Comunicazione del CIMeC COMUNICATO STAMPA Il prestigioso finanziamento europeo al giovane Olivier Collignon Un milione e mezzo di euro per studiare la plasticità intermodale nei ciechi ERC starting grant assegnato a un progetto del CIMeC, il sesto in quattro anni ROVERETO - Il nostro cervello cambia continuamente nel corso della vita e le esperienze che viviamo lasciano letteralmente il segno, nella sua struttura e nella sua funzionalità. Una delle dimostrazioni più evidenti di come questo fenomeno, chiamato plasticità cerebrale, dipenda dall’esperienza è offerta dai risultati degli studi condotti su individui ciechi in cui le aree visive della corteccia occipitale - deputate normalmente solo all’elaborazione degli stimoli provenienti dagli occhi - diventano capaci di processare stimoli provenienti da altri sensi come il tatto o l’udito. Questo meccanismo di plasticità intermodale, o cross-modale, che interessa cioè più di una modalità sensoriale, da sempre considerato di natura compensatoria, può rappresentare una sfida per il recupero della vista. Proprio la relazione tra la plasticità intermodale e il recupero della vista sarà il fuoco di MApping the Deprived VIsual System: Cracking function for prediction (MADVIS), progetto del ricercatore del CIMeC Olivier Collignon selezionato dal Consiglio Europeo della Ricerca per l’assegnazione di un ERC Starting Grant di un milione e mezzo in cinque anni. Il progetto. L’obiettivo di MADVIS è di comprendere meglio in che modo le regioni cerebrali si specializzino nell’elaborazione di specifici stimoli sensoriali e in che modo mantengano tale funzione o la modifichino nel tempo. Come avviene il reclutamento di aree per lo svolgimento di funzioni che non sono loro proprie? Come si consolidano o indeboliscono le sinapsi nel corso della vita di un individuo? Una ricerca di frontiera, unica in Italia, dove finora oftalmologia e neuroscienze non hanno comunicato abbastanza. «Intendiamo comprendere in che modo la deprivazione visiva, in diversi momenti sensibili dello sviluppo, influenzi l’organizzazione funzionale e la connettività della corteccia occipitale e utilizzare le conoscenze così ottenute per testare e predire gli esiti del recupero della vista» afferma Olivier Collignon. Il modello predominante negli anni Sessanta, che non riconosceva al cervello adulto capacità plastiche, è stato sostituito negli ultimi decenni dall’idea che un grande potenziale di plasticità cerebrale sia presente tanto nel giovane quanto nell’anziano. «La plasticità non scompare con l’età, ma cambia e diventa via via meno funzionale», spiega Collignon. «Quello che abbiamo fin qui osservato, studiando ciechi congeniti e ciechi tardivi, è che i primi mesi di vita sono critici per il reclutamento funzionale delle aree generalmente predisposte all’elaborazione degli input visivi. Questo suggerisce che solo durante questo periodo critico sia possibile trasferire la specializzazione funzionale della corteccia occipitale verso una modalità non visiva». Delineando più ampiamente gli obiettivi del progetto, Collignon continua: «Il nostro progetto si inserisce come potenziale contributo nell’ambito del noto dibattito Natura-Cultura sullo sviluppo del cervello umano. Se da una parte il Per maggiori informazioni, contattare: Nicla Panciera CIMeC – Corso Bettini 31 – 38068 Rovereto [email protected] 339 8618331 reclutamento delle regioni occipitali da parte di stimoli non visivi in individui ciechi mette in luce la straordinaria abilità del cervello di ‘rimodellarsi’ in base all’esperienza (influenza della cultura), dall’altra l’osservazione che nella corteccia occipitale dei ciechi esistono moduli cognitivi specializzati simili a quelli osservati nei normo-vedenti richiama l’attenzione sui limiti intrinsecamente imposti a tale plasticità (influenza della natura)». Infatti, nelle persone con cecità congenita, la corteccia visiva non stimolata viene colonizzata da altre modalità sensoriali. «Questo spiegherebbe le difficoltà nel riacquistare la vista se la cecità insorge in età avanzata e la minor efficacia degli interventi di recupero che vengono effettuati oltre una finestra temporale critica. Per studiare questi meccanismi, utilizzeremo metodiche come la risonanza magnetica (MR), la magnetoencefalografia (MEG) e la stimolazione magnetica transcranica (TMS). L’occhio riceve la luce presente nell’ambiente circostante, ma la nostra percezione visiva, l’interpretazione dell’input visivo, è un prodotto del cervello. Per questa ragione, il contributo delle neuroscienze allo studio della plasticità in caso di deprivazione sensoriale e di interventi di recupero della vista è fondamentale». Con un approccio che superi i confini tra le neuroscienze cognitive e l’oftalmologia, MADVIS avrà un grande impatto sulla nostra comprensione di come l’esperienza nei diversi periodi della vita sia in grado di formare la risposta neurale delle diverse aree cerebrali. BOX Chi è Olivier Collignon Olivier Collignon svolge la sua attività di ricerca presso i laboratori di Mattarello del CIMeC. Dopo la laurea in psicologia all’Università di Liegi, Collignon ha conseguito il dottorato all’Université Catholique de Louvain, in Belgio. Dopo aver speso cinque anni in Canada, al Université de Montréal (UdM) dove è stato associate professor, dal 2012 Collignon è al CIMeC, dove si occupa di plasticità crossmodale, integrazione multisensoriale, sviluppo sensoriale, psicopatologia cognitive e multimodal imaging e guida il suo gruppo “Crossmodal Perception and Plasticity Lab”. BOX Tutti gli ERC del CIMeC Con l'ERC Starting Grant assegnato ad Olivier Collignon, salgono a sei gli ERC ottenuti dai ricercatori del CIMeC in quattro anni, per un totale di oltre otto milioni di euro. Nel 2012 un ERC Starting Grant da un milione di euro è andato al progetto “Costruzione dello spazio-tempo percettivo” del professor David Melcher. Nel 2011, un ERC Starting Grant da 1,1 milioni di euro a Marco Baroni con il progetto dal titolo "Compositional Operations in Semantic Space" (acronimo: COMPOSES); un ERC starting Grant di 1,5 milioni di euro a Nathan Weisz per un progetto di ricerca dal titolo “Percezione dipendente dallo stato cerebrale: una finestra sulla coscienza” (Brain-state dependent perception: finding the windows to consciousness, acronimo WI2CON). Un ERC Advanced Grant di due milioni e mezzo di euro al progetto al direttore Giorgio Vallortigara “Meccanismi innati per l’orientamento sociale: un approccio neuro-cognitivo comparato” (acronimo PREMESOR). Nel 2010, un ERC Starting Grant è andato al progetto di Uri Hasson oltre 979mila euro dal titolo “How the brain codes the past to predict the future” (Come il cervello codifica il passato per predire i futuro, NeuroInt) Per maggiori informazioni, contattare: Nicla Panciera CIMeC – Corso Bettini 31 – 38068 Rovereto [email protected] 339 8618331