PMI ORIENTAMENTO MARKETING: LA GESTIONE DEI PRODOTTI (1ª parte) Proseguono su PianetAzienda i contributi editoriali del dottor Giuseppe Cao, esperto di marketing aziendale e titolare dello Studio Cao Management Consulting. In questo numero si inizia ad analizzare il product management, ovvero la gestione del portafoglio prodotti secondo le variabili di tempo, di fatturato, di redditività e di quota di mercato. Il ciclo di vita del prodotto Introdotto all’inizio degli anni ‘50 da Forrester e Patton, il “ciclo di vita” del prodotto è un concetto ormai ben noto nella letteratura economica-aziendale: lo sviluppo delle vendite di un prodotto viene infatti descritto attraverso una curva che, rispetto all’età dello stesso prodotto, presenta quattro fasi: l’introduzione, lo sviluppo, la maturità e il declino. Le discussioni degli economisti si sono accese (e perdurano tuttora) sulla rispondenza di questo concetto alle realtà aziendali, in quanto il modello non è applicabile a tutte le situazioni. Al di là di queste dispute comunque il problema dell’età di un prodotto, intesa come il periodo di tempo in cui è presente sul mercato, può assumere un’importanza fondamentale nella gestione di quelle imprese di piccole e medie dimensioni la cui specializzazione si concentra su una gamma di pochi prodotti. Il modello del ciclo di vita prevede che, se un nuovo prodotto ha successo allo stadio di introduzione (e questo non è così scontato), poi i suoi acquisti ripetuti crescono gradualmente e si sviluppano, facendo aumentare così il tasso di crescita delle vendite. A questo stadio spesso entrano nel mercato dei concorrenti e i loro investimenti hanno per effetto di espandere ancora il mercato. Ma nessun mercato può espandersi all’infinito e può verificarsi quindi che il tasso di crescita diminuisca a mano a mano che il prodotto si avvia verso la fase della maturità. Si finisce allora per raggiungere un punto in cui ci sono troppe aziende sul mercato, si scatenano guerre di prezzi e alcuni fornitori finiscono per scomparire, finché lo stesso mercato si esaurisce e quindi il prodotto immesso si avvia verso il declino. L’età di un prodotto ha poi una diversa influenza sulla gestione dell’impresa in relazione alla tipologia stessa del prodotto. E ancora non è detto che la sua vita sia precisamente scandita da quattro fasi di uguale durata: ci sono prodotti “cicala” che bruciano la loro vita nell’infanzia e nella giovinezza e invecchiano in poco tempo, e prodotti “formica” che hanno uno sviluppo più regolare e invecchiano serenamente. Il nostro contributo si propone come una riflessione sulla coerenza degli strumenti operativi necessari ad una corretta gestione aziendale. Prima di affrontare l’analisi in termini di marketing e agire sugli strumenti a sua disposizione, l’imprenditore deve stabilire a livello strategico in quale fase del ciclo di vita si trova il mercato in cui opera: ad esempio tutte le politiche cambiano considerevolmente se si tratta di uno smartphone (oggi sicuramente in fase di sviluppo), piuttosto che un lettore CD (altrettanto sicuramente in declino). Stabilito questo fatto, si può intervenire sui diversi strumenti del marketing-mix in modo tale da 1 sfruttare appieno le diverse reazioni del mercato e non commettere alcuni errori che potrebbero compromettere la longevità del nostro prodotto. Nella fase iniziale della nascita e del lancio sul mercato, il consumatore è attratto soprattutto dalla novità e rimane abbastanza insensibile alle altre variabili. È quindi indispensabile concentrarsi sulla qualità e sulla pubblicità, tenendo peraltro sotto controllo le risorse finanziarie: infatti anche se i prezzi possono essere fissati ad un livello abbastanza elevato, le vendite sono quantitativamente limitate e il lancio richiede continui e rilevanti investimenti. Una volta entrato in fase di sviluppo, il prodotto dovrebbe raggiungere il punto di pareggio tra costi e ricavi: in questa fase occorre spingere sulla leva pubblicità per raggiungere nel più breve tempo possibile il maggior numero di consumatori, senza peraltro trascurare la qualità e la distribuzione. Nella fase di maturità il prezzo diventa il fattore chiave di successo: infatti anche se il prodotto ha raggiunto un certo consolidamento, sul mercato si sono ormai affacciati prodotti analoghi la cui concorrenza si gioca in genere sul prezzo,oltre che sui servizi e la distribuzione. Infine il declino, che può condurre alla fine di un prodotto o ad una sua rivitalizzazione: nella “quarta età” l’unico strumento in grado di muovere il mercato è la pubblicità. Vendite e profitti Durante la loro vita i prodotti generano profitti e flussi di cassa diversi e cioè richiedono investimenti nei primi tempi e generano profitti (o almeno si spera) in quelli successivi. Possiamo graficamente riassumere nel grafico qui accanto il rapporto tra la curva del ciclo di vita del prodotto (curva delle vendite) e la curva dei profitti che lo stesso genera. Come si può vedere, nella fase di introduzione gli investimenti richiesti causano profitti negativi (perdite), e solo dalla fase di sviluppo si potranno consuntivare, se il lancio del prodotto è stato effettuato correttamente, i primi saldi positivi. Il massimo del profitto lo si registra nella prima fase di maturità del prodotto, quando la curva del fatturato può ancora avvalersi della spinta ricevuta nella fase di sviluppo. Indubbiamente il successo di un’impresa è anche legato alla capacità di immettere nel mercato nuove soluzioni alle esigenze dei consumatori: in questo caso si può rappresentare graficamente la cosiddetta spirale di redditività, in relazione a diversi prodotti lanciati in successione. Se l’azienda si programma, nel medio termine, un adeguato turnover di prodotti da inserire nel mercato, gli stadi di profitto dei prodotti maturi serviranno a compensare lo stadio di profitto negativo in fase di introduzione dei nuovi prodotti. 2 Il processo di adozione del prodotto da parte dei consumatori Nell’ambito degli acquisti ripetitivi specialmente di prodotti di consumo, con il termine “adozione” si intende la decisione, da parte dei consumatori, di utilizzare una certa innovazione regolarmente. Nel processo di adozione si possono individuare cinque stadi: 1) coscienza della propria esigenza; 2) interesse a trovare una soluzione al problema; 3) valutazione delle soluzioni prospettate; 4) prova della soluzione trovata; 5) (se la prova è positiva) adozione. Il grafico che rappresenta questo processo ha una forma caratteristica, “a campana”, che riporta su degli assi cartesiani la distribuzione percentuale degli acquirenti classificati secondo la propensione all’acquisto di novità e quindi suddivisi in “innovatori”, “utilizzatori solerti”, “maggioranza più solerte”, “maggioranza più lenta” e “ritardatari”. I numeri tra parentesi indicano la consistenza media dei singoli segmenti. Incrociando queste informazioni con il modello del ciclo di vita del prodotto si riesce a qualificare l’evoluzione dei segmenti di mercato nel corso dello stesso ciclo di vita. 1- continua Giuseppe Cao senior management consultant Studio Cao Management Consulting Ulteriori approfondimenti anche sul sito www.studiocao.it. 3