri necessario per raggiungere la fase di rotazione a velocità costante corrispondesse al riavvolgimento di poco filo, e quindi ad un piccolo spostamento del sistema di fotocellule (foto n.3) . Abbiamo collegato le fotocellule al multi-timer digitale. Posizionando la rotaia cilindrica che sostiene le fotocellule ad altezza opportuna, ad ogni passaggio del carrellino davanti a una fotocellula una banderuola posta sull’estremità del carrellino interrompe il flusso luminoso diretto verso la fotocellula: il passaggio davanti alla prima fotocellula attiva il cronometro digitale, il passaggio davanti alle tre fotocellule successive interrompono i tre conteggi del tempo. I tre intervalli di Foto 3 tempo vengono visualizzati su tre display indipendenti del multi-timer. Con un interruttore possiamo accendere o spegnere il motorino che traina il sistema di riferimento costituito dalle fotocellule. Questo apparato sperimentale ci permette di misurare la velocità del carrellino sia in un sistema di riferimento solidale con il laboratorio (sistema di riferimento assoluto) sia che si muova di moto rettilineo uniforme rispetto ad esso (sistema di riferimento relativo). Prima di effettuare le misure abbiamo verificato l'allineamento orizzontale della rotaia a cuscino d’aria sia utilizzando una livella, sia verificando che il carrellino, posto in un punto qualunque della rotaia mentre il compressore è acceso, non si muova né verso destra né verso sinistra. Esecuzione dell’esperienza Prima fase Vogliamo inizialmente verificare la legge di composizione delle velocità nel caso in cui il carrellino e le fotocellule si muovono in versi opposti. In questo caso, dalla relazione vettoriale (d): vA=vR +vT, si ottiene, scalarmene, vA=vR-vT e, pertanto, la velocità relativa è legata alla velocità assoluta dalla vR=vA+vT (1). Vogliamo verificare quindi che, entro l’errore sperimentale, la velocità del carrellino misurata nel sistema di riferimento mobile vR è data dalla somma fra la velocità dello stesso misurata rispetto al laboratorio vA e la velocità di trascinamento del sistema di riferimento vT. A tale scopo, determiniamo la velocità assoluta vA del carrellino rispetto al sistema di riferimento assoluto, solidale con il laboratorio, tenendo spento il motorino che traina le fotocellule e misurando le posizioni delle fotocellule (s, misurate in cm) e degli intervalli di tempo ∆t (in secondi) impiegati dal carrellino a spostarsi da una fotocellula alla successiva. Nella tabella 1 sono riportate le misure effettuate in tal modo. Dai dati registrati si ottiene per la velocità as- 4 ∆s il valore vA=0,26 m/s ±0,01m/s, dove 0,26m/s è la media calcolata ∆t sui valori misurati della velocità, mentre l’incertezza di 0,01m/s è stata calcolata come semidispersione dei dati, essendo il numero delle misure effettuate basso per effettuare indagini di tipo statistico. soluta del carrellino vA= Tabella 1 - Prima fase: misura della velocità assoluta s (cm) 101,3 87,0 67,3 47,5 ∆t (1° serie) (s) 0 0,54 0,77 0,81 ∆t (2° serie) (s) 0 0,54 0,79 0,79 ∆s (cm) 101,3-87,0 = 14,3 87,0-67,3 = 19,7 67,3-47,5 =19,8 vA (1° serie) (cm/s) 26,5 25,6 24,4 vA (2° serie) (cm/s) 26,5 24,9 25,1 Successivamente, mettiamo in funzione il motorino che traina il sistema di riferimento ed effettuiamo le misure degli intervalli di tempo impiegati dal carrellino a spostarsi da una fotocellula alla successiva mentre queste si muovono di moto rettilineo uniforme (tabella 2). Il rapporto fra spazi percorsi ∆s e tempi impiegati a percorrerli ∆t in queste condizioni sperimentali fornisce la velocità vR del carrellino relativa al sistema di riferimento in moto rettilineo uniforme rispetto al laboratorio. Si ottiene vR = 0,34m/s ± 0,01m/s. Tabella 2 - Prima fase: misura della velocità relativa ∆s (cm) 14,3 19,7 19,8 ∆t (s) 0,40 0,58 0,60 vR (cm/s) 35,8 34,0 33,0 Per verificare la validità della legge di composizione delle velocità, è necessario in ultimo misurare la velocità di trascinamento vT delle fotocellule trainate dal motorino rispetto al laboratorio. A tale scopo, collochiamo il carrellino (fermo) sulla rotaia e misuriamo gli intervalli di tempo trascorsi fra il passaggio di una fotocellula e della successiva sulla banderuola del carrellino. Le misure effettuate, riportate in tabella 3, forniscono vT = 0,075 m/s ± 0,002 m/s. ∆s (cm) 14,3 19,7 19,8 Tabella 3 - Prima fase: misure della velocità di trascinamento ∆t (2° serie) ∆t (3° serie) vT (1° serie) vT (1° serie) vT (3° serie) ∆t (1° serie) (s) 1,84 2,49 2,57 (s) 1,90 2,61 2,66 (s) 1,92 2,60 2,57 (cm/s) 7,8 7,9 7,7 (cm/s) 7,5 7,5 7,4 (cm/s) 7,5 7,6 7,7 È necessario osservare che, per determinare ciascuna velocità, in questo e in tutti gli altri esperimenti riportati sono state effettuate almeno tre ripetizioni di ogni misura. Fra queste, alcune hanno determinato risultati numerici coincidenti, altre misure sono state scartate a causa di problemi sperimentali (soprattutto legati al motorino di traino) che ne hanno falsato la validità. Nelle tabelle sono mostrati solo i risultati ritenuti più significativi. Utilizziamo la (1) per misurare indirettamente la velocità relativa: il valore medio di vR è dato allora da 0,26m/s + 0,075m/s = ~0,34m/s, mentre l’errore assoluto su vR, somma degli errori assoluti dei due addendi, è (0,01+0,002)m/s = ~0,01m/s. Pertanto, la velocità relativa assume valori compresi nell’intervallo [0,33 – 0,35]m/s. Tale intervallo va confrontato con l’intervallo di valori [0,33 – 0,36]m/s ottenuto mediante misura diretta della velocità relativa: essendo i due intervalli l’uno un sottoinsieme dell’altro, possiamo affermare la validità della legge di composizione delle velocità in questo caso. 5 A conferma della validità della legge (1), abbiamo ripetuto l’esperimento cambiando la velocità del carrellino. A tale scopo, abbiamo aumentato la tensione dell’elastico che gli fornisce l’impulso iniziale mettendolo in moto. I dati registrati nel sistema di riferimento assoluto e in quello relativo (riportati rispettivamente in tabella 4 e tabella 5) forniscono per la velocità assoluta e per la velocità relativa, in corrispondenza della stessa velocità di trascinamento, i valori vA = 0,47m/s ± 0,01m/s e vR = 0,57m/s ± 0,01m/s. Pertanto, la velocità relativa, misurata direttamente assume valori compresi nell’intervallo [0,56 – 0,58]m/s. Tale intervallo va confrontato, come nel caso precedente, con l’intervallo di valori ottenibile mediante misura indiretta della velocità tramite la (1), che è adesso 0,55m/s ± 0,02m/s, corrispondente a [0,53 – 0,57]m/s. Si può affermare pertanto che, anche in queste condizioni sperimentali, c’è corrispondenza fra i dati. Tabella 4 - Prima fase: conferma (velocità assoluta) ∆s ∆t (1° serie) ∆t (2° serie) vA (1° serie) vA (1° serie) (cm) 14,3 19,7 19,8 (s) 0,30 0,42 0,43 (s) 0,30 0,41 0,42 (cm/s) 47,7 46,9 46,0 (cm/s) 47,7 48,0 47,1 Tabella 5 - Prima fase: conferma (velocità relativa) ∆t (1° serie) ∆t (2° serie) vR (1° serie) ∆s vR (1° serie) (cm) 14,3 19,7 19,8 (s) 0,25 0,34 0,35 (s) 0,25 0,34 0,34 (cm/s) 57,2 57,9 56,6 (cm/s) 57,2 57,9 58,2 Seconda fase Vogliamo verificare adesso la legge di composizione delle velocità nel caso in cui il carrellino e le fotocellule si muovono nello stesso verso. In questo caso, dalla relazione vettoriale vA=vR +vT si ottiene, scalarmene, vA=vR+vT e, pertanto, la velocità relativa è legata alla velocità assoluta dalla vR=vA-vT (2). Vogliamo verificare quindi che, entro l’errore sperimentale, la velocità del carrellino misurata nel sistema di riferimento mobile vR è data dalla differenza fra la velocità dello stesso misurata rispetto al laboratorio vA e la velocità di trascinamento del sistema di riferimento vT. A tale scopo, montiamo l’elettrocalamita dall'altro lato della rotaia in modo che il carrellino venga spinto in verso contrario a quello di avanzamento delle fotocellule. Poi, come nella fase 1, procediamo alle misurazioni della velocità assoluta e della velocità relativa del carrellino, conservando la stessa velocità di trascinamento per le fotocellule (a tale scopo, ogni volta che misuriamo una nuova serie di dati, misuriamo anche la velocità di trascinamento per verificare che il suo valore non si sia modificato). Come nella prima fase, abbiamo ripetuto l’esperienza due volte, dando al carrellino due diverse spinte iniziali. La prima serie di misure è riportata nelle tabelle 6 e 7. Da queste si evince vA = 0,264m/s ± 0,001m/s e vR = 0,182m/s ± 0,002m/s. Pertanto, la velocità relativa, misurata direttamente, assume valori nell’intervallo [0,180 – 0,184]m/s, laddove la misura indiretta attraverso la (2) fornisce vR = 0,18m/s ± 0,02m/s, vale a dire valori compresi nell’intervallo [0,16 – 0,20]m/s. Le velocità ottenute mediante misura diretta nella seconda serie di misure (riportate nelle ta6 belle 8 e 9) sono invece vA = 0,52m/s ± 0,01m/s e vR = 0,44m/s ± 0,01m/s, in particolare la misura diretta della velocità relativa fornisce valori nell’intervallo [0,43 – 0,45]m/s. Utilizzando la (2) otteniamo invece per la velocità relativa il valore vR = 0,44m/s ± 0,02m/s, cioè valori compresi nell’intervallo [0,42 – 0,46]m/s. In entrambe le condizioni sperimentali, verifichiamo la validità della legge della composizione delle velocità anche nel caso in cui il carrellino e il sistema di riferimento si muovono nello stesso verso. Tabella 6 - Seconda fase: misura della velocità assoluta (esperimento 1) ∆s (cm) 19,8 19,7 14,3 ∆t (s) 0,75 0,75 0,54 vA (cm/s) 26,4 26,3 26,5 Tabella 7 - Seconda fase: misura della velocità relativa (esperimento 1) ∆s (cm) 19,8 19,7 14,3 ∆t (s) 1,08 1,09 0,78 vR (cm/s) 18,3 18,1 18,3 Tabella 8 - Seconda fase: misura della velocità assoluta (esperimento 2) ∆s (cm) 19,8 19,7 14,3 ∆t (s) 0,38 0,37 0,28 vA (cm/s) 52,1 53,2 51,1 Tabella 9 - Seconda fase: misura della velocità relativa (esperimento 2) ∆s (cm) 19,8 19,7 14,3 ∆t (s) 0,46 0,45 0,32 7 vR (cm/s) 43,0 43,8 44,7 Esperimento n.2: l’accelerazione di un oggetto è la stessa in tutti i sistemi di riferimento inerziali Teoria Supponiamo che un oggetto si muova di moto rettilineo uniformemente accelerato. Affinché tale tipo di moto abbia luogo, è necessario che all’oggetto sia applicata una forza F non equilibrata. In accordo col secondo principio della dinamica, l'accelerazione (cioè la variazione della velocità dell’oggetto nell'unità di tempo) è direttamente proporzionale all’intensità della forza non equilibrata che agisce sull’oggetto e inversamente proporzionale alla massa dell’oggetto; la direzione e il verso dell’accelerazione sono uguali a quelli della forza non equilibrata agente sul corpo: a ∝ F/m. Come cambiano le leggi della dinamica del moto di un corpo, se tale moto viene studiato da due osservatori inerziali differenti, in moto relativo uno rispetto all’altro? Supponiamo che un punto materiale P subisca l’azione di una forza F nella stessa direzione e verso della velocità vT con cui il sistema di riferimento relativo ORxRyR si muove rispetto al sistema assoluto Oxy. Se da una parte gli osservatori giudicheranno diverse le posizioni e quindi le velocità di P, dall’altra, osservando la stessa forza applicata F, assegneranno lo stesso valore alla accelerazione subita da P per effetto della azione di F: come il primo principio, anche il secondo è valido in tutti i sistemi inerziali. Apparato sperimentale L’apparato sperimentale utilizzato è quello dell’esperimento n.1. In questo esperimento, tuttavia, il moto del carrellino sulla rotaia a cuscino d’aria è uniformemente accelerato. Per realizzare questo tipo di moto abbiamo montato una carrucola ad una delle due estremità della rotaia. Abbiamo pertanto collegato il carrellino ad un filo di nylon; abbiamo fatto passare il filo attraverso la carrucola e all’altra estremità, libera, abbiamo sospeso un pesetto di massa nota (mp=17g). In tale configurazione, quando il compressore è spento, il carrellino rimane fermo sulla rotaia, a causa dell’attrito statico esistente. Non appena il compressore pompa aria dentro la rotaia eliminando l’attrito, il carrellino comincia a muoversi trainato dal pesetto sospeso. Per misurare l’accelerazione dell’oggetto, utilizziamo lo stesso sistema di fotocellule dell’esperimento precedente (il verso in cui le fotocellule possono muoversi è lo stesso con cui viene trainato il carrellino). Abbiamo cura, all’inizio di ogni ripetizione dell’esperimento, di posizionare il carrellino in modo tale che la banderuola sulla sua sommità sia il più possibile vicina alla prima fotocellula che attiva il conteggio dei tempi; in tale modo all’istante in cui il carrellino comincia a muoversi attivando il cronometro corrisponde una velocità del carrellino approssimativamente nulla (velocità iniziale v0=0). Esecuzione dell’esperienza In questa esperienza vogliamo dimostrare che l’accelerazione con cui si muove un oggetto (il carrellino) assume lo stesso valore in sistemi di riferimento inerziali in moto relativo fra loro. A tale scopo, misuriamo l’accelerazione con cui il carrellino si muove sia nel sistema di riferimento assoluto, solidale con il laboratorio, che nel sistema di riferimento relativo costituito dal gruppo di fotocellule in moto rettilineo uniforme rispetto al laboratorio. Teniamo pertanto le fotocellule ferme tenendo spento il motorino di traino e, posizionato il carrellino immediatamente prima del fascio di luce della prima fotocellula, attiviamo il compressore: leggiamo le posizioni delle fotocellule sull’asta metrica e i tempi impiegati dal carrellino per traguardarle sui display del multi–timer. Colleghamo le fotocellule al multi-timer in modo che quest’ultimo misuri l’intervallo di tempo impiegato dal carrellino per spostarsi dalla 8 Posizione (cm) prima fotocellula a ciascuna delle restanti tre, in modo da Sistema di riferimento assoluto agevolare poi il calcolo delle accelera120 zioni. 100 Per misurare 80 l’accelerazione del 60 carrellino nel sistema R2 = 0,9999 di riferimento mobi40 le, invece, azionamo 20 il motorino e i car0 rellini a rotelle che 0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2 1,4 cominciano a muoTempo (s) versi trainando il siFigura1 stema di fotocellule; abbiamo cura di posizionare il carrellino all’incirca nel punto di mezzo della rotaia a cuscino d’aria. Teniamo spento il compressore fino a che la prima fotocellula sta per traguardare la banderuola del carrellino. A quel punto attiviamo il compressore e il carrellino comincia a muoversi (nello stesso verso delle fotocellule) di moto accelerato davanti alle fotocellule in movimento. Leggiamo le posizioni delle fotocellule sull’asta metrica e i tempi impiegati dal carrellino per attraversarle sul multi–timer. Risultati e discussione In tabella 10 sono riportati i risultati delle misure effettuate nel sistema di riferimento assoluto. I dati in tabella sono stati riportati in grafico: in Figura 1 possiamo osservarli come dei rombi. Per estrarre il valore richiesto dell’ accelerazione abbiamo determinato i coefficienti della parabola che meglio approssima i dati sperimentali. Abbiamo eseguito quest’operazione in maniera automatica con il foglio elettronico Excel, calcolando la linea di tendenza di secondo ordine ed ottenendo l’equazione s = 36,2 cm/s2 t2 + 3,5cm/s t + 47,5cm Tabella 10 s (cm) t (s) che corrisponde alla curva disegnata con la linea continua in Figura 1. 47,5 0 In quest’equazione, l’accelerazione è facilmente riconoscibile come il doppio 67,3 0,69 del coefficiente di secondo grado, pertanto l’accelerazione risulta essere di 87,0 1,00 0,724m/s2. È interessante interpretare fisicamente l’equazione che descrive i 101,3 1,17 dati sperimentali: il termine noto 47,5cm corrisponde alla posizione iniziale del carrellino nel sistema di riferimento, il termine di primo grado, 3,5cm/s t, mostra invece che la velocità iniziale del carrellino (corrispondente all’istante di tempo t0=0) è 0,035m/s. Questo valore, sebbene piccolo, non è trascurabile, e ciò mostra che, nonostante i tentativi di cominciare a misurare il moto del carrellino nell’istante in cui comincia a muoversi (vo=0), non siamo riusciti a realizzare tale obiettivo. Misure ripetute nelle stesse condizioni sperimentali hanno permesso di determinare un intervallo di variabilità per l’accelerazione del carrellino: aA = 0,722 ± 0,002m/s2. 9 Tabella 11 s (cm) 47,5 67,3 87,0 101,3 t (s) 0 1,02 1,32 1,50 Allo stesso modo abbiamo lavorato con i dati registrati nel sistema di riferimento relativo: la tabella 11 mostra i dati registrati con le fotocellule in movimento e gli stessi dati sono riportati in grafico in Figura 2, con i simboli quadrati. Anche in questo caso, per determinare il valore dell’accelerazione, abbiamo determinato l’equazione della parabola che meglio descrive i dati sperimentali calcolando la linea di tendenza di second’ordine con il foglio elettronico Excel. L’equazione che abbiamo ottenuto è s = 34,2 cm/s2 t2 - 15,4 cm/s t + 47,5cm. Posizione (cm) La curva corrispondente è disegnata con la linea contiSistema di riferimento relativo nua nel grafico di s = 34,2t 2 - 15,4t + 47,5 Figura 2. Vale per 120 questa equazione la 100 stessa interpreta80 zione fisica riportata nel sistema as60 soluto. E’ interes40 sante osservare co20 me il termine di primo grado ha se0 gno negativo: di0 0,5 1 1,5 2 fatti, se il sistema di Tempo (s) riferimento mobile è orientato da siniFigura2 stra verso destra ed è in moto nello stesso verso, la velocità del carrellino, fermo nel sistema di riferimento assoluto, è inizialmente negativa nel sistema di riferimento relativo (e precisamente pari a -15,4 cm/s). L’accelerazione misurata invece, risulta essere 2×34,2 cm/s2 = 0,684 cm/s2. Misure ripetute nelle stesse condizioni mostrano una maggiore dispersione dei valori di accelerazione ottenuti rispetto alle misure di accelerazione assoluta. Questo non è sorprendente, difatti è più difficoltoso eseguire le misure nel sistema di riferimento relativo, a causa della complessità aggiunta all’esperimento dalla necessità di far muovere le fotocellule di moto rettilineo uniforme con questo sistema artigianale. L’incertezza introdotta dal metodo di misura porta a determinare un errore assoluto sull’accelerazione relativa di 0,02m/s2, per cui si ottiene per l’accelerazione misurata nel sistema relativo il valore aR = 0,70 ± 0,02m/s2, corrispondente all’intervallo di variabilità [0,68 – 0,72] m/s2. Confrontando tale intervallo con l’intervallo di valori dell’accelerazione assoluta, [0,720 – 0,724] m/s2, possiamo dire che, presentando un estremo comune, i due intervalli rappresentano la stessa misura. È interessante, in ultimo, confrontare il valore ottenuto dell’accelerazione, in entrambi i sistemi di riferimento, con il valore previsto teoricamente risolvendo il problema dinamico del carrellino. Le equazioni che risolvono il problema sono: T=Ma (3) per il carrellino di massa M = 215g, sottoposto alla tensione del filo di nylon T, e 10 m g – T =m a (4) per il pesetto di massa m = 17g sospeso alla carrucola, su cui agiscono la forza peso m g e la tensione T dello stesso filo di nylon. Risolvendo il sistema formato dalla (3) e dalla (4) rispetto ad a, si ottiene a= m g m+M (5). Sostituendo nella (5) i valori noti di m, M e g, si ottiene a = 0,71m/s2, in perfetto accordo con i valori determinati sperimentalmente. Conclusioni In questo lavoro abbiamo verificato sperimentalmente la validità delle leggi di composizione della velocità e delle accelerazioni in sistemi di riferimento differenti in moto relativo uniforme. Attraverso un apparato sperimentale non commerciale, allestito nel laboratorio di Fisica della nostra scuola, abbiamo potuto misurare le grandezze cinematiche di un carrellino libero di muoversi di moto rettilineo in assenza di attrito su una rotaia a cuscino d’aria, sia dal punto di vista di un osservatore solidale con il laboratorio che dal punto di vista di un osservatore che si muove di moto rettilineo uniforme rispetto ad esso, parallelamente al carrellino. Abbiamo verificato sperimentalmente, in varie condizioni di moto relativo, che quando il carrellino si muove di moto rettilineo uniforme, la sua velocità assoluta è la somma vettoriale della stessa velocità misurata nel sistema di riferimento in moto rispetto al laboratorio e della velocità di trascinamento del sistema di riferimento. Abbiamo verificato inoltre che, se il carrellino si muove di moto uniformemente accelerato, la sua accelerazione assume lo stesso valore se misurata in sistemi di riferimento inerziali differenti, in particolare nel sistema di riferimento assoluto, solidale con il laboratorio, e in un sistema di riferimento in moto rettilineo uniforme rispetto ad esso. Bibliografia Jerry D.Wilson, Anthony J.Buffa - FISICA 1, Ed. Principato Ugo Amaldi - LE IDEE DELLA FISICA: LA MECCANICA, Ed. Zanichelli Ugo Amaldi - LE IDEE DELLA FISICA: LA FISICA MODERNA, Ed. Zanichelli George Gamow - BIOGRAFIA DELLA FISICA, SCIENZA – OSCAR SAGGI MONDADORI http://digilander.iol.it/liceovico/einstein/relativita_ristretta.htm 11