Le Demenze - Facoltà di Medicina e Chirurgia

LE DEMENZE
PERCORSI DIAGNOSTICI E CARATTERISTICHE CLINICHE
Gianluigi Vendemiale
Cattedra di Geriatria
LA DEFINIZIONE
Sindrome clinica caratterizzata da grave
compromissione delle facoltà intellettive in
assenza di sintomi confusionali. Il declino
intellettivo è tale da interferire con le attività
sociali e professionali
Sindrome caratterizzata dallo sviluppo di deficit cognitivi multipli
che includono il deterioramento mnesico ed almeno un altro tra i
seguenti disturbi cognitivi: Afasia
Aprassia
Agnosia
Oppure un disturbo delle funzioni esecutive:
Pensiero astratto
Giudizio critico
Con possibile associazione di disturbi non cognitivi:
Turbe del comportamento
Modificazioni della personalità
Alterazioni affettive
Modificazioni del ciclo sonno-veglia
AFASIA
Disturbo della comprensione o della formulazione
di un messaggio verbale
Afasia Sensoriale: disturbo della comprensione verbale. In
genere eloquio fluente ma con parole inadeguate per alterazione
della comprensione del messaggio.
Alterazioni della circonvoluzione temporale superiore-sn (area di
Wernicke), spesso dovuta a stroke ischemico
Afasia Motoria: disturbo della formulazione di un messaggio
verbale. Eloquio difficile, stentato, senza inflessioni, utilizzo di giri
di parole, incapacità di comporre frasi intere. La comprensione
delle parole è invece conservata.
Lesioni a carico della regione postero-inferiore frontale (area di
Broca). Più tipica della demenza di Alzheimer
Principali differenze fra le due forme di afasia
Eloquio
Broca
non fluido
stentato
Wernicke fluente
articolato
comprensione
altri segni
conservata
cosciente del
deficit, frustrato
ridotta/assente talora euforia
Causa
degenerativa
ischemica
APRASSIA
Disturbo della motilità. Incapacità di eseguire attività
motorie finalizzate. Difficoltà a vestirsi, abbottonare
camicie, compiere comuni gesti del vivere quotidiano.
Aprassia costruttiva: incapacità di costruzione, di
copiare disegni, comporre mosaici, dispoorre oggetti
secondo un criterio logico…
AGNOSIA
Incapacità di riconoscere o identificare oggetti comuni,
volti, voci, persone conosciute, melodie, luoghi noti. Il
paziente non riconosce più la strada di casa o il suo
quartiere e si smarrisce
Deficit del pensiero astratto
Difficoltà ad affrontare nuovi impegni
riassumere brevi racconti, interpretare proverbi
cogliere similitudini,definire concetti
Deficit del giudizio critico
Deficit di critica ed autocontrollo
Linguaggio grossolano, umorismo inappropriato
negligenza nella cura ed igiene personale
Modificazioni della personalità
Calo di interessi sociali, comparsa di apatia e di tratti
ossessivi, teatrali, impulsivi. Comparsa di irritabilità,
delirio di infedeltà… Soggetti precisi ed ordinati
diventano incuranti e trasandati
PRINCIPALI FORME DI DEMENZA: CLASSIFICAZIONE EZIOLOGICA
Demenze primarie (degenerative)
Senza segni motori prevalenti:
DEMENZA DI ALZHEIMER
• Forme pre-senili (< 65 anni)
• Forme senili (> 65 anni)
DEMENZA FRONTO-TEMPORALE
Demenze Secondarie
DEMENZA VASCOLARE:
Multi-infartuale(grandi infarti corticali)
Singoli infarti strategici
Patologie dei piccoli vasi
• Malattia di Binswanger
• Infarti lacunari
IDROCEFALO NORMOTESO
Con segni motori prevalenti:
DEMENZA A CORPI DI LEWY
DEMENZA DI PARKINSON
ALTRE
Disendocrino-Dismetaboliche
Infiammatorie-Infettive
Da sostanze tossiche
Da stati carenziali
Da neoplasie
Traumatiche
Incidenza della malattia di Alzheimer in rapporto all’età
AD: Caratteristiche anatomo-patologiche
Atrofia cerebrale
Corteccia fronto-parieto-temporale
Impoverimento popolazione neuronale:corteccia
ippocampo, nuclei telencefalici: Acetilcolina e Noradrenalina
Placche senili
Reazione degenerative peri-arteriolari con deposito di amiloide
frammenti di assoni e dendriti, astrociti e cellule gliali
Grovigli neurofibrillari
Lesioni degenerative del citoscheletro cellulare
Produzione di β-amiloide (Aβ)
Proteina derivante dall’abnorme clivaggio proteolitico
del precursore APP ( Amyloid precursor protein)
AD: CRITERI DIAGNOSTICI (NINDS-AIREN)
• Diagnosi di demenza eseguita in base ad esame clinico
documentata con il MMSE e confermata da una batteria
di test neuropsicologici
•Deficit in 2 o più aree cognitive
•Progressivo peggioramento della memoria e di altre
funzioni cognitive/non cognitive
•Nessun disturbo di coscienza
•Assenza di malattie sistemiche o neurologiche
•Ridotta autosufficienza nelle attività del vivere quotidiano
e alterazioni dei modelli comportamentali
DEMENZA DI ALZHEIMER
atrofia cerebrale
MALATTIA DI ALZHEIMER
Forme familiari
5-10 %
Forme sporadiche
90-95%
Esordio precoce (40-60 aa)
Esordio tardivo (> 60 aa)
Esordio precoce (<65 aa)
Esordio tardivo (>65 aa)
Fattori genetici
Fattori genetici
Fattori non genetici
?
Geni correlati con la malattia di Alzheimer
GENE
CROMOSOMA
APP
21
Presenilina 1
14
Presenilina 2
1
ApoE4
19
Α2-macroglobulina
12
AD: Ipotesi patogenetiche
•Cascata Amiloidea
•Ipotesi colinergica
•Iperfosforilazione della proteina TAU
•Proteine della fase acuta
•Stress ossidativo
•Apolipoproteina E (Apo-E)
Apo E: prodotta dagli astrociti, trasportatrice del colesterolo
e fosfolipidi. Indispensabile per l’integrità sinaptica ed il
normale funzionamento colinergico.
Gene per l’Apo E: altamente polimorfo: aplotipi έ 2, έ 3,έ 4
Soggetti omozigoti per l’allele έ 4 sviluppano AD più
frequentemente e più precocemente.
Proteine della fase acuta:
Aumentate concentrazioni liquorali di α1-antichimotripsina e di
IL-6 e sieriche di TNF in soggetti affetti da AD
Aggregazione di fibrille di β-amiloide
Risposta infiammatoria
Costituenti primari delle
β -amiloide e proteina TAU placche senili e degli
ammassi neurofibrillari (NFT).
β-amiloide: alta aggregabilità, ridotta solubilità ed
alterata clearance extra-cellulare
Alti depositi a livello cerebrale e bassi livelli liquorali
Proteina TAU: Presenza negli NFT ed alta produzione
nel danno assonale
Alta concentrazione al livello liquorale
Stress ossidativo
Studi in vivo ed in vitro suggeriscono che:
• La Neurotossicità della β-amiloide sia mediata
dall’azione dei radicali liberi dell’ossigeno
• Lo stress ossidativo possa aumentare la
produzione di APP
• Che mutazioni di alcune proteine (Preseniline),
correlate con insorgenza precoce di MA,
inducano stress ossidativo neuronale
1
B2
PROTEINA PRECURSORE DELL’AMILOIDE (APP)
Clivaggio della proteina normale (B1), anomalo (B2) e conseguenze
dell’alterato clivaggio (C)
Taglio enzimatico di
APP alterato
Eccesso di produzione
di β-amiloide
Cambiamenti neurodegenerativi,
stress ossidativo, fosforilazione di TAU,
morte apoptotica/necrotica
formazione di placche senili
risposte infiammatorie
Alterazione di proteine sinaptiche,
perdita sinaptica,alterazioni neurotrasmettitoriali
Perdita di funzioni
DEMENZA
AD:STADI EVOLUTIVI
Progressione gerarchica della sintomatologia
Fase iniziale: reattiva
• Minimo
•
•
•
•
•
•
•
disorientamento temporale
Iniziale compromissone della memoria recente
Difficoltà nel trovare le parole (“Tip of the tongue” )
Buona capacità di comprensione
Aprassia costruttiva per disegni tridimensionali
Ansia, depressione, negazione di malattia
Difficoltà sul lavoro: concentrazione, problem-solving
Assenza di alterazioni motorie
Fase intermedia: neuropsicologica
• Disorientamento temporo-spaziale
• Deficit mnesico moderato-grave interferente con
le attività quotidiane
• Chiaro disturbo del linguaggio (parafasie, circumlocuzioni, deficit di comprensione)
• Aprassia costruttiva, dell’abbigliamento, agnosia
• Alterazioni comportamentali (deliri, wandering)
• Bradicinesia, segni extrapiramidali
• Necessità di essere stimolati alla cura della persona
Fase terminale:neurologico-internistica
• Completa perdita delle abilità cognitive, difficoltà nel
riconoscere volti e luoghi familiari
• Perdita del linguaggio fino a gergo semantico o mutismo
• Rigidità, bradicinesie, crisi epilettiche
• Aggressività, wandering
• Perdita di autosufficienza per lavarsi, vestirsi,
alimentarsi
• Difficoltà a sostenere il capo, a mantenere la stazione
eretta o seduta
• Incontinenza sfinterica
• Comorbidità internistica
Storia naturale della demenza di Alzheimer
Percorso diagnostico per la Demenza di Alzheimer
Valutazione neuropsicologica:
Test di screening
Riconoscimento del deficit cognitivo
Batterie complete
Profilo cognitivo e livello di gravità
Test specifici
Deterioramento di specifiche aree cognitive
Valutazione funzionale:
Scale di valutazione
(ADL-IADL)
Definizione della gravità della compromissione
funzionale. Individuazione della disabilità
Esami ematochimici:
Routine, Vit. B12 e Ac.folico, funzione tiroidea, indagini genetiche…
Esami strumentali:
Rx Torace
Sindromi ipossiche croniche
EEG
Forme encefalitiche…
TAC/RM
Lesioni vascolari, espansive…
SPECT/PET Stato funzionale cerebrale
Malattia di Alzheimer e Depressione: Lo spettro
AD senza
aspetti depressivi
AD con
sintomi depressivi
Pseudodemenza
depressiva
AD con
Depressione maggiore
Comorbidità demenza/depressione
DEMENZA vs PSEUDODEMENZA DEPRESSIVA
DEMENZA
PSEUDODEMENZA DEPRESSIVA
I sintomi cognitivi compaiono per I sintomi depressivi compiono per
primi
primi
Perdita della memoria recente e
remota
Maggior compromissione della
memoria recente
Attenzione e concentrazione
conservate. Tipica risposta:
“non so”
Attenzione e concentrazione non
conservate. Paziente non
cooperativo
Marcata variabilità nella
esecuzione di esercizi di uguale
difficoltà
Scarsa variabilità nella
esecuzione di esercizi di uguale
difficoltà
Presenza di afasia e aprassia
Assenza di afasia e aprassia
Assenza di anedonia
Presenza di anedonia
I sintomi cognitivi non
rispondono agli antidepressivi
I sintomi cognitivi rispondono agli
antidepressivi
Demenza
Insorgenza insidiosa
Progressione lenta
Paziente non consapevole
Confabulazioni
Il pz. sminuisce la disabilità
Presente sundowning
Umore incongruo (es. felicità)
Non sintomi vegetativi
Basso rischio di suicidio
EEG abnorme
Pseudodemenza
Insorgenza improvvisa
Progressione rapida
Consapevolezza del deficit
Disturbi della memoria
Enfasi della disabilità
Più grave al mattino
Umore depresso
Frequenti sintomi vegetativi
Rischio di suicidio
EEG normale
Possibili correlazioni tra demenza e depressione
•La depressione è un sintomo prodromico della demenza
•La depressione è un fattore di rischio per la demenza
•La depressione è un fattore causale della demenza
•Le terapie antidepressive sono un fattore di rischio
per la demenza
•La depressione può modificare la soglia per il manifestarsi
della demenza, anticipandone l’età di esordio
Importanza del fattore tempo nel determinismo
della comorbidità depressione-demenza
•Se la depressione precede di poco tempo la demenza
verosimilmente ne rappresenta un fattore causale e/o
una manifestazione precoce, cioè un sintomo iniziale
della demenza, già presente ma non ancora manifesta
•Se la depressione precede di diversi anni la demenza
verosimilmente è un fattore di rischio
Demenza fronto-temporale (Pick)
Interessamento quasi esclusivo dei lobi frontali e parte
dei temporali che appaiono atrofici con riduzione dei
neuroni e gliosi di corteccia e sost. bianca sottocorticale
Più interessato il sesso femminile.Esordio: 45-60 aa,
insidioso, lento.Disturbi di personalità e comportamento
Maggior compromissione dell’affettività e delle capacità
di giudizio e decisionale. Scarso interessamento iniziale
della memoria e delle funzioni matematiche.
Comportamenti antisociali, impulsività, disinibizione,apatia
distraibilità, cambio nelle abitudini alimentari...
Demenza di PICK (Fronto-temporale)
La Faccia laterale dell’emisfero cerebrale mostra l’allargamento dei solchi
e la netta separazione tra aree colpite ed aree indenni
Faccia mediale dell’emisfero cerebrale dello stesso paziente
Si noti il brusco passaggio tra zona atrofica e zona preservata
DEMENZA A CORPI DI LEWY (LBD)
La forma degenerativa più frequente dopo quella di
Alzheimer(10-15%)
Corpi di Lewy: inclusioni citoplasmatiche eosinofile
(frammenti proteici fosforilati) non patognomiche,
presenti talvolta anche in altre forme di demenza (AD,
Parkinson, VD)
Nel Parkinson: presenti nei nuclei del tronco (S. Nera,
Meynert, L. Coeruleus)
Nella LBD: presenti diffusamente anche nella corteccia
ed ippocampo
CLINICA
Esordio subdolo ma rapidamente evolutivo,fluttuazioni della
performance cognitiva e funzionale: episodi improvvisi di
disinteresse agli stimoli esterni con sopore. Estrema
variabilità dello stato di vigilanza e della durata di tali
stato pseudo-catatonico
episodi (minuti o ore)
Deficit visuo-spaziali: allucinazioni visive
Alterazioni dellle capacità esecutive:Alterazioni motorie
Parkinsonismo: bradicinesia,rigidità,tremore
Disturbi dell’umore: ansia, depressione, angoscia
Diagnosi differenziale (MA/MP/LBD):
Nella MA iniziale più rari i sintomi psicotico-allucinatori
Nella MP i sintomi cognitivi molto più tardivi
Criteri diagnostici della Demenza a Corpi di Levy
Caratteristica centrale: Demenza
decadimento cognitivo
progressivo, deficit attentivo, delle funzioni esecutive,
delle abilità vsuo-spaziali, in seguito anche della memoria
Caratteristiche “Core”:fluttuazioni cognitive con deficit di
attenzione e vigilanza; allucinazioni visive; parkinsonismo
Caratteristiche di supporto : cadute e sincopi ricorrenti;
Disfunzione autonomica severa (ipotensione ortostatica, IU)
Minore atrofia del lobo temporale (RM) rispetto alla MA
Malattie con corpi di Lewy
Motori
PD
Disturbi
Cognitivo-comportamentali
LBD
Demenza di Parkinson (PD)
8 – 80% dei casi di morbo di Parkinson. Grave impoverimento
cellulare e gliosi reattiva della substanzia nigra e testa del caudato.
Grave deficit di: dopamina, noradrenalina, serotonina, acetilcolina
Dopamina:
Inibizione delle strutture extrapiramidali.
Noradrenalina: Regolazione del tono dell’umore
Serotonina:
Azione analgesica, regolazione del tono dell’umore
Acetilcolina:
tono vascolare, ritmo sonno-veglia…
Elaborazione della memoria e delle funzioni cognitive
Sintomatologia: bradipsichismo, deficit funzioni esecutive, diminuita
attenzione e concentrazione, alterata capacità di
critica e giudizio, allucinazioni, depressione
Motilità: rigidità, tremore, bradicinesia
IDROCEFALO NORMOTESO
1-6% di tutte le demenze. Netta predilezione età avanzata (>70)
Alterato riassorbimento del liquor ad opera dei villi aracnoidei.
Inizialmente: Aumento della pressione endocranica
Successivamente: Progressiva dilatazione compensatoria delle
cavità ventricolari.
Triade sintomatologica: Disturbi dell’andatura (Atassia, retropulsione. Andatura sempre più lenta,
incerta, a zig-zag.
Incontinenza urinaria (talvolta doppia)
Deterioramento mentale ( deficit della
memoria, disturbi comportamentali tipo
apatia, indifferenza emotiva, ostilità,
aggressività, ansia fino a psicosi)
Differenze tra demenze corticali e sottocorticali
Funzioni
D.Corticali
D.Sottocorticali
Linguaggio
Afasia
Disartria, ipofonia
Motilità
Affettività
Cognitività
normale
Disinibizione o
Indifferenza
Deficit corticali
Giudizio critico
Pensiero astratto
Precoce compromissione
Sintomi extrapiramidali
tremore rigidità acinesia
Apatia
Bradifrenia
DEMENZE VASCOLARI (DM)
Criteri diagnostici (NINDS-AIREN)
•Segni di importante interessamento cerebrovascolare
agli esami di neuroimaging
infarti multipli
infarti singoli strategici
emorragie/lacune multiple
lesioni della sostanza bianca
•Segni neurologici focali
•Rapporto temporale (~ 3mesi) tra sviluppo di un ictus e
insorgenza della demenza
•Diminuzione “a gradini” delle funzioni cognitive
•Sviluppo improvviso della demenza
DEMENZA MULTI-INFARTUALE
Ricorrenza di attacchi ischemici transitori o episodi ictali
seguiti a breve tempo dall’insorgenza di demenza.
Lesioni di tipo ischemico nei territori dell’arteria cerebrale
media/posteriore localizzate prevalentemente a livello corticale.
Causa più comune: tromboembolismo cardiaco/arterioso
Andamento pogressivo con evoluzione a scalini
Demenza da singoli infarti strategici
Singoli episodi infartuali localizzati in aree strategicamente
importanti, a livello corticale (sindrome del giro angolare)
o sottocorticale (Ippocampo, Talamo)
Per le correlazioni tra nuclei grigi della base ed emisfero
frontale: sindrome frontale (demenza, abulia, apatia,
pseudodepressione, riso/pianto patologici, reazioni di
indifferenza, scarsità del linguaggio fino a mutismo).
Disturbi cognitivi dopo circa 3-6 mesi dall’evento ischemico
Lesioni della sostanza bianca:Malattia di Binswanger
Assottigliamento e degenerazione ialina delle arteriole penetranti.
Presenza di aree ipodense della sostanza bianca periventricolare
con aumento di volume dei ventricoli laterali.
Persistente ipertensione arteriosa, disturbi della serie extrapiramidale,
paralisi pseudobulbare, incontinenza urinaria.
I disturbi motori sono generalmente più precoci dei disturbi cognitivi.
Età media di insorgenza: 60-65 anni.
Decorso progressivo e ingravescente, con una durata tra 3 e 10 anni.
INFARTI LACUNARI
Piccole lesioni infartuali (lacune) che si formano a
Livello delle strutture della base: Talamo, Putamen,
Pallido, Caudato, Capsula interna.
Sono solitamente causati da lesioni degenerative
soprattutto della tonaca media ( Sclero-ialinosi )
delle arteriole perforanti che originano dalle arterie
cerebrali media e posteriore (arteriole lenticolostriate). Fattori predisponenti: diabete, ipertensione
Ictus ischemico
eziopatogenesi
• Aterosclerosi dei grossi vasi
- trombosi
- embolia
• Malattie delle piccole arterie penetranti (S lacunari)
- microateroma
- lipojalinosi
• Cardioembolia
• Arteriti
- infettive
- autoimmuni
• Fattori emodinamici
- ipoperfusione, ipovolemie sistemiche
• Stati di ipercoagulabilità
Common sites of atherothrombosis
in the cerebral circulation
NEUROIMAGING IN PAZIENTI AFFETTI DA DEMENZA VASCOLARE
Infarti multipli corticali
e sottocorticali
Lesioni ischemiche
lacunari della sost.
bianca sottocorticale
Ipodensità della sost
bianca periventricolare,
aumento delle dimensioni
dei ventricoli laterali
(S. di Binswanger)
Ematoma cronico
subdurale
Segni e sintomi frequentemente presenti in pazienti con DV
•
Alterazioni delle funzioni esecutive
• Modificazioni della personalità e del tono dell’umore
• Alterazioni dell’andatura (lenta e instabile)
• Iperreflessia, risposta estensoria plantare
• Emiparesi, incluso astenia della muscolatura facciale inf.
• Problemi visivi (campo visivo, diplopia)
• Deficit monolaterali della sensibilità
• Incontinenza urinaria
• Sindrome pseudobulbare(disartria,disfagia,incont.emotiva)
DV: Caratteristiche cliniche
Prevalente deficit delle funzioni esecutive:
Difficoltà: nell’organizzazione di pensieri, del tempo,
degli oggetti, dei propri effetti, del lavoro.
Difficoltà: nell’iniziare compiti, nel passare da
un compito ad un altro, nel mantenere l’attenzione.
Scarsa capacità di giudizio.Deficit mnesici
relativamente lievi e raramente iniziali.
Caratteristiche cliniche delle varie forme di DV
CATEGORIE
PRESENTAZIONE CLINICA
Infarti lacunari
Demenza progressiva, deficit focali, o
sintomi tipo Frontal Lobe Dementia
Singolo infarto in territorio Rapida comparsa di afasia, agnosia,
vitale
amnesia anterograda, sindrome
frontale
Infarti multipli
Deficit motori e cognitivi con tipica
progressione "a scalino"
Demenza mista (AD-VD)
Demenza progressiva con storia
recente o concomitante di stroke
Infarti a carico della
sostanza bianca
Demenza, afasia, agitazione, segni
cortico-spinali/bulbari bilaterali
AD vs VD: Criteri diagnostici
VD
AD
Anamnesi positiva per fattori di rischio Assenza di malattie sistemiche o
cardio-vascolari
neurologiche
Presenza di deficit cognitivi a
“macchie di leopardo”
Deficit in due o più aree
cognitive
Deficit delle capacità esecutive
maggiore del deficit di memoria
Prevalente interessamento delle
facoltà mnesiche
Spesso insorgenza improvvisa del
deficit cognitivo(rapporto temporale
tra ictus e demenza)
Possibile coesistenza di
alterazioni comportamentali
all’esordio
Progressione fluttuante della demenza
(a “gradini”)
Declino cognitivo costante e
graduale
Imaging cerebrale positivo e segni
neurologici focali
Assenza di imaging significativo,
eccetto per atrofia cerebrale
Maggior incidenza nel sesso maschile
e oltre i 70 anni
Maggior incidenza nel sesso
femminile. Possibile esordio
precoce
SCALA ISCHEMICA DI HACHINSKI
Esordio improvviso
2
Deterioramento a gradini
1
Decorso fluttuante
2
Confusione notturna
1
Conservazione relativa della personalità
1
Depressione
1
Sintomi somatici
1
Labilità emotiva
1
Ipertensione
1
Storia di ictus
2
Sintomi focali
2
Segni focali
2
Altri segni di arteriosclerosi
1
Punteggio 0-4= Probabile AD
4-6= Probabile forma mista
7-14= Probabile DV
AD
Probabile
Placche amiloidi
Deg. neurofibrillare
Fattori genetici
Mista
Probabile
AD/CVD
Placche amiloidi
Deg. neurofibrillare
Fattori genetici
Ictus/TIA
Ipertensione
Diabete
Ipercolesterolemia
Fibrillazione atriale
Altri
VD
Ictus/TIA
Ipertensione
Diabete
Ipercolesterolemia
Cardiopatia
Fino al 90% dei pazienti con malattia
di Alzeheimer presenta un interessamento
patologico cerebrovascolare e circa un
terzo dei pazienti con demenza vascolare
presenta alterazioni anatomo-patologiche
proprie della malattia di Alzheimer
Kalaria RN. Neurobiol Aging 2000
The Rotterdam Study
…more than 7000 elderly subjects studied since
1990 in a series of reports consisting of demented
subjects and non demented age-matched controls…
Dementia group
Alzheimer D
Vascular D
…It was concluded that vascular risk factors and
indicators of vascular disease, have an established
association with AD
Breteler MM. Ann NY Acad Sci. 2000
From The Rotterdam Study:
Reported risk factors for AD
Aging
Atherosclerosis
Stroke
Diabetes
High Fibrinogen levels
Alcoholism
High Colest
Cardiac disease
Depression
Thrombotic episodes
Menopause
Apo-E4
Hyper-Homocysteine
Lower education
Hypertension
Hypotension
Migraine
Smoking
Most of these conditions are vascular related,
impair or reduce cerebral perfusion and are also
risk factors for VD
De La Torre JC . Ann NY Acad Sci. 1997
From the FINMONICA Study:
Among 1449 subjects followed for 21 yrs,
those with high systolic pressure or serum
cholesterol levels (established risk factors for
VD) had a significantly higher risk of developing
MCI and, later in life, AD.
Kivipelto et al. BMJ 2001
There is now good evidence that the
first stage of AD begins with MCI,
defined as memory deficits with
preservation of other cognitive and
functional activities
(Morris et al Arch Neurol 2001)
Mild Cognitive Impairment (MCI)
…Lo stato di transizione tra invecchiamento
cognitivo normale e demenza. Caratterizzato da
disturbi mnesici progressivi, di entità superiore
a quanto atteso sulla base di scolarità ed età.
Normalità delle altre funzioni cognitive,
completa autosufficienza. Assenza di demenza.
Tipo di MCI
Possibile evoluzione
aMCI amnestico
Demenza di alzheimer
mdMCI
Lieve compromissione di
più funzioni cognitive
snmMCI
Lieve deficit di una sola
funzione cognitiva non
mnesica (es. linguaggio)
Demenza di alzheimer
Demenza vascolare
Demenza di Lewy
Fronto-temporale
Alzheimer, vascolare,PD
Conversione dei casi di MCI in demenza di Alzheimer
Durante 48 mesi di osservazione
Trattamento farmacologico del deterioramento
cognitivo e della demenza
Elemento centrale: ridotta attività del sistema colinergico
Inibitori delle colinesterasi (enzimi preposti alla degradazione
dell’acetilcolina a livelo sinaptico)
DONEPEZIL
Buona affinità per l’acetilcolinesterasi cerebrale
Lunga emivita. Ben tollerato. Migliora lo stato
cognitivo e funzionale. Rallenta la progressione
RIVASTIGMINA
Alta affinità per corteccia e ippocampo.
Inibisce acetil e butirrilcolinesterasi, per
cui agisce anche nelle fasi avanzate
GALANTAMINA
Duplice azione:modulatore del legame
dell’acetilcolina a livello recettoriale,
inibitore dell’acetilcolinesterasi
Cara, non offenderti ma dimmi:
noi siamo parenti,
amici, o marito e moglie?