I Bisogni educativi Speciali - Formazione docenti neoassunti

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
"Ogni studente suona il suo strumento, non c'è niente da fare. La cosa
difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l'armonia. Una
buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un'orchestra
che prova la sua sinfonia. E se hai ereditato il piccolo triangolo che sa
fare solo tin tin, o lo scacciapensieri che fa soltanto bloing, bloing, la
cosa importante è che lo facciano al momento giusto, il meglio possibile,
che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri, e che
siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce all'insieme.
Siccome il piacere dell'armonia li fa progredire tutti, alla fine anche il
piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera brillante
come il primo violino, ma conoscerà la stessa musica."
(da Daniel Pennac, Diario di scuola, Feltrinelli, Milano, 2008, pag. 107)
CHI SONO I BES?

Sono una MACROCATEGORIA

Sono studenti che, oltre ai BISOGNI EDUCATIVI NORMALI,
presentano dei BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
DARIO IANES – BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
“Il Bisogno Educativo Speciale è qualsiasi difficoltà
evolutiva del funzionamento, permanente o
transitoria, in ambito educativo e/o apprenditivo,
dovuta all’interazione dei vari fattori di salute
secondo il modello ICF dell’OMS, e che necessita di
educazione speciale individualizzata.”
ICF (INTERNATIONAL CLASSIFICATION OF FUNCTIONING,
DISABILITY AND HEALTH)
Cos’è l’ICF?

È una classificazione della disabilità redatta
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel
2002 che propone un nuovo approccio concettuale
che parte dallo stato di salute e funzionamento
piuttosto che di disabilità e patologia
PERCHÉ L’ICF?
Necessità di una classificazione che acquisisse
i fondamenti dei diritti umani presenti nei
seguenti documenti:
 Convenzione
delle Nazioni Unite sui Diritti delle
Persone con Disabilità
 Dichiarazione di Salamanca sul Diritto di Istruzione
 Forum mondiale sull’Istruzione di Dakar
 Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti
dell’Infanzia
ICF
La chiave concettuale per descrivere
la condizione della persona
IL FUNZIONAMENTO
ICF
È la classificazione delle caratteristiche della salute delle
persone all’interno del contesto delle loro situazioni di
vita individuali e degli impatti ambientali.
Prima:
“salute” = assenza di malattia
Ora:
“salute” = stato di benessere fisico, psichico e sociale
L’individuo non viene considerato in sé ma nel rapporto dinamico e
interattivo con il proprio ambiente di vita
UNA NUOVA PROSPETTIVA
OLTRE IL MODELLO MEDICO
(la disabilità è un problema della persona causato direttamente da
malattie, traumi o altre condizioni di salute che necessitano di assistenza
specialistica. La gestione della disabilità mira alla cura o all’adattamento
dell’individuo e a un cambiamento comportamentale)
OLTRE IL MODELLO SOCIALE
(la disabilità è un problema principalmente creato dalla società e va
affrontato in termini di piena integrazione nella società)
P R O S P E T T I VA B I O P S I C O S O C I A L E
Parlare di classificazione bio-psico-sociale significa
spostare l’accento dalle cause della disabilità ai suoi
effetti, alle restrizioni delle attività che comporta e
alle
limitazioni
disabilità
alla
nasce
partecipazione
dall’incontro
sociale.
sfavorevole
La
tra
l’individuo e il suo contesto di vita. Quindi si richiede
grande attenzione all’interazione fra le capacità di
funzionamento
di
una
persona
e
il
contesto
ambientale, sociale, culturale e personale in cui vive.
IL FUNZIONAMENTO GLOBALE DI UNA PERSONA
Condizioni fisiche
(disturbo o malattia)
Corpo (BIO)
Funzioni corporee
Strutture corporee
Capacità (PSICO)
Attività personali
Performance
Integrazione (SOCIALE)
Partecipazione sociale
Ruoli sociali
Fattori contestuali
Fattori ambientali
Fattori personali
PRESUPPOSTI TEORICI/PEDAGOGICI ICF
Non più disabilità ma “limitazione delle attività
personali”
 Non più “handicap” ma ”diversa
partecipazione sociale”
 Disabilità come risultante dell’interazione tra
funzionamento umano e fattori contestuali
 Disabilità come fenomeno sociale
multidimensionale

DIRETTIVA MINISTERIALE 27/12/2012 :
Bisogni
Educativi
Speciali
Area della
Disabilità
Area dei
Disturbi
Evolutivi
Specifici
Area dello
Svantaggio
Socio/Economico
Linguistico
Culturale
I B.E.S.:

Alunni con disabilità (LEGGE 104/92)

Alunni con D.S.A. e D.S.E. (LEGGE 170/2010)

Alunni con svantaggio
(C.M. 6 MARZO 2013)
ALUNNI CON DISABILITÀ
Alunni con certificazione L.104/92
 Art. 3 comma 3 indica lo stato di gravità
 È prevista la figura dell’insegnante di
sostegno
 Documenti obbligatori: PDF e PEI redatti
collegialmente e in collaborazione con
l’equipe multidisciplinare

ALUNNI CON D.S.A. E D.S.E.
Alunni con diagnosi L.170/2010 (dislessia,
disgrafia, disortografia, discalculia, ADHD )
 Non è previsto l’insegnante di sostegno
 Documento/strumento di lavoro: P.D.P.
redatto collegialmente sulla base della
diagnosi

ALUNNI CON SVANTAGGIO

Svantaggio sociale,
culturale, economico
stranieri
svantaggio socio-economico (separazioni, lutti,
malattie, …)
maltrattamenti, incuria, abusi, casa famiglia…

Borderline
Q.I. tra 70-85
comorbilità con altri disturbi

Allievi in attesa di diagnosi
(necessariamente incognita: DSA? Disabilità?
Nulla di grave?)



Alunni senza diagnosi
Non è previsto
l’insegnante di sostegno
Documento/strumento
di lavoro: P.D.P. redatto
collegialmente sulla
base considerazioni
didattiche e edagogiche
rilevate dal C. di C.
Disabilità
Tutte
diagnosi
L.104/92
Area dello svantaggio socioeconomico – linguistico e
culturale
DSA e Disturbi Evolutivi
Specifici
• DSA
• Disturbi specifici del
linguaggio
• Disturbo della coordinazione
motoria, della disprassia,
• Disturbo dello spettro
autistico lieve
• A.D.H.D
• Disturbo oppositivo
provocatorio
• Disturbo della condotta
• Disturbi d'ansia e dell'umore
• Funzionamento cognitivo
limite
• Comorbilità
Svantaggi derivanti da:
Motivi psicologici,
Motivi sociali
Motivi economici
Difficoltà derivanti dalla non
conoscenza della cultura e
della lingua italiana
• Interazioni tra i motivi
•
•
•
•
NORMATIVA DI RIFERIMENTO

L. 104/1992 (disabilità)

L. 53/2003 (tema della personalizzazione)

L. 170/2010 (DSA)

D.M. n. 5669/2011 (Linee Guida DSA)

D.M. del 27/12/2012 (BES)

C.M. n.8 del 6/03/2013 (Indicazioni operative)
LEGGE 104/1992


È persona handicappata colui che presenta una
minorazione fisica, psichica o sensoriale,
stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà
di apprendimento, di relazione o di integrazione
lavorativa e tale da terminare un processo di
svantaggio sociale o di emarginazione. (art. 3)
La persona portatrice di handicap ha il diritto di
frequentare le istituzioni scolastiche di ogni ordine
e grado. (art. 12)
LEGGE 30 MARZO 2003, N. 53
La cosiddetta "riforma Moratti" avvia un iter che
pone come elemento cardine la centralità dello
studente ed il passaggio dai programmi uguali
per tutti alla scuola dei percorsi personalizzati.
La norma richiama la responsabilità progettuale
ed educativa della scuola, dei genitori e del
territorio nel definire i piani formativi che devono
essere rispettosi delle caratteristiche individuali.
LEGGE 170/2010: FINALITÀ







Garantire il diritto all'istruzione
Favorire il successo scolastico, anche attraverso misure
didattiche di supporto, garantire una formazione adeguata
e promuovere lo sviluppo delle potenzialità
Ridurre i disagi relazionali ed emozionali
Adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle
necessità formative degli studenti
Preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei
confronti delle problematiche legate ai DSA
Favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi
Incrementare la comunicazione e la collaborazione tra
famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di
istruzione e di formazione
DM DEL 27 DICEMBRE 2012
Gli alunni con competenze intellettive nella norma o
anche elevate, che – per specifici problemi – possono
incontrare difficoltà a Scuola, devono essere aiutati a
realizzare pienamente le loro potenzialità. Fra essi, […]
alcune tipologie di disturbi, non esplicitati nella legge
170/2010, danno diritto a usufruire delle stesse misure
ivi previste in quanto presentano problematiche specifiche
in presenza di competenze intellettive nella norma.
DM DEL 27 DICEMBRE 2012
“…ogni alunno, in continuità o per determinati
periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali:
per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per
motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è
necessario che le scuole offrano adeguata e
personalizzata risposta.”
C.M. N.8 DEL 6 MARZO 2013
“La Direttiva ridefinisce e completa il tradizionale approccio
all’integrazione scolastica, basato sulla certificazione della
disabilità, estendendo il campo di intervento e di
responsabilità di tutta la comunità educante all’intera area
dei
Bisogni
svantaggio
Educativi
sociale
e
Speciali
culturale,
(BES),
comprendente:
disturbi
specifici
di
apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà
derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua
italiana perché appartenenti a culture diverse”
CONSIGLIO DI CLASSE
Rilevare
Le problematiche nell’esperienza scolastica
Valutare
L’esistenza di necessità educative non soddisfabili
con le tradizionali metodologie didattiche
COME
• Osservazioni mediante strumenti
condivisi
• Recepimento documentazioni
(Diagnosi di DSA, Verbali di
accertamento handicap, relazioni
cliniche, altro …)
Elaborare
L’intervento personalizzato
PDF - PEI
L. 104 / 1992
PDP
L. 170 / 2010
PDP
Direttiva 27/12/2012
DISABILITÀ
Schema classico dell’intervento basato sul
sostegno. Legge 104/92. I tre elementi di
destra (segnalazione, certificazione e risorse
aggiuntive) sono indispensabili per la
personalizzazione.
DSA
La Legge 170/10 sui DSA ha modificato
profondamente questa situazione: con la
certificazione la personalizzazione è prevista
anche in assenza di risorse aggiuntive.
BES
La D.M. 27-12-2012 sui BES prevede la
personalizzazione anche senza certificazione.
L’eventuale documentazione clinica ha un
ruolo informativo, non certificativo. L’intervento
è attivato dalla scuola in raccordo
(collaborazione) con Famiglia e Servizi.
BISOGNO
Segnalazione alla
famiglia e ai servizi
Certificazione
Personalizzazione
dell’intervento
Risorse aggiuntive
BISOGNO
Segnalazione alla
famiglia e ai servizi
Certificazione
Personalizzazione
dell’intervento
Risorse aggiuntive
BISOGNO
Segnalazione alla
famiglia e ai servizi
Certificazione
Personalizzazione
dell’intervento
Risorse aggiuntive
PDP: STRUMENTO PER LA DIDATTICA
DALLA C.M. 8/2013:
“Fermo restando l'obbligo di presentazione delle certificazioni per
l'esercizio dei diritti conseguenti alle situazioni di disabilità e di DSA, è
compito doveroso dei Consigli di classe o dei teams dei docenti nelle
scuole primarie indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria
l'adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente
di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa
incarico globale e inclusiva di tutti gli alunni”
... Strumento privilegiato è il percorso individualizzato e personalizzato,
redatto in un Piano Didattico Personalizzato (PDP), …
C.M. N.8 DEL 6 MARZO 2013
Il PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO è lo
strumento privilegiato per favorire la
personalizzazione della didattica, che ha lo scopo
di definire, monitorare e documentare, secondo
un’ elaborazione collegiale, corresponsabile e
partecipata, le strategie di intervento più idonee e
i criteri di valutazione degli apprendimenti.
OSSERVAZIONI SUI DUE DOCUMENTI MINISTERIALI


La lettura del “bisogno” diventa meno
clinicamente orientata, pronta a legittimare tutti i
BES, al di là delle differenti eziologie
Ne consegue una maggiore responsabilità
pedagogico-didattica dei docenti, che non
delegano il problema ai clinici ma se ne fanno
pieno carico

Una maggiore inclusività della didattica, una
maggiore adattabilità e flessibilità per accogliere
individualizzazioni e personalizzazioni, passando
per quattro aree strategiche:
La scelta dei materiali didattici con livelli
graduati di difficoltà
 L’attenzione alle diverse modalità di
apprendimento
 Incentivazione delle mediazioni dei pari
 Più spazio alla didattica laboratoriale (a tu per
tu con contesti reali, problemi veri …)

STRUMENTO DI QUESTA DIDATTICA PER I BES
Non solo il PDP …
… ma anche, e soprattutto

Una didattica inclusiva
PARTIRE DALL’ANALISI DELLA CLASSE


Perché è nelle dinamiche della classe che
vanno rilevati i Bes
Perché per rispondere ai Bisogni Educativi
Speciali di alcuni alunni è necessario
riprogettare le azioni in classe
INCLUSIONE
ESCLUSIONE
SEGREGAZIONE
INTEGRAZIONE
CENNI DI DIDATTICA INCLUSIVA


Deve potersi rivolgere a tutti (senza nascondere le difficoltà,
ma neanche i successi e la soddisfazione!)
Principali “pilastri”:
 Materiali didattici “inclusivi”(costruiti su diversi livelli di
complessità e difficoltà per potersi adattare alle diverse
competenze)
 Modalità di lavoro che esercitino (e verifichino) la
competenza in diversi ambiti (non solo il leggere, scrivere,
ascoltare e parlare, ma anche uso del corpo, disegno,
relazione interpersonale…)
 Apprendimento cooperativo (i compagni sono ricchezza
inestimabile) e il format è strutturalmente inclusivo (posso
dare compiti diversi, materiali diversi… e poi ricostruire)
 Didattica laboratoriale (con obiettivi comuni, basati su
problemi reali… ESEMPIO PRINCIPE: costruire un blog, …)
DIDATTICA PER L’INCLUSIONE







Credere nelle potenzialità della persona con disabilità
Lavorare non sul deficit ma sulle risorse del soggetto
Ritenere fondamentale la fase dell’accoglienza
Costruire un piano individualizzato condiviso con tutti i
docenti
Operare in unitarietà di intenti
Tenere presente il valore del bisogno di successo, di
autodeterminazione e di appartenenza
Promuovere abilità sociali, individuali e di gruppo
PERCORSI DI INCLUSIONE




Insegnamento/Apprendimento che procede tenendo conto
della pluralità dei soggetti e non dell’unicità del docente
Valorizzazione della vita sociale: attenzione al progetto di
vita, al conseguimento da parte degli alunni delle
competenze routinarie
Favorire l’imitazione nei processi di apprendimento
(apprendimento cooperativo, lavori a coppie o a piccoli
gruppi)
Sostegno ampio e diffuso: capacità da parte della scuola
di rispondere alle diversità degli alunni, di cui il sostegno
individuale è solo una parte.
COSA COMPORTA?
“Inclusione implica il cambiamento: è un percorso
verso la crescita illimitata degli apprendimenti e della
partecipazione di tutti gli alunni, un ideale cui le
scuole possono aspirare ma che non potrà mai
realizzarsi compiutamente. Tuttavia l’inclusione
comincia a realizzarsi non appena ha inizio il processo
per la crescita della partecipazione. Una scuola
inclusiva è una scuola in movimento.”
PROGETTAZIONE/DIDATTICA INCLUSIVA

Quali ostacoli all’apprendimento e alla
partecipazione abbiamo rilevato?

Chi li incontra?

Come possiamo ridurli al minimo?

Quali risorse abbiamo a disposizione?

Come possiamo impegnare ulteriori risorse?
COMPETENZE CHIAVE PER L’INCLUSIONE
Imparare ad imparare
 Progettare
 Comunicare
 Partecipare e collaborare
 Agire in modo autonomo e responsabile
 Risolvere problemi
 Individuare collegamenti e relazioni
 Acquisire ed interpretare l’informazione
